(definitivo, non ancora pubblicato agli
Atti del Consiglio
Generale ‘99)
Il metodo educativo utilizzato dall’associazione è
quello dello scautismo i cui principi fondamentali si trovano nell’opera di
Baden-Powell, sono attualizzati nello Statuto e nel Patto associativo e tradotti
in un modello educativo maturato progressivamente nell’esperienza dei capi.
Essi sono perseguiti nelle varie branche in maniera adeguata all’età,
rispettando i tempi di crescita dei singoli e della comunità. Ad essi si
ispirano i progetti educativi dei gruppi e le attività delle unità.
In quanto metodo attivo, lo scautismo si realizza in
attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo, che sono incoraggiati ad
imparare con l’esperienza, la riuscita e i propri eventuali errori.
Lo stile con il quale si svolgono le attività è
dell’imparare facendo, dando così primato all’esperienza.
Tutte le attività sono realizzate nella semplicità
e si fondano sull’uso di mezzi poveri per una concreta educazione a questa
virtù e per favorire la partecipazione alle attività di ogni ragazzo e
ragazza, indipendentemente dalle condizioni economiche.
Il metodo educativo dell’Agesci è una proposta
educativa che:
• vede
i giovani come autentici protagonisti della loro crescita;
• deriva
da una visione cristiana della vita;
• tiene
conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se
stessi, con il creato, con gli altri;
è attenta a riconoscere valori, aspirazioni,
difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani.
In relazione alle caratteristiche psicologiche delle
successive età dei ragazzi e delle ragazze, il metodo scout si articola in tre
momenti specifici, coordinati e progressivi di educazione, denominati branca
Lupetti/Coccinelle, branca Esploratori/Guide, branca Rover/Scolte.
Art.
1 BRANCA L/CLa
branca Lupetti e Coccinelle si rivolge ai bambini e alle bambine compresi
tra gli 8 e gli 11/12 anni e
si propone di far vivere loro pienamente la fanciullezza come ricchezza in
sé e come fondamento di una autentica vita adulta. In
funzione dell’Ambiente Fantastico “Bosco” oppure “Giungla”,
adottato dal gruppo, i bambini e le bambine si riuniscono in unità
chiamate rispettivamente cerchio oppure branco. |
Art.
1 BRANCA E/GLa
branca Esploratori e Guide si rivolge ai ragazzi ed alle ragazze di età
compresa tra gli 11/12 ed i 16 anni e si propone di favorire la
realizzazione di una identità solida capace di entrare in relazione con
gli altri. I
ragazzi e le ragazze si riuniscono in squadriglie. Più squadriglie
formano un reparto. |
Art.
1 BRANCA
R/S La
branca Rover/Scolte si rivolge ai giovani e alle giovani compresi tra i 16
ed i 20/21 anni e si propone di favorire la crescita di ciascuno nell’impegno
dell’autoeducazione, nella disponibilità al servizio del prossimo,
nello sforzo di maturare delle scelte per la vita. I
giovani e le giovani si uniscono in Comunità rover/scolte, formate da un
primo momento chiamato noviziato e da un secondo chiamato clan se
maschile, fuoco se femminile, clan/fuoco se misto. |
|
Art.
5 - Progetto educativo
Il
progetto educativo di gruppo elaborato dalla Comunità capi assicura l’unitarietà
della proposta educativa dell’associazione tra le varie unità, la sua
continuità tra le varie branche, il suo adattamento alle accertate necessità
dell’ambiente in cui il gruppo vive.
Il progetto educativo di gruppo, che assume forma
scritta, si muove all’interno dello Statuto, del Patto associativo e del
Regolamento dell’associazione. Esso è presentato ad ogni nuovo capo che entra
in Comunità capi, illustrato alle famiglie dei ragazzi e periodicamente
ridiscusso secondo le necessità.
Il progetto educativo di gruppo viene concretizzato
nei programmi di unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca.
Art. 6 - Partecipazione associativa
Le unità partecipano alle attività organizzate dalle zone, dalle regioni e dalle branche a livello nazionale per arricchirsi di nuove esperienze, far conoscere le proprie e qualificare meglio la loro presenza nel territorio. Per questo ultimo aspetto, le zone operano per facilitare il contatto delle unità con enti locali, gruppi ecclesiali, associazioni giovanili e altri organismi simili.
Baden-Powell ha posto a fondamento della proposta
scout quattro punti:
• formazione
del carattere
• salute
e forza fisica
• abilità
manuale
• servizio
del prossimo
Essi sono sviluppati nelle tre branche con
progressione e continuità, per mezzo di strumenti adatti a ciascuna età.
• Per
formazione del carattere si intende la formazione della personalità, cioè
di una relazione positiva con se stessi. L’educazione del carattere mira ad
ottenere le capacità di fare scelte, di scoprire ciò che si può e si vuole
essere, di prendersi delle responsabilità, di farsi dei programmi coscienti di
vita scoprendo la propria vocazione nel piano di Dio. Essa comprende tutta una
serie di virtù umane come lealtà, fiducia in se stessi, coraggio, senso della
gioia, ottimismo, rispetto dei diritti, autodisciplina, elevazione del proprio
pensiero e dei propri sentimenti.
• Per salute
e forza fisica si intende la conoscenza e un rapporto positivo con il
proprio corpo in quanto dono di Dio e fonte di relazione con gli altri e con l’ambiente:
si intende cioè accettare e avere cura del proprio corpo, ricercare un’alimentazione
sana, riposarsi correttamente, ricercare ritmi naturali di vita, esprimersi,
vivere correttamente e serenamente la propria sessualità, saper affrontare la
fatica, la sofferenza, la malattia, la morte.
• Per abilità
manuale si intende una relazione creativa con le cose; l’educazione all’abilità
manuale mira ad ottenere un’intelligenza ed una progettualità pratiche; una
capacità di autonomia concreta a realizzare, partendo da mezzi poveri, a
valorizzare quello che si ha perché lo si sa usare. La riscoperta dell’uso
intelligente delle proprie mani porta con sé una serie di comportamenti
positivi: la gioia del saper fare, l’accettazione della fatica e del
fallimento, la pazienza, la concretezza, l’essenzialità, il buon gusto.
• Per servizio
del prossimo si intende l’educazione all’amore per gli altri, al bene
comune e alla solidarietà, a scoprire la ricchezza della diversità nelle
persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a
rendersi utili in qualunque momento ciò sia richiesto, mettendo a disposizione
le proprie energie e capacità.
Art. 8 - Educazione alla fede
L’annuncio del Vangelo anima e sostiene l’intera
proposta educativa dell’Agesci. Le attività dell’unità, il clima in essa
creato, lo stile e l’atteggiamento dei capi costituiscono un luogo
privilegiato per l’incontro personale con Dio e per il cammino di fede del
ragazzo e della ragazza.
La fede è vissuta nella Chiesa; la Comunità capi
vive il suo carisma educativo inserita nella vita della Chiesa locale ed offre,
con la specificità dello scautismo, un modo di educare alla fede e all’ecclesialità.
A tal fine, gruppi e unità ricercano rapporti costanti e costruttivi con
organismi pastorali delle comunità locali, cui prendono parte nei modi e nei
momenti appropriati.
Nel fare la proposta di fede nelle diverse età l’associazione
si inserisce nel progetto catechistico della Chiesa italiana, riconoscendo nel
“Catechismo per la vita cristiana” della CEI il principale riferimento per i
contenuti da trasmettere e lo stimolo per l’elaborazione di itinerari
originali per condurre fanciulli, ragazzi e giovani verso la maturità della
fede.
L’itinerario di fede parte dalle concrete
situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le attività
scout, per portarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la
realtà della vita per rivelarne il significato umano, religioso, cristiano.
L’annuncio di Gesù Cristo presente nella vita
della Chiesa in cammino verso il Regno, caratterizza l’itinerario di fede
attraverso le esperienze dell’ascolto della Parola, della preghiera e della
celebrazione del mistero, della testimonianza e del servizio.
Tale itinerario si inquadra nel progetto educativo di
gruppo e si attua nelle tappe della progressione educativa scout attraverso la
proposta di esperienze e la mediazione di simboli che facilitano l’integrazione
tra la fede e la vita.
Corresponsabili dell’educazione alla fede in
associazione sono capi ed assistente ecclesiastico, chiamati ad essere testimoni
della fede, secondo il loro specifico ministero nella Chiesa. Il servizio
diviene efficace e fecondo attraverso l’esemplarità delle scelte e dei
comportamenti; ciò presuppone un atteggiamento interiore di crescita e
specifici momenti individuali e comunitari di formazione spirituale.
L/C Art.
2 ITINERARIO DI FEDENel
branco e nel cerchio i bambini sono chiamati a conoscere tutte le proprie
potenzialità ed a scoprirsi figli di Dio con la semplicità e il
linguaggio caratteristico della loro età. Gesù stesso ha indicato nel
fanciullo il tipo dell’uomo che incontra il Messia, insegnando ad
accoglierlo per ciò che è già e non solo per ciò che sarà. I bambini
sono capaci di molteplici atteggiamenti favorevoli all’esperienza
religiosa: meraviglia e stupore, senso del bello e della gioia, imitazione
di modelli significativi, senso di appartenenza alla comunità e rispetto
della sua legge. Senza far leva eccessivamente sull’emotività e sull’osservanza
delle regole, i bambini sono accompagnati nella graduale maturazione della
loro vita spirituale, superando così il naturale egocentrismo grazie all’incontro
con Gesù e col suo Vangelo. Tutta
la vita del branco e del cerchio è permeata dall’amore di Dio, sorgente
della vera Famiglia Felice. Si farà attenzione particolare a creare un
clima di fraternità cristiana che stimoli la crescita nella fede e in cui
prendano significato le attività più specifiche di catechesi. L’armonia
tra catechesi sistematica e occasionale, tra testimonianza degli adulti e
clima di comunità, può aiutare a costruire un rapporto vivo e personale
con l’esperienza cristiana
ed ecclesiale. L’itinerario
si basa su tre elementi: •
La catechesi mette i bambini a contatto vivo con la Parola di Dio,
attraverso un itinerario di prima scoperta della Sacra Scrittura, al fine
di conoscere e saper |
E/G
Art.
2 SENTIERO
DI FEDE L’età
dei ragazzi e delle ragazze che vivono l’esperienza della branca E/G è
di grande cambiamento psicologico, umano e religioso; perciò l’educazione
alla fede in questa fascia d’età tiene presente almeno due momenti
psicologici distinti: la fase preadolescenziale, in cui l’esperienza
religiosa è caratterizzata da passività e abitudine, da conformismo più
che da una scelta autonoma e razionale, e la fase della prima adolescenza,
in cui crescono il senso critico e il senso storico, e ci si apre alle
domande sul senso della vita. Consapevoli
dell’importanza di un annuncio incarnato nelle condizioni di crescita
dei ragazzi e delle ragazze, i capi e
l’assistente ecclesiastico li accompagnano in questo passaggio, per
aiutarli ad elaborare un progetto di vita modellato sulla fede, cioè
sulla fiducia in Gesù scoperto come amico. L’integrazione
fra l’educazione scout e la proposta di vita cristiana si compie, nel
rispetto della maturazione di ogni ragazzo e ragazza, nella sua
progressione personale. Partendo
dalla curiosità e dalla scoperta avventurosa di Cristo e della sua
proposta di vita, l’esploratore e la guida sono stimolati ad acquisire
competenze e buone abitudini come risorse per vivere nella fedeltà l’amicizia
con Gesù e per essere utili agli altri; ciò in vista di quella nuova
stagione di scelte più consapevoli e di impegni più esigenti che
caratterizza l’autonomia adolescenziale e giovanile. Sostenuti
inizialmente dal gruppo |
R/S Art.
2 ITINERARIO DI FEDEObiettivo
di tutto l’itinerario è la progressiva apertura alla vocazione dell’uomo
creato “ad immagine e somiglianza di Dio” e inserito in un intreccio
di molteplici relazioni che lo chiamano a lodare Dio, amare il prossimo,
vivere nel mondo e averne cura, occuparsi di sé con autoresponsabilità. La
Comunità R/S propone un cammino di crescita dove il messaggio di Gesù,
Dio e uomo, è annunciato (evangelizzazione), conosciuto e approfondito
(catechesi), celebrato (liturgia) e vissuto (testimonianza) alla luce dell’insegnamento
della Chiesa. È
l’incontro con la Parola di Dio che permette di dare solidità alle
scelte e di rinnovare le ragioni della speranza e dell’impegno. La
presenza di giovani che hanno già maturato una scelta di fede, accanto a
quella possibile di altri ancora in difficoltà, impegna la Comunità R/S
ad una ricerca comune attraverso itinerari anche specifici. Poiché
è nella Chiesa che la fede viene vissuta, la Comunità partecipa alla
vita della propria Chiesa locale.. |
|
raccontare
la storia di Dio e dell’uomo nei suoi passaggi nodali e nei suoi
personaggi principali. L’incontro personale con Gesù e una sempre più
profonda conoscenza della sua vita e del suo insegnamento costituiscono,
infatti, il centro e il fondamento di un’esistenza che si rivela già
come chiamata a seguirlo. •
Scoprendo la presenza di Dio nella comunità, nella natura, nella vita, i
bambini imparano a ringraziare il Signore per la gioia che dona loro e
imparano a pregarlo sia insieme alla comunità che personalmente, sia in
forma spontanea che attraverso le formule della Chiesa. L’educazione
alla preghiera e alla celebrazione valorizza i momenti più significativi
dell’anno liturgico, le esperienze principali della comunità, le tappe
del cammino dell’iniziazione cristiana vissuto dai fanciulli, dedicando
una particolare attenzione all’Eucarestia. •
La catechesi offre un decisivo contributo all’opera globale di
educazione morale dei bambini che, nella vita comunitaria e nella propria
progressione personale, imparano a superare le difficoltà e a compiere la
“Buona Azione” come esercizio di virtù umane e cristiane. Nella
conoscenza e imitazione di Gesù, sull’esempio di S. Francesco e di
altri modelli di vita cristiana, i bambini scoprono sempre più la
presenza di Dio che, attraverso la legge dell’amore, li chiama a vivere
con semplicità e gioia il Vangelo nella vita quotidiana. •
I personaggi-simbolo di Samuele, Aronne e S. Francesco possono essere
utilmente adottati come guida nel percorrere armonicamente questi tre
itinerari. |
degli
amici, il ragazzo e la ragazza vivono la propria avventura educativa come
possibilità di un nuovo, libero incontro con se stessi in Cristo e nel
progetto che liberamente accettano di costruire con Lui. Il
cammino di fede in branca E/G, come più in generale l’intera proposta
rivolta a ragazzi e ragazze di questa età, è quindi un sentiero di “educazione
alla libertà” e di scoperta e di accoglienza di Cristo come garanzia di
libertà. Il ragazzo e la ragazza, attraverso esperienze sempre più
impegnative ed esplicite nel loro significato umano, religioso, cristiano,
passano dall’abitudine a fare il bene mediante la buona azione a
scegliere di essere sempre buoni, ossia di tendere alla santità, resa
possibile dal confronto con la Parola, a partire dalle provocazioni della
vita quotidiana, personale e comunitaria, all’interno e fuori del
reparto. Gli
strumenti tipici della progressione personale - tappe, specialità,
competenze, verifiche progressive e puntuali, confronto con i capi e con l’assistente
ecclesiastico - offrono molteplici possibilità di concretizzare la
proposta di fede con l’educazione ai piccoli gesti e agli impegni che
preparano scelte più significative e globali. |
|
La pedagogia scout è ispirata ad un modello di uomo,
che si esprime negli orientamenti della progressione personale, dalla Promessa
alla Partenza, originando uno specifico spirito e stile di vita, i cui valori
sono sintetizzati efficacemente nella Legge, nella Promessa e nel Motto.
Le esperienze caratteristiche del metodo scout hanno
già una valenza religiosa, che - attraverso l’annuncio della Parola e la
celebrazione dei sacramenti - fa dello scautismo un’occasione di incontro con
il Vangelo e una originale forma di spiritualità cristiana.
Le varie fasi del cammino scout si esprimono nello
spirito del gioco, nel senso dell’avventura, nella spiritualità della strada:
l’educazione alla fede dei ragazzi e delle ragazze trova in questo patrimonio
di valori il terreno adatto per una proposta di crescita graduale ed armonica.
L/C
Art.
3 PEDAGOGIA
SCOUT NELL’EDUCAZIONE
ALLA FEDE L’educazione
alla fede si attua con gradualità e continuità, lungo la progressione
personale del lupetto e della coccinella, nella prospettiva unitaria del
cammino di crescita verso la Partenza. Attraverso
le fasi progressive della scoperta, della competenza e della
responsabilità, il bambino e la bambina crescono in un rapporto di
confidenza filiale con Dio Padre, che scoprono e conoscono per mezzo del
suo Figlio Gesù, che si impegnano a seguire e imitare negli atteggiamenti
di lode a Dio e amore ai fratelli. Nel clima di Famiglia Felice il bambino
e la bambina scoprono l’amore del Padre e la fiducia che Egli sempre
dona ai suoi figli. Per
raggiungere questo obiettivo, il cammino di educazione alla fede si
inserisce armonicamente nel programma del branco e del cerchio e nelle
diverse tappe della progressione personale
di ogni lupetto e di ogni coccinella. |
E/G Art.
3 PEDAGOGIA
SCOUT NELL’EDUCAZIONE
ALLA FEDE La
proposta scout si attua in esperienze concrete che spesso acquistano un
valore simbolico e comunicano un profondo messaggio umano, religioso e
cristiano. In
questa prospettiva acquistano un significato particolare tutti i momenti
che compongono la vita di reparto, perché attraverso la vita comunitaria
si inizia a sperimentare la dimensione ecclesiale dell’esistenza
cristiana. In
particolare, la squadriglia offre momenti di preghiera in cui tutti i suoi
membri sono chiamati a partecipare attivamente, mentre l’impresa stimola
ad individuare ed accogliere le proprie responsabilità per la costruzione
del Regno. Inoltre, l’hike, la veglia alle stelle, le cerimonie
costituiscono occasioni propizie per esperienze forti di fede e di ascolto
della Parola. L’educazione
morale conduce a riconoscere, accettare e |
R/S Art.
3 PEDAGOGIA
SCOUT
NELL’EDUCAZIONE ALLA FEDE La
branca R/S propone ai giovani e alle giovani, nel rispetto degli itinerari
personali di maturazione vocazionale, una esplicita e particolare
esperienza di fede attraverso la spiritualità della Strada, la
celebrazione e il confronto nella Comunità, il Servizio come atto di
amore. La spiritualità della Strada, nei suoi tratti di essenzialità,
fedeltà, sacrificio, precarietà e disponibilità, educa ad una continua
conversione secondo l’azione dello Spirito e il tradizionale riferimento
a San Paolo ne illumina il senso profondo. La Strada è scuola di fedeltà
nella preghiera personale, è attitudine al silenzio e semplicità di
cuore per cogliere la voce di Dio e dei fratelli. •
La capacità di ascolto e lettura
della Parola viene sviluppata, nella Comunità R/S, secondo le doti e
le attitudini di ciascuno, attraverso momenti specifici di formazione. |
|
L’ambiente
educativo nel suo complesso, i rapporti positivi e il clima di gioia tra
adulti e bambini stimolano la crescita nella fede; tuttavia, nel corso
dell’anno, si programmano attività più specifiche di catechesi. Esse
si pongono, di norma, come originale complemento alla preparazione ai
sacramenti dell’iniziazione cristiana che i bambini vivono nella
parrocchia e nella famiglia. Ciò non esclude la possibilità che l’itinerario
di fede in branco e in cerchio si realizzi, a particolari condizioni, come
cammino di iniziazione cristiana. Il
metodo della branca e la vita dell’unità offrono molteplici occasioni
per suscitare nel bambino e nella bambina un’interpretazione religiosa e
cristiana della propria esperienza: simbolismo e morale dell’Ambiente
Fantastico, il gioco, la vita nella natura, la fraternità della Famiglia
Felice, l’impegno nella progressione personale e per le specialità, le
uscite e le vacanze di branco e cerchio, il rapporto con i capi,
specifiche attività a tema, il racconto e l’espressione, ecc. Alcuni
spunti specifici appartengono alla tradizione del lupettismo e del
coccinellismo cattolici: il riferimento alla figura di San Francesco, la
spiritualità dell’ “eccomi” per
le coccinelle, le preghiere tradizionali, segni e simboli. Queste e altre
opportunità vengono valorizzate all’interno di una programmazione
educativa che, non isolando la dimensione religiosa, la articola in
maniera originale e pedagogicamente efficace. |
interiorizzare
quei valori che, praticati, sono via per il raggiungimento della
felicità. Le
celebrazioni sacramentali e i momenti di preghiera che coinvolgono tutto
il reparto aiutano a condividere con gli altri gioie e difficoltà e a
vivere in una dimensione di ringraziamento e di semplicità. In
generale, tutto l’itinerario di fede del reparto è ritmato dai tempi
dell’anno liturgico come cammino privilegiato per la scoperta del
mistero di Cristo, per mettersi alla sua sequela e per approfondire il
valore dei sacramenti. |
Approfondimenti
tematici e letture sistematiche potranno utilmente accostarsi all’uso
degli strumenti del metodo. •
A partire dal senso religioso insito nell’esperienza scout, soprattutto
nel simbolismo della Strada, il rover e la scolta fanno esperienza della liturgia
sia nella Comunità R/S che nelle comunità ecclesiali in cui vivono. È
attraverso questa concreta esperienza che potranno maturare la
consapevolezza di essere parte dell’unica Chiesa Universale che celebra
il mistero di Cristo nel tempo. La peculiarità del metodo scout li
aiuterà inoltre a entrare nell’universalità dell’esperienza di
preghiera e celebrazione della Chiesa. •
L’educazione morale
caratteristica di tutta la proposta scout culmina in branca R/S con lo
sviluppo di competenze e acquisizioni di valori in vista del Servizio come
stile di vita, vocazione a vivere l’amore di Cristo per l’uomo, in un
cammino graduale che renda modalità di vita quotidiana gli atteggiamenti
vissuti in occasioni particolari. •
A partire dalle concrete esperienze di ciascun componente la Comunità
R/S, la Catechesi stimola una
riflessione illuminata dalla fede e dall’insegnamento della Chiesa sull’impegno
di solidarietà e di liberazione che ogni uomo deve assumersi per sé e
per i fratelli fino a fare prendere coscienza della missione di
evangelizzazione e promozione umana che caratterizza il cammino della
Chiesa nel mondo. |
Art.
