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          PRECESSIONE

Dopo aver discusso del mito del Diluvio Universale ed aver provato che si tratta di un evento reale e storico, cui dietro si cela l’ombra di una (o più…) civiltà progredita, diamo una visione astronomica-tecnica di un fenomeno ad esso strettamente collegato.
“Un’infinità di secoli fa, antichi popoli estremamente progrediti, soprattutto in ambito astronomico, crearono un sistema per nascondere le terminologie tecniche della materia stessa, dietro un mito”.

Così scrive De Santillana nel suo “Il mulino di Amleto” (1969) scritto in collaborazione con von Dachend, introducendo la stessa questione per cui ora andremo ad affrontare. Prima di addentrarci nel cuore vero e proprio di questa strabiliante ed affascinante teoria, è bene riassumere alcune caratteristiche astronomiche che ci serviranno nel prosieguo di questo trattato.
La Terra compie un giro completo antiorario attorno al suo asse ogni 24 ore e allo stesso tempo gira, sempre con moto antiorario, attorno al Sole con traiettoria ellittica, in 365 giorni. In quest’ultimo periodo si alternano ogni tre mesi quattro stagioni: primavera, estate, autunno, inverno. Esse sono il risultato della variazione annuale dell’angolazione con cui i raggi del sole colpiscono un qualsiasi punto dato della superficie terrestre e della variazione annuale del numero di ore di luce solare che quel punto riceve in periodi diversi dell’anno (G. Hancock). Qui di seguito altri dati tecnici del nostro pianeta:

INCLINAZIONE DELLA TERRA  =   OBLIQUITA’

PIANO DELLA SUA ORBITA     =   ECLITTICA

EQUATORE CELESTE           =   Prolungamento dell’equatore della Terra nello spazio.
Esso è inclinato di 23,5° rispetto l’eclittica, perché l’asse terrestre risulta inclinato di 23,5° rispetto la verticale. Tale angolo corrisponde all’OBLIQUITA’ DELL’ECLITTICA.

OBLIQUITA’ DELL’ECLITTICA  =   Varia con oscillazioni di circa 3°.Essa varia da un   minimo di 22,1° alla verticale ad un massimo di 24,5° alla verticale.Un ciclo completo di tale oscillazione (da 24,5° a 22,1° e di nuovo a 24,5°) viene compiuto nell’arco di ben 41.000 anni.

 Ma vediamo di chiarire un po’ di cose con un semplice disegno schematico tratto dall’ottimo testo “Impronte degli Dei” di G. Hancock, uno dei massimi esponenti nel campo dell’archeologia perduta.
 

Ma direi che per avere un’idea di che cosa vogliamo parlare la cosa migliore sarebbe innanzitutto cercare di capire che cosa intendiamo col termine precessione; ancora una volta ci viene in aiuto il famigerato libro di Hancock. Riporto qui sotto un passo estremamente significativo:

Tutto questo moto circolare, ovviamente, genera delle immense forze centrifughe a queste, come dimostrò Newton nel diciassettesimo secolo, fanno sì che il « sacchetto di carta » della terra si gonfi all'altezza dell'equatore, con il risultato di provocare un appiattimento in corrispondenza dei poli. Di conseguenza, il nostro pianeta si discosta leggermente dalla forma di una sfera perfetta ed è definito con maggiore precisione come un « ellissoide schiacciato ». Il suo raggio equatoriale (6378,4 chilometri) è più lungo del suo raggio polare di ventuno chilometri a mezzo (6356,9 chilometri).
Per trilioni di anni i poli appiattiti a l'equatore rigonfio si sono cimentati in un'interazione matematica velata con 1'influsso recondito della forza di gravità. « Poiché la terra è appiattita », spiega un'autorità, « la forza di gravità della luna tende a inclinare 1'asse terrestre in modo che diventi perpendicolare all'orbita lunare, a in misura minore lo stesso vale per il sole. »
Contemporaneamente il rigonfiamento equatoriale ﷓ la massa in eccesso distribuita intorno all'equatore ﷓ agisce come il bordo di un giroscopio per tenere la terra ferma sul suo asse.
Anno dopo anno, su scala planetaria, questo effetto giroscopico impedisce alla forza di attrazione del sole a della luna di alterare radicalmente l'asse di rotazione della terra. La forza di attrazione che questi due corpi esercitano unitamente è, comunque, abbastanza forte da costringere l'asse a « precessare », cioè a oscillare lentamente in senso orario, contrario a quello della rivoluzione della terra.
Questo importante moto è il marchio di riconoscimento del nostro pianeta all'interno del sistema solare. Chiunque abbia fatto girare una volta una trottola dovrebbe essere in grado di capirlo senza tante difficoltà; in fondo, una trottola non è altro che un tipo di giroscopio. Quando gira a velocità piena a continua sta in piedi. Ma appena il suo asse viene deviato dalla verticale, comincia a manifestare un secondo comportamento: una lenta a ostinata oscillazione contraria che descrive un grande cerchio. Questa oscillazione, che é la precessione, cambia la direzione verso cui punta 1'asse mentre mantiene costante il suo angolo di inclinazione appena raggiunto.
Un'altra analogia, per certi versi differente per approccio, forse potrà contribuire a chiarire un po' di più le cose:

