Nel 1924 un borghese di nazionalità inglese, F. Albert Mitchell Hedges (1882-1959), convinto sostenitore dell’esistenza di Atlantide organizzò una spedizione in Sudamerica, nell’entroterra dell’attuale Belize. Dopo alcuni giorni di ricerche riuscirono a trovare delle rovine di un’antica città che fu stimata di origine pre-maya, nel senso che si trovava in territorio Maya, ma la tecnica di costruzione apparteneva agli Incas; essa fu nominata “Lubaantum” (luogo della pietra caduta). Visto che gli scavi archeologici duravano parecchio, Mitchell Hedges si fece raggiungere da sua figlia Anna; e fu proprio quest’ultima a dare una svolta importante alle ricerche del padre. Anna rinvenne nella cima dell’edificio più alto della città una cavità e al suo interno uno strano oggetto brillante: fu così che venne portato alla luce un incredibile reperto, tanto strano quanto inquietante. Ritrattava di un teschio di cristallo, privo della mandibola inferiore, che fu ritrovata qualche tempo dopo a circa una decina di metri di distanza. Quando gli accompagnatori maya della spedizione lo videro si inginocchiarono a venerarlo in quanto “era il dio cui si rivolgevano per venire guariti dalle malattie o per chiedere di morire”; i sacerdoti spiegarono in seguito che la popolazione Maya riteneva la reliquia una copia della testa di un antico sacerdote vissuto migliaia di anni prima. In esso vi sarebbero immortalate la saggezza e la verità e sarebbe possibile far parlare il teschio mediante alcuni riti particolari. Dal punto di vista fisico il teschio è in cristallo di rocca e le sue dimensioni sono di circa 13 cm. in altezza e larghezza e di 18 cm. in profondità; dunque le sue misure sono pressoché naturali tranne per un particolare, e cioè il peso: 5 kg! A detta di alcuni studiosi esso riprodurrebbe un cranio femminile. Pare inoltre che la luce, incanalandosi fra le arcate zigomatiche completamente svuotate, venga concentrata nelle orbite oculari dando l’impressione d’uno sguardo inquietante. Qui di seguito si vuole riassumere le caratteristiche principali del cristallo di rocca:
+ è trasparente; + è composto di biossido di silicio. Più precisamente da un atomo di silicio e da due atomi di ossigeno da acqua (da qui il nome di “ghiaccio di rocca”); + è prodotto in natura; + è particolarmente duro. Esso viene lavorato con punte di diamante ed è resistente all’usura del tempo (ecco perché è giunto sino a noi in ottimo stato); + è piezoelettrico, cioè capace di deformarsi elasticamente con oscillazioni derivate da un campo elettrico anomalo.
Il teschio in questione è stato ricavato da un solo pezzo di cristallo di rocca (detto anche quarzo ialino) e la sua superficie risulta levigata in modo perfetto, senza graffi o segni di incisione: un lavoro simile, data l’età del manufatto (lo si colloca all’incirca attorno al 1.400 a.C.), potrebbe essere stato ottenuto strofinandolo con sabbia e cappelli per 150 anni! Si fa notare una curiosità: s’è detto che il teschio è composto di silicio; ma pensandoci bene anche i chip dei computer o gli orologi al quarzo sono di tale natura… Allora, se la funzione del teschio fosse quello di un enorme chip, quale contenitore di informazioni particolari? Questa vuole essere solo una supposizione, senza avanzare tesi definitive … Qualunque fosse il suo utilizzo, che al momento non ci è dato sapere, sta di fatto che Anna ne trae tutt’oggi benessere e compagnia a differenza del padre che, come cita nella sua autobiografia: “E’ stato descritto come la rappresentazione del male, ma io non desidero spiegare questo fenomeno …”.
