Fisiologia della Nocicezione

 

Il rilevamento di segnali citochimici da parte delle terminazioni periferiche è effettuato da specifici sistemi molecolari che utilizzano meccanismi tipo ligando-recettore o canali ionici. Poiché l'informazione che passa attraverso le corna dorsali dipende da una serie di meccanismi di modulazione, le terminazioni nervose selezionano, limitano o amplificano l'accesso dei segnali nervosi al SNC. La capacità di generare i segnali da parte dei nocicettori varia a seconda che il tessuto sia in condizioni fisiologiche, in preda all'infiammazione o irrimediabilmente danneggiato. Il sistema di trasmissione degli afferenti primari, sia a livello periferico che centrale, si serve di almeno quattro modalità d’azione:

-un veloce segnale elettrofisiologico, condotto dai potenziali d'azione;

-sistemi citochimici più lenti, quali il trasporto assonale;

-rapidi segnali di fosforilazione retrograda dalle terminazioni nervose al corpo cellulare;

-diffusione di molecole permeabili alle membrane cellulari come il NO.

La funzione caratteristica del recettore sensitivo di rispondere ad un particolare tipo di stimolo la cui presenza provoca la depolarizzazione e l'insorgenza di impulsi nervosi è noto come trasduzione. Le terminazioni dei nocicettori sono attivate da sostanze algogene liberate dalle cellule danneggiate in seguito allo stimolo nocivo.

Tali sostanze hanno solitamente una triplice origine: possono semplicemente fuoriuscire dalle cellule danneggiate dallo stimolo nocivo; possono essere sintetizzate localmente per via enzimatica da substrati liberati dalla lesione o penetrati nell'area lesa in seguito allo stravaso di plasma o. infine, alla migrazione di linfociti; possono essere liberate dall'attività del nocicettore stesso.

La lesione delle cellule provoca la fuoriuscita di sostanze intracellulari tra cui il potassio e l'istamina, ma anche di acetilcolina, di serotonina, e di ATP in grado di attivare o sensibilizzare i nocicettori. Una delle più potenti sostanze algogene che compare nei tessuti lesi è la bradichinina, peptide che deriva dalla frammentazione enzimatica di molecole proteiche plasmatiche. Anche i prodotti metabolici dell'acido arachidonico vengono sintetizzati nelle aree di danno tissutale e rappresentano i più potenti ed ubiquitari mediatori dell'infiammazione. A questo gruppo appartengono le prostaglandine (PG) ed i leucotrieni. Le PG causano iperalgesia che viene bloccata dagli inibitori delle ciclossigenasi e sensibilizzano i nocicettori afferenti primari.I leucotrieni provocano anch'essi iperalgesia, che viene bloccata dalla deplezione di leucociti polimorfonucleati ma non dagli inibitori delle ciclossigenasi. Ciò suggerisce l'ipotesi che anche i leucociti contribuiscano all'attivazione dei nocicettori. Sostanze potenzianti la nocicezione sono pure quelle liberate dagli stessi nocicettori. A questo gruppo appartiene, infatti, la sostanza P, che viene rilasciata da rami secondari delle fibre primarie afferenti amieliniche. Per giunta, anche nella parete dei vasi ematici si riscontrano plessi di nervi afferenti contenenti sostanza P. Tale polipeptide, oltre ad esser un potente vasodilatatore, causa anche il rilascio di istamina da parte delle mast-cellule, la quale attiva a sua volta i nocicettori. E' quindi verosimile che la propagazione di origine neurogena della vasodilatazione e dell’iperalgesia dopo un trauma cutaneo possa dipendere dall'attivazione dei nocicettori e dalla conseguente liberazione di sostanza P e d’istamina, quest'ultima proveniente dalle mast-cellule.

Il neurone afferente primario ha una forma bipolare ed il suo corpo cellulare è localizzato nei gangli spinali o cranici della radice posteriore. Dal corpo cellulare si dipartono proiezioni assonali periferiche o centrifughe, e centrali o centripete. I corpi cellulari non stabiliscono connessioni sinaptiche e pertanto non giocano un ruolo diretto nell'analisi continua dei segnali nocicettivi.

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Last update: 10/01/2010

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