1. Ottavia Negri Velo (1764-1814)  

ed il suo  "Giornale" (1797-1814)

[Titolo originale: CRONACA VICENTINA]

Ricerca e trascrizione di Mirto SARDO

    

Nota storico biografica su Ottavia N. V. (6 pagine)

Ottavia Negri nacque dal Conte Marco Egidio Negri e dalla Contessa Laura Montanari il 24 febbraio 1762, 64, 66 (???). Qual’è la data esatta? Tre fonti: tre date diverse. Il  1764 dev'essere la data giusta.

1)  La prima fonte: il liber mortuorum della chiesa di S.Stefano parla di morte in età di 52 anni circa. È ben vero che il 2 è scritto male e potrebbe essere uno zero, ma altrove la stessa grafia segna il 2 nello stesso modo.

 

2) Un altro documento, (stato civile) autografo del segretario municipale, [ASVi],  - redatto però due mesi dopo - recita: "... in età di anni quarantaotto." Ed è il certificato ufficiale, che riportiamo qui sotto.  Questa età – anche se vergata in un documento "ufficiale", è da ritenersi senz’altro errata. Perché:

 

 

3) considerando - è proprio il caso di dire alla nuova luce (=luminosità) dei recenti restauri  - l’epigrafe esistente nella chiesa di S. Stefano, è da attribuire proprio ad essa il maggior credito. Giacché essa è dettagliata anche nei giorni. Infatti recita: … ANNORUM L DIERUM XII …di anni 50 e 12 giorni [la morte]. Inoltre ci dice che .… CUM CONIUGE SUO DULCITER VIXIT ANNOS... XXX MENS. III , trent’anni e tre mesi…

[Non riportiamo la foto dell’epigrafe perché il supporto della scritta è marmo nero e non si legge nulla].

La data di morte di Ottavia è comunque l’8 marzo 1814. Non l’aprile come scritto nel volume uscito a cura dell'accademia Olimpica. E su questa data non esistono dubbi, né mai sono esistiti. [Cfr. tutte le fonti tra cui M. SARDO, Ottavia, le Bisce e Bonaparte, Vicenza 1989].

 

I   Negri erano da secoli tra i più bei nomi della nobiltà vicentina. Esiste il rogito di un Vincenzo Negri notaio, datato addirittura 1227, segno evidente che la famiglia è senz'altro più antica. Nel Chiostro dell'ex Convento di S. Bortolo - oggi sede dell'Ospedale civile di Vicenza - si osserva una pietra tombale del sec. XV col loro blasone. I primi possedimenti dei Negri segnalati sono a Perarolo. [Ma non è per nulla detto che essi vi risiedessero, come invece dà per scontato il riassuntino della  nota biografica del volume citato].

Stemma  Negri

 

Sempre Vincenzo Negri aveva comperato da Massimiliano Porto, in città, il palazzo che sotto è raffigurato in una fotografia antecedente ai restauri moderni. Esso comprendeva alcune costruzioni precedenti, aveva torri ai lati, di cui due sono oggi inglobate nel palazzo, e si estendeva fino alla contrà Porti. Si doveva trattare in antico di una costruzione-castello.

L'area era stata abitata da tempo immemorabile e i grandi lavori di restauro del 1993 hanno messo in bell'evidenza nelle cantine - e giustamente valorizzato - mura di epoca romana. Al catasto del 1810 il palazzo era composto da "9 vani al sotterraneo, 7 al terreno, 2 al mezzanello, 9 al nobile, 12 al secondo p., 1 al mezzanello, 6 all'ultimo; corte con pozzo, rimessa, piccolo luogo da strami, fenile, piccola requie".

Più tardi, nel 1637, ancora Vincenzo Negri, come Sopraintendente delle Cernide dei Territori di confine dei Sette Comuni e del Canale di Brenta, era riuscito a rimettere all'ordine la forza di sua competenza che da decenni era quasi allo sbando: inefficiente e disorganizzata, non avrebbe certamente potuto fronteggiare un'eventuale pressione delle milizie austriache. Proprio in considerazione dei suoi più che ventennali meriti di servizio, Vincenzo ebbe il titolo di Conte ed il privilegio di inquartare il suo stemma col Leone di S. Marco.

Stemma Negri "inquartato"

Il palazzo dei Negri in S. Stefano fu in varie epoche rimaneggiato, ma per fortuna conserva ancora la magnifica facciata.

 

Vicenza, Piazzetta S. Stefano: Palazzo Negri in una foto dei primi del secolo. Attualmente è conservata in tutto la struttura architettonica: mancano solo le decorazioni pittoriche disposte a losanga 

 

In esso è tuttora conservata - e intelligentemente riadibita allo scopo per cui fu fatta - la magnifica, profondissima  vasca da bagno, con addirittura alcuni gradini all'interno, realizzata in marmo rosso di Verona.

 

 

Vicenza, Palazzo Negri: La vasca da bagno dell'epoca, scavata in un monoblocco di marmo rosso di Verona. E' molto alta ed è dotata di due scalini interni. La foto non rende bene la realtà per la grande ristrettezza del camerino.

 

Ringrazio lo studio Veller, che curava a suo tempo i restauri del palazzo Negri, per la disponibilità nel consentirmi le foto.

 

Nella seconda metà del '700, i Negri erano una delle famiglie nobili "illuminate". Si tenevano in contatto con la cultura del tempo tramite le accademie e ripetevano esperienze altrui nelle loro terre. Agostino era presidente dell'Accademia agricola. M. Egidio - padre di Ottavia - pubblicò il suo nuovo metodo per trattare il riso. In una lettera citata dal già nominato Giovanni da Schio si parla perfino di una visita dell'Ambasciatore di Francia a Casa Latina per osservare la tenuta agricola ed i sistemi del conte  - come si scriveva allora - del Co: Negri. Questo fatto costituiva un po' una novità per molta nobiltà di allora, che preferiva tutt'altre faccende.

 

 

Vicenza: Casa Latina, la villa dei Negri nella tenuta agricola.

 

[F.co Berlendis in "POESIE" ,Vicenza, 1789] ricorda la caduta di Ottavia giovinetta, nel fiumiciattolo Tribolo, che scorre accanto a questa villa. La caduta - oltre allo spavento, sembra abbia causato ad Ottavia complicazioni di salute.

 

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