11 – Educazione all’amore e coeducazione
Lo
scautismo riconosce in ogni ragazzo e ragazza una persona unica e irripetibile,
perciò diversa ed originale in ogni sua dimensione, compresa quella
affettivo-sessuale.
Tale riconoscimento rende fondante la scelta della
coeducazione che, proposta come valore e utilizzata come strumento, sostiene l’azione
educativa di tutta la proposta scout.
Crescere insieme alle persone vicine, diverse nel
corpo, nella storia, nelle aspirazioni, vuol dire cogliere la reciprocità, che
è non solo riconoscimento, accettazione e valorizzazione della diversità
sessuale, sociale e culturale dell’altro, ma anche relazione da cui non si
può prescindere per giungere alla piena consapevolezza di sé.
L’associazione crede fermamente che dal rapporto
particolare uomo-donna nasce la famiglia umana e scaturisce la vocazione dell’uomo
a vivere con l’altro, perciò propone – attraverso l’incontro tra i due
sessi – un cammino di crescita che, partendo dalla scoperta e dalla conoscenza
della propria identità di genere, conduca alla scoperta ed alla conoscenza dell’altro,
per instaurare con esso un dialogo ricco e costruttivo, attraverso cui rileggere
e riflettere sul proprio modo di essere uomo o donna, superare ruoli e modelli
precostituiti e collaborare in modo fecondo.
Nella reciprocità e nel dono di sé, lo sviluppo
della identità di genere e la relazione interpersonale orientano, con crescente
profondità ed intensità, la dimensione affettiva e la capacità di amare di
ognuno.
Nella realizzazione di questa proposta l’uomo e la
donna partecipano al progetto creativo di Dio.
L/C Art.
4 EDUCAZIONE
ALL’AMORE
E COEDUCAZIONE L’età
del lupetto e della coccinella coincide con il momento in cui si maturano
cognizioni, emozioni e comportamenti che consentono loro di esprimersi,
anche sessualmente, in relazione ai propri bisogni. I
capi, nel costruire itinerari individuali e comunitari, devono rispettare
il mistero della persona e i suoi tempi di crescita: •
nella scoperta gioiosa del proprio corpo come dono di Dio e nella
confidenza con esso; •
nella scoperta della diversità dell’altro, nell’arricchimento
reciproco del vivere insieme; •
nel superamento della ruolizzazione stereotipata dei sessi, nell’attenta
valorizzazione degli elementi personali. Le
caratteristiche psicologiche di questa fascia di età non richiedono la
necessità di prevedere momenti differenziati fra i sessi nella
programmazione delle attività e nella vita dell’unità. Occorre
inoltre valorizzare l’innata serenità del bambino e della bambina
riguardo la scoperta di sé e dell’altro, da vivere come un dono che
rende più ricca e completa la persona. Questo
processo di scoperta è favorito dalla testimonianza dei capi, quali
persone che in modo sereno e maturo vivono la propria identità nella
relazione con l’altro, proponendo modalità di relazioni e situazioni
che non ricalchino ruoli stereotipati. |
E/G Art.
4 EDUCAZIONE
ALL’AMORE L’età
di reparto coincide con il momento di maggiore evoluzione dei ragazzi e
delle ragazze. Durante questo periodo gli esploratori e le guide devono
poter essere aiutati a riscoprire se stessi, nel loro corpo che cambia
rapidamente; a saper accogliere gli altri loro coetanei, anch’essi
coinvolti nello stesso cambiamento; a sentirsi amati e amabili; a essere
pronti a una collaborazione fraterna con tutti. Occorrerà
pertanto favorire esperienze che aiutino i ragazzi e le ragazze a giungere
gradualmente a una più approfondita conoscenza, accettazione e possesso
di sé stessi; qualità/obiettivi che svilupperanno donando se stessi nell’accogliere
l’altro, il diverso, tramite gesti e parole che siano espressioni del
proprio essere, e non frutto di condizionamenti esterni. Nel
proporsi questi obiettivi - la scoperta e l’accettazione della propria
sessualità, la scoperta e l’accettazione dell’altro, l’integrazione
della genitalità con l’affettività, l’oblatività, il superamento
dei ruoli stereotipati - occorre tenere sempre ben presenti: •
il senso di smarrimento che disorienta ragazzi e ragazze; •
il differente sviluppo psicofisico (sessualità genitale/sessualità
spirituale); •
la diarchia quale valore pedagogico irrinunciabile nelle |
R/S Art.
4 EDUCAZIONE
ALL’AMORE
E COEDUCAZIONE La
Comunità R/S aiuta le scolte e i rover a crescere insieme nel rispetto
delle reciproche differenze con la fiducia che questo possa favorire e
valorizzare la scoperta della reciproca identità e lo stabilirsi di
rapporti umani arricchenti tra l’uomo e la donna superando ruoli
precostituiti. Questo
si realizza attraverso la conoscenza e il rispetto del proprio corpo, dono
di Dio e strumento di Servizio al prossimo attraverso lo sviluppo delle
capacità affettive e del rapportarsi agli altri vivendo l’amore come
dialogo e dono. È compito del giovane gestire consapevolmente il proprio
corpo e la propria sessualità secondo il proprio progetto di vita
accettandone doti e limiti, quale custode ne cura la salute nel rispetto
della vita e del suo mistero, rifiutando tutto ciò che può arrecarvi
danno (droghe, alcool, sfida del pericolo, aborto). Sarà
opportuno che la valorizzazione delle differenze avvenga anche attraverso
l’equilibrio di attività comuni e attività separate che arricchiscano
e facciano maturare un confronto aperto. I capi, uomo e donna, sono
chiamati a dare testimonianza del proprio percorso sulla strada della
crescita personale verso l’amore e la propria capacità di rapportarsi
con gli altri ne costituiranno l’esempio. |
|
|
unità miste; • in ultimo, ma non perché di minore importanza, la situazione culturale del luogo in cui la proposta avviene, e di conseguenza le esperienze di base vissute dai ragazzi e dalle ragazze. I
capi sono chiamati, nella loro maturità personale, a vivere e a
coinvolgersi nel gioco dei ragazzi mantenendo la caratteristica di adulti.
I capi inoltre devono essere coscienti che il rapporto educativo è
particolarmente importante in questo ambito: la loro posizione di modelli
e il loro comportamento quindi devono tenere sempre presente il grado di
comprensione dei ragazzi e delle ragazze cui si rivolgono. In
riferimento al reparto, le Comunità capi sceglieranno, secondo linee
progettuali del gruppo, le forme monosessuali, parallele o miste. |
|
Art.
12 – Significato metodologico della coeducazione
Nel suo significato strettamente metodologico,
coeducazione significa anche far vivere ai ragazzi dei due sessi esperienze in
comune, secondo un progetto educativo unico che preveda attività comuni
continuative o frequenti e regolari. Le attività comuni hanno lo scopo di
portare ragazzi e ragazze a scoprire l’arricchimento reciproco che essi
ricevono, proprio perché diversi, dal vivere esperienze eguali, per quanto
concerne le proprie possibilità di espressione e realizzazione personale;
valorizzano le caratteristiche positive tipiche dei due sessi e ne favoriscono
la reciproca accettazione.
In queste attività il capo pone attenzione nel far
vivere l’esperienza con ruoli e coinvolgimenti differenti a seconda dei
diversi tempi di maturazione di ragazzi e ragazze.
Per questo sarà importante:
• rispettare il mistero della persona e i suoi
tempi di crescita, ponendo la massima attenzione nella programmazione della
attività e nella vita dell’unità;
• aiutare questo processo di scoperta attraverso la
testimonianza dei capi quali persone che in modo sereno e maturo vivono la
propria identità e la sanno mettere in relazione con l’altro.
Questi obiettivi possono essere conseguiti attraverso
unità monosessuate, parallele o miste.
Per le unità monosessuate, al fine di una completa e
armonica dimensione educativa, è opportuno favorire periodicamente l’incontro
e attività con unità di altro sesso.
La diarchia dei capi, quale modello di riferimento di
relazione adulta uomo/donna, è importante strumento educativo anche in unità
monosessuali.
Le unità miste devono prevedere anche attività
separate per ragazzi e ragazze, ai fini di favorire un più completo sviluppo
dell’identità sessuale.
L’educazione alla cittadinanza e all’impegno
politico è presente in modo intrinseco nello scautismo che propone a ragazzi e
ragazze una dimensione comunitaria che li aiuta ad affrontare il complesso
sistema di relazioni che ne derivano.
I valori del metodo scout indirizzano, inoltre, verso
la scelta della solidarietà, intesa ad affermare e difendere il primato
assoluto della persona umana e della sua dignità.
L’educazione alla cittadinanza richiede una precisa
intenzionalità da parte dei capi educatori: essa deve infatti considerare il
ragazzo, e con esso l’unità, soggetti politici attivi e passivi all’interno
della realtà che li circonda. Il ragazzo deve cioè essere aiutato a rendersi
consapevole dei diritti e dei doveri sociali che ha, attraverso azioni reali e
concrete: di analisi critica delle situazioni alla sua portata di comprensione
che lo vedono o lo possono vedere coinvolto; di progettazione, con l’unità e
con altre forze presenti sul territorio interessato, di soluzioni, adeguate alle
sue capacità, risolutive al problema individuato; di partecipazione personale
efficace per il raggiungimento delle soluzioni stesse.
L’educazione alla cittadinanza è favorita anche dalla testimonianza dell’impegno politico vissuto dai capi (nel rispetto delle compatibilità indicate dall’associazione) trasmesso anche nel servizio educativo svolto in associazione nella formazione di future generazioni, oltre che dalla presenza attiva della comunità capi in quegli ambiti del territorio dove le sue specificità di associazione educativa la chiamano.
L/C Art.
5 EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA L’esperienza
di branco e di cerchio, fornendo ai bambini e alle bambine l’occasione
di farsi gradualmente artefici della propria crescita, consente loro di
sperimentare come l’impegno di ciascuno faccia progredire la comunità
cui si appartiene. È
nel clima gioioso e sereno che i bambini scoprono il valore del “bene
comune”, maturano gradualmente la consapevolezza dei propri diritti e
comprendono che sono le regole a garantirne il rispetto. Lo
stile delle buone abitudini, richiesto al lupetto e alla coccinella, dei
gesti quotidiani, semplici e concreti, promuove nei bambini il gusto dell’agire
per gli altri e li aiuta a giudicare i propri comportamenti e i
comportamenti altrui. Nella
vita del branco e del cerchio, i bambini vivono una dimensione di
agonismo, che significa “sentire” il confronto come stimolo a
migliorarsi, ma anche come possibilità di conflitto. Nella riflessione
comunitaria, nella verifica e nel raggiungimento degli obiettivi i bambini
e le bambine sperimenteranno la ricerca di soluzioni concrete ai problemi
e la possibilità di superare ostacoli e difficoltà, scegliendo insieme
la |
E/G
Art.
5 EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA I
ragazzi e le ragazze in età di reparto sono caratterizzati da uno
spiccato bisogno di autonomia e indipendenza da tutto ciò che è “istituzione”. Inizia
in questa fase il cammino che li aiuterà a scoprire e sperimentare l’appartenenza
ad una comunità sociale che supera i confini del proprio nucleo familiare
e della propria realtà. Comincia a svilupparsi la coscienza dei principi
che regolano la vita sociale, per divenire soggetto capace di assumersi la
responsabilità del proprio agire: ciascuno, secondo le proprie
possibilità, è chiamato a fare la sua parte per il bene di questa
comunità. Strumenti
privilegiati in questa area educativa sono tutte le strutture di
cogestione del reparto, i Consigli della Legge e di squadriglia, nonché
la realizzazione di imprese capaci di lasciare un segno nella realtà
circostante. |
R/S Art.
5 EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA La
Comunità R/S è momento prezioso di esperienza politica e di democrazia
anche attraverso l’esperienza concreta del Servizio. La Comunità vive
la scelta della solidarietà per la costituzione di una nuova cittadinanza
aiutando i giovani e le giovani a divenire protagonisti attivi della vita
civile e sociale del nostro Paese e della vita della nostra associazione
ad essere cittadini de mondo. Per questo ogni rover e scolta è chiamato: alla
conoscenza attenta della vita e della gente sul territorio; al
confronto e al dialogo costruttivo con gli altri senza pregiudizi,
imparando a gestire i conflitti in modo positivo; a
saper prendere decisioni in modo democratico all’interno della
Comunità, nel rispetto dei singoli partecipanti, in vista di una
progressiva capacità di cogestire la vita della Comunità insieme ai
capi; ad
essere capaci di progettare interventi che rispondano a reali esigenze del
territorio; a
saper stabilire relazioni e rapporti negli ambienti di lavoro, della
scuola, nelle istituzioni locali e nelle associazioni che creino e
facciano maturare la cultura della solidarietà; |
|
via
per riprendere il cammino comune. Strumenti
privilegiati di questa area educativa sono: la progressione personale, il
gioco, la buona azione, il quaderno di caccia e di volo, il Consiglio
della rupe, il Consiglio della Grande Quercia. |
|
a
stabilire un rapporto equilibrato e sobrio con le cose, sviluppando la
consapevolezza della necessità di un utilizzo equo e giusto della
ripartizione dei beni per il raggiungimento del benessere e della pace nel
mondo; alla
legalità, quale mezzo per far crescere la coscienza civile e la lotta
agli atteggiamenti di tipo mafioso; alla
responsabilità, favorendo occasioni di inserimento e di esperienze che
richiedano una presenza e la partecipazione via via più personale; alla
condivisione e a vivere il proprio impegno di Servizio specialmente con i
più piccoli e i più deboli in quelle realtà dove esistono situazioni di
emarginazione e sfruttamento. |
Art. 14 - Educazione alla mondialità e alla pace
L’educazione alla mondialità e alla pace è un
aspetto essenziale della formazione scout, che si basa sulla stessa dimensione
sopranazionale del Movimento e sul senso di fraternità mondiale dello scautismo
e del guidismo, al di là di ogni differenza culturale, razziale, politica o
religiosa.
Essa ha per scopo lo sviluppo di personalità aperte verso gli altri popoli e culture, dotate di spirito di collaborazione, in grado di comprendere i punti di vista delle altre persone e disposte al dialogo e al cambiamento.
L/C Art.
6 EDUCAZIONE ALLA MONDIALITÀ E ALLA PACE Nella
branca Lupetti e Coccinelle, l’educazione alla mondialità e alla pace
si realizza attraverso attività che risveglino la curiosità del bambino
e della bambina per gli altri popoli, per le loro tradizioni, lingue e
religioni. La
conoscenza e l’accettazione delle diversità aiutano il lupetto e la
coccinella a comprendere la pari dignità fra tutti gli uomini. Il
branco e il cerchio educano i bambini alla pace attraverso la
partecipazione attiva al Consiglio della rupe e della Grande Quercia, la
condivisione, la corresponsabilità e la collaborazione alla vita di
comunità vissuta nel clima di Famiglia Felice. |
E/G Art.
6 EDUCAZIONE ALLA PACE ED ALLA DIMENSIONE INTERNAZIONALE La
consapevolezza di essere cittadini del mondo favorisce la crescita di
generazioni capaci di: •
promuovere solidarietà, aumentando la collaborazione fra le nazioni; •
conoscere ed accettare le diversità degli altri (i loro punti di vista, i
loro interessi, le tradizioni, i costumi, le situazioni problematiche...),
superando i particolarismi e la facile tentazione di emarginare chi è
considerato diverso. Lo scoprire lo scautismo come movimento mondiale e
poterlo sperimentare con apposite attività, favorirà la percezione di
questo essere parte di una comunità più vasta. I
ragazzi e le ragazze inoltre saranno aiutati, in maniera proporzionata all’età
e alla loro situazione, a scoprire le proprie attitudini, anche tramite le
specialità e i brevetti di competenza, per prepararsi a un inserimento
nel lavoro visto come contributo alla costruzione del mondo, e ad
impegnarsi a vivere relazioni che favoriscono il dialogo e la pace. |
R/S Art.
6 EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA’ E ALLA PACE La
Comunità R/S sa di essere chiamata alla costruzione della pace. Per
questo valorizza il sentimento di fraternità e la dimensione
soprannazionale propri dello scautismo, proponendo esperienze con gruppi
scout di altri Paesi e la partecipazione ad attività internazionali,
nonché esperienze di solidarietà internazionale. Educa all’accettazione
e valorizzazione delle diversità culturali, sociali, politiche, religiose
dei popoli per meglio capire la vita e i valori del proprio e degli altri
Paesi. Educa
alla non-violenza, convinta che questo è il migliore tipo di azione per
arrivare alla eliminazione delle ingiustizie che sono causa di conflitto.
Per questo sviluppa con particolare impegno i contenuti e gli strumenti
del metodo scout ed è aperta alla collaborazione con persone e gruppi non
violenti. |
|
Elementi
del metodo
Art. 15 –
Linguaggio simbolico
Lo
scautismo si avvale di un linguaggio prevalentemente simbolico, che è una
modalità della più ampia comunicazione educativa tra capi e bambini/e,
ragazzi/e, giovani.
Il linguaggio, attraverso una serie di espressioni
linguistiche (parole, frasi, azioni, …) e gestuali (cerimonie, saluti,
simboli, esperienze, …), permette di comunicare – con maggiore profondità e
immediatezza del linguaggio descrittivo – un certo mondo simbolico (la
Giungla, il Bosco, l’Avventura, la Strada) che costituisce, ricorrendo all’immaginario,
un sistema di riferimento e di valori che da immaginario e simbolico – nell’applicazione
degli strumenti di branca – diventa pratico e concreto, trasferito dagli
stessi bambini/e, ragazzi/e, giovani, nel comportamento quotidiano.
Sono espressione del linguaggio simbolico:
• il saluto scout: segno con cui tutti gli scout e
le guide del mondo si riconoscono reciprocamente; ricorda l’impegno della
Promessa;
• l’uniforme: segno di appartenenza all’associazione
ed alla fraternità mondiale dello scautismo e del guidismo. È richiamo di
essenzialità, di semplicità, di praticità e di rinuncia a seguire mode: è
sempre indossata in ordine, corretta e completa;
• le cerimonie: esse scandiscono con parole, gesti
e simboli adeguati l’intera vita dell’unità scout ed in particolare
sottolineano l’importanza e fanno memoria delle varie tappe del cammino di
progressione personale dei ragazzi e delle ragazze. Semplicità e solennità
sono le caratteristiche di ogni cerimonia scout vissuta secondo il linguaggio
proprio di ciascuna branca e la tradizione del gruppo e dell’unità. Ogni
cerimonia costituisce un impegno del singolo con se stesso, con i suoi capi e
con l’unità di cui fa parte e rafforza lo spirito di appartenenza alla
comunità.
L/C Art.
7 AMBIENTE FANTASTICO La
scelta caratterizzante il metodo della branca Lupetti e Coccinelle è l’Ambiente
Fantastico come traduzione pedagogica di un racconto. Per
Ambiente Fantastico si intende il gioco continuativo di un tema in cui
sono immerse le attività del branco e del cerchio. Gli
elementi che concorrono alla realizzazione di un Ambiente Fantastico che
offra stabilità e continuità pedagogica e che risulti occasione
educativa per i bambini e per i capi sono: •
il rispetto della psicologia del bambino e della bambina; •
la presenza di una figura che permetta all’adulto di inserirsi nel
gioco; •
la presenza di un contenuto morale fornito da vicende e personaggi di una
vita ideale; •
la presenza di un cammino di crescita personale e comunitaria; •
il riferimento alla natura vista come occasione pedagogica per aiutare a
cogliere e scegliere uno stile di vita; •
la possibilità di ambientare trame di gioco. Gli
Ambienti Fantastici utilizzati nella branca Lupetti e Coccinelle sono i
seguenti: |
E/G Art.
7 AVVENTURA L’atmosfera
di avventura è l’esca educativa che spinge gli esploratori e le guide
all’azione, animando nel concreto le esperienze vissute, mentre lo
spirito scout e l’impegno a crescere nella fede sostengono la vita del
reparto e le danno senso. È l’avventura di costruire se stessi,
utilizzando in maniera imprevista e imprevedibile le esperienze acquisite
durante l’infanzia e di cui ci si va arricchendo nell’adolescenza; è
l’avventura di scoprire il mondo e riorganizzare la conoscenza secondo
schemi personali; è l’avventura di provare se stessi in rapporto al
mondo e agli altri. Diventa
allora determinante l’esercizio dello scouting: l’arte di osservare la
realtà vissuta, di interpretarla e di agire conseguentemente in essa. Non
si tratta, quindi, solo di un insieme di tecniche, ma di un modo di
affrontare l’esistenza che favorisce anche lo sviluppo di uno stile
progettuale. |
R/S Art.
