Fin
da piccolo sono rimasto letteralmente incantato dall'ascolto della
musica per pianoforte così viva e felice, che poi ho scoperto chiamarsi
Ragtime (vedi
http://it.wikipedia.org/wiki/Ragtime). Mi sono sempre chiesto come era possibile ricavare da un
pianoforte e con le sole due mani, cioè senza un'orchestra, tanto brio,
tanta forza, tanta eleganza e ricchezza di discorsi armonici e
melodici, e mi sono anche sempre chiesto se un giorno mi sarebbe stata
data la possibilità di imparare ad eseguire quegli stessi brani.
Ebbene,
quel giorno è arrivato, grazie a tanto studio, applicazione ed impegno,
naturalmente sostenuti da una grande passione per quel tipo di musica,
che, a quanto pare, ha il potere di far godere il mio cervello molto
più di altri generi musicali.
Il
12 novembre del 2005 ho acquistato un pianoforte elettronico Yamaha
P90, la cui tastiera riproduce fedelmente quella di un vero pianoforte
a corda, essendo dinamica e pesata.
Nel dicembre dello stesso anno ho scoperto il libro
gratuito e reperibile in Internet: "I fondamenti dello studio del
pianoforte", di Chuan C. Chang, allora alla sua prima edizione, oggi gia' alla seconda.
Lo si trova qui:
http://www.pianopractice.org/Da
questo libro ho preso spunto per iniziare, da autodidatta, a compiere i
primi passi per lo studio sistematico dei pezzi musicali, e i
primi successi e i primi progressi positivi mi hanno rafforzato
nell'intento di andare avanti.
I pochi, fondamentali, principi che mi hanno guidato e mi guidano tuttora sono facilmente declamati in 10 punti:
1. Studiare prima le parti difficili di un brano
2. Studiare a mani separate (prima la destra poi la sinistra)
3. Passare a suonare a mani unite quando le singole mani vanno da sole, in maniera sciolta e sicura
4. Memorizzare a mani separate (cioe' la parte di ogni mano a se')
5. Contare sul miglioramento post esercizio
6. Studiare eseguendo lentamente
7. Andare avanti dopo un errore, ma segnarlo per studiarlo meglio poi
8. Esercitarsi anche a suonare a freddo e anche a partire dall'interno dei brani
9. Studiare l'esecuzione a mani ferme
10. Studiare il pollice sopra.
Naturalmente
non posso affermare di avere raggiunto il massimo della tecnica, e di
seguire perfettamente alla lettera questi principi, pero' devo dire che
averli ricevuti, averli tenuti in considerazione durante lo studio, ha
costituito per me una disciplina che mi ha molto aiutato a progredire,
visto che sono partito da zero (fino ad allora suonavo a orecchio il
pianoforte, che era in casa dai miei dalla tenera eta').
Devo anche ringraziare Sara Danti
(che oltretutto mi ha suggerito la Yamaha P90) e Andrea Mencaroni, due giovani e bravissimi pianisti che, durante
incontri occasionali, mi hanno aiutato a darmi una risposta ad alcuni
interrogativi relativi alla lettura musicale e alla tecnica di studio
del pianoforte.
Dalla
fine del 2005 ho iniziato a studiare, nel tempo libero, (che e' cosi'
difficile da trovare come medico..), in genere la sera dopo cena, sul
tardi, i primi brani di Ragtime di Scott Joplin, poi ho esteso il mio
studio ad altri autori dello stesso genere musicale. Mi sono sempre
piu' rafforzato nella tecnica, ho "incamerato" i brani che studiavo, li
ho assorbiti mentalmente, al punto che non ho bisogno dello spartito da
leggere per eseguirli, e ne ho studiati parecchi, portandoli quasi
tutti a termine, ad un grado di esecuzione discreto e piacevole, specie
per me che li eseguivo.
Ma non li ho mai registrati.
Al
momento quindi mi trovo ad eseguire bene quelli sui quali ho continuato
ad esercitarmi, mentre alcuni saro' costretto a riprenderli in studio,
sebbene abbia per fortuna constatato che un brano gia' ben studiato in
passato, e al momento dimenticato per non praticarlo, si fa rivivere
alla sua esecuzione attuale con un minimo sforzo di rilettura in una
giornata, ovviamente avendo il tempo di farlo..
Finalmente, alla
fine di agosto scorso, 2009, ho deciso di pubblicare via via i
brani che imparo ad eseguire per intero, e, visto che posso
registrarli e
trasformarli in files, ho dedicato questa pagina allo scopo di fare
conoscere ed apprezzare a chiunque, liberamente, il Ragtime. Cosi'
saro' sicuro di non perdere per la strada e lasciare nel dimenticatoio
pezzi che ho avuto il gusto e il piacere enorme di apprendere ed
eseguire.
Si tratta ovviamente di esecuzioni fatte da un
dilettante autodidatta quale sono io, ma animato da molta, moltissima
passione per questo genere di musica. Spero che il pubblico vorrà
perdonare eventuali piccoli errori, che io mi impegnerò a correggere in
edizioni successive dei brani.
Gli
spartiti che pubblico sono di pubblico dominio su Internet, accessibili
a chiunque. Riporto qui le due fonti a cui ho attinto:
la Mississippi State University:
http://digital.library.msstate.edu/collections/search.php?CISOROOT=/SheetMusice la International Music Score Library Project:
http://imslp.org/wiki/Category:Joplin,_ScottGrazie, e buon ascolto!
mauro pecchioli