"Alla ricerca di Beatrice"

"Dove è andato il tuo Diletto, o la più bella delle donne, dove si è diretto il tuo Diletto, perchè lo ricerchiamo con te?" (Dal Cantico dei Cantici 6,1)
La Storia. Il ritorno dell'antico e la venuta del nuovo.   Tutti i diritti riservati. Pulciko & Giannina

DISCORSI su Beatrice III, Stefano, Andrea II, III
ispirati alla lettura dell'opera del Mocenigo



Andrea II nel 1216 in forma solenne rinuncia alla pretesa sulla Dalmazia, che era territorio molto ambito dalla Repubblica di Venezia.
Come segno del ritrovato accordo, Venezia gli concede le navi per andare in Terra Santa: sembra infatti che Andrea II avesse espresso una sorta di voto relativo alla guerra in Gerusalemme.
Il Mocenigo, nella sua opera del 1905, sostiene che Andrea II, di ritorno dalla guerra in Palestina, fosse tornato, passando per Ferrara, e lì avesse trovato Azzo VIII, detto Aldobrandino, che si fosse innamorato di sua figlia Beatrice e l’avesse chiesta in sposa.
Il Mocenigo si sbaglia in ben due punti:
  1. Aldobrandino era morto nel 1215, perciò avrebbe potuto chiederla in sposa all’unico estense che allora deteneva le redini del casato, cioè Azzo VII, fratello di Aldobrandino.
  2. gli Estensi non erano insediati all’epoca in Ferrara, perché erano troppo vivi i contrasti con le altre famiglie ferraresi, perciò la chiese in sposa in Calaone o in Rovigo (in Este il castello era distrutto per la prima volta).
 
Il Mocenigo dà due versioni riguardo alla nascita del figlio Stefano: secondo la “Cronaca” di Lorenzo de Monacis il bambino nacque in Alemagna, quindi in Germania.
Secondo la cronaca del “Codice Gradenigo, LII, presso museo Correr, Beatrice partorisce in Italia e precisamente nel castello marchionale in provincia di Padova.
 
Secondo varie notizie, Stefano a 18 viene accusato di voler prevaricare sul suo avo, Azzo VII: allora gli Estensi erano già in Ferrara; il giovane, forse trovandosi non proprio a suo agio, orfano di entrambi i genitori, se ne fugge in Spagna. Stefano successivamente torna in Italia e sposa la figlia di Guglielmo Traversari, a capo della omonima potente famiglia di Ravenna.
Il matrimonio non gli va bene, perché gli muore la moglie e la figlia; successivamente approda a Venezia dove si innamora di Tommasina, figlia di Michele Morosini.
Il Mocenigo, secondo le cronache dell’epoca, sostiene che Stefano fosse follemente innamorato di questa ragazza, e disposto a spendere tempo e danari, per inventarsi sempre nuovi corteggiamenti: possiamo anche credere alla tesi del Mocenigo, che forse commette i classici errori di storia estense ferrarese, ma non certo di quella veneziana.
Dal matrimonio di Stefano con Tommasina nasce Andrea, che sarà il futuro Andrea III, re d’Ungheria.
Andrea III vive a Venezia, viene educato ed istruito come un colto giovane dell’epoca, ma viene pure avviato al commercio ed a tal genere di gestione.

Come Andrea tornò al potere in Ungheria?
Secondo il Mocenigo, fu chiamato dagli stessi ungheresi, che non ne potevano più dei precedenti re.
Infatti, Bela IV, (quello che aveva imprigionato e calunniato la nostra Beatrice III), non fu molto amato dal suo popolo. Gli succedette Stefano V il Cumano, per un paio d’anni, e poi fu il turno di Ladislao IV, sanguinario e feroce.
Gli ungheresi invitarono Andrea III nella loro terra, ed intanto lo nominarono Duca: ben sapevano infatti che egli era vero nipote di Andrea II, e che veramente Stefano era figlio di Andrea II e Beatrice III.
Infatti molti monaci ungheresi, di passaggio per l’Italia, si fermavano ad ammirare con nostalgia Stefano, figlio di Beatrice, sia nei primi anni di vita in terra veneta, sia in Ferrara, perché con nostalgia vi vedevano il ritratto del loro re precedente, Andrea II.
Il Tencajoli, con una certa malizia, vuole far pensare che Stefano non fosse figlio del re: infatti sostiene che Beatrice si dichiara incinta dopo la morte del re, avvenuta il 7 marzo 1235, e la data di nascita è collocata, sempre dal Tencajoli, nel 1236, come se il bambino fosse stato concepito dopo marzo.
Fa piacere che questi monaci ungheresi si recassero per salutare la discendenza regale, e ne vedessero la somiglianza.
Torniamo ad Andrea III, insediatosi in Ungheria, come Duca: furono gli stessi ungheresi ad aprirgli la strada, perché assassinarono Ladislao IV, e poi lo incoronaro come nuovo re.
Certamente Andrea III non ebbe vita facile: la sua corona fu insidiata da una certa parte dell’aristocrazia e dagli stessi Angiò, direttamente dal regno di Napoli, che volevano approfittare della sua salita al trono, per reclamare eventuali loro precedenti parentele.
Tuttavia Andrea III proseguì nei suoi intenti: suo padre era già morto, a Venezia rimaneva la madre, Tommasina, alla quale Andrea, invitandola in Ungheria, affidò la gestione di alcune terre.
Sempre il Mocenigo sostiene che Tommasina rivelò tutte le qualità di donna ferma e corretta, sostenitrice di equità e giustizia, e riporta anche delle sue lettere, con richieste di interventi al figlio.
Probabilmente Andrea III ebbe alcuni problemi per le sua cultura veneziana, cioè, a detta di una certa parte di signorotti ed aristocratici, non solo ungheresi, era un “mercante”: ebbe anche qualche problema, per tal causa, a trovare moglie.
Ci viene pure il dubbio che una certa cattiva fama dei nostri cari personaggi veneti, da Beatrice ad Andrea III, sia forse il retaggio della  mentalità aristocratica, forse ungherese e/o angioina, che dominò in quel periodo e successivamente, e gli storici redassero le cronache come garbava al potere.
Comunque la verità sa destreggiarsi, e prima o poi, a chi la vuole intendere, si presenta pure.
 
Andrea III chiude il ciclo della dinastia degli Arpad, di cui egli è 33°  re, senza lasciare eredi al trono.
 


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