Dopo la visita alla biblioteca arcivescovile di Ferrara, abbiamo recuperato
nuovi spunti e nuove idee: preziosa è stata la collaborazione del personale,
che pazientemente ha scartabellato volumi vecchi e nuovi.
Abbiamo potuto vedere l’interessante opera del paese di Broni, edita nel
1996, dedicata a San Contardo, fratello di B. Beatrice III: la ricerca è molto
corposa, ha impiegato ben sei anni di lavoro, con ricostruzioni storiche di
tele su Contardo e Beatrice, trovate addirittura in America.
Peccato che poi anche gli amici di Broni cadano in alcuni luoghi comuni,
e cioè, essendo stati gli Estensi per ben tre secoli signori di Ferrara, Calaone
compare come frazione di Este, e sia Calaone sia Este risultano in provincia
di Ferrara.
In realtà Calaone è frazione di Baone, ma è certamente un errore più grave
collocare Este in provincia di Ferrara, poiché questo non si è mai realizzato,
né ora né nel 1200.
Decidiamo quindi di onorare, da bravi veneti, San Contardo, e partiamo per
le terre lombarde di Broni.
Si narra appunto che Contardo fosse passato per Broni, per recarsi in pellegrinaggio
a Santiago di Compostela, e lì si sia ammalato e sia morto.
Broni è un paese in provincia di Pavia: come bravi pellegrini, passiamo
le terre di Mantova e di Parma e Cremona, notando che anche ora non è semplice
attraversare il Po’. Le strade sono rimaste tortuose, legate ai ponti che
attraversano il nostro maggiore fiume italiano, e per la verità non è che
di ponti ve ne siano poi tanti.
Come ripete il mio collega di ricerca, “le strade sembrano progettate con
il compasso”, data la loro tortuosità.
Riusciamo a comprendere quanto strategico fosse, soprattutto nel passato,
mantenere postazioni di comando sui fiumi, e pure il motivo per il quale in
guerra bombardavano i ponti.
Arrivati a destinazione, rimaniamo un po’ delusi, perché la cittadina è
addossata alle colline: ci aspettavamo un ambiente simile ai paesi dei colli
veneti, mentre Broni la troviamo un po’ grigia, rumorosa, un po’ come l’ambiente
in periferia di Milano.
Valutiamo la reazione della gente comune e chiediamo a qualcuno, che ha
dei locali in centro, se sanno che il loro Contardo ha pure una sorella,
Beatrice III, che è Estense ma Veneta.
La reazione è di notevole sorpresa, non ne sanno nulla, anche se ne sembrano
contenti.
Il Duomo
Ci rechiamo subito nel Duomo di Broni, e sulla destra, poco prima dell’altare
troviamo il corpo di San Contardo, patrono della città.
Il suo corpo rimase incorrotto fino all’inizio del 1900. La testa è ancora
incorrotta, ma fu staccata dal corpo ancora alcuni secoli fa; era stata anche
costruita una piccola teca in cristallo e oro, per contenerne la testa, conservata
appunto staccata dal corpo.
Infatti, Contardo era invocato contro i mali alla testa e l’epilessia.
Personalmente spaccare a pezzi un corpo incorrotto ci fa molta impressione,
perché è come se un corpo, nonostante la morte, si mantenga “vivo”. Il corpo
incorrotto è da sempre sinonimo di santità, perché l’organismo va contro le
normali leggi di natura, in cui tutto si trasforma: resta intatto, si secca,
alcuni si anneriscono, cioè si ossidano, altri continuano ad emanare vapore…
Però il corpo incorrotto è pure sinonimo di ....... morte per avvelenamento,
perchè certi veleni dovrebbero avere questo effetto.
Insomma c’è una certa casistica in merito, ma sostanzialmente, escludendo
l'avvelenamento, sono corpi che non hanno subito procedure chimiche per non
degradarsi, ed è proprio questa l’eccezionalità dell’evento: non sono come
le mummie egiziane!
Personalmente tagliare la testa a Contardo ci sembra un’esecuzione, ma non
vogliamo entrare in merito a fatti accaduti secoli addietro: ora finalmente
la testa riposa vicina al corpo (o almeno così dovrebbe essere).
La Biblioteca
Ci rechiamo in biblioteca, per vedere se hanno qualche informazione sul
loro santo patrono, visto che Broni stessa ha prodotto l'interessante libro.
In Biblioteca hanno solo una copia del recente libro su Contardo, che però
non riescono a trovare, non risulta in prestito e nemmeno in consultazione.
Ipotizzano che forse sia in fase “di riparazione”, anche se, un libro pubblicato
nel 1996, difficilmente è già a brandelli.
Su San Contardo non hanno altro. In compenso, la biblioteca denota una certa
cultura di tipo “alternativo”, con libri di Aldo Busi, che un paio di cittadini
stavano restituendo, e proposte di corsi di yoga.
Il sacerdote
Ci siamo poi recati dal sacerdote del paese, interessato a qualunque novità
su Contardo, che ci ha parlato delle festività relative, quella religiosa
il 17 aprile, e quella civile-religiosa a fine agosto, in cui si celebra il
transito del corpo nella chiesa attuale, si sale sul colle in cui Contardo
si sostò con i pellegrini, e si fa festa, con canti, danze e stand gastronomico.
Subito ci viene alla memoria l’insolito pellegrinaggio che nel 1500 molti
illustri uomini, anche d’oltralpe, effettuavano sulle rovine del castello
di Calaone, alla ricerca del quinto elemento, una sostanza presente nella
terra del luogo, atta alla creazione della pietra filosofale.
Particolare curioso è che tale terra era utile solo se raccolta il 17 aprile:
non sappiamo se vi sia un nesso, perciò l’interpretazione la lasciamo al lettore.
Il sacerdote ci ha poi illustrato le caratteristiche pittoriche e scultoree
della chiesa: di fronte alla cappella in cui è deposto Contardo, si stavano
eseguendo alcuni lavori di ristrutturazione, perché alcuni angeli avevano
perso le ali, ed erano caduti.
Fuga da Broni
Intanto è arrivata sera, e dobbiamo decidere dove dormire: essendo abbastanza
squattrinati, sentendoci anche pellegrini come Contardo, optiamo per dormire
in macchina, in qualche posto tranquillo ma non troppo isolato.
Mentre stiamo bevendo qualche cosa al bar, leggiamo un po’ la cronaca locale
tanto per capire che aria tira: così apprendiamo che qualche giorno prima
nelle campagne di Broni hanno trovato due persone, di carnagione chiara, sui
trent’anni, con il cranio fracassato, e che la polizia stava eseguendo le
indagini, coperte dal massimo riserbo.
Ci viene il dubbio che vi sia un certo feeling con la testa delle persone
in queste zone… e forse S. Contardo è giustamente patrono e protettore di
quei luoghi, nel senso che c’è n’è veramente la necessità.
Ritenendo poco sicure quelle zone per un pernottamento, ci spostiamo verso
Tortona, in Piemonte, e precisamente in provincia di Alessandria.
Per la strada troviamo una località chiamata Montebello, con negozi, un
grande centro commerciale, le sorelle Ramonda, il Mac Donald, una sorta di
torretta …. e con i negozi molto cari, esattamente come a Montebello/ Montecchio
Maggiore in provincia di Vicenza.
La somiglianza è notevole, tanto che in un primo momento ci siamo chiesti
se ci eravamo rimbambiti, se la testa ci funzionasse poco, o se fossimo passati
per un varco spazio- temporale.