7 STRADA, COMUNITÀ, SERVIZIO Strada,
Comunità e Servizio costituiscono i tre elementi complementari ed
indissociabili del metodo R/S da cui derivano le concrete attività della
branca. Sono l’espressione della visione globale dell’uomo che è: •
in cammino sulla Strada,
esperienza di vita povera ed ascetica, luogo di conoscenza di sé e del
mondo, di disponibilità al cambiamento, di impegno a costruirsi con
pazienza e fatica; •
disponibile all’incontro con gli
altri, alla condivisione di gioie e sofferenze, di speranze e
progetti. La Comunità è luogo di crescita e di confronto attraverso cui
si riscopre la propria personalità. •
pronto al Servizio, che diviene
modo abituale di relazione con i fratelli. Il mistero della persona viene
accolto attraverso l’ascolto, l’impegno per i più piccoli, i più
deboli, gli emarginati, il dono delle proprie capacità, creatività,
abilità manuale, gioia di vivere. Art.
8 STRADAIl
roverismo e scoltismo si ispira prevalentemente al valore della strada,
per questo la Comunità R/S vive i suoi momenti più intensi in |
|
•
La Giungla, vissuta attraverso Le
storie di Mowgli, tratte dai Libri della Giungla di Kipling, nell’utilizzazione
fattane da B.-P.; •
il Bosco, vissuto attraverso il racconto Sette
Punti neri nella elaborazione fattane dalla branca Lupetti e
Coccinelle. Le
unità che adottano l’Ambiente Fantastico Giungla prendono il nome di
branco; quelle che adottano il Bosco, prendono il nome di cerchio. All’Ambiente
Fantastico utilizzato dall’unità sono ispirati i termini e i simboli
che designano i momenti della progressione personale, i nomi di alcune
strutture e attività fondamentali del branco e del cerchio, nonché un
linguaggio più specifico. Le
“Parole Maestre”, contenute nei testi Le
storie di Mowgli e Sette punti
neri, sono espressioni che richiamano un valore di riferimento, ne
stimolano l’adesione, suggeriscono un comportamento, incentivano un modo
attivo di vivere. I capi le mettono in evidenza in particolari situazioni
che si vivono in branco. |
|
cammino.
Infatti: •
camminare a lungo sulla Strada permette di conoscere, dominare e superare
se stessi e dà il gusto dell’avventura; •
portare a lungo lo zaino e dormire sotto la tenda insegnano l’essenzialità
e il senso della propria precarietà; fanno sperimentare, inoltre,
situazioni di povertà, di solitudine e di lontananza proprie di tanti
fratelli; •
camminare nella natura insegna a vedere le cose e se stessi come creature
di Dio, fa immergere nell’ambiente originario di vita, rende
maggiormente coscienti del proprio corpo, rispettosi e amici degli uomini,
degli animali, delle piante, di tutto il creato; insegna a sentirsi
responsabili del “giardino” nel quale Dio ha posto ciascuno, come
custodi di beni dati in uso non in proprietà, dati per tutti e non per
pochi; •
camminare con gli altri e incontro agli altri insegna l’amicizia, la
fraternità e la solidarietà; •
vivere la spiritualità della Strada permette di cogliere come tutte |
|
e
in cerchio Le Parole Maestre, insieme al clima di Famiglia Felice, all’atmosfera
della Giungla e del Bosco costituiscono la “Parlata nuova”. La
Parlata nuova, secondo l’intuizione di B.-P., offre all’adulto uno
strumento di comunicazione accessibile al bambino e alla bambina Art.
8 AMBIENTAZIONIIl
gioco dell’Ambiente Fantastico non esclude attività occasionali che
abbiano una collocazione fantastica, con simbologie e linguaggi propri,
ispirata ad altri racconti che possono consentire ai capi di veicolare
messaggi educativi. Caratteristiche
di tali ambientazioni sono la durata limitata nel tempo e l’assenza di
riferimenti alle strutture di unità e alla progressione personale. Art.
9 RACCONTO RACCONTATOIl
Racconto Raccontato è un modo per comunicare con i bambini, uno strumento
privilegiato per instaurare un dialogo continuo e comunitario e per
trasmettere loro dei valori attraverso la morale indiretta che si trae dal
racconto stesso. |
|
queste
esperienze sono doni di Dio che aiutano ad arrivare a Lui |
Le
unità vivono la proposta dello scautismo nello spirito della Promessa, della
Legge e del Motto.
La
Promessa costituisce l’adesione alla Legge scout e ai valori in essa
contenuti. Essa esprime l’appartenenza alla fraternità mondiale dello
scautismo e del guidismo.
Nei
successivi passaggi di branca essa sarà rinnovata per esprimere l’adesione
alla nuova comunità di crescita.
Art.
10 PROMESSACon
la Promessa, il lupetto e la coccinella esprimono un concreto impegno
personale di adesione alla Legge e alla comunità che li accoglie. La
sua formulazione è adeguata alle caratteristiche psicologiche del bambino
e della bambina: “Prometto,
con l’aiuto e l’esempio di Gesù, di fare del mio meglio per
migliorare me stesso/a, per aiutare gli altri, per osservare la legge del
branco/cerchio”. I
lupetti salutano con la mano destra, portando all’altezza della tempia l’indice
e il medio tesi e divaricati, l’anulare ed il mignolo ripiegati sotto il
pollice. Le due dita del saluto ricordano i due articoli della Legge e le
orecchie tese del lupo. Le
coccinelle salutano con la mano destra, portando all’altezza della
tempia l’indice e il medio tesi, l’anulare ed il mignolo ripiegati
sotto il pollice. Le due dita del saluto ricordano i due articoli della
Legge. In
entrambi i saluti il pollice poggiato sull’anulare e sul mignolo indica
l’impegno del più grande a proteggere i più piccoli. |
Art.
8 Con
il pronunciare la Promessa si diviene esploratori e guide. Dopo
un breve periodo dall’ingresso in reparto (2-3 mesi) il ragazzo o la
ragazza chiedono di pronunciarla quando ritengono di essere pronti a
lanciarsi avventurosamente nel grande gioco scout. Questo
primo periodo, che non deve essere molto lungo, servirà per conoscere l’ambiente
e le persone del reparto, lo stile e i simboli di squadriglia e di reparto
e per cominciare a scoprire il senso della Promessa e della Legge scout. La
richiesta di pronunciare la Promessa va fatta dal novizio, su
presentazione del capo squadriglia, al Consiglio della Legge, il quale l’accoglie
non tanto valutando le capacità tecniche raggiunte o la capacità di
tenere fede all’impegno assunto, ma tenendo conto della comprensione
delle Legge dimostrata, della sincerità e dell’entusiasmo nel vivere la
vita di squadriglia e di reparto. La
Promessa è pronunciata nelle mani del capo reparto alla presenza di tutto
il reparto, che ha |
Art.
9. PROMESSA La
Promessa pronunciata in età R/S manifesta l’adesione allo scautismo e
conclude la fase della conoscenza. Promettere,
o rinnovare la Promessa, è aderire ad uno stile di vita, scelto
consapevolmente, che si esprime nel rispetto della Legge e nello spirito
del motto. In
questo momento “forte” il rover e la scolta e la Comunità tutta sono
stimolati alla riscoperta adulta e matura dei valori della Legge. Il
saluto richiama alla scolta e al rover i tre punti della propria Promessa.
Si effettua con la mano destra, il pollice posto sul mignolo come simbolo
di aiuto del più grande al più piccolo e tenendo le altre tre dita unite
e distese. (per il testo della Promessa cfr. art. 8 del Regolamento
metodologico branca E/G). |
|
|
preparato
e anima la cerimonia, su presentazione della squadriglia di appartenenza
ed è così formulata: “Con
l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio: •
per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; •
per aiutare gli altri in ogni circostanza; •
per osservare la Legge scout”. La
cerimonia, diversa secondo le tradizioni, deve mettere in luce che in
questo modo si entra a far parte della grande famiglia degli scout di
tutto il mondo. Il reparto è presente come testimone e si impegna ad
aiutare il nuovo esploratore e la nuova guida a mantenere la Promessa. Tutti
i significati della cerimonia vengono resi chiari, oltre che con parole,
con gesti e simboli adeguati. Tra questi, il saluto richiama all’esploratore
e alla guida i tre punti della Promessa. Si effettua con la mano destra
sovrapponendo il pollice al mignolo come simbolo di aiuto del più grande
al più piccolo, e tenendo le altre tre dita unite e distese. |
|
Art. 18 - Legge
La Legge esprime i valori che qualificano la proposta scout e aiuta ciascun membro dell’associazione nella sua crescita morale, sociale, relazionale e di fede. Ogni suo articolo esprime concretamente un agire, un fare, che coinvolge la persona nella sua globalità.
La sua caratteristica di uniformità e universalità
è essenziale, pedagogicamente, per far percepire la dimensione internazionale
dello scautismo e del guidismo e superare ogni particolarismo. Per questo motivo
la Legge è anche permanente ed abitua al confronto con valori di fondo che non
cambiano a seconda dei momenti e delle persone.
L/C Art.
11 LEGGELa
Legge esprime le regole che aiutano ciascuno nel grande gioco della
crescita. Essa è così formulata: “Il
lupetto/La coccinella pensa agli altri come a se stesso/a. Il
lupetto/La coccinella vive con gioia e lealtà insieme al branco/cerchio”. L’adesione
alla Legge del branco/cerchio è spontanea e gioiosa. |
E/G Art.
9 LEGGELa
Legge, con i suoi inviti al fare, all’agire, va vissuta come la tensione
verso valori che accomunano tutti gli scout, assumendo altresì, in questa
età, un significato di iniziazione allo sviluppo della coscienza morale.
Per questo la tensione verso la Legge è costante nel tempo e favorisce
negli esploratori e nelle guide un riferimento lungo il sentiero della
progressione personale. Affinché
non si crei nella mente dei ragazzi l’idea di una distanza incolmabile
tra la pratica quotidiana e gli ideali della Legge, i capi avranno l’attenzione
di porla come punto di riferimento costante nel sentiero di ogni
esploratore e guida e nelle verifiche di reparto, aiutandoli a viverla
come stimolo e ragione di fiducia nella propria capacità di
miglioramento. La
Legge è così formulata. “La
guida e lo scout: •
pongono il loro onore nel meritare fiducia; •
solo leali; •
si rendono utili ed aiutano gli altri; •
sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout; •
sono cortesi; •
amano e rispettano la natura; •
sanno obbedire; •
sorridono e cantano anche nelle difficoltà; •
sono laboriosi ed economi; •
sono puri di pensieri, parole e azioni.” |
R/S Art.
10 LEGGE Verificarsi
rispetto alla Legge in età R/S è ripercorrere il proprio cammino scout
rileggendone l’unitarietà. Sperimentando gli orientamenti proposti
dalla Legge, il rover e la scolta scoprono che questi possono diventare
per loro gli orientamenti fondamentali sui quali costruire la propria
strada verso la felicità, in cui il cammino del singolo è proteso al
bene comune. (Per il testo della Legge cfr. art. 9 del Regolamento branca
E/G). |
|
Art.
19 - Motto
Il
motto dell’associazione è “sii preparato”.
Ciascuna
branca ha un proprio motto che, nella progressione del metodo, esprime lo
spirito della proposta scout.
L/C Art.
12 Il
motto dei lupetti è: “del nostro meglio”. Esso esprime lo spirito di
impegno dei lupetti a migliorarsi, a superarsi continuamente, a progredire
nel bene. Non
è il meglio in assoluto ma “il meglio” di ciascuno rispetto a quanto
già fatto, in prospettiva di un nuovo “meglio”. Il
motto delle coccinelle è: “eccomi”. Esso esprime la disponibilità e
la prontezza nella risposta all’invito ad entrare nel gioco, dando il
meglio di sé. Il
Grande Urlo e il Grande Saluto affermano i contenuti dei motti e sono il
simbolo della comunità riunita. Essi
sono l’insieme di tanti “del mio meglio/eccomi” ed esprimono la
volontà di crescere con il proprio impegno e l’aiuto degli altri. |
E/G Art.
10 MOTTOIl Motto degli esploratori e delle guide è “Sii preparato”. È importante utilizzare il Motto pedagogicamente secondo il senso evangelico che richiama alla disponibilità ad aiutare gli altri e alla competenza per farlo. |
R/S Art.
11. MOTTO“Servire”
è il motto della Comunità R/S ed esprime la convinzione che il vero modo
di raggiungere la felicità è procurarla agli altri seguendo l’insegnamento
di Gesù Cristo. |
|
Art.
20 - Educazione al servizio
L’intera proposta educativa scout ha il suo fine
ultimo nella scelta adulta di servire, ad imitazione di Gesù, impegno assunto
con la Promessa e maturato con la Partenza, conseguendo così la propria
felicità procurandola agli altri.
L’educazione al servizio del prossimo, si attua
progressivamente lungo tutto il cammino scout, iniziando dalle buone azioni dei
lupetti e delle coccinelle, per passare alla buona azione dell’esploratore e
della guida, fino al servizio a carattere continuativo del rover e della scolta
che lo scelgono come stile di vita e atteggiamento che caratterizza l’uomo e
la donna della Partenza negli ambiti della comunità ecclesiale, della politica,
del volontariato e delle relazioni più in generale.
Il ragazzo e la ragazza vengono così stimolati ad
utilizzare le capacità acquisite in una costante testimonianza di attenzione
agli altri e di tensione al cambiamento in ogni ambiente di vita.
L/C Art.
13 BUONA AZIONEL’educazione
al servizio in branco e in cerchio si attua superando gradualmente l’egocentrismo,
attraverso piccoli gesti quotidiani chiamati “Buone Azioni”. Il
gioco della Buona Azione consiste nell’impegno a far felici gli altri
suscitando stupore e gioia. Il
clima ideale per la Buona Azione è quello della Famiglia Felice. I
capi aiutano il lupetto e la coccinella a saper sfruttare con fantasia
tutte le occasioni per realizzare una Buona Azione, anche all’esterno
del branco e del cerchio. |
E/G Art.
11 BUONA AZIONELa
Buona Azione è l’impegno assunto dagli esploratori e dalle guide con la
Promessa di aiutare gli altri in ogni circostanza e quindi di saper
cogliere le occasioni adatte per farlo ogni giorno. La pratica della Buona
Azione consente a ciascuno di: •
rendersi disponibile verso i componenti della squadriglia e del reparto; •
sviluppare l’abitudine a fare il bene in modo gratuito e creativo; •
rispondere alle necessità di quanti ci stanno intorno con concretezza e
con sempre maggior competenza. |
R/S Art.
12 SERVIZIOL’educazione
al Servizio deve essere graduale ed implicare per ogni rover e scolta un
impegno gratuito e continuativo, a cui si è chiamati da altri, in cui si
impara a donare con competenza, avendo saputo accogliere i bisogni di chi
sta intorno. Pur
essendo svolto per gli altri e contribuendo quindi al cambiamento della
realtà, il Servizio del rover e della scolta è innanzitutto mezzo di
autoformazione e richiede verifiche ed attenzioni specifiche. Il
Servizio si svolge in diversi ambiti, associativi ed extrassociativi,
anche se al di fuori del campo dell’educazione, ma privilegiando
strutture ed ambienti dove sia possibile un rapporto con le persone ed una
continuità compatibile con l’appartenenza alla Comunità. Il
Servizio è preceduto da un’analisi, si realizza attraverso la
collaborazione con gli operatori nel territorio e con le istituzioni, è
seguito da una verifica. In
tal modo è occasione preziosa per l’educazione alla politica e la
formazione di una solida dimensione civica, aiutando il rover e la scolta
a maturare la consapevolezza che il più grande bene personale è il bene
di tutti e che il cambiamento avviene mediante l’impegno personale. Il
rover e la scolta si preparano al Servizio partecipando anche alle
occasioni di qualificazione e confronto offerte dall’associazione o da
altri Enti in vista di una sempre maggiore competenza, di una
testimonianza concreta e di una possibile prosecuzione della presenza in
ambiti di volontariato dopo la Partenza. È opportuno che le scolte e i
rover facciano esperienza di diversi tipi di Servizio che offrano loro
occasioni di arricchimento e di formazione nell’ambito del proprio
cammino di progressione personale. |
|
|
|
Tutte
le alternative di Servizio proposte ai rover e alle scolte hanno pari
dignità ed offrono analoghe possibilità di crescita personale, di
verifica, di formazione tecnica e motivazionale. La
Comunità capi si fa garante, verso l’ambiente esterno e verso il gruppo
scout, della qualità e continuità del Servizio svolto dalla Comunità
R/S. In
questo processo, alla Co.Ca. compete l’individuazione delle priorità
educative e dei bisogni del territorio, investendo la Comunità R/S in
modo esplicito nella definizione delle modalità e ambiti specifici di
intervento, così da consolidare la dimensione educativa e politica del
servizio. |
Lo scautismo è una proposta di vita comunitaria, in
cui ciascuno sviluppa la propria identità e ha un suo ruolo, e in cui l’impegno
e la responsabilità del singolo sono indispensabili per la crescita della
comunità.
L’esperienza comunitaria aiuta il ragazzo e la
ragazza ad acquistare fiducia in se stessi e ad aprirsi agli altri, grazie al
senso di appartenenza e al clima di fraternità, di gioia, di rispetto e di
fiducia che caratterizzano la comunità.
In particolare l’esperienza comunitaria insegna: il
metodo democratico nell’assunzione e nell’esecuzione delle decisioni,
tramite il coinvolgimento di tutti i membri della comunità; la conoscenza dei
punti di vista altrui, il confronto con i propri, la ricerca di punti di vista
comuni, alla luce dei valori della Legge, della Promessa e del Motto; la
progressiva assunzione di impegni e responsabilità attraverso il graduale
sviluppo dei ruoli, degli incarichi e delle funzioni.
È opportuno che il numero dei ragazzi e/o delle
ragazze nelle unità sia tale da consentire l’instaurarsi di un reale legame
di fratellanza e di un sentimento di appartenenza alla comunità e la verifica
della progressione personale di tutti.
L/C Art.
14 FAMIGLIA FELICELa
Comunità di branco e di cerchio costituisce il naturale luogo di incontro
e di esperienze significative. Risponde alle specifiche esigenze di
relazioni durature e profonde tra i bambini e con gli adulti. Tali
relazioni si vivono in un clima sereno basato sulla fiducia e sulla
lealtà. La Famiglia Felice dona ad ogni bambino e bambina la sicurezza di
essere inseriti in un cammino personale di crescita da compiere insieme
agli altri. La
Famiglia Felice è alimentata da gesti, segni e momenti particolari che
facciano comprendere a ciascuno la propria importanza come singolo, con la
propria diversità e originalità, e il piacere di giocare insieme e di
volersi bene. |
E/G Art.
12 VITA COMUNITARIALa
comunità è un bisogno del ragazzo e della ragazza; essa li aiuta a
vivere e sperimentare l’autonomia, ad acquisire la capacità di animare
gli altri ed è occasione di costante confronto. La
proposta offerta agli esploratori e alle guide è rivolta quindi a tutto
ciò che li aiuta, giocando, ad osservare, scegliere, sperimentare,
verificare. La
squadriglia – in particolare – e il reparto sono i luoghi privilegiati
per l’esperienza comunitaria offerta ad esploratori e guide. |
R/S Art.
13 COMUNITÀLa
Comunità aiuta ogni rover e scolta a scoprire e maturare la propria
vocazione personale, a conoscere la realtà che li circonda e ad agire in
essa; in quanto esperienza di gruppo, rappresenta un luogo privilegiato
per rispondere a bisogni individuali. Bisogni che sono di appartenenza, di
sicurezza, di stabilità, di autorealizzazione di sé, di protezione, di
dominio, di controllo, di amore, di riduzione di tensioni individuali e
sociali, di autentica comunicazione. Perché
questo avvenga è necessario che la Comunità dedichi del tempo alla
propria crescita in modo che si crei un clima semplice, fraterno e di
accoglienza, dove anche le situazioni di conflitto siano vissute nel
rispetto reciproco delle persone. In
un clima che tende ad essere fraterno e attraverso una metodologia che è
attenta a rispettare i tempi di crescita dei singoli, le scolte e i rover
si impegnano ad attuare e verificare, con l’aiuto degli altri, un
cammino di crescita che, pur essendo personale, cerca di essere adeguato
al passo di tutta la Comunità, attento in particolare a chi fa più
fatica. La Comunità è un luogo dove tutti possono esprimersi,
sperimentare concretamente la formazione, l’assunzione e la verifica di
decisioni che riguardano tutti e di cui tutti i membri sono responsabili. |
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|
|
Nella
Comunità ognuno sa di poter contare sugli altri in qualsiasi momento; in
essa si vive in dimensione di ricerca, di disponibilità al cambiamento,
nella volontà di impegnarsi. Il
cammino della Comunità porterà la scolta e il rover a prendere
gradualmente coscienza di essere chiamati a far parte di una comunità
più vasta: il richiamo alla fratellanza scout li condurrà a sentire di
essere cellule viventi dell’intera associazione, a condividerne il
cammino portando ad essa il contributo delle proprie idee ed esperienze e
ciò anche attraverso la partecipazione agli eventi e ai momenti di
verifica e confronto che essa organizza per loro. Le
scelte della Comunità dovranno essere costantemente verificate con quelle
di fondo dell’associazione, in particolare per quanto riguarda l’attenzione
alla persona, la valorizzazione della fiducia e del dialogo, il rifiuto
esplicito della violenza. È durante l’incontro di questa Comunità che
si attua l’esperienza ecclesiale dell’annuncio, della catechesi e
della liturgia; la preparazione dei programmi e la verifica della loro
realizzazione; la comunione di esperienze e problemi; l’ascolto e la
correzione fraterna; l’approfondimento nel Capitolo di temi
particolarmente importanti; la Strada e tutte le altre attività suggerite
dal metodo della branca. La
Comunità è poi sempre attenta anzi ad aprire la scolta ed il rover verso
gli altri ambienti in cui vivono: la famiglia, la scuola, gli amici, la
parrocchia, l’ambiente di lavoro, il quartiere, il paese, il mondo
intero. |
La proposta di vita comunitaria dello scautismo si
attua all’interno delle unità composte da ragazzi e/o ragazze di età
differenti. Ogni branca ha poi proprie strutture nelle quali essi vivono
relazioni interpersonali tra di loro e con gli adulti, diverse e proporzionate
all’età e alle loro esigenze di crescita.
