QUADRO FENOMENOLOGICO
1 risultati che sono emersi dalla analisi dei dati acquisiti nel corso delle 3 missioni EMBLA congiuntamente a una rianalisi italiana dei dati acquisiti dal gruppo norvegese nel 1984 e dal loro osservatorio automatico (AMS) nel periodo 1998-2002, portano tuttora al seguente quadro per punti:
Corpi solidi Illuminati. Sulla base dell’analisi della distribuzione tridimensionale della luce (PSF) ricavata dalle immagini utilizzando un apposito software e l'analisi spettroscopica, si evince che la luminosità prodotta dal fenomeno è probabilmente di natura termica, ovvero causata da una sostanza riscaldata. Purtuttavia non si tratta di un "plasma" in senso classico (ioni ed elettroni liberi), ma di una sostanza che simula un corpo solido uniformemente illuminato. La PSF a volte è molto simile a quella di un plasma (con profilo tipicamente esponenziale), ma si è recentemente scoperto che ciò è un "effetto di simulazione" prodotto dall'atmosfera nei momenti in cui essa è poco trasparente. Quando l'atmosfera è trasparente, si è potuto definitivamente assodare che il profilo della PSF è nettamente rettilineo e ripido, indice questo di un qualche tipo di corpo solido illuminato. L'unico fenomeno in natura che potrebbe (almeno in alcuni aspetti) produrre un comportamento del genere è una sfera riscaldata costituita da piccole particelle concatenate di silicio, estratte dal terreno in seguito a forti scariche elettriche. II modello è dovuto allo scienziato neozelandese Abrabamson per spiegare certi aspetti della fenomenologia dei fulmini globulari. Nel contesto specifico di Hessdalen, una fenomenologia del genere potrebbe avvenire proprio a causa dell'enorme abbondanza di rame e quarzo nel sottosuolo, e per il fatto che a volte i fenomeni di luce avvengono molto vicini al suolo. Il quarzo sottoposto a pressione tettonica genera la cosiddetta Piezoelettricità mentre il rame la conduce efficientemente. Ne conseguirebbe la formazione di una palla di luce costituita da un "aerogel" di nanoparticelle di silicio (e forse anche ferro) concatenate, riscaldate e in moto vorticoso.
Corpi termicamente autoregolati. Nel caso specifico di Hessdalen si tratta comunque di una sostanza con caratteristiche nettamente "non termodinamiche", nel senso che non va soggetta a raffreddamento t ad espansione come ci si aspetterebbe da un gas caldissimo di ioni ed elettroni (un classico plasma). Le palle ( di luce tendono ad aumentare di dimensioni, anche (in tempi brevissimi, ma se si trattasse di un plasma I( palle di luce si raffredderebbero e il loro colore passerebbe dal blu al rosso. Ciò non avviene nel caso delle( luci di Hessdalen. Tra l'altro è stata rilevata una correlazione Dimensioni-Luminosità che mostra come all'aumentare delle dimensioni del corpo luminoso (la luminosità non diminuisce come ci si aspetterebbe da un plasma in rapido raffreddamento, ma aumenta linearmente. Infatti, molto spesso si registra la coesistenza di palle di luce multicolori (più spesso bianche e rosse) esattamente della stessa dimensione. La "nontermodinamicità" delle palle di luce si manifesta in un misterioso meccanismo autoregolante che determina una costanza della temperatura per una data fissata palla di luce: la costanza della temperatura viene rilevata dagli spettri i cui picchi non cambiano né in ampiezza né in lunghezza d'onda quando la palla luminosa passa da un massimo ad un minimo di luce. Il meccanismo autoregolante di cui sopra si può spiegare in due modi: a) la presenza di una "forza centrale" di natura elettrostatica o gravitazionale, che tiene assieme la sostanza riscaldandola e amplifica i campi magnetici che sono normalmente congelati nella materia i quali a loro volta funzionerebbero come una gabbia di contenimento, b) l'esistenza di un reale corpo solido illuminato da una qualche sorgente di luce, che si accenderebbe e si spegnerebbe come un interruttore.