1Immaginate la terra librata nello spazio, inclinata approssimativamente di 23,5° rispetto alla  verticale mentre compie una rotazione intorno al proprio asse ogni ventiquattro ore.
2Immaginate quest'asse come un perno fortissimo che passi per il centro della terra ed esca dal Polo Nord a dal Polo Sud prolungandosi in entrambe le direzioni.
3Immaginate di essere un gigante, che attraversi a grandi passi il sistema solare, con 1'ordine di eseguire un compito speciale.
4Immaginate di avvicinarvi alla terra inclinata (la quale, a causa delle vostre dimensioni, ora non vi appare più grande di una ruota di mulino).
5Immaginate di tendere le mani a di afferrare le due estremità del prolungamento dell'asse.
6E immaginate di cominciare a farle girare in direzioni opposte, spingendo una estremità a tirando 1'altra.
7Quando siete arrivati la terra già girava.
8I vostri ordini, perciò, non sono di agire sulla sua rotazione assiale, ma piuttosto di impartirle 1'altro suo movimento: quella lenta oscillazione in senso orario detta precessione.
9Per eseguire questa commissione dovrete spingere la punta settentrionale del prolungamento dell'asse verso 1'alto a descrivere un grande cerchio nell'emisfero celeste settentrionale mentre contemporaneamente tirate la putita meridionale descrivendo un cerchio della stessa ampiezza nell'emisfero celeste meridionale. Per farlo dovrete compiere con le mani a le spalle un lento movimento rotatorio, come se agiste su due pedali.
10State attenti, però. La « ruota di mulino » della terra è più pesante di quanto non sembri, tanto più pesante, infatti, che vi ci vorranno 25.776 anni per far compiere alle due punte del suo asse un ciclo di precessione completo (alla fine del quale saranno rivolte verso gli stessi punti della sfera celeste di quando siete arrivati).
11Uh, e a proposito, giacché avete cominciato possiamo anche dirvi che non potrete mai più andarvene. Appena un ciclo di precessione si conclude, deve iniziarne un altro. E poi un altro... a un altro... a un altro... a così via, all'infinito, i7Lr sempre.
12Se volete, potete considerarlo uno dei meccanismi basilari del sistema solare o, se preferite, uno dei comandamenti fondamentali della volontà divina.

A poco a poco, in questo processo, mentre fate scorrere pian piano il prolungamento dell'asse per i cieli, le sue due estremità punteranno ora in direzione di una stella ora di un'altra alle latitudini polari dell'emisfero celeste australe (e a volte, naturalmente, in direzione del vuoto), a ora in direzione di una stella ora di un'altra nelle latitudini polari dell'emisfero celeste australe. Stiamo parlando, qui, di una sorta di gioco della bottiglia tra le stelle circumpolari. E a tenere tutto in movimento è la precessione assiale della terra, un movimento impresso da immense forze gravitazionali a giroscopiche, regolare, prevedibile e relativamente facile da calcolare con 1'ausilio di attrezzature moderne. Così, per esempio, la stella del polo nord attualmente è a Ursae Minoris (che non conosciamo come la Stella Polare). Ma i calcoli con il computer ci permettono di affermare con certezza che nel 3000 a.C. la posizione polare era occupata da alpha Draconis; all'epoca degli antichi greci la stella del Polo Nord era beta Ursae Minoris, e nel 14.000 d.C. sarà Vega."'

Adesso che conosciamo cosa vuole dire veramente “PRECESSIONE”, ci possiamo chiedere il perché di tutto questo. Semplicemente per affermare, come asseriscono gli stessi De Santillana e von Dechend, che attraverso i numeri astronomici si è potuto scoprire i resti di un linguaggio scientifico universale in codice. Esso sarebbe molto più antico di migliaia di anni di tutte le civiltà più remote conosciute fino ad ora. Ed in modo alquanto deciso possiamo affermare, sempre grazie ai due illustri e seri accademici, di aver in parte decifrato questo codice. Infatti in epoche remote alcuni miti arcaici, sarebbero stati “cooptati” (come afferma lo stesso Hancock) come strumenti per trasmettere innumerevoli dati tecnici sulla precessione degli equinozi.
Ad esempio presso gli Egizi il mito di Osiride è infarcito di numeri “altamente tecnici”. Esso ci informa che l’anno dura 360 gg. e si compone di 12 mesi di 30 gg. ciascuno; dunque sviscerando i dati di questo mito abbiamo 360, 12, 30, tre numeri legati alla precessione. Il quarto numero, il più importante, è 72, che nel mito Egizio è il numero di cospiratori capeggiati dal dio Seth per uccidere Osiride. Ricapitolando, abbiamo:

v12numero delle costellazioni zodiacali;
v30numero dei gradi lungo l’eclittica di ciascun segno zodiacale;
v72numero totale dei gradi nell’eclittica;
v2160 (=72 x 30) numero di anni che il sole impiega per completare un passaggio di 30° lungo l’eclittica (cioè attraverso una qualsiasi delle dodici costellazioni dello zodiaco).
v25920 (=2160 x 12, oppure 360 x 72)numero di anni di cui è composto un ciclo completo di precessione.