La scelta di adottare nel gruppo unità miste o parallele spetta alla Comunità capi avendo riguardo alle esigenze dell’ambiente, alla disponibilità di capi e – per quanto concerne le unità miste – all’esistenza delle condizioni previste dal Regolamento – Organizzazione.
L/C Art.
15 TIPOLOGIA DI UNITÀ Il branco e il cerchio possono essere unità monosessuali, unità parallele, unità miste. • Le unità monosessuali facilitano un progetto educativo omogeneo; per esse può risultare opportuno, per il raggiungimento di una dimensione educativa completa, favorire incontri con unità dell’altro sesso; •
le unità parallele danno la possibilità di dosare opportunamente i
momenti di incontro e di attività comune, previsti all’interno dello
stesso programma di branco e di cerchio, secondo le necessità; •
le unità miste, costituite in modo equilibrato da bambini e bambine,
offrono delle opportunità più immediate di confronto fra i sessi e di
crescita comune. Per questo è necessario che il programma parta da un’adeguata
risposta alle esigenze formative dell’uno e dell’altro sesso. In
concreto, la maggiore o minore opportunità di adottare la tipologia di
unità sarà valutata dalla Comunità capi, in base al proprio progetto
educativo. Art.
16 NUMERO DEI BAMBINIPer
favorire l’instaurarsi di reali legami di fratellanza, di sentimenti di
appartenenza, per garantire la verifica della progressione personale di
ognuno e per rendere autentico il rapporto adulto-bambino, è necessario
che il numero dei bambini nell’unità non sia inferiore a 12 né
superiore a 30 e che vi sia equilibrio tra le diverse età e tra i sessi
nelle unità miste. |
E/G
Art. 13 SQUADRIGLIA La
squadriglia è la struttura fondamentale del reparto e offre ai ragazzi e
alle ragazze, in età esploratori e guide, un’esperienza primaria di
gruppo. È
composta da sei-sette ragazzi o ragazze di tutte le età ed è
monosessuale. Tale
caratteristica di verticalità aiuta gli esploratori e le guide,
attraverso il trapasso delle nozioni, a raggiungere maggiore sicurezza in
se stessi e ad aprirsi agli altri: ciò grazie al clima di fiducia e allo
stimolo alla corresponsabilità, dinamica educativa peculiare di questa
piccola comunità. Consente inoltre di offrire a più ragazzi e ragazze la
possibilità di vivere l’esperienza di caposquadriglia. Ogni
squadriglia vive una reale autonomia utilizzando materiale, denaro e un
angolo proprio; realizza, in spirito d’avventura e con lo stile
del gioco, imprese ideate dai ragazzi stessi. La
vita di squadriglia prevede oltre alla riunione settimanale frequenti
uscite tendenzialmente mensili, se possibile con pernottamento, che
offrono occasioni per vivere e sperimentare in modo sistematico l’autonomia. Le
squadriglie assumono i nomi suggeriti da B.-P. e usano le insegne
corrispondenti (Allegato 1). Art.
14 INCARICHI DI SQUADRIGLIA Ogni
esploratore e guida assume, all’interno della squadriglia un incarico,
proporzionato al proprio |
R/S
Art.
14 STRUTTURA
DELLA COMUNITÀ
R/S All’interno
della stessa Comunità R/S si distinguono due momenti formativi: il primo
comprende le scolte e i rover che hanno scelto di vivere nel clan (o nel
fuoco, se composto da sole scolte) la proposta del roverismo-scoltismo; il
secondo comprende i novizi e/o le novizie che, nel noviziato, sperimentano
la proposta stessa. La
Comunità per garantire dinamiche favorenti il confronto e l’arricchimento
del gruppo, ma nel rispetto dell’espressione dei singoli e della loro
progressione personale, è costituita da un numero adeguato di
partecipanti. Pertanto la Comunità, sia di ridotta entità che numerosa
(sopra i 25 membri) non può garantire la crescita né per se’ né per i
singoli. Art.
15 CLAN FUOCOLa
vita del clan/fuoco è luogo e tempo di scelta, di fedeltà e di maggiore
responsabilità verso di sé e verso la Comunità. Sollecita le persone a
sviluppare un progetto personale di progressione, consente di esprimere e
sperimentare insieme valori ed ideali che sono alla base della vita
comunitaria, sostiene le scolte e i rover nelle loro esperienze di
Servizio individuale. La
presenza nel clan/fuoco di giovani di diversa età crea le premesse
migliori perché fra essi avvenga uno scambio di esperienze diverse. Per
facilitare questo nel clan/fuoco si possono costituire gruppi più
piccoli, permanenti o temporanei, |
|
Art.
17 SESTIGLIE
E CAPOSESTIGLIA L’unità
si articola in sestiglie contraddistinte, per il branco dal colore del
mantello dei lupi, per il cerchio dal colore dell’arcobaleno o dal nome
dei fiori. La
sestiglia è il sottogruppo che ha stabilità all’interno del branco e
del cerchio e garantisce che bambini di età diversa collaborino e
giochino insieme, nel rispetto reciproco. Essa favorisce il trapasso delle
nozioni e l’inserimento dei più piccoli; dà la sicurezza e la
familiarità del piccolo gruppo; facilita l’organizzazione interna dell’unità,
ponendosi come valido gruppo di riferimento sia per i bambini, sia per i
capi. Nelle unità miste è preferibile che le sestiglie siano composte da
bambini e bambine. Il
caposestiglia dovrebbe essere un lupetto o una coccinella che sta vivendo
il terzo momento della progressione personale, per cui tale esperienza
rappresenta una valida occasione per esprimere tangibilmente la
disponibilità nei confronti dell’unità. |
sentiero.
Tale incarico è un’insostituibile esperienza di responsabilizzazione;
per questo motivo deve essere sperimentato come indispensabile per la vita
della squadriglia, ed essere esercitato per un periodo sufficientemente
lungo, perché corrisponde ad esigenze permanenti (ad esempio cicala,
mercurio, guardiano dell’angolo, liturgista, tesoriere, ecc.).
Differisce dai “posti d’azione” (ad esempio disegnatore, topografo
ecc.), legati invece all’impresa del momento e corrispondenti a
effettivi impegni, piccoli o grandi, necessari per la realizzazione dell’impresa
stessa. Art.
15 CAPOSQUADRIGLIAOgni
squadriglia viene animata da un caposquadriglia scelto dallo staff di
reparto, sentito il Consiglio capi, tra gli esploratori e le guide in
cammino verso la tappa dell’animazione, in base alle esigenze della
squadriglia. Tale ruolo è una notevole esperienza di crescita e di
responsabilizzazione dei più grandi del reparto, perché: •
educa alla responsabilità di |
con
persone di età diversa per realizzare specifici progetti previsti dal
programma o svolgere determinati servizi all’interno della Comunità. Art.
16 NOVIZIATOIl
noviziato è il primo momento della branca R/S in cui i tre elementi del
metodo (Strada, Comunità e Servizio) sono vissuti nella dimensione della
scoperta e della preparazione; esso dura un anno. Eccezionalmente la
Comunità capi può valutare l’opportunità di variarne la durata.
Queste soluzioni richiedono un impegno particolare ed un’attenzione
maggiore da parte dei capi ai singoli ragazzi e ragazze ed alle loro
esigenze specifiche. Strada
e Comunità costituiscono momenti forti delle attività e tutto ciò che
viene proposto si concretizza in avventure, in incontri con gli altri, in
occasioni per conoscere meglio se stessi e scoprire i propri limiti e le
proprie potenzialità. La
riflessione sulle esperienze fatte e la conoscenza dei reali |
|
Art.
18 GRUPPI OCCASIONALIAll’interno
dell’unità si possono costituire gruppi occasionali, limitati nel
tempo, in vista di obiettivi specifici. Essi possono essere: spontanei (gruppi di interesse, gruppi di gioco…) per offrire ad
ognuno la possibilità di seguire le proprie inclinazioni, dar spazio alle
iniziative ed aiutare i bambini ad effettuare in autonomia la scelta delle
proprie attività; o formati dai
capi, per sperimentare attività e tecniche nuove. Art.
19 ACCOGLIENZA
IN BRANCO E
IN CERCHIO Particolari
attenzioni, anche attraverso specifici momenti, sono rivolte ai bambini
accolti nell’unità; essi hanno lo scopo di inserirli gradualmente nel
branco e nel cerchio, di presentare loro le tradizioni, il significato e
il valore della Legge e prepararli alla Promessa. Art.
20 CONSIGLIO DEGLI ANZIANIIl
Consiglio degli anziani, che nel linguaggio della Giungla e del Bosco,
assume il nome di Consiglio di Akela e Consiglio dell’Arcobaleno, è una
struttura stabile del branco e del cerchio. Esso comprende i lupetti e le
coccinelle del branco e del cerchio dell’ultimo anno e ha lo scopo di
offrire esperienze più vicine alle loro esigenze. Sviluppa un programma
proprio, inserito pienamente nel programma di unità, con attività
specifiche che offrono ad ognuno incarichi e responsabilità personali. Si
riunisce con continuità, curando che tali incontri non si sovrappongano
alle altre attività del branco e del cerchio. |
persone
e non soltanto di cose; •
invita all’ascolto e alla disponibilità nei confronti dei più piccoli;
questi infatti sono portatori di un’esperienza diversa e offrono un’occasione
di stimolo e di confronto; •
abitua all’autorità come servizio e attenzione agli altri; •
consente di attuare il trapasso delle nozioni. Art.
16 VICE CAPOSQUADRIGLIAUn
ulteriore ruolo significativo è quello del vice caposquadriglia, scelto
con le stesse modalità del caposquadriglia. È
un ruolo che offre un’esperienza utile di collaborazione con il
caposquadriglia nella ricerca e nel confronto delle possibili decisioni
utili a tutta la squadriglia. Questa collaborazione darà luogo a una
ripartizione di compiti e responsabilità, ai fini dell’animazione dell’intera
squadriglia. Il
vice caposquadriglia partecipa talvolta alle attività del Consiglio capi,
anche al fine di verificare insieme al capo squadriglia l’attività di
squadriglia e gestire particolari attività di reparto e nelle occasioni
in cui tale organo è chiamato a verificare l’andamento della vita di
squadriglia. Il
vice è elemento di continuità nella vita della squadriglia che trova nel
trapasso delle nozioni lo stretto rapporto con il caposquadriglia e con il
Consiglio capi: è opportuno, infatti, che l’esperienza di vice
caposquadriglia sia vissuta nel segno di una progressiva assunzione di
responsabilità e consapevolezza per prepararsi a diventare in futuro, con
un certo grado di competenza già acquisita, caposquadriglia. |
bisogni
degli altri devono inoltre portare il novizio e la novizia a rispondere
con la disponibilità ed il Servizio. Nel noviziato, le esperienze di
Servizio sono comunitarie o, se individuali, di breve durata, sotto la
responsabilità dei capi. Il
clan e il noviziato prevedono specifiche attività in comune per garantire
unità e continuità di proposta educativa e metodologica e per consentire
al clan di proporsi al noviziato come Comunità educante, i cui gesti sono
più significativi e credibili di ogni proposta verbale. Art.
17 CARTA DI CLANLa
Carta di clan è un documento della Comunità che rende esplicite le
proprie caratteristiche e tradizioni. Il clan o fuoco vi fissa le proprie
riflessioni, nonché i valori che il rover e la scolta si impegnano a
testimoniare; stabilisce particolari ritmi della propria vita e si
arricchisce progressivamente del risultato delle esperienze vissute dalla
Comunità. È scritta e periodicamente rinnovata dal clan/fuoco, e viene
presentata al noviziato. La carta di clan è strumento per la progressione
della persona e della comunità, in quanto essendo un documento della
comunità è specchio anche del singolo. È uno dei punti di riferimento
per la verifica della propria posizione nei momenti di “Punto della
Strada”. Art.
18 PROGRAMMANel
clan/fuoco il programma deve tener conto delle indicazioni della Carta di
clan, deve avere un respiro pluriennale per utilizzare tutti gli elementi
del metodo ed offrire così molteplici occasioni di |
|
Art.
21 CONSIGLIO
DELLA RUPE / Il
Consiglio della rupe nel branco e il Consiglio della Grande Quercia nel
cerchio costituiscono un momento privilegiato che la comunità vive nello
spirito di Famiglia Felice e alla luce della Legge, per: •
discutere, verificare e prendere coscienza del cammino compiuto insieme; •
prendere le decisioni più importanti per la vita dell’intera comunità; •
esprimere idee e aspettative tese alla costruzione di uno stile e una
prassi di vita indirizzati al bene comune. Il
Consiglio della rupe e il Consiglio della Grande Quercia scandiscono i
momenti significativi nella vita del branco e del cerchio. Art.
22 RIUNIONILo
svolgimento delle attività, previste dal programma di unità, deve poter
avvenire in una tana e in una sede del branco e del cerchio. Per garantire
la continuità della proposta è opportuno svolgere almeno una riunione
settimanale. Art.
23 PROGRAMMA DI UNITÀIl
programma annuale di unità parte dal progetto educativo di gruppo e tiene
conto delle caratteristiche del branco e del cerchio. È costituito dall’insieme
di esperienze ed attività che, tenendo equilibratamente presenti i
quattro punti della formazione scout e la dimensione della crescita nella
fede, contribuiscono allo sviluppo armonico della |
Art.
17 CONSIGLIO DI SQUADRIGLIA Tutte
le decisioni sulle attività e le imprese di squadriglia sono di
competenza del Consiglio di squadriglia, che è composto da tutti i membri
della squadriglia. È impegno del capo e del vice caposquadriglia renderlo
democratico e ottenere poi da tutti il rispetto delle decisioni. Il
Consiglio, al termine di ogni impresa o attività, verifica il
raggiungimento degli obiettivi fissati e lo stile tenuto da tutti, e
stabilisce i traguardi successivi. L’impegno personale è verificato in
base al sentiero di ciascuno. Art.
18 USCITE E MISSIONE DI SQUADRIGLIA Le
uscite di squadriglia consentono una progressiva conquista di autonomia e
di responsabilità da parte dei ragazzi e delle ragazze. Le
uscite di squadriglia con pernottamento sono parte essenziale del metodo
scout: la progressiva conquista di autonomia e di responsabilità da parte
dei ragazzi e delle ragazze porta a occasioni in cui essi vengono messi
alla prova, specie i più grandi, sperimentando sia la capacità di
organizzazione, sia le competenze e lo spirito con cui viene vissuto lo
scautismo senza la presenza dei capi. Pertanto, le eventuali difficoltà
incontrate non giustificano la rinuncia a esse. La
missione di squadriglia è un’uscita in cui gli obiettivi e le tecniche
per raggiungerli vengono indicati dai capi. Essa costituisce occasione
privilegiata per gli E/G di vivere concretamente lo spirito del Motto La
missione ha lo scopo di accrescere il grado di autonomia della squadriglia
stessa: deve pertanto essere sempre presente durante l’anno. |
crescita.
Ogni anno il programma viene definito con precisione, modificando se
necessario le linee di fondo sulla base delle verifiche fatte. Il
programma viene formulato rispettivamente dal clan/fuoco e dal noviziato
attraverso una partecipazione sempre più piena dei singoli rover, scolte
e novizi/zie. Art.
19 VEGLIALa
veglia è un modo col quale la Comunità incontra altre persone e comunica
ad esse le proprie riflessioni ed esperienze. Essa utilizza le più
diverse tecniche espressive, non solo per arricchire i concetti da
esporre, ma anche perché ogni membro della Comunità possa trovare il
modo che più gli è congeniale per comunicare con gli altri. Art.
20 FESTA E CANTOL’espressione
di sé attraverso modalità diverse, come la festa, il canto, la danza, è
un mezzo importante della metodologia scout. In questo modo la Comunità
R/S sottolinea i suoi momenti più significativi, sviluppa l’armonia
attraverso il contributo originale di tutti. |
|
persona
e della comunità. Il programma prevede opportuni momenti di verifica in
Staff e in Comunità capi. |
Art.
19 SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIA Vivere
l’avventura in periodi lunghi, nel succedersi di imprese e missioni,
consente a una squadriglia di raggiungere una o più specialità. La
specialità di squadriglia è uno strumento atto a sviluppare il senso e
il valore di un percorso di crescita comunitario in ordine all’autonomia
ed alla competenza. La
squadriglia consegue una specialità se nell’anno scout realizza una
missione e due imprese di squadriglia (anche se nell’ambito di un’impresa
di reparto). Le due imprese tendono alla realizzazione di attività in cui
si sviluppi con particolare competenza l’insieme delle tecniche della
specialità prescelta. La missione verterà sulle tecniche della
specialità. La squadriglia e il caporeparto inviano agli Incaricati
regionali della branca E/G una relazione delle tre attività, compresa una
loro valutazione, relativamente allo scopo prefisso. Gli Incaricati regionali assegnano il guidoncino di
specialità di squadriglia, che viene legato sotto la bandierina
distintiva di squadriglia. Ogni squadriglia può ottenere una sola
specialità, che è valida per tutto l’anno scout successivo a quello in
cui è stata conquistata. La specialità conseguita è confermata per un
solo ulteriore anno, se la squadriglia realizza una nuova impresa affine,
che ne dimostri almeno lo stesso grado di autonomia e
competenza. Nell’allegato 2 è compreso l’elenco delle specialità di
squadriglia. |
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Art.
20 REPARTO
E SUE TIPOLOGIE L’insieme
delle squadriglie forma la comunità più ampia del reparto. Questa offre
ai ragazzi e alle ragazze uno spazio di crescita e di scambio più ricco e
articolato, anche per la presenza degli adulti. Per poter seguire il
sentiero di ogni esploratore e guida, il numero dei componenti deve essere
limitato; in particolare si otterranno risultati educativi significativi
con non più di 30-32 ragazzi e ragazze. D’altra parte, per consentire
un buon clima di gioco e avventura, sono necessari almeno una dozzina di
componenti così da formare due squadriglie. Per
il raggiungimento degli obiettivi della branca, ogni reparto può avere
una propria struttura: •
reparto monosessuale; •
reparto parallelo; •
reparto misto. Il
reparto monosessuale ha il vantaggio di favorire un’opportuna
identificazione sessuale del ragazzo e della ragazza, permette un
coinvolgimento graduale e completo nell’affrontare le varie difficoltà,
grazie allo stimolo di un ambiente sereno e fraterno. I
reparti paralleli, oltre ai vantaggi dei reparti monosessuali, permettono
di dosare opportunamente i momenti di incontro e di collaborazione con l’altro
sesso. I due reparti devono essere piuttosto piccoli, al massimo di tre
squadriglie ciascuno. Le rispettive direzioni lavorano insieme per la
preparazione e la verifica del progetto di unità; questo, uguale negli
obiettivi, si diversifica a volte nei mezzi da usare date le diversità di
partenza. |
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Le
due direzioni, pur seguendo regolarmente la propria unità nelle attività
separate dei ragazzi, preparano insieme le uscite e i campi e li svolgono
insieme quando è il caso. Il Consiglio della Legge viene tenuto per
singolo reparto, a meno che l’impresa non li abbia coinvolti entrambi.
Le attività di alta squadriglia possono essere svolte insieme, ma sono da
prevedere anche attività separate. Qualora
fosse presente nel gruppo una unità mista nelle branche l/c è
auspicabile che la proposta educativa di reparto sia realizzata nella
struttura parallela, al fine di offrire una spinta più forte nella
direzione della formazione della identità. Il
reparto misto, formato da squadriglie maschili e femminili, offre il
vantaggio di una maggiore continuità d’incontro e di collaborazione tra
ragazzi e ragazze che appartengono alla stessa comunità. Tale scelta è
dettata da motivi pedagogici e non organizzativi. Deve comunque assicurare
momenti separati che favoriscano l’identificazione con il proprio sesso.
L’attività di squadriglia è molto potenziata al fine di recuperare
momenti indispensabili di omogeneità sessuale. La direzione dell’unità
è affidata ad un capo e ad una capo, che abbiano terminato l’iter di
formazione, e ad un assistente ecclesiastico. |
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Art.
21 REPARTI
NAUTICI E LORO SPECIFICITÀ I
reparti che scelgono il mare, il lago, il fiume, come ambiente educativo,
possono essere in successione: •
reparti ad indirizzo nautico; •
reparti nautici. Per
raggiungere queste particolari specificità, il reparto, in armonia con il
progetto educativo elaborato dalla comunità capi, si strutturerà
progressivamente, adeguando le competenze dei capi e l’idoneità delle
attrezzature. Gli
staff di reparto sono tenuti a far rispettare con la massima attenzione le
norme di sicurezza in acqua ed a possedere particolari competenze tecniche
e metodologiche, acquisite anche tramite la frequenza di specifici corsi
organizzati dal settore Nautico. Le
unità interessate all’ambiente acqua che vogliono svolgere saltuarie
attività possono essere supportate dal settore Nautico con cui
ricercheranno occasioni d’incontro. Il settore Nautico organizza, d’intesa
con la branca esploratori/guide, corsi ed attività per tutti gli
esploratori, le guide e le unità interessate alle tecniche nautiche. •
Reparti ad indirizzo nautico.
Un reparto può definirsi ad indirizzo nautico quando decide
intenzionalmente di valorizzare le potenzialità educative dell’elemento
acqua, sviluppando con continuità e progressiva competenza le tecniche
nautiche. •
Reparti nautici. Un reparto
può definirsi nautico quando svolge sistematicamente attività nautiche,
vivendo con naturalezza sull’acqua e sfruttando tutti i mezzi e le
occasioni educative che tale ambiente offre. |
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Nello
svolgimento delle attività nautiche i reparti possono suddividere i
ragazzi e le ragazze dell’unità in equipaggi, in base al tipo di
imbarcazioni in uso e alle competenze richieste per la loro conduzione. Art.
