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Il programma funzionale del progetto prevedeva l’ampliamento del cimitero esistente individuando la necessità di un nuovo blocco di 85 loculi. La scelta progettuale, per necessità oggettive di spazio è caduta su un’ampliamento verso il fronte principale, caratterizzato dal pronao timpanato esistente collegato da un anonimo muro di cinta.

I nuovi corpi loculi si configurano pertanto come un’addizione elencata che si aggiunge alla facciata esistente incorniciando e valorizzando il manufatto storico esistente.

I due nuovi blocchi dalla pura geometria prismatica poggiano su due basamenti in pietra come due enormi sarcofagi, un “velarium” costituito da fogli di acciaio Cor-ten rivestono come un sudario le parti rivolte verso l’esterno.  Il materiale, con il suo aspetto variabile nel tempo allude alla caducità della vita terrena. Sulle lastre è traforata la scritta a caratteri latini: “vita mutatur, non tollitur”, a sottolineare il concetto. La retroilluminazione delle lettere caratterizza l’mmagine notturna.

Viceversa tutte le parti interne, rivolte verso il sacro recinto, sono rivestite nel piu’ “immortale”  marmo Botticino classico, posato a filo unico e trapuntato con borchie in ottone.

Il collegamento con il cimitero esistente avviene attraverso due tagli operati nel muro di cinta esistente che è stato abbassato per collegare, anche percettivamente, i nuovi spazi con quelli dell’ampliamento.

L’accesso al cimitero è stato ricostruito sostituendo la preesistente scalinata in calcestruzzo con una nuova rampa a gradini bassi in granito. Due cipressi ne segnano l’accesso.