Corpi fortemente variabili in luminosità. II fenomeno è fortemente variabile in luminosità su una scala di tempo inferiore al secondo. Una legge dice che l'aumento di luminosità di un corpo che brilla a causa di effetti di riscaldamento dipende dalla quarta potenza della temperatura e dalla seconda potenza del raggio della superficie emittente. Nel caso delle luci di Hessdalen, dove si è assodata la costanza della temperatura, l'aumento di luminosità è dovuto esclusivamente all'aumento del raggio. Ciò avviene improvvisamente ed è dovuto non all'espansione delle sfere luminose ma all'improvvisa apparizione di un grappolo di luci attorno ad una luce centrale (che si comporta apparentemente come un "seme"). Il grappolo di luci visto da lontano appare come un disco di luce non risolto, ma visto da vicino mostra tutte le sue caratteristiche di molteplicità. I:alternarsi di improvvisi aumenti e diminuzioni del numero delle luci che compongono il grappolo è la causa che determina la drastica variabilità luminosa del fenomeno nel suo complesso. Ciò avviene in maniera semiregolare. All'inizio il fenomeno si accende e si spegne dando l’impressione di una pulsazione regolare, poi si stabilizza su una luminosità di regime. Ciò può durare molti minuti. Dopodiché il fenomeno si spegne di colpo, come se fosse stato attivato un interruttore. Nuovi cicli, a distanza ravvicinata di tempo, possono andare avanti per diverse decine di minuti, a volte fino a due ore.
Corpi grandi che espellono corpi più piccoli. In molti casi il fenomeno tende ad espellere corpi sferici secondari e ciò può avvenire nell'arco di un secondo o meno. Talora i corpi secondari tendono a loro volta ad essere attorniati da luci secondarie che formano un nuovo grappolo. Il meccanismo ricorda in alcuni aspetti la moltiplicazione cellulare, se non che ten de ad estinguersi in tempi più o meno brevi (1 - 30 minuti, tipicamente).
Corpi luminosi che si spengono in un punto e si accendono in un'altro. Le luci di Hessdalen si muovono a scatti sia a bassissima quota che verso il cielo, non in maniera continua. Ciò determina una "traiettoria a scatti", come appare in lunghe pose fotografiche.
Corpi talora geometrici e simmetrici. Talvolta le luci di Hessdalen tendono ad assumere forme geometriche e/o simmetriche. Ciò avviene in due modi: a) le palle di luce si uniscono come a formare un disegno (spesso triangolare), b) a volte le palle di luce stesse tendono ad assumere forme geometriche (spesso rettangolari e triangolari). Ciò avviene soprattutto quando la luminosità è relativamente bassa. Si rilevano anche forme ellittiche. Il disegno geometrico e/o simmetrico tende a svanire nell'arco di pochi minuti.
Elettrificazione. La valle di Hessdalen sembra essere completamente elettrificata. Ovunque appaiono in cielo e in terra Flash luminosissimi e della durata di una frazione di secondo. I Flash hanno l'apparenza prevalentemente globulare. Alcuni di questi sono stati fotografati utilizzando pose molto lunghe. La presenza di cave di rame a Hessdalen fa ritenere che queste possano contribuire a rendere più efficiente la conduzione di elettricità, di fenomeni che potrebbe essere o di origine terrestre (piezo-elettricità) o di origine cosmica.
Potenza Luminosa. Il fenomeno luminoso può raggiungere potenze luminose fino a 100 kW. Esse possono essere mantenute per diversi secondi nelle fasi di massimo della luminosità. Massimi con tale potenza possono ripetersi nell'arco di un'ora o più.
Emissione di Particelle. II fenomeno luminoso è associato a segnali radio a bassa frequenza (VLF) con caratteristiche Doppler, con profili " - ora verso frequenze inferiori (red-shift) ora verso frequenze maggiori ' (blue-shift), e con velocità oscillante tra 10.000 e 100.000 Km/sec. Ciò potrebbe essere dovuto all'espulsione di particelle elementari (come elettroni e/o protoni) a velocità semi-relativistica. Il canale di espulsione sarebbe l'asse magnetico di una sfera fortemente rotante il cui asse di rotazione è disallineato rispetto all'asse magnetico.
Rilascio di particelle metalliche. Quando il fenomeno approccia il terreno, in seguito ad analisi di spettrometria a plasma e di microscopia elettronica (si ringrazia la SACMI Imola per aver messo a disposizione i propri laboratori di analisi) esso sembra rilasciare sferule di ferro del diametro di 20 micron che si depositano su una polvere dalle caratteristiche leggermente radioattive.
Questi i risultati essenziali che emergono dagli studi effettuati dall'autore nell'arco di circa 10 anni. In particolare, gli studi e le misure effettuate nel corso delle missioni EMBLA sono state in grado di definire con sufficiente precisione la "zoologia fisica" che caratterizza le manifestazioni del fenomeno luminoso a Hessdalen e hanno aperto la strada ad alcune ipotesi che però al momento non possono ancora essere confermate.