22 CONSIGLIO CAPIIl
Consiglio capi è luogo privilegiato dove si vive la cogestione del
reparto. È costituito dai capi squadriglia, dai capi reparto, dall’assistente
ecclesiastico, eventualmente dagli aiuti (tenendo conto che il rapporto
numerico non finisca per condizionare i ragazzi e le ragazze) e, quando è
opportuno, dai vice capi squadriglia. Si
riunisce con frequenza regolare al fine di organizzare e gestire la vita
del reparto; è competente nel leggere costantemente la situazione e i
bisogni del reparto; stabilisce il programma delle attività (nel rispetto
dei tempi e delle necessità legate alle imprese in corso); elabora e
propone iniziative al reparto; prepara il Consiglio della Legge e
garantisce poi il rispetto delle decisioni. Esso
è inoltre momento di crescita per i capi squadriglia: nel Consiglio capi
infatti, i ragazzi e le ragazze più grandi sono aiutati a vivere l’esperienza
della responsabilità di cose e di persone, in un ottica di servizio, di
collaborazione e di solidarietà. |
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|
Art.
23 ALTA SQUADRIGLIAL’alta
squadriglia è l’ambiente educativo offerto ai ragazzi più grandi del
reparto per rispondere meglio alle loro esigenze mutate nel passaggio
dalla preadolescenza all’adolescenza. Lo stile e il clima dell’impresa
che si vive in Alta squadriglia si propone pertanto di aiutare i ragazzi e
le ragazze ad affrontare la ricerca della loro nuova identità nel
rapporto con se stessi, con i coetanei, con gli adulti e non ha compiti di
gestione del reparto. |
|
|
|
In
questo momento di maturazione del ragazzo e della ragazza, è importante
che il capo approfondisca il dialogo con loro, per poterli aiutare
maggiormente nella loro crescita. È
formata dai ragazzi e dalle ragazze del reparto che, per la loro
maturazione personale, manifestano l’esigenza di farne parte, insieme al
capo e alla caporeparto, all’assistente e, eventualmente, agli aiuti.
Sono i capireparto e l’assistente che invitano l’esploratore e la
guida, in qualsiasi momento dell’anno, a valutare e scegliere la
partecipazione alla vita dell’alta squadriglia. Non vi si accede né
perché si è capo o vice caposquadriglia, né per meriti. L’alta
squadriglia svolge le attività in momenti diversi e indipendenti dalla
vita del reparto. È importante che l’attività non si sovrapponga a
quella di reparto, e che l’impegno dei più grandi non vada a discapito
di quello svolto in reparto e in squadriglia. L’attività
di alta squadriglia è ricca di elementi del metodo E/G (avventura, vita
all’aperto, impresa ecc.) e di elementi peculiari (riflessione,
confronto ecc.), adatti all’età. Per
l’alta squadriglia sono maggiormente caratteristici la concretezza delle
esperienze e lo stile dell’impresa. Anche
in alta squadriglia si vive una catechesi sistematica, e si sviluppa l’abitudine
a pregare la Parola di Dio e a verificare con essa la propria vita. |
|
Lo spirito del gioco pervade tutta la vita delle
unità, coinvolgendo ragazzi e capi così da finalizzare ogni attività ad uno
scopo appassionante e divertente.
Il gioco è il mezzo per caratterizzare tutte le
attività in un clima di gioia, di fiducia e di lealtà verso gli altri e verso
se stessi.
Il gioco consente al ragazzo e alla ragazza di vivere
e conoscere la realtà, di esprimere se stessi, di sviluppare creativamente le
proprie doti, di acquisire il senso del gratuito, di cogliere capacità e limiti
personali, di comunicare e collaborare con gli altri.
Art.
24 GIOCOIl
gioco fa parte del mondo del bambino; diviene pertanto elemento centrale
della metodologia della branca. Attraverso il gioco i bambini si misurano
continuamente con se stessi, conoscono il proprio corpo, ne acquisiscono
il controllo, si esprimono e comunicano con gli altri, con creatività e
fantasia. Giocando
i bambini imparano a sperimentare, osservare e interiorizzare
consapevolmente le regole, ad avere rispetto degli altri, ad accettare i
propri limiti facendo sempre del proprio meglio per superarli, e a
collaborare con gli altri. Essi esercitano le proprie funzioni motorie,
cognitive, creative e percettive, vivendo la propria esperienza con stile
e nello spirito scout. Nel
branco e nel cerchio il gioco è strumento fondamentale per proporre le
attività e per svolgerle. Come mezzo pedagogico portante, il gioco
consente la costruzione dei rapporti tra i bambini e tra questi e i capi. Tale
positiva relazione è occasione per i capi di approfondire la conoscenza
dei bambini, terreno adeguato per manifestare la fiducia che si ripone
nella capacità di ognuno e luogo di incoraggiamento per il superamento
delle difficoltà. |
Art.
24 GIOCOLo
spirito del gioco avventuroso pervade tutta la vita del reparto,
coinvolgendo ragazzi, ragazze e capi, così da finalizzare ogni attività
a uno scopo appassionante, educando
al senso della gratuità inteso come operosità gioiosa e disinteressata.
È lo stile con il quale vengono affrontate anche le difficoltà. Il
gioco è il mezzo per caratterizzare tutte le attività in un clima di
gioia, di fiducia, e di lealtà verso gli altri e verso se stessi. È
attraverso il gioco che l’esploratore e la guida traducono in attività
l’avventura che richiede a ciascuno la capacità di misurarsi con l’imprevedibile
e di imparare così a valorizzare le proprie potenzialità. Nei
grandi giochi, in particolare, è offerta a ciascun ragazzo e a ciascuna
ragazza la possibilità di sperimentare, attraverso un ruolo attivo, l’avventura
che deriva soprattutto dall’impegno complessivo e dalle difficoltà
tecniche da affrontare, pur rimanendo un’esperienza a misura del ragazzo
e della ragazza. Il
capo gioca con gli esploratori e le guide: risveglia così l’entusiasmo
del reparto e li aiuta ad assumere un atteggiamento più sereno e
autentico. |
Art.
21 GIOCOIl
gioco è un elemento fondamentale per la coesione e la costruzione della
Comunità R/S; occorre dargli uno spazio quotidiano, nello scandire i
ritmi della comunità. Con
le sue caratteristiche di spontaneità, gratuità, educazione al rispetto
delle regole, espressione del singolo e della Comunità, alimenta il
piacere di stare insieme, migliora la partecipazione dei rover e delle
scolte alla vita della comunità, educa all’ottimismo, alla speranza,
alla gioia di vivere. |
|
La vita all’aperto, prevalentemente in ambienti
naturali ma anche alla scoperta delle città dell’uomo, è un ambito
irrinunciabile in cui si attua la formazione scout.
Essa offre la possibilità di scoprire le relazioni
che legano gli elementi di un ambiente, del ruolo che in esso è chiamato a
giocare l’uomo e di riconoscere l’uomo stesso come parte di un unico disegno
di Dio Creatore.
La vita all’aperto risponde al bisogno di
avventura, insegna la semplicità e l’essenzialità, sviluppa il senso di
solidarietà e mette alla prova la disponibilità all’aiuto reciproco, è
luogo di esperienza delle tecniche scout. Il confronto con le difficoltà
concrete, proprie del gioco avventuroso dello scautismo, dà la misura della
propria povertà, ma anche delle possibilità di inserirsi positivamente nel
proprio ambiente di vita.
Questa abitudine a scoprire e a stabilire relazioni
costituisce una scuola attiva per una presa di coscienza della propria personale
corresponsabilità nell’uso equilibrato delle risorse naturali e promuove
comportamenti corretti orientati verso lo sviluppo sostenibile.
L/C Art.
25 VITA ALL’APERTOIl
branco e il cerchio vivono in contatto con la natura. L’incontro con l’ambiente
naturale va proposto con equilibrio e progressione, in ogni stagione e in
ogni tempo, sviluppando le tecniche dello scouting. Dall’incontro
ben guidato con l’ambiente naturale, il lupetto e la coccinella
apprendono uno stile personale concreto di rispetto e attenzione alla
realtà intorno a sé e all’utilizzo delle risorse. Il
rapporto con l’ambiente naturale, vissuto nelle attività del branco e
del cerchio, aiuta a comprendere e vivere con il medesimo stile di
scoperta, attenzione e rispetto, l’ambiente umano, verso il quale vanno
indirizzate attività di conoscenza e giochi, come occasione di
comprensione dello stesso e dei problemi dell’uomo e dei suoi sforzi di
risoluzione. Nello
stesso tempo il contatto con la natura diventa occasione per scoprire il
proprio ruolo di creatura e lo stupore di fronte alle meraviglie del mondo
e dell’uomo; per conoscere il proprio corpo e crescere in modo sano; per
comprendere le leggi e i ritmi della natura. Art.
26 CACCE/VOLIIl
branco e il cerchio escono periodicamente in caccia e in volo per una
giornata, e quando opportuno, svolgono pernottamenti in accantonamento. |
E/G Art.
25 VITA ALL’APERTOLa
vita all’aperto viene vissuta principalmente nella sua dimensione di
avventura, connaturata all’età, ispirata il più possibile a reali
vicende della vita; deve essere basata su tutte le tecniche dello scouting
che stimolano nei ragazzi e nelle ragazze l’assunzione di
responsabilità, la concretezza e il senso della competenza, la padronanza
di capacità organizzative e di soluzione di difficoltà impreviste, la
creatività, l’essenzialità e il senso del valore delle cose, nonché
la collaborazione reciproca fra le persone. La
natura è l’ambiente privilegiato in cui far vivere il maggior numero di
attività ai ragazzi e alle ragazze del reparto, in cui sperimentare lo
spirito di avventura, la curiosità dell’esplorazione e il gusto della
sfida. Aver colto la natura come creato e quindi come dono gratuito di Dio
educa alla consapevolezza di esservi inseriti non come padroni, ma come
ospiti che devono rispettare e custodirne i ritmi e la storia, coscienti
di esserne corresponsabili con le generazioni passate e future. La
vita all’aperto, e l’ambiente più in generale, diventano la palestra
per sperimentare situazioni sempre nuove e diverse che richiedono, nell’affrontarle,
spirito di osservazione e conseguente capacità di adattamento. È
importante che tutti i ragazzi e le ragazze acquisiscano le capacità |
R/S Art.
22 VITA ALL’APERTOIl
contatto con la natura educa alla conoscenza dei problemi ambientali, al
corretto uso delle risorse energetiche e naturali, alla responsabilità
nei confronti della salvaguardia dell’ambiente anche per le generazioni
future e all’attenzione ai problemi che la presenza dell’uomo può
creare, favorendo scelte corrette nelle attività di vita all’aperto. In
branca R/S la vita all’aperto viene principalmente vissuta nella
dimensione della strada. Art.
23 ROUTEÈ
il modo caratteristico di vivere il roverismo-scoltismo. Presuppone
più giorni di cammino, il pernottamento in posti diversi e lontani fra
loro, un’alimentazione sana e uno zaino essenziale e leggero, un
percorso interessante e un tema di fondo che leghi i momenti dei vari
giorni. Viene organizzata con cura, accettandone gli imprevisti.
Attraverso l’esperienza della route i rover e le scolte assaporano lo
spirito della scoperta degli altri e delle cose, il gusto dell’avventura,
del contatto con la natura, vivendo le giornate con ritmi nuovi in
semplicità ed essenzialità, nella tensione continua del superamento dei
propri limiti. Esistono
altre forme di campi (di preghiera, di Servizio, di incontro con
comunità, ecc.) che in particolari momenti rispondono meglio alle
esigenze della |
|
Art.
27 VACANZE
DI BRANCO / Nel
periodo estivo, come conclusione dell’attività svolta durante l’anno,
tutta l’unità vive un campo in accantonamento denominato “Vacanze di
branco /Vacanza di cerchio” della durata da sei a dieci giorni. Le
vacanze di branco e di cerchio rappresentano: •
un momento privilegiato, il più bello e il più intenso di tutto l’anno,
per conoscere e tessere rapporti significativi con i lupetti e le
coccinelle; •
la sintesi di un anno di lavoro; •
un momento per impegnare maggiormente le energie dei bambini e per
stimolare in loro il desiderio di fare meglio; •
un momento che consente di rivedere con chiarezza il cammino dell’unità
in un’atmosfera di semplicità e Famiglia Felice, con uno stile di
responsabilizzazione e di partecipazione; •
un’apertura verso un nuovo anno di attività. |
tecniche
generali necessarie per la vita della squadriglia e del reparto nella
natura e imparino, inoltre, a valutare l’impatto ambientale della loro
presenza. Art.
26 CAMPO ESTIVOIl
campo estivo, momento privilegiato della squadriglia e della vita di tutto
il reparto, risponde alle esigenze dei ragazzi che chiedono autonomia,
avventura, condivisione; risponde inoltre all’offerta di momenti
educativi anche per quanto riguarda bisogni meno espressi. Il
campo è un banco di prova per i ragazzi per quanto riguarda: •
le capacità tecniche maturate; •
i rapporti vissuti; •
l’autonomia raggiunta dalle squadriglie; •
la gestione delle attività; •
lo spirito di adattamento all’ambiente circostante. Il
reparto vive questo momento curando che le attività e le tradizioni siano
vissute con serietà, essenzialità, divertimento, nello stile di impresa
che caratterizza tutta la durata del campo. |
Comunità. Almeno
una volta al mese, inoltre, il clan/fuoco e/o il noviziato vivono l’esperienza
dell’uscita. |
Art.
25 – Scouting
Tipico della proposta scout è lo scouting,
atteggiamento di proiezione verso l’ignoto, animato dal gusto di esplorare che
spinge ad andare oltre la frontiera.
I bambini, i ragazzi ed i giovani imparano facendo,
privilegiando l’esperienza attraverso l’esercizio continuo dell’osservazione,
della deduzione e dell’azione. Questo atteggiamento si realizza
prevalentemente attraverso l’acquisizione di abilità e di tecniche scout.
Art.
28 ATTIVITÀ NATURAL’attività
natura è finalizzata alla scoperta dell’ambiente naturale, in primo
luogo quello a diretto contatto con i bambini. Essa si realizza attraverso
il rapporto fisico ed emotivo con ogni suo componente, educando al gusto
per le cose belle ed allo stupore per il meraviglioso, attraverso l’osservazione
delle differenze, il coinvolgimento dei sensi, allo scopo di contemplare e
comprendere il senso più vero dei suoi equilibri, dei suoi ritmi e
dinamiche, consentendo ai bambini di fare proprie le norme basilari di un
comportamento corretto nella natura. Art.
29 ATTIVITÀ MANUALINell’ambito
delle normali attività di branco e di cerchio, grande rilevanza va data a
quelle esperienze che permettono ai bambini di godere del piacere di
realizzare qualcosa con le proprie mani. Tali attività devono stimolare
la creatività e la fantasia, educando al gusto per il lavoro ben fatto ed
alla semplicità. I
capi porranno particolare attenzione nel trasmettere ai bambini,
attraverso la manualità, lo stile di essenzialità e gratuità che
contraddistingue il metodo scout, stimolando in essi la ricerca di
soluzioni creative con l’uso di mezzi semplici ed adeguati alla loro
età. Le
attività devono essere caratterizzate da una progettazione, anche molto
semplice, che veda protagonisti i bambini. |
Art.
27 IMPRESALo
scouting trova la sua attuazione, per la branca esploratori e guide, nello
strumento dell’Impresa, cardine della vita di reparto e luogo
privilegiato dove vivere l’avventura. La
vita delle unità è un susseguirsi di imprese di reparto, di squadriglia
e di alta squadriglia. Le
imprese aiutano gli esploratori e le guide a sviluppare il senso critico,
a portare a compimento ciò che si è iniziato, a vivere con lealtà la
democrazia nelle strutture, ad acquisire nuove competenze, a incidere
nella realtà per produrre piccoli cambiamenti, attraverso
realizzazioni impegnative a misura dei ragazzi e delle ragazze. L’impresa
è prima di tutto uno stile, il modo di fare le cose. L’impresa è anche
un metodo per imparare a progettare ciò che si vuol essere e ciò che si
vuole realizzare, e a esserne consapevoli. È
uno stile che vale non solo per il momento particolare dell’impresa, ma
di tutta la vita del reparto: il sentiero di ogni esploratore e guida, le
riunioni e le uscite di reparto, di squadriglia o di alta squadriglia
dovranno essere permeati da questo stile. Ogni
impresa è scandita da sei fasi: •
ideazione •
lancio •
progettazione •
realizzazione •
verifica •
fiesta. La
struttura delle fasi è tale da richiedere uno spirito di collaborazione
che deve coinvolgere tutti i ragazzi e le ragazze. |
Art.
24 CAPITOLOIl
Capitolo è uno dei processi di conoscenza che permette di arrivare a
giudizi di valore sui quali fondare le scelte di vita personali e della
Comunità attraverso la metodologia del vedere-giudicare-agire. Si
distingue dalla semplice riunione a tema per lo specifico ruolo che deve
essere assunto da ognuno nell’approfondire il tema scelto, prima della
discussione comune e per l’esigenza di concludersi con un’esplicita
valutazione e concreta decisione di impegno personale e comunitario. Il
Capitolo prevede anche un momento di comunicazione e testimonianza all’esterno
e un’esperienza di Servizio. La
Comunità sceglie con attenzione gli argomenti di fondo da trattare sotto
forma di Capitolo durante l’anno. Pur
essendo attività più tipicamente rivolta al clan, è utile che anche i
novizi e le novizie siano coinvolti in alcune parti dei Capitoli di clan. Art.
25 IMPRESAL’impresa
è un’attività pratica limitata nel tempo ma intensa, che è insieme
avventura, gioia di stare insieme e gusto della scoperta, nonché
acquisizione di competenza. Può
essere impresa un servizio, una veglia, una attività natura. È
importante che l’impresa valorizzi le competenze acquisite in reparto. È
strumento metodologico privilegiato del noviziato. |
|
Art.
30 ATTIVITÀ A TEMALe
attività a tema impegnano il branco e il cerchio in un lavoro che si
sviluppa in un periodo di tempo relativamente lungo. Sono finalizzate al
raggiungimento di un obiettivo comune, concreto, chiaramente conosciuto
dai bambini. Le
attività a tema: •
permettono ai bambini di organizzare comunitariamente un’attività
scegliendo tempi e modi di realizzazione; •
danno a tutti la possibilità, data la molteplicità dei ruoli, di
partecipare e di esplicitare le proprie capacità; •
offrono l’opportunità di imparare tecniche nuove; comportano
il momento finale di verifica comune di ciò che si è raggiunto. Art.
31 LAVORO DI GRUPPOIl
branco e il cerchio possono suddividersi in piccoli gruppi formati con
criteri di volta in volta modificabili, per lavori semplici e concreti,
attività manuali… Il lavoro di gruppo mira a suscitare nuovi interessi,
a promuovere nuove tecniche, ad abituare alla collaborazione in piccoli
gruppi, ad assumere iniziative. |
L’impresa
deve realizzarsi in un periodo di tempo non troppo lungo e
richiede partecipazione organizzata di tutti, preparazione e
realizzazioni accurate, tutte commisurate agli esploratori e alle guide,
autentici protagonisti di ogni impresa. L’ideazione
e la scelta sono compiute grazie ad una “mappa delle realizzazioni”,
elaborata dai ragazzi e dalle ragazze, contenente le loro aspirazioni, i
sogni e i desideri, nati dall’osservazione
della realtà circostante; oltreché dalle verifiche di attività
precedenti. La mappa consiste in cose concrete da realizzare. In caso di impresa di reparto, una volta fatta la scelta, si costituisce il Consiglio d’Impresa, che comprende tutti i responsabili dei vari gruppi necessari per la preparazione e la realizzazione della stessa. Tali gruppi, quando è opportuno, possono non tenere conto della composizione delle squadriglie; in tal caso i responsabili possono non coincidere con i capi squadriglia. Compito del Consiglio d’Impresa è coordinare tutta la preparazione e la realizzazione, individuando i posti d’azione necessari per la buona riuscita dell’impresa, che saranno contenuti in una “Mappa delle opportunità” dalla quale ogni |
Art.
26 HIKEL’hike
è un momento di avventura vissuto dai rover e dalle scolte che da soli
partono per una breve route. Esso è un’occasione per apprezzare il dono
di un tempo per riflettere con se stessi e pregare individualmente,
dominare le proprie paure, sentire il bisogno e scoprire la gioia dell’incontro
con l’altro sulla Strada. Viene vissuto in uno stile di severa
essenzialità, nella dimensione di povertà. L’hike
è prezioso momento di vita interiore, occasione per riflettere sul
proprio “Punto della strada”, per offrirne poi il risultato al
confronto con i capi o con la Comunità. Particolari
esigenze della Comunità, delle persone o delle situazioni possono
consigliare che tale esperienza venga effettuata a coppie, conservandone
le caratteristiche essenziali. Art.
