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RAPPORTO CONDON

Condon come Robertson: la
politica coma più della
scienza. Gli squallidi
retroscena che portarono alla
stesura di un documento «a
due facce». Penosi tentativi di
celare l'evidenza, puerile
speranza di risolvere i
problemi negandoli.



Oggi sappiamo con certezza che la Commissione Condon analogamente al Giurì Robertson, non fu un evento scientifico ma politico. Il verdetto finale che proclamò la non significatività del fenomeno ufo a quindi la non utilità di continuare a studiarlo era stato preconcordato. Fra 1'altro, con l'espediente dell'inchiesta civile, l'Air Force perseguì lo scopo di liberarsi dell'onere del Progetto Blue Book; il quale, ormai screditato presso l'opinione pubblica, non era più in grado di assolvere la sua funzione istituzionale di indottrinamento antiufologico; una palla al piede, quindi, di cui era arrivato il momento di disfarsi.
All'atto delta sua creazione, tuttavia, il Comitato Condon fu salutato come il “deus ex machina” che avrebbe fatto finalmente sapere come stessero le cose in materia di ufo, ponendo termine all'annosa controversia tra ufologi a ufficialità. Gli squallidi retroscena delta Commissione erano infatti ancora inopinati.
Ma la verità non tardò ad emergere. I primi dubbi nacquero quando si apprese che i componenti delta Commissione erano in maggioranza psicologi; il che lasciava intendere che l'indagine mirasse a concentrarsi sui testimoni piuttosto che sui rapporti di avvistamento. Ulteriori dubbi si insinuarono quando il presidente delta Commissione, il Dr. Condon fece capire con alcune dichiarazioni pubbliche di essere pregiudizialmente scettico sugli ufo.
Ma quote fosse il vero ruolo delta Commissione emerse chiaramente net maggio 1968. Fu una bomba! Due membri del Comitato, David Sounders e Norman Levine, scoprirono casualmente un promemoria che era stato scritto prima delta firma del contratto con 1'Air Force, a che portava la firma del1'amministratore del Comitato stesso, il Dr. Robert Low. Il documento illustrava i criteri (tutt'altro che obiettivi) che la Commissione avrebbe seguito net condurre l'indagine, a anticipava le conclusioni (negative) che sarebbero state fornite. Insomma, una truffa in piena regola. Merita tradurre testualmente i passi fondamentali del «memo Low»:
«Per intraprendere un progetto del genere (l’indagine sugli ufo, ndt) si dovrebbe farlo in maniera obiettiva. Si dovrebbe cioè ammettere la possibilità che cose come gli ufo esistessero. Ma non è rispettabile dare seria considerazione ad una tale possibilità, perché credere agli ufo significherebbe restare emarginati».
Pertanto:
«Il nostro studio dovrebbe essere condotto quasi esclusivamente da non credenti i quali, pur non potendo forse fornire la prova di un risultato negativo, potrebbero però aggiungere un significativo corpo di evidenza a favore della non realtà delle osservazioni. L'espediente sarebbe, credo, quello di descrivere il progetto in modo tale che esso apparisse al pubblico uno studio assolutamente obiettivo, ma per la comunità scientifica presentasse l'immagine di un gruppo di scettici che fanno del loro meglio per essere obiettivi ma che hanno una probabilità pressoché nulla di trovare un ufo. Un modo per far questo sarebbe di focalizzare l'indagine non sui fenomeni fisici, ma piuttosto sulle persone che fanno le osservazioni, ovvero sulla psicologia degli individui a dei gruppi che asseriscono di vedere gli ufo. Se l'attenzione fosse posta qui invece che sull'esame della vecchia questione della realtà degli ufo, io credo che la comunità scientifica recepirebbe rapidamente il messaggio».
Ogni commento è superfluo.
Quando Condon seppe della scoperta del documento andò su tutte le furie a se la prese con i due responsabili. La conclusione fu che Saunders a Levine furono licenziati in tronco con 1'accusa di «incompetenza».
Ma ormai la notizia era trapelata. Il promemoria Low fu reso pubblico dal giornalista John Fuller in un articolo, «Che Flying Saucer Fiasco» (il fiasco dei dischi volanti), sulla rivista «Look» del mese di maggio 1968.
L'incidente non sortì 1'effetto di interrompere il programma della Commissione, ormai entrato nella sua fase finale. A dicembre di quello stesso anno 1968 il rapporto conclusivo fu presentato al giudizio dell'Accademia Nazionale delle Scienze. Giudizio che, in rispetto delle finalità politiche dell'intero programma, non poteva che essere, ed effettivamente fu, positivo.
Intitolato «Scientific Study of UFOs» (Studio scientifico degli UFO), il rapporto Condon è un documento voluminoso: l'edizione commerciale edita dalla «Bantam Books» comprende 965 pagine.