PROBLEMI APERTI E CONCLUSIONI
Esistono diversi modelli fisici invocati per spiegar il fenomeno. Piezoelettricità, Monopoli Magnetici Mini Buchi-Neri, Attività Solare e Raggi Cosmici Elettricità Atmosferica, Fluttuazioni Quantistiche del Vuoto. Nessuno di questi modelli è comunque in grado di spiegare in maniera completa e univoca le caratteristiche empiricamente riscontrate nel fenomeno. Probabilmente il modello che si avvicina di più alla realtà è quello proposto da Abrahamson che può essere considerato una variante dei modelli sui "fulmini globulari" e che può ricollegarsi in par te alla teoria della Piezoelettricità.
I principali problemi aperti possono essere così sintetizzati:
1. L'elevata energia prodotta dal fenomeno sia i ottico che in radio, e, talora, la lunga durata de fenomeni di luce.
2. La costanza della temperatura, le caratteristi che di autocontenimento delle sfere di luce, la coesistenza di sfere bianche e rosse di ugual dimensioni.
3. La modalità improvvisa di accensione e spegni mento del fenomeno, e di formazione di grappoli di luce, anche con caratteristiche di espulsione di sfere secondarie.
4. Le apparenti caratteristiche di "solidità" mo strate da molti dei fenomeni riscontrati.
5. Lo spettro, di estremo interesse, mostra comunque caratteristiche chimiche difficilmente interpretabili con spettrografia a bassa risoluzione.
Un dato è certo: se di fenomeno naturale si tratta c'è da pensare che l'intelligenza della natura sia cos efficiente da surclassare tutti i tentativi dell'uomo d imbrigliare e contenere la fusione nucleare in reattori del tipo del Tokamak. Per questa ragione, la piena comprensione dei meccanismi fisici che stanno alla base della super-forza che anima le luci di Hessdalen, potrebbe presto fornire all'umanità una nuova sorgente di energia di straordinaria potenza.
Ci sono valide ragioni di ritenere che la spettroscopia ottica ad altissima risoluzione, tuttora i programma per missioni nell'immediato futuro con strumenti già disponibili, possa dare una risposta decisiva e risolutiva a molti dei quesiti tuttora aperti.
RIFERIMENTI BIBIOGRAFICI
- Teodorani M., Strand E.P. & Hauge B.G. (2001), EMBLA 2001: The Optical Mission, ICPH Articles, http://www.itacomm.net/PH/.
- Teodorani M. & Nobili G. (2002), EMBLA 2002: Optical and Ground Survey in Hessdalen, Project Hessdalen Articles and Reports, http:// hessdalen.hiof.no/reports/EMBLA_2002_2.pdf
- Teodorani M. (2002), The physical study of atmospheric luminous anomalies and the SETV Hypothesis, Open SETI Articles, http://www.zeitlin.net/OpenSETI/Docs/ EuroSETI2002 OSI.htm
BREVE BIOGRAFIA
Massimo Teodorani e' un astrofsico. Si e' laureato in astronomia all'Università' di Bologna, presso la quale ha successivamente conseguito il dottorato di ricerca nella stessa materia con specializzazione in fisica stellare e della galassia. Ha lavorato presso gli osservatori astronomici di Bologna e di Napoli, come specialista nello studio osservativi e interpretativo di stelle con caratteristiche eruttive di vari tipi, come le supernovae, le binarie interagenti, e le protostelle. Ha utilizzato diversi tipi di telescopi ottici, incluso quello ultravioletto del satellite IUE. Lavora tuttora presso la stazione radioastronomica del CNR di Medicina dove, utilizzando il radiotelescopio parabolico da 30 metri, svolge ricerche sulla riga spettrale dell'acqua in candidati pianeti extrasolari. Fin dal 1994, in parallelo alla ricerca astrofisica studia da un punto fisico i fenomeni luminosi di Hessdalen in Norvegia in collaborazione con diversi colleghi stranieri. Dopo aver messo a punto svariati progetti di ricerca per studiare il fenomeno con i mezzi più sofisticati di ispirazione astronomica, e' stato direttore scientifico di 3 missioni esplorative a Hessdalen, le quali hanno permesso di aprire qualche spiraglio su alcuni aspetti della fisica del fenomeno. E' membro del SETI Italia, ed e' il rappresentante italiano per la variante ‘SETV’. E' autore e co-autore di oltre 100 pubblicazioni tecniche t divulgative sia di tematiche astronomiche che di tematiche legate ai fenomeni luminosi in atmosfera. E' membro di svariate società scientifiche e dal 2003 il suo nome e' citato in "The Contemporary Wbo is Who".
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