27 DESERTOIl
deserto è un’esperienza individuale di preghiera ed ascesi, uno spazio
di ascolto e meditazione. È un momento che può essere proposto all’interno
di altre attività di Comunità, di gruppo o durante l’hike. L’esperienza
di deserto è occasione significativa di |
|
|
esploratore
e guida attinge secondo il sentiero percorso. Il
Consiglio d’Impresa si scioglie automaticamente in occasione della festa
finale con cui si conclude l’impresa. Per
le imprese di squadriglia, i compiti del consiglio di impresa sono assunti
dal Consiglio di squadriglia che distribuisce i posti d’azione in
relazione al sentiero e alle competenze di ciascuno. È
essenziale che al termine dell’impresa si verifichi quanto è stato
vissuto, perché a tutti sia chiara la situazione del gruppo e dei
singoli. Ciò è compito del Consiglio della Legge, in caso di impresa di
reparto, e del Consiglio di squadriglia, in caso di impresa di
squadriglia. La
verifica considera sia i risultati raggiunti e le modalità di
raggiungimento, sia il comportamento e l’atteggiamento tenuti,
confrontandoli con gli scopi che il reparto o la squadriglia si erano
prefissi all’inizio. È necessario quindi che tali scopi, sia tecnici
sia di crescita, siano ben chiari all’inizio e fissati formalmente. Frutto
della verifica saranno, tra l’altro, la coscienza delle positività e
delle carenze personali e comunitarie rispetto alla Legge, nonché l’individuazione
di nuove realizzazioni di impresa da inserire nella mappa. È
bene che la fiesta conclusiva sia fatta sempre, indipendentemente dai
risultati ottenuti: occorre in ogni caso festeggiare il lavoro compiuto
insieme. |
maturazione
spirituale in continuità con il cammino quotidiano di preghiera e di
revisione di vita. Art.
28 CHALLENGEIl
challenge è un incontro incentrato soprattutto su attività fisiche e
tecniche dove predomina il senso della sfida con se stessi attraverso l’avventura
e il gioco. In esso si sperimentano le proprie capacità e i propri
limiti, si impara ad affrontare difficoltà impreviste, ad essere pronti,
a non scoraggiarsi, condividere la fatica e la gioia e ci si prepara al
Servizio. Viene vissuto a coppie. Art.
29 LAVORO MANUALEAl
lavoro manuale viene dedicata parte degli incontri della Comunità, in
quanto questa attività profondamente umana offre un modo in più per
esprimere se stesse, educa alla semplicità e all’essenzialità,
costituisce una forma di risparmio e di autofinanziamento anche per
effettuare le proprie attività L’autofinanziamento è la modalità
preferenziale con cui il clan/fuoco reperisce i fondi per effettuare le
proprie attività. La
Comunità incoraggia quindi le scolte ed i rover ad apprendere e
sviluppare abilità specifiche, partecipando anche ad attività come i
campi di lavoro e di specializzazione. |
|
|
Nel
reparto si sviluppano interessi personali e comunitari che non sempre sono
integrati nelle imprese del momento. Questi sono comunque stimolati e
seguiti dai capi utilizzando l’atmosfera d’impresa. Se questi
interessi sono coltivati da gruppi stabili, i capi faranno in modo che le
relazioni personali all’interno di tali gruppi e i ruoli di ciascuno
siano educativamente positivi, secondo i principi generali utilizzati in
tutta la vita del reparto. Art.
28 ABILITÀ MANUALEL’acquisizione
e l’esercizio della manualità è un elemento essenziale nel percorso
educativo degli esploratori e delle guide. Fare
le cose con le proprie mani sviluppa l’abitudine all’autonomia, educa
alla valorizzazione di ciò che si possiede, stimola la creatività sia
nelle progettazioni che nelle realizzazioni concrete. Allo stesso tempo l’abilità
manuale, sviluppando nei ragazzi e nelle ragazze il gusto del lavoro
finito, li rende maggiormente protagonisti delle loro imprese e li stimola
a migliorarsi e a mettere a disposizione di tutti le loro capacità. |
|
|
|
Art.
29 HIKETra
le esperienze importanti da offrire ai ragazzi e alle ragazze nel cammino
tra la tappa dell’autonomia e quella dell’animazione va dato un valore
essenziale all’hike. Da soli o a coppie monosessuate, gli esploratori e
le guide potranno così affrontare in un clima di avventura e di contatto
stretto con l’ambiente un’occasione che richiede loro responsabilità,
autonomia, competenza, silenzio, riflessione e preghiera. L’hike
consente di ricapitolare il sentiero percorso, maturare spunti per il
periodo dell’animazione che si sta approfondendo. Anche se l’hike è
vissuto a coppie, deve riservare uno spazio adeguato ai momenti personali. |
|
Aderendo liberamente alla proposta dello scautismo si
intraprende un cammino di autoeducazione che rende protagonisti il ragazzo e la
ragazza della propria crescita. Tale percorso si sviluppa attraverso una
graduale e consapevole progressione, vivendo esperienze e riflettendo
criticamente su di esse nello spirito della Legge, della Promessa e del Motto.
Si definisce progressione personale il processo
pedagogico che consente lo sviluppo graduale e globale della persona, mediante l’impegno
ad identificare, sviluppare e realizzare le proprie potenzialità. Tale processo
si attua attraverso una serie di esperienze concrete in rapporto ad obiettivi
determinati: in questo modo la persona è stimolata a crescere ed a prenderne
consapevolezza.
La progressione personale del ragazzo e della ragazza
è unitaria, cioè proposta e vissuta con continuità all’interno delle tre
branche.
Punto di riferimento dell’intero percorso è la
Partenza, compimento dell’iter educativo proposto dall’associazione.
L’uomo e la donna della Partenza sono coloro che
scelgono di giocare la propria vita secondo i valori proposti dallo scautismo,
di voler essere uomini e donne che indirizzano la loro volontà e tutte le loro
capacità verso quello che hanno compreso essere la verità, il bene e il bello,
di annunciare e testimoniare il Vangelo, di voler essere membri vivi della
Chiesa, di voler attuare un proprio impegno di servizio.
Questo cammino viene vissuto in una dimensione
progettuale che si concretizza in uno stile di accoglienza, condivisione,
fedeltà, essenzialità, partecipazione.
• Accoglienza è riconoscere la gratuità del dono
della vita ed acquisire un atteggiamento di fiducia nei confronti della “chiamata”,
lasciarsi interrogare dalla molteplicità e diversità dell’esperienze e
ricondurle ad unità nella propria coscienza.
• Condivisione è essere attenti con costanza alla
vita degli altri, al di là di ogni barriera religiosa, razziale, ideologica per
realizzare itinerari comuni di liberazione dal male e dall’ingiustizia. È,
ancora, coinvolgersi pienamente nella “relazione con l’altro” assumendosi
consapevolmente le proprie responsabilità.
• Fedeltà è vivere in modo coerente e costante i
valori scelti ed i rapporti con le persone, superando superficialità e
leggerezza, sapendo riprendere il cammino dopo un fallimento. Essere fedeli è
assumere responsabilmente la ricchezza e la complessità del proprio progetto di
vita.
• Essenzialità è scoprire ciò che è realmente
importante nella vita, al di là del superfluo, contro ogni consumismo. È punto
di partenza per l’elaborazione di una scala di valori in cui il servizio
diventa criterio di valutazione delle decisioni personali.
• Partecipazione è sentirsi parte e impegnarsi
nella vita civile ed ecclesiale superando atteggiamenti individualistici e
privatistici e aprendosi alla dimensione pubblica e collettiva.
La progressione personale è graduale: per ogni
fascia di età la crescita e lo sviluppo della persona si attuano secondo
momenti ricorrenti:
• dal momento della scoperta in cui si fa leva sul
naturale desiderio di conoscere e affrontare nuove esperienze e situazioni;
• all’acquisizione di competenza che avviene
attraverso l’approfondimento e l’interiorizzazione di quanto si è scoperto.
Ciò significa sperimentare con serietà e impegno i propri talenti, scontrarsi
con i propri limiti e, con l’aiuto dei capi, accettarli e superarli;
• per giungere infine all’assunzione di
responsabilità che significa saper rispondere, con la competenza e lo stile
acquisiti, alle esigenze che si presentano giorno per giorno.
Queste fasi vanno comprese nella loro interdipendenza
e necessità: indicano i tre passaggi pedagogici essenziali che, per ogni
proposta, i capi fanno vivere ai propri ragazzi attraverso la specifica
metodologia di branca.
La progressione personale è globale: il ragazzo e la
ragazza sono aiutati a crescere armonicamente in tutte le dimensioni della vita,
nella presa di coscienza delle proprie potenzialità e nell’accettazione
serena dei propri limiti.
Nelle dimensioni relazionali fondamentali della vita
(con se stessi, con Dio, con gli altri, con il mondo) vanno individuati gli
elementi che permettono di cogliere e concretizzare nel cammino di progressione
personale la crescita della persona nella sua interezza.
L/C Art.
32 PROGRESSIONE
PERSONALE PISTA PERSONALE / SENTIERO PERSONALE La
progressione personale si concretizza nella pista personale del lupetto e
nel sentiero personale della coccinella, elaborati nel quadro del
programma di unità. La
progressione si attua: •
proponendo esperienze nelle quali il “pensare” ed il “fare” si
fondono per dar luogo ad azioni, nello stesso tempo molto concrete e
fortemente motivate; •
sollecitando il massimo impegno, tenendo presente che, ancor prima dei
risultati, è importante fare “del proprio meglio”; |
E/G Art.
30 PROGRESSIONE PERSONALE E SENTIERO: METE E OBIETTIVI La
centralità della branca E/G, lungo l’itinerario formativo verso la
Partenza, fa sì che nell’unità di reparto siano presenti bambini e
bambine provenienti dal branco/cerchio e ragazzi e ragazze in procinto di
passare alla branca R/S. Nella
progressione personale ciò comporta: •
una particolare attenzione all’accoglienza e alla valorizzazione delle
esperienze vissute dai più piccoli in branco/cerchio; •
una collaborazione con la |
R/S Art.
30 MOMENTI
E DIMENSIONI DELLA PROGRESSIONE PERSONALE La
branca R/S propone ai giovani un cammino di crescita proporzionato alla
maturità dei singoli; questa attenzione deve essere presente in tutte le
attività della Comunità R/S. La
progressione personale è il perno attorno al quale si costruisce l’itinerario
formativo della persona, è il momento di messa a fuoco e di sintesi di
tutte le esperienze vissute dentro e fuori lo scautismo. L’esperienza
scout non è la vita, ma è esemplare rispetto ad essa; suo scopo è di
sfociare, di |
|
•
facendo verificare al bambino e alla bambina, attraverso gesti concreti,
il proprio impegno in tutti gli ambiti di crescita (famiglia, scuola,
parrocchia, branco, cerchio…) •
stimolando con opportune proposte, sia individuali che di unità, la
valorizzazione delle capacità di ognuno; •
mantenendo sempre viva la tensione alla scoperta e alla verifica, educando
così al senso della provvisorietà dei risultati raggiunti; •
realizzando un clima di Famiglia Felice; •
facendo scoprire la validità e la ricchezza del servizio come strumento
di educazione all’amore. |
direzione
della Comunità R/S che favorisca la continuità del cammino personale dei
ragazzi e delle ragazze in età di passaggio. La
responsabilità educativa e pedagogica della crescita di ogni ragazzo e
ragazza è affidata alla direzione di unità, tenendo conto che il ragazzo
e la ragazza sono protagonisti e responsabili del proprio sentiero. Lo
Staff osservando la situazione del singolo individua quei cambiamenti che
sono utili al ragazzo e/o alla ragazza per realizzare se stesso/a. Il
processo di cambiamento si realizza attraverso l’individuazione di mete
concrete legate all’esperienza, chiaramente comprensibili e verificabili
anche da tutta la |
dissolversi
nella vita concreta dell’uomo adulto, fatta di fede matura, di amore, di
lavoro e di impegno sociale e politico. Se il modo di procedere appreso
nell’esperienza di Comunità R/S è diventato “abito mentale” potrà
restare uno strumento utile alla progettazione della vita anche dopo la
Partenza. Lungo il cammino di crescita il ragazzo e la ragazza hanno
bisogno di essere aiutati a sviluppare tutte le loro capacità fisiche e
psichiche intellettuali e spirituali nelle quattro dimensioni fondamentali
della vita: •
la relazione con se stessi, con il proprio corpo con la propria storia,
con le percezioni, i sentimenti i pensieri che di volta in volta si |
|
Art.
33 MOMENTI
DELLA
PROGRESSIONE
PERSONALE La
progressione personale si realizza nei seguenti tre momenti: Momento della scopertaIl
lupetto e la coccinella cominciano a prendere conoscenza di sé, dei
propri bisogni, delle proprie capacità; scoprono progressivamente chi
sono gli altri e sperimentano la comunità come ambiente di vita. Scoprono
che essa ha norme proprie che ne regolano e ne garantiscono la vita e si
impegnano ad aderire ad esse. Durante questo momento diventano lupo della
Legge e coccinella del Prato. Momento della competenzaIl
lupetto e la coccinella si aprono agli altri, iniziano a comprenderli e
vengono coinvolti consapevolmente nella vita del branco e del cerchio. Cominciano
ad assumere e a realizzare degli impegni personali, sentendosi parte
integrante della comunità. Con la loro attività contribuiscono
personalmente alla vita di branco e di cerchio. |
comunità.
La
progressione personale è il progetto di ogni ragazzo e ragazza, alla
scoperta della propria vocazione. Alla realizzazione della progressione
personale partecipano: • il ragazzo e la ragazza, sempre più consapevolmente; •
il capo, che fornisce l’occasione di vivere esperienze e gli strumenti
per leggerne i significati più profondi per la loro vita, favorendo,
così, l’autocoscienza; •
la comunità di reparto, che crea l’ambiente e il clima positivo di
fiducia e di tensione verso gli ideali della Legge e della Promessa e che
offre occasioni di verifica. Ciò
che la direzione di unità ha elaborato pedagogicamente circa la
progressione personale (esplicitato nel progetto di unità) si traduce
nella vita di reparto, per ciascun esploratore e guida, in un sentiero
segnato da quattro tappe: •
scoperta; •
responsabilità; •
autonomia; •
animazione. Le
tappe, ispirandosi a momenti successivi di maturazione della |
vivono
in una parola con la propria interiorità; •
la relazione con Dio: il dialogo fra la creatura e il Creatore nella
riflessione sulla Parola, nella preghiera e nei Sacramenti; •
la relazione con l’altro, nella famiglia nella coppia, nei rapporti con
gli amici, nella comunità di riferimento; •
la relazione con il mondo, con l’ambiente, con il lavoro, con la
società complessa nel suo vario articolarsi. La
progressione personale del rover e della scolta può essere allora pensata
come percorso di progressione orientata in quattro dimensioni relazionali.
La modalità di cammino sarà la ricerca in avanti di nuovi punti di
equilibrio interne alle singole dimensioni relazionali o intrecciati tra
esse. Art.
31 SALITA AL NOVIZIATO DELLA COMUNITÀ R/S La
guida e l’esploratore che lasciano il reparto o il giovane proveniente
dall’esterno entrano nella Comunità R/S accettando di sperimentare nel
noviziato la |
|
Durante
questo momento diventano lupo della rupe e coccinella del bosco. Momento della responsabilitàIl
lupetto e la coccinella individuano le prede e gli impegni da assumere e
le occasioni per realizzarli. Hanno sufficiente fiducia e conoscenza delle
proprie possibilità per porsi in condizione di trascinare la comunità. Sono
in grado di fare proposte operative che coinvolgono il branco e il
cerchio; sono pronti a mettere a disposizione della comunità le proprie
capacità. Anche al di fuori del branco e del cerchio, si pongono in
atteggiamento di disponibilità, non tanto come singoli, ma come testimoni
della comunità alla quale appartengono. Durante
questo momento diventano lupo anziano e coccinella della montagna e sono
chiamati a testimoniarne lo spirito fino alla salita in reparto. Al
termine di questo momento i lupetti e le coccinelle hanno fatto proprie
tutte le occasioni di crescita che il branco e il cerchio possono offrire.
È il momento della salita al reparto. |
personalità
dei ragazzi, ne sottolineano un aspetto predominante che non esclude gli
altri sia in termini di scoperta, di competenza e responsabilità. Per
il raggiungimento delle tappe vengono prefissate alcune mete che hanno lo
scopo di aiutare i ragazzi e le ragazze nella formazione del carattere
attraverso la scoperta della propria originalità, la comprensione e l’accettazione
dei propri limiti e talenti, nello sviluppo di tutte le dimensioni della
propria personalità. Esse
vengono fissate, all’inizio del tempo dedicato alla tappa ed in seguito,
dall’esploratore e dalla guida, dialogando con il caporeparto e/o la
caporeparto tenendo conto di quanto è stato espresso negli ultimi
Consigli della Legge e, quindi, messe a conoscenza di tutta la comunità
di reparto e, in modo particolare, della comunità di squadriglia, che
contribuiranno con l’interessato a tradurle in obiettivi. Le mete devono essere impegnative, ma proporzionate alle forze dei ragazzi e delle ragazze, e richiedere sforzo e |
proposta
del roverismo-scoltismo, in una tensione alla disponibilità e al
cambiamento. Per il giovane sedicenne proveniente dall’esterno questo
primo anno sarà anche il periodo opportuno per manifestare attraverso la
“Promessa” la sua adesione allo scautismo. Art.
32 FIRMA DELL’IMPEGNOIl
rover e la scolta nel corso del primo anno di clan/fuoco manifestano la
volontà di impegnarsi secondo le indicazioni espresse nella carta di
clan, attraverso la firma dell’impegno. Questo
avviene apponendo la propria firma alla carta di clan. La
firma coincide con l’assunzione di un effettivo impegno di servizio e di
condivisione all’interno del clan/fuoco. Art.
33 PARTENZATra
i 20 e i 21 anni le scolte e i rover chiedono che i capi e l’assistente
ecclesiastico della comunità riconoscano che per essi è giunto il
momento di abbandonare il clan/fuoco ed attuare al di fuori della
comunità |
|
Art.
34 PREDE
DEL LUPETTO/ Il
lupetto e la coccinella, vivendo in branco e in cerchio i tre momenti
della progressione personale, assumeranno per ciascuno di essi prede e
impegni concreti ed individuali che caratterizzeranno la propria pista e
sentiero personale. Attraverso
la pista e il sentiero personale, i bambini si rendono autentici e
consapevoli protagonisti della propria formazione. Gli obiettivi da
raggiungere, suggeriti anche dalle attività dei filoni, vanno
proporzionati all’età ed al livello raggiunto, nel rispetto della
personalità di ciascuno. Nell’individuazione delle prede e degli
impegni personali, particolare cura andrà rivolta agli interessi, anche
inespressi, di ciascuno ed a quelli emergenti dalla realtà in cui si
opera. I bambini saranno gradualmente coinvolti nella definizione della
loro pista e del loro sentiero, tramite il dialogo personale con i capi
dello staff. Il
lupetto e la coccinella, per conseguire i tre momenti della progressione
personale, si impegnano a cacciare e a volare con i seguenti personaggi
dell’Ambiente Fantastico utilizzato nell’unità: •
Akela-Bagheera-Baloo-Kaa per la Giungla •
Arcanda-Scoiattoli-Scibà-Mi per il Bosco. Ad
ognuno dei quattro personaggi corrisponde uno dei quattro punti di B.-P: •
Akela-Arcanda: formazione del carattere •
Baloo-Scibà: servizio al prossimo |
tenacia per il loro raggiungimento. È essenziale che le mete da raggiungere siano concrete, legate alla vita quotidiana del ragazzo e della ragazza nel reparto e fuori di questo. In occasione di ciascuna impresa ogni esploratore e guida si assume, o riceve dalla comunità di appartenenza, particolari obiettivi. Questi nascono da una parte dalle mete e, dall’altra, dall’impresa che si sta vivendo. Gli
obiettivi e i posti d’azione vengono fissati all’inizio e verificati
al termine dell’impresa. La
verifica delle mete avviene nel Consiglio della Legge, o nel Consiglio di
squadriglia per le imprese di squadriglia, ma in ogni caso insieme all’interessato. Per
tradurre in reparto i contenuti della proposta scout (della fede, dell’amore/relazioni,
della politica/cittadinanza) ci si avvale dell’uso dei filoni che
rappresentano, in altri termini, una razionalizzazione – ad uso dei capi
– dei quattro punti di B.-P.. I
filoni essenziali sono: •
scoperta di Dio e spirito scout; •
educazione sociale e scoperta del Paese; •
vita all’aperto e natura; •
osservazione e deduzione; •
abilità manuale; •
salute ed attività fisica; •
espressione. Art.
31 TAPPA DELLA SCOPERTAÈ
il momento in cui il ragazzo e la ragazza cominciano a sentire il bisogno
di compiere esperienze al di fuori dell’ambito ristretto della famiglia,
da cui iniziano gradualmente a staccarsi per l’esigenza di scoprire un
mondo più vasto. L’esploratore e la guida hanno un desiderio intenso di attività, di esperienze nuove, cominciano ad |
R/S
le proprie scelte di vita, rispondendo in tal modo alla propria vocazione. Termina
così l’itinerario educativo proposto dallo scautismo e comincia quello
di educazione permanente dell’adulto (assunzione piena della
responsabilità). La
coerenza con le scelte di vita (quali ad esempio nell’ambito politico,
nella fede, nel servizio) e l’acquisizione di un sufficiente livello di
autonomia vanno verificate con l’aiuto dei capi e della Comunità R/S
sulla base di uno stile di vita, che sia confermato da scelte concrete. Se
la scolta e il rover scelgono di giocare la propria vita secondo i valori
proposti dallo scautismo, di voler essere uomini e donne che indirizzano
la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno compreso
come la verità, il bene e il bello, di annunciare e testimoniare il
Vangelo, di voler essere membri vivi della Chiesa, di voler attuare un
proprio impegno di servizio, allora l’uscita dal clan/fuoco prende il
nome di “Partenza”. Coloro
che hanno fatto scelte diverse lasciano il clan/fuoco circondati dalla
fraternità di tutta l’unità, con le modalità che volta per volta
stabilisce la Comunità stessa. La
Partenza, va maturata durante tutto il cammino in branca per aiutare il
rover e la scolta a focalizzare le scelte per un futuro progetto di vita,
riflettendo sul Servizio e sul suo ruolo di cittadino. Durante l’ultimo
anno di clan/fuoco il rover e la scolta avranno un rapporto privilegiato
col capo e l’assistente ecclesiastico, con un’attenzione alla
preghiera personale, alla ricerca di momenti di solitudine (hike,
deserto), alla lettura dei |
|
•
Bagheera-Scoiattoli: efficienza fisica •
Kaa-Mi: abilità manuale. Tale
riferimento ha esclusivo significato per i capi. I
bambini verranno stimolati, rifacendosi alle caratteristiche dei quattro
personaggi dell’ambiente fantastico utilizzato, a ricercare delle prede
e degli impegni personali, concreti e verificabili. Ogni
preda e ogni impegno verranno elaborati utilizzando liberamente e
combinando tra loro uno o più filoni di attività. Il cammino di ciascun
lupetto e di ciascuna coccinella va visualizzato tramite strumenti idonei
che indichino la continua progressione alla comunità e al singolo. Art.
