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Battaglia di San Giovanni d'Acri

-L'Assedio di San Giovanni d'Acri fu il primo confronto della Terza crociata, iniziò il 28 agosto 1189 e durò fino al 12 luglio 1191, per la prima volta nella storia il Re di Gerusalemme fu costretto ad occuparsi personalmente della difesa della Terra santa. Fu anche l'evento più distruttivo dell'intero periodo delle Crociate per la classe dirigente cristiana d'oriente. Scenario Il 4 luglio 1187, alla Battaglia di Hattin, Saladino distrusse l'esercito cristiano condotto da Guido di Lusignano, re di Gerusalemme prendendo prigionieri il re e la maggior parte della nobiltà sopravvissuta alla battaglia. Il giorno successivo egli prese il castello di Tiberiade, poi, invece di attaccare immediatamente Gerusalemme, Saladino preferì conquistare i vari porti del Regno di Gerusalemme per bloccare eventuali rinforzi per i Crociati. L'8 luglio arrivò davanti alle mura di San Giovanni d'Acri, difesa da Joscelin III de Courtenay, che non disponendo né di grandi mezzi militari né di molto coraggio, non cercò di resistere ma concordò con Saladino la resa della città per il giorno successivo. Nonostante l'ostilità dei borghesi e del ceto più umile, che quasi degenerò in disordini, Acri fu consegnata al Saladino il 10 luglio. I termini della resa prevedevano che gli abitanti cristiani della città avrebbero avuto salva la vita e conservate le loro proprietà, Saladino voleva mantenere intatto questo centro commerciale che portava ricchezza ai suoi domini, ma gli abitanti cristiani, per la maggior parte, rifiutarono di restare ed emigrarono senza essere molestati [2]. Saladino partì poi alla conquista di altri centri costieri ed in seguito della stessa Gerusalemme, che cadde il 2 ottobre 1187. Ai Crociati rimase solo il controllo di Tiro, Tripoli ed Antiochia, che pure Saladino attaccò nel 1188, ma senza successo. La notizia della perdita di Gerusalemme e della Palestina fu sconvolgente per l'Europa, e vi fu presto la richiesta di una nuova Crociata, proclamata da Papa Gregorio VIII nell'ottobre del 1187 e dal suo successore Papa Clemente III. Tiro Il 13 luglio 1187 un nave con a bordo un Crociato, Corrado del Monferrato, si presentò davanti a San Giovanni d'Acri. Stupito di vedere la città in mano ai musulmani, egli riuscì a sottrarsi alle galere egiziane ed approdò a Tiro, assediata e sul punto di arrendersi. L'arrivo di Corrado diede nuovo coraggio agli abitanti, egli organizzò la resistenza e tenne in scacco Saladino, che dovette rassegnarsi a togliere l'assedio il 2 gennaio 1188[3]. Il sultano rivolse la sua attenzione altrove ma quando, alla metà del 1188 i primi rinforzi dall'Europa arrivarono a Tiro per mare, cercò di negoziare la resa della città con un trattato. Secondo i termini del trattato Saladino avrebbe, tra le altre cose, rilasciato re Guido, che egli aveva catturato ad Hattin. Questo avrebbe inasprito il conflitto tra Guido, che era ritenuto responsabile della catastrofe di Hattin, e Corrado, che aveva difeso Tiro con successo dalla conseguente invasione. Saladino aveva compreso rapidamente il pericolo rappresentato da Corrado per i suoi progetti di conquista del reame. Così nel luglio 1188 rimise in libertà Guido di Lusignano, dopo avergli fatto giurare solennemente di non prendere più le armi contro i musulmani, sperando che la mediocrità di Guido avrebbe neutralizzato l’intelligenza ed il coraggio di Corrado. In due occasioni (1188 ed aprile 1189), Guido tentò di prendere il comando delle forze crociate, ma Corrado del Monferrato rifiutò di aprirgli le porte di Tiro [4] proclamando che egli avrebbe amministrato la città fino a quando fossero arrivati i re da oltre il mare per definire la successione. Ciò era conforme alla volontà di Baldovino IV, inoltre Corrado era il più parente più prossimo per parte di padre di Baldovino V. La seconda volta Guido si presentò all'esterno delle mura di Tiro con sua moglie Sibilla, alla quale spettava legalmente il titolo sul regno, e quando fu di nuovo respinto da Corrado piantò il suo campo alle porte della città. Nella tarda primavera del 1188 Guglielmo II di Sicilia inviò una flotta con 200 cavalieri; il 6 aprile 1189 Ubaldo Lanfranchi, Arcivescovo di Pisa, arrivò con 52 navi. Guidò riuscì a portare entrambi i contingenti al suo fianco. In agosto, Corrado si rifiutò nuovamente di farlo entrare in città, così egli disfece il campo e si diresse a sud per attaccare San Giovanni d'Acri; mosse con le sue truppe lungo la costa, mentre Pisani e Siciliani andarono per mare. Guido aveva urgente bisogno di una solida base dalla quale organizzare un contrattacco contro Saladino e, non potendo avere Tiro, fece i suoi piani su Acri, 50 km a sud. Questa fu l'alleanza di Guido e Corrado contro Saladino. San Giovanni d'Acri Il duca Leopoldo V d'Austria (in ginocchio sinistra) riceve il suo nuovo stendardo rosso-bianco-rosso dall'imperatore Enrico VI, dopo la battaglia di Acri. (Dal Babenbergerstammbaum, Abbazia di Klosterneuburg). L'esercito crociato mosse verso sud, con alla destra il mare ed alla sinistra l'esercito di Saladino che lo seguiva. Il 7 settembre, si scontrarono nella Battaglia di Arsuf, a nord di Giaffa, nella quale Saladino fu sconfitto. Riccardo conquistò Giaffa il 10 settembre, ma durante il resto del 1191 e fino all'estate del 1192 non riuscì a realizzare il suo fine ultimo, la riconquista di Gerusalemme. La controversia sulla successione al trono di Gerusalemme fu risolta nell'aprile 1192, con l'elezione di Corrado del Monferrato, che però fu assassinato pochi giorni dopo la sua vittoria. La regina Isabella, che era incinta, fu frettolosamente sposata ad Enrico di Chamapagne, nipote di Riccardo e Filippo. Frattanto Riccardo fu informato che suo fratello Giovanni stava tentando di usurpare il trono in Inghilterra. Egli concluse un trattato con il Saladino, e la Terza crociata giunse a termine. Sulla via di casa fu preso prigioniero da Leopoldo in Vienna con l'accusa di aver assassinato Corrado, che era cugino di Leopoldo, ed anche di aver insultato il duca per aver gettato le sue bandiere ad Acri. Fu riscattato per una somma enorme, e non tornò nei suoi territori fino al 1194. Il Regno di Gerusalemme era relativamente sicuro, con la sua nuova capitale a San Giovanni d'Acri, dalla quale controllava una stretta striscia lungo la costa del Mediterraneo. Nel 1291 anche tutto questo fu conquistato, come pure Acri che fu presa dai Mamelucchi quello stesso anno.

 

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