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La Torre è giunta fino a noi, pur considerando le principali fasi della costruzione, per le quali si rimanda alla relazione archeologica, conservando gran parte dei caratteri originari, anche negli spazi interni, oltreché nei fronti. Lo stato di progressivo abbandono, o comunque la perdita delle funzioni d'origine, che l'ha interessata a partire dal tardo Quattrocento ha fatto sì che da allora le trasformazioni siano state minime, fatto salvo l'inevitabile relativo degrado dovuto al tempo. A differenza di altri edifici analoghi, riutilizzati a scopo abitativo e quindi sottoposti a continui lavori di adeguamento alle nuove esigenze, nel nostro caso troviamo le strutture quasi del tutto integre, soprattutto all'interno, mentre l'esterno ha subito gli inevitabili addossamenti dell'edilizia minore che, già a partire dal XV secolo, andò progressivamente a riempire gli spazi disponibili nella contrada. Ci troviamo di fronte ad una costruzione, per così dire, essenziale, priva di importanti apparati decorativi o di altri elementi più soggetti a degrado,e tutt'ora in grado di essere letta , con adeguati supporti, come esemplare.Gli elementi architettonici più caratterizzati, come i portali, le porte, le finestre, ma anche le tecniche utilizzate nelle varie fasi costruttive, sono in gran parte ancora ben presenti, e costituiscono un elemento fondamentale per un progetto di riuso della Torre. L'edificio costituisce, in altre parole, un elemento interessante e meritevole di visita, anche senza pensare a particolari funzioni a carattere espositivo o comunque culturale, che anzi potrebbero interferire con la corretta lettura degli elementi presenti.Una prima indicazione per il progetto prevede dunque la massima conservazione dei caratteri peculiari della Torre , con soluzioni in grado di facilitarne la fruizione.L'intervento si colloca anche nel contesto delle attività di recupero di importanti siti archeologici, come il teatro e l'anfiteatro romani e il santuario di Minerva (nel territorio comunale di Breno, ma sicuramente riconducibile alla città antica), già in atto da alcuni anni a Cividate. Nelle intenzioni farà parte di un sistema di beni, visitabili dal pubblico e non limitati all'età romana, in modo da aumentare la ricchezza dell'offerta di turismo culturale che si andrà delineando in futuro. Data la posizione e le sue caratteristiche sarà anzi in grado di assumere un ruolo centrale in questo sistema, di divenirne il punto di riferimento, anche visuale, il segno nel territorio, essendo visibile dai diversi punti possibili oggetto di visita (l'area degli spettacoli -, l'area del Foro romano lungo il fiume Oglio, la chiesa di S. Stefano, che conserva importanti elementi altomedioevali). Inoltre, dall'interno della Torre, dovrebbe essere possibile osservare questipunti, compiendo un percorso verticale nell'edificio e, contemporaneamente, visuale all'esterno, tramite le aperture esistenti, in particolare quelle più ampie dell'ultimo livello. Il secondo elemento cardine del progetto è quindi relativo al riuso della Torre con funzione di osservatorio del territorio , grazie allo sfruttamento delle possibilità offerte dalla tipologia dell'edificio. In futuro, sfruttando gli spazi al piano terra e a quello interrato, per ora esclusi dall'intervento in attesa di una definizione più precisa delle modalità di acquisizione del bene da parte dell'Amministrazione, si potrà probabilmente porre qui anche un centro di supporto al visitatore, con ufficio informazioni, di documentazione e bookshop
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