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IL CASO DI CRISTINA
Al recente simposio di Bellaria sul paranormale ho incontrato, per il secondo anno, Cristina, una simpatica giovane marchigiana che si diletta di channeling e di altre discipline New Age, che fa parte di un gruppo di donne a più riprese coinvolte in episodi paranormali o medianici e che, da alcuni anni a questa parte, sembra vivere delle esperienze che sicuramente attirerebbero l'attenzione degli studiosi di ufologia e di abductions. "Tutto è cominciato tre anni fa", racconta tranquillamente la giovane; "ero a Bellaria per il convegno; era sera e mi trovavo in albergo con una mia amica; lei era stesa su uno dei due letti, quando questo si è spostato di botto di 25 centimetri. Sembrava finita lì ma ecco che quella notte, verso le tre, ho avuto un sogno assai particolare. Mi vedevo accompagnata in una base metallica, con delle colonne e delle porte coperte di bulloni. La struttura era molto grande e piena di strumenti. C'era un Grigio; indossava un casco; io lo vedevo ma lui non mi guardava; era come se non mi vedesse. Ad un certo momento ho visto una porta metallica che si apriva come la porta di un ascensore; in quel momento mi sono stati mostrati, in sequenza, diversi esseri. Pur essendo un sogno, visualizzavo delle immagini reali, tridimensionali. C'era un'entità che mi guidava in questo viaggio; non la vedevo ma ne udivo la voce. Ad un certo momento le sentii dire: Lei è sotto la protezione di Astàr. Non so minimamente chi sia questo Astàr; fatto sta, ho visto dapprima apparire la figura di un Grigio con un casco e delle lenti scure sugli occhi; poi, come in una sequenza di flash, ho visto il Grigio svestito, percependone la morfologia reale: con la pelle sottilissima percorsa da un fitto sistema venoso, la pelle grigiastra, gli occhi senza lenti scure, senza ossa. Era come se mi stessero descrivendo l'anatomia di quell'essere. Poi l'immagine è stata sostituita da quello della creatura dell'autopsia (l'umanoide del Santilli Footage; N.d.A.), che aveva gli occhi celesti e la pupilla piccolissima; quest'ultima era un puntino nero che ti colpiva per la straordinaria vitalità, assente nel filmato dell'autopsia". Il racconto di Cristina ci incuriosisce immediatamente. In primo luogo perché il "sogno" si è verificato alle tre di notte (l'orario in cui il sangue circola lentamente, il sonno è pesante e la capacità di reazione agli stimoli esterni è molto bassa; non a caso l'ufologo americano Budd Hopkins afferma che la maggior parte delle abductions avvengano a quell'ora, quando siamo particolarmente indifesi).; ancora, ci colpisce che Cristina citi un nome assai caro alla letteratura contattistica, quella del supposto comandante interplanetario Ashtar Sheran ("canalizzato" da diversi medium e contattisti di tutto il mondo, dal circolo di Speer a Berlino, dai medium brasiliani, dalla sensitiva Tuella in America). Ma la storia non finisce qua. Riprende la donna: "Poi loro si sono soffermati sull'immagine di un essere che aveva il viso come un dinosauro e la pelle color marrone, simile al camoscio vellutato. Mi sono domandata, in quel momento, se sapesse parlare. All'istante ho percepito, nella mente, una voce imperiosa che diceva: Il mio nome è Thor. Il tono era autoritario, enfatico; in quel momento ho capito che lui era un capo". Anche questa seconda parte del racconto presenta spunti interessantissimi. La tipologia dei "rettiliani", che negli anni Ottanta aveva ispirato la fortunata serie di fantascienza "Visitors" è tornata in auge solo di recente grazie ai libri di David Icke; contrariamente, l'esistenza di questa ipotetica razza era confinata nell'ambiente degli addetti ai lavori (ne scrive a tratti lo studioso di abductions texano Derrel Sims nelle sue monografie autoprodotte, e ne accenna Linda Howe nei suoi introvabili libri stampati negli Stati Uniti; a parte ciò, per anni in Italia il materiale disponibile è stato assai raro. Da dove avrebbe attinto Cristina, dunque?). Interessante anche il nome della presunta entità, che ci riporta all' ipotetico alieno Val Thor citato dal discutibile sacerdote contattista americano Frank Stranges, che afferma che una creatura (dalle sembianze umane) rispondente a tale nome avrebbe collaborato, con funzioni di comando, niente meno che con il Pentagono (ovviamente si tratta di una fola). Cristina cita nomi e razze ignote persino alla maggior parte degli ufologi, ma effettivamente presenti nella letteratura straniera. "Queste sono state le immagini più chiare. Poi ho visto, sempre in rapida sequenza, dei Grigi con il viso largo; un umano in tunica con una sorta di goccia sulla fronte ed un simbolo massonico sul petto; un Grigio con gli occhi da mosca...", aggiunge. La donna, però, del fenomeno non si è mai interessata, né ha mai letto nulla, prima di quel curioso "sogno". E siamo poi sicuri che di sogno si sia trattato? La testimone non è pronta a giurarvi: "Ricordo che, nel sogno, chiudevo gli occhi e vedevo la sequenza; poi aprivo gli occhi e quando li richiudevo la scena continuava: vedevo la stanza e la sequenza ripartiva. Il fenomeno è andato avanti per due giorni, da sveglia e qualche settimana dopo ho avuto un flash, ho visto per un attimo un Grigio...". Ma Cristina è in possesso di ulteriori dati: parla di "quattro razze aliene robotiche ai comandi di una quinta razza, superiore, spirituale e tecnologica"; e l'idea degli alieni robot è stata veicolata massicciamente solo qualche anno fa dal colonnello Philip Corso del Pentagono, giunto in Italia a presentare il suo libro sul crash di Roswell; ancora, Cristina mima il "saluto" con cui gli alieni si riconoscerebbero, ed ancora una volta il gesto sa di déjà vu. Ma c 'è di più: quando la donna parla del "rettiliano", il suo sguardo sembra vagare come in trance, come se in quel momento canalizzasse effettivamente un'entità a lei esterna; questa mia impressione è stata condivisa, durante l 'indagine, da altri due ricercatori presenti. Ci hanno stupito poi una serie di "geroglifici" che la donna ha steso in pieno channeling; ricordavano molto quelli che solitamente i rapiti dagli UFO dicono di vedere sulle astronavi! Ma il serial "Taken" non era ancora uscito, all'epoca dell' intervista, né tali grafie sono disponibili in alcun modo, né sui libri né on line, in quanto facenti parte dell'archivio personale di pochi ricercatori UFO. Come spiegare dunque questa strana esperienza, presentata in anteprima ai lettori del GdM e sulla quale continueremo ad investigare? É escluso che Cristina possa avere avuto accesso a certa letteratura ufologica d'oltre oceano, che, nonostante Internet, è di difficile reperimento persino per gli addetti ai lavori più preparati. Possiamo solo ipotizzare che la casalinga marchigiana abbia attinto in qualche modo all'inconscio collettivo, recuperando forse immagini archetipiche patrimonio comune dell'umanità. O, in alternativa, che il "sogno" sia stato invece un'esperienza reale di rapimento UFO. Staremo a vedere. L'indagine, intanto, va avanti.
Alfredo Lissoni & Chucara2000
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