Inoltre nel mito emergono altri dati: 36, numero degli anni impiegati dal sole equinoziale per lo spostamento precessionale di mezzo grado lungo l’eclittica; 4320, che sono gli anni che impiega il sole equinoziale per completare uno spostamento di 60° (ossia due costellazioni zodiacali).
 

Teniamo presente che come afferma Sellers (“The Death of Gods in Ancient Egypt”), è possibile spostare a piacere le virgole dei decimali a sinistra o destra, impiegando inoltre qualsiasi operazione: moltiplicazione, divisione, frazione dei numeri fondamentali. Possiamo anche notare come i numeri che si presentano di più siano 72, 36 (molto spesso questi due in relazione fra loro…) e 2160.
Ma quello egiziano non è il solo mito contenente tale documentazione numerica-astronomica; anche nel mito norreno si presentano queste “coincidenze”. Nel trentesimo capitolo di questa entusiasmante saga si narra che “432.000” guerrieri uscirono dal Walhalla per combattere il lupo Fenir che era riuscito a rompere le catene che lo legavano al frassino Yggdrasil (quest’ultimo considerato l’asse della Terra!). In Cina, alcune antiche tradizioni legate ad un enorme cataclisma, sono riportate in un incredibile tomo di ben “4320” volumi. Anche lo storico babilonese Berosso (III° secolo a.C.) ci riporta lo stesso numero precessionale: egli ha infatti stabilito la durata del regno prediluviale nel paese di Sumer in “432.000” anni. Ed inoltre la durate del periodo compreso tra la creazione e la catastrofe universale è di “2.160.000” anni (da Impronte degli Dei). I Maya nel loro calendario Lungo Computo, riportano gli stessi codici astronomici:

1 KATUN =7.200 gg.
1 TUN    = 360 gg.
5 BAKTUN= 720.000 gg.
6 KATUN  = 43.200 gg.
.........
.........
.........

(da “Skywatchers of Ancient Mexico“ –pag. 143-).
E che dire del tempio di Borobudur di Giava che mostra “72” stupa a forma di campana? (“Lo specchio nel Cielo”, G. Hancock)
Nel Riveda, il più antico testo vedico, ogni strofa si presenta composta di 40 sillabe per un totale di “432.000” … Si legge inoltre di una “ruota dei 12 raggi in cui sono fissati i 720 figli di Agni”. Persino nella Cabala ebraica si cita il numero 72: tanti sono infatti gli angeli tramite i quali i Sephiroth (con tale nome si vogliono indicare i divini poteri) possono essere invocati. Per i Rosacroce l’influenza del potere da loro esercitato nel mondo si farebbe sentire una volta ogni 108 anni; e se noi analizziamo tale numero, che a prima vista appare fuori da quelli “che contano”, vediamo comparire magicamente (… ma fino ad un certo punto!) la somma delle cifre “72” + “36”, i soliti numeri precessionali !!!!!
Ma non finisce qui; ancora una volta ecco l’ottimo volume del solito Hancock che ci parla della più misteriosa e segreta fra le società: la Lega Hung. Essa viene considerata dagli studiosi “il ricettacolo dell’antica religione cinese” (G. Schlegel, “The Hung League”). In un passo di un rito di iniziazione, si cita in continuazione i numeri 36 e 72,
 
….…..
D.: Sai quante piante c’erano?
R.: In un vaso c’erano 36 piante e nell’altro 72, 108 in tutto.
…..…….
D.: Come corre questo verso?
R.: Nei boschetti ci sono 36 e 72.
Chi mai conosce il significato di questo?
Quando ci saremo messi all’opera conosceremo il segreto.
…..……

Significativo è poi il fatto che la parola cinese Hung significhi inondazione…
Dunque chiunque fossero questi scienziati (perché tali si è obbligati a considerarli!!!) erano alquanto abili ed intuitivi per aver notato i minimi dettagli della precessione ed aver calcolato i suoi valori, con una precisione ottenibile solo dalle moderne tecnologie dei giorni nostri. Qualsiasi mito poteva dunque essere narrato in qualunque modo ed in qualsiasi epoca da qualunque civiltà, ma il simbolismo di fondo rimaneva sempre inalterato, veicolando i dati codificati sulla precessione.


BIBLIOGRAFIA:

vImpronte degli Dei, G. Hancock
vLo specchio del cielo, G. Hancock
vThe Hung League, G. Schlegel
vSkywatchers of Ancient Mexico
vThe Death of Gods in Ancient Egypt, J. B. Sellers
vIl mulino di Amleto, De Santillana e von Dechend
vI Vimana nell’antica India, D. K. Kanjilal
vLo scorrimento della crosta terrestre, C. Hapgood
vStoria dell’antico Egitto, N. Grimal

 

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