Di solito, i negatori degli ufo lo invocano come l'argomento decisivo a sostegno della loro tesi. Ma barano. Tutto quello che conoscono del Rapporto (spesso per averne letto solo un riassunto sui giornali) è un capitoletto di 5 pagine firmato dal London a intitolato «Conclusioni a Raccomandazioni», posto (non certo a caso) all'inizio del volume.
Le conclusioni che il Condon espone in quelle cinque paginette possono essere sintetizzate in due proposizioni: prima, che l'indagine sugli ufo non ha offerto alcun elemento utile per il progresso della scienza; seconda, che appare quindi superfluo proseguire l'indagine.
Ma gli scettici ignorano, o fingono di ignorare, che questo verdetto è in stridente contraddizione con i risultati realmente conseguiti dalla Commissione. I quali non solo non giustificano quel verdetto, bensì lo smentiscono. Infatti, chi si prende la briga di leggere il Rapporto nella sua integralità, e non fermandosi al capitoletto introduttivo (come gli estensori probabilmente si aspettavano), scopre con stupore che dei 90 casi di avvistamento esaminati (un numero oltretutto esiguo rispetto alla imponente casistica disponibile), un terzo viene esplicitamente definito «inspiegabile». Ora è lecito domandarsi: che senso ha definire «superflua ogni ulteriore indagine» su un fenomeno che per il 30%o è risultato irriducibile, nonostante la più solerte volontà «scientifica», a qualsiasi interpretazione convenzionale?
Sembra inevitabile sospettare che il Rapporto Condon sia stato volutamente concepito come un documento a due facce: la prima costituita dalle cinque pagine di «conclusioni» a destinata al grosso pubblico (nonché agli «esperti» che quel pubblico sarebbero poi stati chiamati, ogni tanto, a catechizzare; la seconda costituita invece dal corpo principale del documento a destinata a coloro che «hanno orecchi per intendere». E che le persone dotate di tali «orecchi» dovessero risultare pochissime era pressoché garantito dalle dimensioni del testo, sapientemente gonfi.ato di capitoli riempitivi aventi 1'unica funzione di scoraggiare i lettori, specie quelli che, privi di un interesse specifico per 1'argomento, avrebbero potuto esserne attratti solo per curiosità (giornalisti, scienziati ecc.).
Il fatto è che il Rapporto era stato programmato per altri fini, a cioè per convincere il pubblico delta inconsistenza del fenomeno ufo, a per scoraggiare l'interesse del mondo accademico. Uno scienziato francese del CNES (Centre National d'Etudes Spatiales), Claude Poher, ebbe a confidare a Hynek di essersi convertito all'ufologia proprio per aver letto il Rapporto Condon. «Se lo si legge senza fermarsi alle conclusioni di Condon - disse - è impossibile non rendersi conto che ci troviamo di fronte ad un problema reale».
Alla luce di questo episodio è lecito chiedersi: quanti altri sarebbero giunti alla stessa conclusione di Poher se non fossero stati dissuasi dalla lettura di un «malloppo» di quasi mille pagine?
In prospettiva storica dobbiamo constatare che l’operazione Condon produsse gli effetti sperati da chi l'aveva progettata. Il Progetto Blue Book fu chiuso net dicembre 1969 (pur lasciando irrisolti 701 casi su un totale di 12618). L'interesse della gente per gli ufo registrò un calo sensibile per almeno tre o quattro anni. L'APRO e il NICAP accusarono una crisi che li avrebbe condotti ad un notevole ridimensionamento o addirittura (nel caso del NICAP) alla estinzione. E il mondo accademico accettò acriticamente le conclusioni del Condon continuando a fare ciò che aveva sempre fatto: disinteressarsi del problema.
Quello che invece il Rapporto Condon non riuscì ad ottenere fu 1'eliminazione degli ufo; i quali, incuranti del verdetto negativo emesso a loro riguardo, non cessarono di manifestarsi in tutti i cieli del pianeta. Il che dimostra una volta di più come un problema non si risolva negandolo.
Naturalmente il Rapporto Condon non riuscì nemmeno ad arrestare la ricerca privata. Però determinò la fine di un ciclo. Fino ad allora 1'ufologia aveva focalizzato il proprio interesse, a direi anche giustificato la sua nascita a il suo stesso nome, sull'«oggetto volante non identificato», ovvero sul1'ufo-apparecchio. A livello teorico aveva inoltre privilegiato 1'ipotesi extraterrestre, che a sua volta era in qualche modo responsabile delta controversia con 1'Air Force a del contattismo. Ebbene, tutto questo sarebbe stato rimesso in discussione, a ragione o a torto, dall'ufologia del dopo-Condon. La quale inaugurò un secondo ciclo caratterizzato da una diversa valutazione del tipo di casistica da assumere come chiave principale di lettura del fenomeno, nonché da nuovi orientamenti teorici.
 

DA: Speciale Mistero, N° 5 - Giugno/Luglio 1997

 

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