ESAMI SVOLTI SUL TESCHIO
La storia del teschio ritrovato dalla figlia di Mitchell fece il giro del mondo tanto da giungere alle orecchie della nota compagnia di computer Hewlett-Packard, che tramite alcuni suoi ricercatori riuscì a studiarne le caratteristiche(1964). Essi immersero il teschio in una vasca contenente alcool benzilico (con la stessa densità ed indice di rifrazione del cristallo) ed esso scomparse dalla loro vista, garantendo così la propria autenticità. Anche un famoso cristallografo, F. Dorland, ottenne il permesso di studiare la reliquia cosa che fece per oltre sei anni. Alla fine ipotizzò che il teschio non fosse altro che un convertitore di informazioni tra il cristallo e la mente umana; infatti a detta dello studioso le radiazioni elettromagnetiche emesse dal quarzo agirebbero sull’ipotalamo umano (ghiandola situata nella parte inferiore del mesencefalo), responsabile dell’equilibrio elettrico e chimico del corpo e del sistema endocrino. Secondo Dorland dunque, il teschio sarebbe un riequilibratore di scompensi e quindi fonte di guarigione. Una vera e propria cura omeopatica … ma solo se il malanno è ancora reversibile! Infatti se i malanno è troppo avanzato e si ricorre all’aiuto del teschio, si assiste all’accelerarsi delle malattie (anche fino alla morte del soggetto….). Fu per tale motivo che assunse anche l’appellativo di “TESCHIO DEL MALE”. Ma tutto ciò è frutto di semplice suggestione o si tratta di poteri reali e concreti? Ma è la stessa Anna Mitchell Hedges che conferma le caratteristiche curative-negative della reliquia misteriosa affermando di essere stata testimone di guarigioni dopo alcune sedute effettuate col cristallo. Durante un’intervista affermò che visto dall’alto il teschio era “una perfetta lente di ingrandimento” con la particolarità che presenta dei riflessi di luce dagli occhi cavi. Anche Dorland dal canto suo afferma di essere stato spettatore di alcuni fenomeni insoliti durante i suoi esperimenti: suoni di campanellini, visualizzazione di immagini reali passate sul cranio del teschio, profumi vari dall’essenza naturale, voci profettizanti sul futuro del Mondo, ecc. Cose da parte nostra difficilmente verificabili … Tranne che in un’occasione particolare in cui il teschio fu esposto in un museo pubblico a New York: pare che la segretaria del direttore prese il teschio in mano per decantarne le caratteristiche ai presenti ma una strana sensazione la pervase, a tal punto da farle credere di essere percossa a più riprese dallo stesso. Che dire? Capacità del cristallo di stimolare l’inconscio? Veicolo di trasmissione dati-cervello?
E LA STORIA CONTINUA…
Sembra che da tempo giri voce che Anton S. La Vei, fondatore della Chiesa di Satana, avesse chiesto a Dorland di consegnargli il teschio in quanto appartenente al Demonio ma il cristallografo rifiutò. Perché tanto interesse da parte di La Vei? Il fatto che egli affermi appartenga al Demonio, non implica che il possessore sia in pericolo di vita a causa di qualche maledizione… anzi: sembra che Albert Mitchell Hedges sia sfuggito a tre accoltellamenti e a diverse ferite da armi da fuoco! Fantasie?! Verità? Sta di fatto che il teschio di cristallo emana un fascino particolare attorniato da un mistero altrettanto inquietante. Attorno ad esso si sono create un’infinità di leggende tra cui ne spicca una in particolare degna di nota: la “leggenda Maya”. Essa racconterebbe che al mondo esisterebbero 13 (!) teschi di cristallo a grandezza naturale ed una volta riuniti tutti assieme, trasmetterebbero al possessore tutta la loro conoscenza. Ciò avverrebbe solamente quando gli uomini saranno moralmente puri. Resta comunque singolare il fatto che nel mondo sono stati trovati altri teschi di cristallo. Riportiamo qui di seguito alcuni di essi:
·CRANIO DI AMETISTA: scoperto nel 1920 di origine Maya (attualmente in Giappone) ·CRANIO MAYA: scoperto nel 1912 in Guatemala (ancora nello stato di ritrovamento) ·CRANIO DEL TEXAS: attualmente a Houston ·SHA NA RA: scoperto nel 1959 a Rio Bravo (in fase di studio a San Francisco) ·CRANIO DI CRISTALLO: attualmente a Città del Messico ·TESCHIO DI CRISTALLO DEL BRITISH MUSEUM di Londra.
Ma perché tutti questi teschi? C’è un significato particolare? Secondo alcune dottrine esoteriche il teschio rappresenterebbe la Luna; ha dunque valenza astronomica? E se fosse, perché proprio di cristallo?…
BIBLIOGRAFIA:
·Il segreto dei teschi di cristallo, J. Ropper (PIEMME) ·Hera, n°10 Ottobre 2000 ·Sito internet: www.bvzm.com/teschio.html ·Sito internet: .www.digilander.iol.it/dilucas2000/teschiodicristallo.html
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