IL MANOSCRITTO DI IVREA J. IV. 115

Il J. IV.115 consiste in 64 fogli pergamenacei suddivisi in 6 raggruppamenti: i primi 5 comprendono un fascicolo di mottetti latini, uno di mottetti francesi  e due di composizioni liturgiche. La sesta sezione contiene, oltre ai mottetti, anche sezioni di messa.

Il J. IV.115, l'unica consistente raccolta dell'Ars Nova, venne scoperto intorno al 1920, forse tra i beni dell'Archivio Capitolare che fino a quel momento non erano stati ancora inventariati, e l'annuncio del suo ritrovamento da parte di Gino Borghezio provocò sensazione tra gli studiosi  di musica medievale. Il codice è sostanzialmente una raccolta francese redatta in Italia, un punto di incontro di tendenze musicali d'Oltralpe e di circostanze legate alla Cattedrale nel tardo secolo XIV. La notazione è quella tipica dell'Ars Nova in questo caso posta su pentagrammi in rosso.

J.IV.115 tra l'altro ci tramanda alcuni unica: si tratta di versioni monodiche del Gloria e del Credo, di solito conosciute in forma polifonica. Ad esempio, nel caso del Gloria, ci ritroviamo di fronte a un'insolita elaborazione dell'Amen che potrebbe essere stata composta da uno dei due cantores. Il codice J.IV.115 è modellato sull'Ars Nova francese, ma risente delle influenze della nostra musica tardo-trecentesca.

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