35 DISTINTIVINel
corso di ciascun momento, dopo aver fatto del proprio meglio per portare a
termine tutti gli impegni assunti, il lupetto e la coccinella
riceveranno uno specifico distintivo e verranno chiamati con un
nome, ispirato all’Ambiente Fantastico che distingue tra loro i tre
momenti della progressione personale. I nomi sono: •
Lupo della legge /coccinella del Prato (momento coincidente con la
Promessa) •
Lupo della rupe/coccinella del bosco •
Lupo anziano/coccinella della montagna. Durante
questi momenti i capi e i bambini dovranno valutare insieme la preda e l’impegno
raggiunti, soprattutto sulla base dello sforzo compiuto, delle difficoltà
incontrate e dei progressi realizzati dal singolo. La
descrizione dei distintivi e i modelli approvati sono riportati nell’allegato
1 del regolamento. |
approfondire
lo sviluppo del pensiero astratto e concettuale; resta però ancora
predominante la forma di conoscenza pratico-operativa (“come si fa”).
Ai ragazzi e alle ragazze piace osservare e scoprire gli aspetti della
realtà e avere spiegazioni più precise dei fenomeni: è il periodo degli
interessi oggettivi. Il
ragazzo e la ragazza, dopo aver accettato con la Promessa di entrare
definitivamente a far parte della comunità scout, intensificano in questa
tappa del sentiero la vita nel reparto e nella squadriglia che diventano l’ambiente
dove trovare risposta all’avventura, alla responsabilità, alla voglia
di mettersi alla prova. In
questa fase occorre quindi cominciare a darsi da fare per contribuire in
prima persona alla vita della squadriglia, iniziando ad assumersi alcuni
incarichi precisi, a saper vivere insieme agli altri in squadriglia (vedi
il filone dell’educazione sociale), imparando un poco alla volta a
saper fare le cose necessarie per la squadriglia stessa. L’esploratore
e la guida devono essere stimolati a “fare“ imparando, ad usare le
proprie mani, sfruttando la propria inventiva personale, a costruire da
soli, con poco, ma con buon gusto e con risultati discreti (vedi il filone dell’abilità manuale). I
ragazzi e le ragazze, partecipando alle uscite di squadriglia e di reparto
e al campo estivo, faranno le prime e più semplici conoscenze della vita
all’aperto, iniziando a rendersi conto con soddisfazione personale, di
saper fare qualcosa da soli, autonomamente, senza essere di peso nelle
attività del reparto e di squadriglia (vedi
il filone della vita all’aperto e natura). |
testi,
alla riflessione, alla partecipazione a momenti di confronto con altri “partenti”
e di formazione sociale. La
Partenza della scolta e del rover è un’occasione di riflessione e di
verifica per tutta la Comunità. Art.
34 EVENTI DI PROGRESSIONE PERSONALE Gli
“Eventi di progressione personale” sono occasioni che servono a
riflettere, ad acquisire competenze, a migliorare il livello sia della
consapevolezza delle scelte sia delle attività su cui concretamente
poggia quotidianamente ogni itinerario di progressione personale. Hanno
come obiettivo la crescita di ognuno dei partecipanti e delle Comunità
R/S, al fine di essere più presenti ed incisive nel proprio ambiente,
siano essi eventi a partecipazione individuale o comunitaria. A seconda
del tipo e della finalità specifica, si distinguono in: campi tecnici per
la competenza, campi di Servizio, campi di spiritualità e preghiera,
campi di orientamento al Servizio associativo. Essi propongono confronti e
approfondimenti diversi, ma con un filo conduttore comune, in linea con
gli itinerari educativi proposti dall’associazione, attenti alla
globalità della persona e si inseriscono nell’itinerario di fede della
scolta e del rover. Sono
tutte occasioni di progressione personale, distribuite nel corso della
vita R/S per rispondere all’esigenza di momenti formativi specifici che
non sempre è possibile concretizzare all’interno della propria
Comunità: è necessario cercare anche fuori dal proprio ambito esperienze
basate su un |
|
Art.
36 FILONII
filoni di attività rappresentano la razionalizzazione
e la diretta applicazione dei quattro punti di B.-P. Sono uno
strumento ad uso dei capi e costituiscono dei suggerimenti per proporre
esperienze mirate a realizzare la formazione globale ed armonica dei
bambini. Le
singole attività collegano opportunamente i vari filoni, secondo il
programma di unità. I
filoni di attività sono i seguenti: •
Formazione religiosa: comprende
le attività che stimolano il lupetto e la coccinella a conoscere Gesù
Cristo e il suo Vangelo; a scoprirsi, in Lui, figli di Dio; a vivere come
fratelli e sorelle di ogni uomo, parte attiva e irripetibile nella
costruzione del Regno di Dio. •
Natura e vita all’aperto:
comprende le attività che sottolineano l’importanza educativa della
natura che viene intesa come luogo di piacevoli e meravigliose avventure e
fonte di molte scoperte. •
Formazione fisica: comprende le
attività che mirano a far prendere coscienza del proprio corpo, con i
suoi limiti, cercando di svilupparne tutte le potenzialità e a usarlo nel
modo migliore, anche al servizio degli altri. •
Allenamento dei sensi: l’opportuno
allenamento dei sensi, abitualmente meno utilizzati, permette un
arricchimento dell’esperienza per un corretto sviluppo della persona.
Essi sono il mezzo principale con cui i bambini entrano in contatto con la
realtà. |
Scopriranno
Gesù attraverso le sue parole, la storia della sua vita e la preghiera
che ci ha insegnato (vedi il filone
scoperta di Dio e spirito scout). Inizieranno
a conoscere e rispettare il proprio corpo imparando ad educarlo
gradualmente (vedi il filone salute
e attività fisica) e a usarlo anche come mezzo di comunicazione con
gli altri (vedi il filone
espressione). Questo
sarà anche il momento di una scoperta dell’ambiente in cui i ragazzi e
le ragazze vivono, iniziando da quello scout per allargarsi poi agli altri
ambienti: famiglia, scuola, parrocchia, quartiere, città (vedi
il filone educazione al sociale e scoperta del paese). In questa tappa così ricca di scoperte è importante stimolare i ragazzi e le ragazze ad una attenta osservazione delle cose, dei fatti e delle esperienze, ed abituarli a fare le proprie deduzioni (vedi filone osservazione e deduzione). In questa parte del sentiero saranno conquistate le prime specialità, orientate a impadronirsi delle tecniche tipiche dello scouting (soprattutto quelle di manualità, campismo, espressione). Sarà questa l’occasione in cui valorizzare le specialità acquisite in branco/cerchio. Art.
32 SPECIALITÀIndividualmente,
a seconda delle inclinazioni e attitudini personali, i ragazzi e le
ragazze scopriranno, sceglieranno, acquisiranno alcune specialità che
diano loro la possibilità di valorizzare le proprie |
confronto
ampio e sull’acquisizione di nuove competenze. Questi
eventi sono accomunati da un’attenzione all’educazione alla fede
espressa attraverso momenti di preghiera comunitaria ed ecclesiale (ad
esempio la Liturgia delle Ore). Affinché l’esperienza costituisca
realmente occasione di crescita, è importante che il rover e la scolta e
le loro Comunità siano coinvolte prima e dopo l’evento. In particolare
lo staff ha cura di questo coinvolgimento ed esprime suggerimenti per il
cammino di maturazione di ciascun partecipante. In
allegato: Tipologia degli eventi di progressione personale a
partecipazione individuale. Art.
35 STRUMENTI
DELLA
PROGRESSIONE PERSONALE Il
punto della strada è uno degli strumenti di progressione personale che è
possibile utilizzare nella branca R/S e rappresenta un momento di sosta in
cui il rover e la scolta fanno il punto della situazione, si orientano e
ripartono verso l’obiettivo. Il
punto della strada si sviluppa in quattro fasi: •
fase della coscienza, in cui
il/la giovane mette a fuoco il cammino compiuto e si rende consapevole del
suo modo di essere e di relazionarsi con se stesso, con Dio, con gli altri
e con il mondo; •
fase del confronto, in cui il/la
giovane verifica se stesso e il proprio cammino con la Parola di Dio, la
Legge, la carta di clan, di fronte alla comunità e ai capi; •
fase del progetto, nella quale
il/la |
|
•
Abilità manuale: comprende le
attività che servono a sviluppare una creativa manualità, imparando il
gusto di fare da sé. Tali attività permettono la libera espressione
della fantasia, si propongono un fine concreto e un miglioramento
costante, attraverso vari livelli di difficoltà e l’opportuna
collocazione del lavoro individuale in quello di gruppo. •
Espressione: comprende
le attività che stimolano l’utilizzazione di diverse modalità
comunicative che coinvolgono il corpo, la mimica, la parola, il disegno.
Esso consente di educare la fantasia e la creatività, riscoprendo la
realtà delle cose e instaurando rapporti autentici tra le persone. •
Formazione sociale: comprende le
attività che hanno lo scopo di far scoprire al lupetto e alla coccinella
l’esistenza dell’altro, valorizzando le diversità, l’essere parte
anche di comunità più grandi del branco e del cerchio. Favorisce,
inoltre, lo svilupparsi di un atteggiamento adeguatamente critico e sereno
su quanto succede intorno, accettando e rispettando punti di vista diversi
dal proprio. Art.
37 SPECIALITÀLe
specialità sono uno strumento di completamento della pista e del sentiero
personali, tese a sviluppare le capacità individuali, sia evidenti che
nascoste. I
lupetti e le coccinelle “specialisti” mettono a disposizione della
comunità le competenze acquisite. L’elenco
delle specialità è riportato nell’allegato 2 del regolamento. |
potenzialità
e di vivere responsabilmente un ruolo nella comunità, mettendosi a
disposizione degli altri. Le
specialità, per quanto possibile, devono trovare uno spazio effettivo all’interno
delle attività. Esse costituiscono il primo passo nell’approfondimento
delle capacità personali che, arricchite di cognizioni tecniche, possono
far sviluppare attitudini verso cui i ragazzi e le ragazze si sentono
portati. Nell’ambito del sentiero si potrà proporre ai ragazzi che già
si trovano in cammino verso la tappa della scoperta il raggiungimento di
alcune specialità. Le specialità diverranno elemento essenziale nell’impegno
verso la tappa della responsabilità e la tappa dell’autonomia. I capi
le utilizzeranno anche come strumento per stimolare la ricerca dei ragazzi
e delle ragazze in settori a loro sconosciuti. Là
dove l’interesse dei ragazzi va oltre i settori attualmente coperti
dalle specialità previste, si utilizzerà la specialità “jolly”. Nell’allegato
3 si trova l’elenco delle specialità individuali. Art.
33 TAPPA DELLA RESPONSABILITÀ È
il momento in cui il ragazzo e la ragazza hanno bisogno di essere
ulteriormente incoraggiati e aiutati a scoprire e valorizzare attitudini e
inclinazioni personali ed è anche il momento in cui hanno bisogno di
riflettere su se stessi e di confrontarsi con gli altri. Alcune
mete comuni da proporre in questa tappa del sentiero, insieme ad altre
legate ai carismi di ciascuno, sono: |
giovane
fissa (o rifissa) gli obiettivi di progressione personale a cui puntare; •
fase del programma, dove il/la
giovane individua gli impegni concreti e verificabili che si assume di
fronte alla comunità. I
punti della strada devono affermare insieme la loro esemplarità e
limitatezza, essere semplici e gestibili dal giovane, essere percepiti
come momenti di vera progressione, essere occasioni di confronto, proporre
esplicitamente l’orientamento alla Partenza, porsi come perno attorno al
quale si organizza la consapevolezza della propria identità attraverso le
esperienze vissute dentro e fuori lo scautismo. Il
punto della strada, che può tipicamente riproporsi in due - tre momenti
nell’arco dell’anno, può essere realizzato con diverse modalità,
privilegiando la dimensione comunitaria ed arricchendosi attraverso il
confronto con i capi e l’assistente. I
punti della strada possono coincidere con i momenti della tradizione della
branca (salita al noviziato, firma dell’impegno, Partenza), i momenti
forti della vita di comunità (route, conclusione di Capitoli, verifica
finale del servizio...), in occasione della partecipazione ad eventi di
progressione personale o comunque significativi per il giovane. |
|
|
•
scoprire Gesù vivente nella Chiesa e nei fratelli più vicini (vedi il
filone scoperta di Dio e spirito scout); •
scoprire le loro responsabilità nella famiglia, nella scuola,
nella Chiesa,
nella comunità
di reparto
(vedi il filone educazione sociale e scoperta del paese); •
acquisire capacità pratiche generali di vita all’aperto e imparare a
conoscere il valore delle proprie mani e della propria intelligenza (vedi
il filone vita all’aperto e abilità manuale); •
abituarsi a praticare sane regole igieniche di vita (vedi il filone salute
e attività fisica); •
scoprire più intimamente la vita della natura osservandone con attenzione
i fenomeni più importanti (vedi il filone vita all’aperto e natura); •
sviluppare con occasioni concrete (gioco, vita all’aperto, vita di
squadriglia e di reparto, imprese ecc.) lo spirito di osservazione e la
capacità di ragionare sulle cose, sui problemi, sulle esperienze (vedi il
filone osservazione e deduzione); •
vivere occasioni di incontro che diventano più gioiose quando sono
vissute da attori e non da spettatori (vedi il filone espressione). Art.
34 TAPPA DELL’AUTONOMIAÈ
il momento in cui il ragazzo e la ragazza cercano sempre più di affermare
la loro personalità e in cui si rendono conto a poco a poco delle loro
aspirazioni. Con il passare dei mesi sentono sempre più forte la
necessità di avere anche essi responsabilità, di affermarsi, di scoprire
un loro ruolo preciso e di trovare sicurezza, stima e fiducia. Durante
questo periodo dovranno avere la possibilità di: |
|
|
|
•
sperimentare autonomia, fiducia e corresponsabilità impegnandosi come
capi o vice delle squadriglie oppure come responsabili di gruppo di
impresa o di lavoro; •
sviluppare le loro doti di osservazione e di giudizio e di diventare
padroni delle capacità tecnico/organizzative che permettono di saper
trarre conseguenze operative immediate e concrete nelle più diverse
situazioni (raid, uscite di squadriglia, imprese di squadriglia, ecc.); •
scoprirsi parte rilevante della natura per conoscerla, capirla, amarla;
per riflettere su di essa e imparare cose nuove di se stessi e nuovi
atteggiamenti; •
rendersi conto di alcune realtà del mondo in cui viviamo per capire
meglio gli altri. Art.
35 Sempre
durante questo periodo, i ragazzi e le ragazze dovranno essere messi di
fronte alla competenza, che richiede conoscenze ed esperienze specifiche e
globali nel settore prescelto, fino a conseguire il brevetto di
competenza. La competenza richiede: •
una scelta precisa e matura; •
un’applicazione costante e sistematica; •
l’intenzione di farne partecipi gli altri. Attraverso il lavoro
consapevolmente scelto e sistematicamente perseguito, i ragazzi e le
ragazze avranno la possibilità di collaudare il loro grado di maturità e
quindi di consolidare il loro carattere. Attraverso le tecniche, che la
competenza comporta, riscopriranno la vita scout ad un |
|
|
|
grado
più alto di applicazione, ne avvertiranno la ricchezza e riceveranno uno
stimolo adeguato al loro bisogno di attività e al loro impulso creativo. Per
tutti questi motivi, ogni ragazzo e ragazza potrà conseguire un solo
brevetto di competenza, o tutt’al più due, che siano comunque affini.
Per acquisire il brevetto di competenza occorre: •
essere in possesso di almeno quattro specialità relative al settore di
competenza; •
aver convenientemente approfondito il brevetto di competenza prescelto
dimostrando effettiva capacità, affidabilità tecnica di grado elevato in
situazioni concrete, capacità di coprire ruoli di responsabilità - dal
punto di vista tecnico - di attività con altri ragazzi e ragazze,
comprensione del concetto che si è utili soltanto se si è capaci; •
aver partecipato a un momento associativo di confronto con gli altri sul
piano della competenza (incontri, corsi, cantieri, campi o altre attività
di zona, di regione, di settore, nazionali); •
aver sperimentato l’incarico di maestro di specialità in squadriglia o
in reparto. Nell’allegato
4 compare l’elenco dei brevetti di competenza.
Nell’allegato
5 si descrivono gli eventi di approfondimento della competenza. Art.
36 TAPPA DELL’ANIMAZIONE L’adolescenza
è il tempo della conoscenza e della scoperta di se stessi e degli altri
ed è anche il tempo dell’inventario e della sperimentazione delle nuove
capacità acquisite in preparazione alle scelte definitive del futuro. I
ragazzi e le ragazze: •
vogliono partecipare alla gestione delle comunità in cui vivono; |
|
|
|
•
hanno bisogno di confrontarsi personalmente con gli adulti; •
sono alla ricerca di una propria identità personale, anche - e
principalmente - come scoperta della propria sessualità nel confronto con
l’altro; •
hanno bisogno di esperienze di successo e di gratificazione che diano loro
la necessaria sicurezza nel progredire verso l’autonomia; •
sono alla scoperta di un senso da dare alla propria vita attraverso l’approfondimento
del loro vissuto e l’abitudine a proporsi delle scelte di fondo.
Durante
questo periodo i ragazzi e le ragazze dovranno: •
riscoprire e approfondire insieme ai capi la Legge e la Promessa scout; l’approfondire
insieme deve essere una provocazione continua ad essere coerenti, e un
confronto e un aiuto per camminare verso Cristo e verso i fratelli; •
testimoniare il proprio spirito di servizio e la propria competenza
contribuendo, nell’ambito della propria specializzazione, alla gestione
del reparto in modo diretto ed efficace; •
assumere nell’ambito dell’impresa insieme con gli altri specialisti,
soprattutto nel settore della propria competenza, responsabilità del
proprio ambiente (parrocchia, scuola, quartiere, città ecc.); •
mantenere la propria competenza a un grado tale da poter essere pronti in
ogni circostanza a servire validamente il prossimo; •
proporsi come maestro della competenza. Art.
37 CONSEGUIMENTO DELLA TAPPA E CONCLUSIONE DEL SENTIERO Il
raggiungimento di ciascuna tappa è segnato formalmente da una cerimonia
in cui, con parole e |
|
|
|
gesti
adeguati, seguendo le forme stabilite dalla tradizione del reparto, si
sottolinea il mantenimento della Promessa realizzato con il raggiungimento
delle varie tappe, che testimoniano la costanza dell’impegno e la
correttezza dell’atteggiamento. Per
il ragazzo e la ragazza che hanno concluso il cammino verso la tappa dell’animazione,
ogni reparto, secondo le proprie tradizioni, vive un momento significativo
che, attraverso una cerimonia comunitaria, sottolinei la conclusione del
sentiero. Art.
38 DISTINTIVIPer
far meglio comprendere ai ragazzi il senso delle tappe, e nello stesso
tempo non precludere ai singoli la scoperta di più ricchi significati,
ciascuna tappa è designata da un simbolo. I distintivi della progressione
vengono assegnati all’inizio del periodo della relativa tappa. Al
conseguimento di specialità e brevetti corrisponde l’assegnazione dell’apposito
distintivo. Nell’allegato
6 vi sono i simboli della progressione personale. Art.
39 INSERIMENTO IN REPARTOQualora
un ragazzo o una ragazza entrino nel reparto in età superiore a quella
considerata usuale, saranno opportunamente inseriti nella tappa
corrispondente alla loro età. Rimane però importante che tutte le mete
fissate siano proporzionate all’età e tengano conto dell’acquisizione
delle conoscenze e delle capacità necessarie per poter partecipare
pienamente alla vita di squadriglia e del reparto e inserirsi a pieno
titolo nella stessa tappa dei loro coetanei. Le mete saranno quindi |
|
|
|
giustamente
impegnative sia in senso tecnico, sia intellettuale, sia spirituale, allo
scopo di mantenere il loro valore educativo. |
|
|
|
Art.
40 METE FUORI DAL REPARTOAlcune
mete sono stabilite in ambiti di azione al di fuori del reparto, per
permettere una crescita globale del ragazzo e della ragazza. In tali casi
si dovrà dare la massima fiducia e responsabilità agli esploratori e
alle guide, soprattutto per ciò che comporta la verifica. Il
rapporto capo-ragazzo sarà sempre garante di questo cammino, anche se la
famiglia, l’ambiente scolastico e le altre occasioni educative possono
essere coinvolte nella definizione degli obiettivi concreti. |
|
Art.
30 - Verifica della progressione personale e ruolo della comunità di unità
La verifica è un aspetto fondamentale della
progressione personale e consiste nel riesame del tratto di cammino percorso e
nel confronto con gli obiettivi prefissati. Ciascuno valuta criticamente, in
dialogo con se stesso, con i capi e con la Comunità il proprio impegno e
comportamento. La verifica riguarda le motivazioni, lo sforzo impiegato ed i
risultati ottenuti e permette di progettare i cambiamenti necessari.
