Biancograt, Luglio 1998
(Pizzo Bernina, 4.050 m - AD, 6-9 ore)

La salita alla Biancograt avrebbe dovuto essere la conclusione della prima serie di ascensioni che mi ero riproposto di fare, dopo la normale al Bernina, la capanna Margherita e il Bianco. Invece la "spedizione" al Bianco che avevo organizzato e' sfumata a causa di un'impegno irrinunciabile del mio compagno. Cosė, grazie all'aiuto di Michele, guida alpina e buon amico, ho anticipato la Biancograt di un anno.

La Biancograt è la cresta settentrionale del Pizzo Bernina (4.050 m), bellissima montagna posta fra la Valtellina e i Grigioni e 4.000 più orientale delle Alpi. E' stata salita (non integralmente, fino al Pizzo Bianco) il 12 Agosto 1878 ed è oggi considerata una delle classiche su ghiaccio più belle e suggestive delle Alpi. Il nome stesso che gli svizzeri danno a questa cresta, Hil, "Scala del Cielo", può dare un'idea della sua spettacolarità. Le difficoltà tecniche non sono elevatissime, ma l'ambiente ancora così selvaggio e isolato le danno un fascino del tutto particolare. In salita verso il Pizzo Bianco
In salita verso il Pizzo Bianco
Cartina
Cartina
La mia ascensione è stata compiuta il 22 Luglio, in uno spiraglio di due giorni di bel tempo che qualcono, lassù, mi ha concesso in mezzo a una settimana passata al Bignami con il brutto tempo: buon segno, non vi pare.
Il ritrovo con Paolo Masa, la guida che mi ha accopagnato (....lui è famoso, ragazzi, è stato più che un onore), è il 21 luglio a Chiesa in Valmalenco da dove, con un'ora e mezza di strada, abbiamo varcato il confine e raggiuto Pontresina. Qui, nei pressi della stazione ferroviaria, si prende un sentiero che porta verso la Val Roseg....alternativa ad una lunga passeggiata a piedi con gli zaini pesanti è l'utilizzo della carrozza con i cavalli che porta fino all'Hotel Roseg (volete un consiglio poco "alpinistico": portateci la fidanzata, è veramente stupendo!) Percorso
Percorso
Capanna da Tschierva (2.580 m)
Capanna da Tschierva
(2.580 m)
Dall'Hotel de Roseg con un'ora circa di sentiero si raggiunge la bella Capanna da Tschierva (2580 m), base di partenza ideale anche per il Morteratsch e il Roseg. Arrivati al piccolo rifugio, si assapora il gusto dell'alpinismo: difficilmente ci sono "turisti per caso", sul piccolo terrazzo ci sono solo personaggi coperti da corde e caschetti...poi la cena abbondante e il riposo notturno nelle piccole stanzette attrezzate a tavolato, roba per "palati fini".
Di primo mattino, dopo una buona colazione, si parte, verso le 4.15 (...la partenza canonica è alle 3.30, ma qualche minutino di riposo in più non guasta). Si risale la morena destra del ghiacciaio che scende tra i bastioni del Pizzo Bianco, alla luce delle frontali: il percorso è un po' accidentato ma non da problemi(...almeno ci si sveglia pian piano...). Alle prime luci dell'alba si arriva al muro di ghiaccio che porta alla bocchetta Previusla, posta un centinaio di metri più in alto. Il primo tratto e l'ultimo hanno una discreta pendenza e richiedono una buona tecnica di progressione su ghiaccio....ci si lega, quindi, e si calzano i ramponi. Saltata la crepacciata terminale si sbuca all'intaglio della Previusla. Oltre alla gran faticata, la nostra salita è accompagnata da una piccola nevicata....nulla di serio, però, così decidiamo di continuare.
Dopo avere tolto i ramponi, si prosegue verso Nord, dove inizia la prima parte di cresta, che si presenta rocciosa...la seguiamo con facile arrampicata per un'oretta, passando più volte da un versante all'altro.Poi, dopo aver superato uno sperone sulla sinistra, di colpo ci ritroviamo davanti a un vero spettacolo della natura.....eccola qui, inizia la "Scala del Cielo". Noi arriviamo al piccolo terrazzino che anticipa la neve proprio nell'istante in cui le nuvole basse del mattino si stavano aprendo, cingendo con un velo da sposa il dolce viso della nostra montagna (...mamma mia, che poeta!...) Il percorso è ancora lungo, ma arrivati qui ti sembra di volare. Calziamo i ramponi e attacchiamo il primo pezzetto di cresta nevosa e un piccolo gendarme roccioso, rimanendo sul filo di cresta. Da qui, inizamo a percorrere le balze della Biancograt, circa due ore di paradiso: tenendo la destra del filo di cresta, si procede su una buona pendenza (a tratti impegnativa) fino ai 3990 metri del Pizzo Bianco. Noi procediamo molto spediti, per me è il terreno ideale, così superiamo molte delle cordate che ci precedevano. Eccola qui.....inizia la "Scala del Cielo"
Eccola qui.....inizia la
"Scala del Cielo"
In cima al Pizzo Bianco sembra ormai di essere arrivati, ma....no, no, non corriamo, qui, per prima cosa, si riprende fiato e si mangia qualcosina, sono già cinque le ore di salita nelle gambe.
Quello che ci aspetta è la parte più impegnativa, tenendo conto anche della quota che inizia a farsi sentire....

Finalmente in vetta..E' il Paradiso
Finalmente in vetta..E' il Paradiso
Si prosegue ancora lungo il filo di cresta, in discesa, fino ad un salto di una ventina di metri. Qui ci si cala in doppia su una sosta resinata e sicura...ma sotto ci sono circa 1800-2000 metri di vuoto...qualcuno di voi si è chiesto perchè i primi salitori sono giunti solo fin qui? Credo sia la risposta più esaudiente.
Arrivati all'intaglio, traversiamo verso la cima del Bernina, che appare come una tozza colonna. Questa è la parte tecnicamente più impegniativa, qualche tiro d corda di arrampicata che sfiora il IV grado, su roccia comunque molto buona con qualche fessura piena di ghiaccio. Ricordo in particolare l'ultimo gendarme, con una lunga fessura ghiacciata che lo attraversa verticalmente...ormai la cima è vicina, ed infatti alle 11 del mattino calchiamo la cima del Pizzo Bernina, 4050 metri.
La Biancograt è sicuramente una via di grande soddisfazione: sale uno dei quattromila più apprezzati, non perchè altissimo, ma per la sua bellezza. L'ambiente, in cui si vivono emozioni forti, è grandioso e isolato: la civiltà è lontana. Tutto sta nelle tue gambe, nella tua forza di volontà, nell'amore della montagna....è proprio questo che ti fa amare tanto questo mondo. Val Roseg...ma ieri eravamo laggiù?
Val Roseg...ma ieri eravamo laggiù?
Anche scendendo, eccola lì
Anche scendendo, eccola lì
La discesa avviene solitamente per la via normale italiana, almeno fino ai rifugi Marco e Rosa.Qui, si può decidere se scendere le roccette e ritornare verso il rifugio Marinelli, oppure percorrere la parte alta del Giro delle Belleviste (....nessun nome di una montagna è stato così azzeccato...) e scendere lungo lo sperone della Fortezza, per poi risalire verso la stazione della funivia della Diavolezza oppure scendere lungo l'interminabile ghiacciaio del Morterasch (...oh, non finisce più....beffa del destino, arrivati alla stazione del treno alle 18, di corsa, stremati, appena in tempo per uno degli ultimi convogli....non era in ritardo...alla faccia della puntualità svizzera!!!!!!)