LA MUSICA PROFANA NEI BORGHI E NELLE CAMPAGNE
Se presso le corti aristocratiche la musica profana si avviava a divenire sempre pių raffinata e complessa, nelle campagne e nei borghi al di fuori delle mura castellane la gente semplice si divertiva con forme popolari pių elementari e festose. Queste musiche generalmente allegre e adatte alla danza, erano eseguite da musicisti girovaghi, cantastorie, acrobati e giocolieri, giullari e menestrelli. Alcuni cantavano soltanto, altri accompagnavano con il tamburo, o con la viella. Lontana dai virtuosismi polifonici, la musica popolare era semplice, orecchiabile e ripetitiva, adatta alle danze. Di essa, purtroppo, abbiamo pochissime trascrizioni originali: la nostra conoscenza si limita a quel che ci č giunto attraverso antiche melodie tramandate oralmente. Il motivo č semplice: la cultura era monopolio della Chiesa; gli unici in grado di trascrivere canti e melodie erano i monaci o i loro nobili allievi i trovatori e i trovieri, ma i religiosi non potevano rivolgere la loro attenzione alla musica volgare (da volgo: popolo), che si serviva di strumenti non accettati dalla Chiesa e che inoltre era destinata al ballo, anch'esso proibito.