La comunità di unità svolge un ruolo fondamentale nella progressione personale: essa esercita la funzione di strumento educativo che aiuta i singoli a maturare la propria vocazione personale, a conoscere la realtà che li circonda e ad agire in essa, a scoprire che si cresce non solo con il proprio impegno ma anche con l’aiuto degli altri. La comunità vive al suo interno una verticalità effettiva, cioè l’integrazione positiva di età, livelli di maturazione ed esperienza diversi.
Affinché tutto questo si realizzi la comunità vive
un clima sereno, semplice e fraterno, valorizzando la presenza e la ricchezza di
ciascuno.
L/C Art.
38 VERIFICA
DELLA PROGRESSIONE
PERSONALE Ogni
lupetto e coccinella verificano la propria pista e il proprio sentiero con
i capi dello staff di branco e di cerchio. I capi dovranno porre grande
attenzione sia all’impegno profuso, sia ai risultati ottenuti. La
comunità compie in occasioni particolari, usando gli strumenti idonei, la
verifica del proprio cammino. Tale verifica consente ad ognuno di
interiorizzare e condividere, nel confronto dei valori fondamentali, lo
spirito lupetto e coccinella per proseguire nella propria pista e
sentiero. Art.
39 RUOLO DELLA COMUNITÀI
bambini si inseriscono nella vita di una comunità di branco e di cerchio.
Essa è l’ambiente educativo in cui le loro esperienze assumono una
pluralità di significati attraverso una varietà di comunicazioni e
linguaggi. Tali
modalità stimolano la formazione del carattere, la socialità, la
creatività, il |
E/G Art.
41 CONSIGLIO DELLA LEGGE Il Consiglio della Legge è l’assemblea di tutti gli esploratori e le guide del reparto, assieme ai capi. È riunito periodicamente, in genere al termine di un’impresa, per verificare l’impegno del reparto e di ogni ragazzo e ragazza, confrontando il comportamento e l’atteggiamento tenuti rispetto ai contenuti della Legge. Il
Consiglio della Legge è momento privilegiato di verifica del sentiero;
infatti è in questa occasione che l’esploratore e la guida riconoscono
completato o meno il cammino di tappa e, più in generale, il
raggiungimento di mete, obiettivi, specialità, brevetti. Durante
la riunione si chiariscono i punti che vanno tenuti particolarmente
presenti nel periodo successivo. In esso, inoltre, vengono assunte le
decisioni “importanti” del reparto. La tradizione del reparto stabilisce i gesti e i simboli necessari per esprimere con semplicità ed essenzialità le funzioni e il clima fraterno del Consiglio della Legge. |
R/S Art.
36 VERIFICA
DELLA
PROGRESSIONE PERSONALE La
verifica della progressione personale è un momento di lettura in positivo
del cammino fatto. La
Comunità, tendendo a creare un clima fraterno e sereno ed attraverso l’integrazione
positiva dei diversi livelli di esperienza e maturazione dei singoli,
permette l’adeguato confronto e correzione fraterna, aiuta ciascun rover
e scolta a individuare la propria vocazione, a verificare il cammino
percorso e il raggiungimento degli obiettivi prefissati, a definire i
nuovi orientamenti. Art.
37 RUOLO DELLA COMUNITÀIl
rover e la scolta, facendo il punto della strada, verificano il proprio
cammino confrontandosi con la comunità ed i capi e scelgono futuri
obiettivi in riferimento alla Carta di clan, alla Legge e alla Parola di
Dio. Il
singolo deve porre particolare attenzione affinché il suo cammino
personale di crescita sia di arricchimento, in rispetto di quello |
|
protagonismo
e l’autonomia di ciascuno. Il
branco e il cerchio riproducono l’ambiente reale esterno, a misura del
bambino e della bambina, coinvolgendoli sul piano morale, affettivo,
fisico e spirituale. |
Art.
42 RUOLO DELLA COMUNITÀ NELLA PROGRESSIONE PERSONALE Squadriglia
e reparto sono le strutture dove i ragazzi e le ragazze vivono con
pienezza il loro sentiero aiutati da “fratelli e sorelle” che con loro
condividono l’avventura del crescere. In particolare, il caposquadriglia, con l’aiuto dei capi, collabora attivamente a individuare obiettivi perseguibili da ogni componente la squadriglia. All’inizio di ogni impresa, o nel momento di affidare gli incarichi, sarà sua cura ricordare le mete di ogni squadrigliere per fissare con loro gli obiettivi conseguibili in quella esperienza. Stessa attenzione avrà al momento della verifica. |
compiuto
dalla Comunità. |
In tutto il sistema della progressione personale il
rapporto capo-ragazzo si basa su una comunicazione educativa nella quale l’adulto
interpella (ask the boy) continuamente il ragazzo e la ragazza per scoprirne
interessi, aspirazioni, attese, sentimenti.
È un rapporto fatto di osservazione e di interazione
che prende corpo dal desiderio tra le parti di parlare, ascoltare, giocare,
progettare, fare e capire insieme. Si basa pertanto sulla concretezza e l’esperienza
vissuta insieme, nonché su valori condivisi da capi e ragazzi che trovano il
loro fondamento nella Legge, nella Promessa e nel Motto.
È un rapporto teso a far scattare quel processo di
autoeducazione che aiuti sempre più i ragazzi e le ragazze a prendere coscienza
dei cambiamenti in atto fino a promuoverli intenzionalmente.
Per questo il capo stabilisce con ogni ragazzo e
ragazza un rapporto di fiducia tramite un dialogo personale, accompagnandolo nel
suo cammino di crescita, senza sostituirsi nelle scelte e nelle esperienze,
aiutandolo ad individuare le mete educative che devono essere impegnative ma
raggiungibili.
Art.
32 - Progressione personale e passaggi di branca
La progressione personale assume particolare rilievo
nei momenti di passaggio da una unità all’altra. I capi valorizzano le
esperienze e le competenze acquisite da ciascuno, partendo da queste per
proseguire il cammino educativo, dando così continuità e unitarietà a tutta
la proposta scout.
Ogni ingresso in una nuova unità prevede un periodo
che assicura a ciascuno un tempo adeguato di scoperta in cui può ambientarsi,
capire le regole del gioco, individuare precisamente che cosa gli è richiesto.
Questo tempo si conclude con la pronuncia della
Promessa nelle branche L/C e E/G e con la Firma dell’Impegno nella branca R/S.
Il capo è un adulto che contribuisce alla crescita
di ciascuno e della comunità, nella quale vive nello spirito del fratello
maggiore, testimoniando i valori scout con il proprio esempio.
Il capo fornisce ai ragazzi e alle ragazze - in un
clima di reciproca fiducia - mezzi e occasioni concrete per vivere i valori
dello scautismo e per comprendere sempre più profondamente i significati delle
esperienze vissute.
Il capo ha capacità di ascolto e di osservazione del
ragazzo e della ragazza e ne conosce gli ambiti di vita, primo fra tutti la
famiglia, con cui sono necessari dei contatti frequenti e che possono essere
anche coinvolti nella definizione degli obiettivi concreti della progressione
personale.
Al fine di consentire ai ragazzi e alle ragazze un
reale cammino di progressione personale all’interno delle unità del gruppo,
la Comunità capi ha il compito di garantire l’unitarietà e la coerenza del
cammino stesso, coordinando i singoli capi nei propri interventi e assicurando
un’adeguata continuità del servizio di ogni capo-unità, nella permanenza
alla guida dell’unità, per almeno un intero ciclo educativo della branca
nella quale è svolto il servizio.
L/C Art.
40 CAPO
BRANCO E CAPO CERCHIO I
capi del branco e del cerchio sono testimoni delle proprie scelte;
rappresentano per i bambini un ideale modello di uomo e di donna positivo
a cui riferirsi. Ogni
capo cerca di instaurare un costante e proficuo rapporto con gli ambiti
dove i bambini crescono (scuola, parrocchia, altre agenzie educative…) e
soprattutto con i genitori, allo scopo di approfondirne la conoscenza
nella prospettiva di un’educazione unitaria. |
E/G
Art.
43 CAPO REPARTO Il
capo e la capo reparto vivono il proprio servizio educativo ponendosi per
gli esploratori e le guide come modello di adulti equilibrati, coerenti e
gioiosi, persone significative con le quali gli i ragazzi e le ragazze
dell’unità possono lealmente rapportarsi. È
con questo stesso stile che si pongono tra i ragazzi nelle dinamiche della
progressione personale e nella cogestione del reparto. Al protagonismo
degli esploratori e delle guide, fatto di idee, scelte e decisioni, l’intervento
dei capi è rivolto, onde favorire lo sviluppo delle attività e delle
imprese in modo da soddisfare le esigenze educative dell’unità e dei
singoli. Uno stile che consiste non nel decidere da capi cosa fare, ma
nell’aiutare i ragazzi e le ragazze nel vivere le esperienze in termini
educativi. |
R/S Art.
38 CAPO CLAN E CAPO FUOCO I
capi e gli assistenti ecclesiastici fanno integralmente parte della
Comunità R/S, vivendone i vari momenti e problemi, pur nella diversità
dei ruoli rispetto a quelli dei novizi e delle novizie, delle scolte e dei
rover. Il
capo si rapporta con il giovane e la giovane attraverso il confronto ed un
rapporto personale di fiducia, di attenzione, di disponibilità e di
promozione dell’autoeducazione. Questa relazione si attua attraverso il
dialogo, ma anche attraverso la condivisione delle esperienze. Diventa
importante, in branca R/S, sviluppare l’uso di tecniche di animazione
adatte all’età. |
|
Art.
34 – Lo staff di unità
Ogni capo è inserito in uno staff di unità, formato
da un capo unità o da due (un uomo e una donna) nelle unità miste, da un
assistente ecclesiastico ed eventualmente da alcuni aiuti. Tutti sono membri
della Comunità capi, sono compartecipi della responsabilità educativa dell’unità
ed assicurano l’applicazione del progetto educativo del gruppo.
Ciascuno contribuisce alla proposta educativa secondo la propria sensibilità, esperienza e conoscenza metodologica. E’ opportuno che la direzione di unità sia mista anche nelle unità monosessuali; evitando comunque che tutti i capi e gli aiuti siano di sesso diverso da quello dei bambini/e e/o ragazzi/e
L/C Art.
41 STAFF DI UNITÀI
capi del branco e del cerchio sono per i lupetti e le coccinelle, vecchi
lupi e coccinelle anziane. Nelle
unità che adottano l’Ambiente Fantastico Giungla i capi assumono il
nome di un personaggio positivo del racconto; in quello Bosco valutano l’opportunità
di assumere quello di un personaggio positivo del racconto. |
E/G
Art.
44 CAPI IN REPARTOLa
direzione di reparto è formata dal capo reparto o dalla capo reparto (nel
caso di reparto misto da entrambi), dall’assistente ecclesiastico e da
aiuti. Gli aiuti capi reparto fanno parte della comunità capi e quindi
compartecipi con i primi della responsabilità educativa dell’unità. La
direzione di reparto garantisce, mediante la “traduzione” negli
strumenti di branca, la realizzazione del progetto educativo di gruppo
nella propria unità. In questo contesto progettuale va posta attenzione
alla verifica periodica dell’evoluzione dell’unità nel suo complesso
e di ogni esploratore e guida nello specifico, ciò allo scopo di adeguare
gli interventi educativi al programma e di verificare eventuali carenze
nel progetto educativo. Nelle
gestione del reparto, le scelte e le decisioni dei ragazzi hanno valore
determinante. I
capi fanno in modo che la vita delle squadriglie e del reparto in generale
sia animata da un vero spirito scout, impegnata da imprese avvincenti per
i ragazzi, attenti che ogni esploratore e guida siano valorizzati il più
possibile. Ciò avviene con stimoli adeguati, rivolti soprattutto ai più
grandi, limitando allo stretto indispensabile gli interventi diretti. |
R/S Art.
39 STAFF DI UNITÀPoiché
il noviziato e il clan/fuoco sono due momenti di un’unica proposta, i
Maestri dei novizi ed i capi del clan/fuoco e gli assistenti ecclesiastici
formano un unico staff, affinché le attività, spesso separate, siano in
armonia con le finalità della Comunità R/S. |
|
Allegati
al regolamento metodologico
Allegato
1 Descrizione
e disegni dei distintivi della progressione personale 1° momento: Promessa lupetto: testa di lupo contornata da corda e
scritta Agesci con nodo piano in basso. Promessa coccinella:
coccinella contornata da corda e scritta Agesci. Lupo della legge Coccinella del Prato 2° momento: Lupo delle rupe Coccinella del bosco 3° momento: Lupo anziano Coccinella della
montagna Allegato 2 Elenco delle specialità Amico degli animali Amico
della natura Amico
di San Francesco Aronne Artigiano Atleta Attore Botanico Burattinaio Canterino Cercatore
di tracce Collezionista Fotografo Giardiniere Giocatore
di squadra Giornalista Guida Infermiere Jolly Kim
Liutaio |
Allegati
al regolamento branca e/g Allegato 1 I nomi di squadriglia suggeriti da B.-P.: Airone, Albatro,
Anatra, Antilope, Aquila, Ariete, Arzavola, Beccaccia, Beccaccino, Bufalo,
Bulldog, Cane, Canguro, Castoro, Cavallo, Cervo, Chiurlo, Cicogna, Cigno,
Cinghiale, Cobra, Coccodrillo, Colombaccio, Colombo, Cormorano,
Cornacchia, Corvo, Cuculo, Elefante, Fagiano, Falco, Falcone, Foca,
Folaga, Gabbiano, Gallinella Terrestre, Gallo, Gallo Cedrone, Gallo di
Montagna, Gatto, Gazzella, Gheppio, Gufo, Iena, Ippopotamo, Leone, Lontra,
Lupo, Mangusta, Martin Pescatore, Merlo, Moriglione, Nottola, Orso,
Pantera, Pavone, Pellicano, Pettirosso, Picchio, Pinguino, Pipistrello,
Piviere, Procellaria, Procione, Puffino, Rinoceronte, Rondine, Sciacallo,
Scoiattolo, Serpente a Sonagli, Smeriglio, Storno, Succiacapre, Tarabuso,
Tasso, Tigre, Toro, Trampoliere, Tricheco, Volpe Allegato 2 Elenco delle specialità di squadriglia 1) Espressione 2) Internazionale 3) Giornalismo 4) Meteorologia 5) Speleologia 6) Alpinismo 7) Pronto
Intervento 8) Natura
9)
Campismo 10) Esplorazione 11) Artigiano 12) Nautica 13) Olympia 14) Civitas 15) Gabbieri |
Allegati
al regolamento branca r/s Allegato Tipologia e gestione
degli eventi di progressione personale a partecipazione individuale. I Campi di
specializzazione (Competenza) Lo scopo è quello di
sviluppare la competenza per poterla mettere poi al servizio degli altri. Tendono a privilegiare
l’attività manuale, a stimolare la capacità di produrre e non di
consumare, a sollecitare l’abitudine di riflettere sul proprio agire. I Cantieri
(Servizio nel territorio) Hanno lo scopo di
approfondire le motivazioni alla scelta di servizio all’uomo, di
scoprire le valenze politiche di un servizio nel territorio, attraverso
sia un’intensa vita di fede, sia la concreta condivisione della vita
nelle realtà preesistenti e qualificate presso cui si svolgono. I Campi di
spiritualità (Scoperta della Bibbia e approfondimento della Parola) I “Campi di
Spiritualità” sono rivolti a rover e scolte poi e a giovani esterni all’associazione
di pari età. Hanno l’obiettivo di far maturare una crescita nella fede
e una maggiore conoscenza della Bibbia e della liturgia tramite la
presenza di un esperto, vissuta e giocata secondo lo stile scout. Eventi
di questo tipo sono i campi Bibbia, campi di preghiera. I Campi Ora et
Labora (Riflessione su...) Attraverso la fatica
del lavoro manuale, il clima gioioso, l’intenso contatto con Dio vivendo
la preghiera sia singola che comunitaria, si vuole far vivere ai ragazzi
un’esperienza di forte condivisione e di profonda |
|
Maestro
del bosco Maestro
della salute Mani
abili Massaio Meteorologo Montanaro Osservatore Pittore Samuele Allegato 3 Campetti Piccole Orme L’esperienza delle
Piccole Orme è rivolta ai lupetti e coccinelle che si accingono a far
parte del Consiglio degli anziani o ne fanno già parte, ed è proposta
come momento integrante della pista e del sentiero personale. I campetti
si propongono i seguenti obiettivi: • sviluppare l’acquisizione
di nuove abilità da mettere a disposizione del proprio branco e cerchio; • promuovere se
stessi giocandosi in una dimensione nuova rispetto a quella conosciuta del
proprio branco e cerchio; • educare alla
disponibilità verso l’altro, attraverso l’incontro ed il confronto di
molte realtà. Le Piccole Orme sono
organizzate a livello regionale, nel rispetto delle tradizioni e con
autonomia nella scelta dei contenuti. La partecipazione è individuale ed
è estesa a lupetti e coccinelle provenienti da altre regioni. |
Allegato 3 Specialità individuali L’elenco alfabetico
delle Specialità è il seguente: Aereomodellista,
Agricoltore, Allevatore, Alpinista, Amico degli animali, Amico del
quartiere, Archeologo, Astronomo, Atletica leggera, Attore, Battelliere,
Boscaiolo, Botanico, Calzolaio, Campeggiatore, Canestraio, Cantante,
Carpentiere Navale, Ceramista, Ciclista, Corrispondente, Corrispondente
radio, Cuciniere, Dattilografo, Disegnatore, Elettricista, Esperantista,
Europeista, Falegname, Fa tutto, Filatelista, Folclorista, Fotografo,
Geologo, Giardiniere, Giocattolaio, Guida, Guida Marina, Hebertista,
Infermiere, Informatico, Interprete, Jolly, Lavoratore/ce in cuoio,
Maestro dei giochi, Maglierista, Meccanico, Osservatore meteo, Modellista
navale, Muratore, Musicista, Naturalista, Nocchiere, Numismatico,
Nuotatore, Orticoltore, Osservatore, Osservatore meteo, Pennese,
Pescatore, Pompiere, Redattore, Sarto, Scout e Guida di Olimpia,
Segnalatore, Servizio della Parola, Servizio liturgico, Servizio
missionario, Stenografo, Topografo. Allegato 4 Brevetto di Competenza L’elenco dei “Brevetti
di Competenza” è il seguente: 1) Animazione
espressiva 2) Animazione
grafica o giornalistica 3) Animazione
liturgica 4) Animazione
internazionale 5) Animazione
sportiva 6) Pronto
soccorso 7) Amico
della natura 8) Meteorologo
9) Trappeur 10) Pioniere 11) Mani Abili 12) Sherpa 13) Guida alpina 14) Gabbiere 15) Timoniere 16) Motorista Navale Allegato 5 Eventi
di approfondimento della competenza – Campi di specialità e Campi di
competenza |
riflessione
introspettiva. Le Giornate “Giovani
a confronto” (spiritualità e approfondimento culturale) Le Giornate “Giovani
a confronto” sono rivolte a rover e scolte e a giovani esterni all’associazione
di pari età. Sono un’occasione di
incontro tra giovani di diverse provenienze e appartenenze attraverso una
riflessione biblica e un confronto culturale su tematiche di attualità
sulle quali costruire la propria “Partenza”. Momenti centrali delle
giornate sono gli incontri con persone particolarmente preparate che
mettono a disposizione dei partecipanti la loro competenza ed esperienza. La Route d’orientamento
alle scelte di servizio. La Route d’orientamento
è un evento di orientamento al servizio, con particolare riferimento al
servizio educativo in Agesci. La presentazione dell’associazione e del
servizio in essa permette al rover ed alla scolta: • di vivere una
forte esperienza di sintesi del cammino scout percorso; • di valutare la
possibilità, nell’ottica della Partenza, di scegliere l’Agesci come
uno dei luoghi possibili di servizio. La gestione degli
eventi è affidata a capi esperti di branca R/S. Di norma i capi evento
vengono individuati dai referenti nazionali di ciascun evento tra i capi
esperti di branca R/S, avvalendosi eventualmente della collaborazione di
referenti regionali o altri collaboratori a livello locale e vengono
nominati dagli Incaricati nazionali al metodo; nel caso che l’organizzazione
dell’evento sia regionale, la stessa struttura regionale è responsabile
dell’individuazione dei capi evento. |
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L’associazione, a
vari livelli, offre agli esploratori e alle guide occasioni specifiche di
crescita nella competenza attraverso eventi che, nello sviluppo delle
potenzialità di ciascuna persona, mirano alla valorizzazione di ogni
adolescente. Tali eventi, inseriti
nella progressione personale degli esploratori e delle guide, sono svolti
nello spirito dell’impresa, quindi nello stile della progettualità, del
confronto, della condivisione, dell’impegno gioioso e costante nel far
bene ogni cosa, della verifica di quanto si è realizzato. Campi di specialità:
sono eventi regionali rivolti ai ragazzi ed alle ragazze in cammino verso
le tappe della scoperta e della responsabilità. Sono campi che hanno lo
scopo di fornire occasioni di conoscenza e di approfondimento per la
conquista di singole specialità. Per questa fascia di
età e con le medesime finalità, il settore Nautico organizza corso di
avviamento alla nautica. Campi di competenza:
sono eventi nazionali organizzati, in accordo con la branca E/G, sia dal
settore Specializzazioni che da settore Nautico e sono rivolti a ragazzi e
ragazze in cammino verso le tappe dell’autonomia e dell’animazione.
Questi campi hanno lo scopo di offrire l’occasione per affinare uno
specifico ambito di competenza attraverso l’approfondimento ad alto
livello di una tecnica, con l’ottica di rendere esploratori e guide
pronti in ogni circostanza a servire validamente il prossimo, nonché ad
animare la squadriglia e il reparto di appartenenza. Allegato 6 Descrizione
del distintivo della
progressione Il distintivo si
compone di quattro parti; ad ogni tappa i ragazzi ricevono il quadrante
seguente che sta ad indicare il loro tendere alla tappa successiva. |
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