Le Belleviste dalla Marco e Rosa
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Arriviamo alla Marco e Rosa quasi a mezzogiorno (...direte "per fortuna diceva di arrivarci
presto", ma noi siamo partiti dal Bignami, non dalla Marinelli....e Livio ha fatto uno
sproposito di foto, che volete è il suo lavoro...), quindi breve sosta per mangiare
qualcosina e poi via, le ultime due orette per la cima.
Il tempo sembra tenere ancora bene, anche se da lontano arriva qualche nuvolone....
Si risale lo Spallone nevoso, di solito le tracce sono molte in questo tratto ma non ci sono
problemi...a parte la gran fatica! Dopo uno scambio di borraccia tra me e Michele degna della
grande storia del ciclismo, la traccia diventa unica e punta decisa verso sinistra, prima di
fare un tornante ed arrivare in un canalino roccioso.
Con facile arrampicata, si superano due gendarmi di una decina di metri e qualche cresta
aerea ci porta in cima alla Punta Perrucchetti, la cima italiana (la vetta è completamente
in territorio svizzero...).
Da qui inizia l'ultima vera emozione della salita: cento metri i attraversata su uan cresta
aerea, con strapiombi imponenti su entrambi i lati e, udite udite, larga una quarantina di
centimetri.....siete davanti a un "cimelio" dell'alpinismo, chissà quante volte
ho sentito parlare di gente che per tenere il compagno caduto si è buttata dalla parte
opposta....ed ora capisco il perchè.
Seguo i passi di Michele come la sua ombra, non oso guardarmi in giro.....ma dopo poco, TERRA,
come Cristoforo Colombo ho raggiunto la mia meta, ancora qualche roccietta finale e siamo in
cima.
Sono quei momenti della vita in cui ti senti grande, hai fatto qualcosa fuori dal normale, ed
è una soddisfazione enorme!
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