Il tema dell’ipotesi progettuale è quello della definizione dell’ex giardino storico come piazza pubblica principale del paese e delle sue relazione con gli edifici fronteggianti e con i percorsi urbani.
La piazza è lo spazio aperto delle relazioni pubbliche e della rappresentazione, esprime il significato delle architetture e degli elementi che la definiscono, assume il valore degli usi che la occupano.
Nell’ipotesi di progetto la nuova piazza dovrebbe costituire il luogo di accesso principale al palazzo Simoni Fe, coerentemente con il lato monumentale della facciata (ottocentesca) e lo spazio aperto di relazione con l’edificio stesso e gli spazi pubblici adiacenti.
L’area attualmente occupata da ciò che rimane del giardino storico potrebbe essere parzialmente pavimentata in modo tale da costituire il necessario piano lastricato inserito come una figura geometrica nell’area verde in modo tale da lasciarne comprendere l’iniziale identità ed inserire la nuova funzione in modo leggibile.
L’area (interstiziale) tra il giardino e l’attuale Municipio deve necessariamente trasformarsi poiché oggi non svolge alcun ruolo se non di inutile intervallo tra i luoghi definiti.
Dalla lettura delle cartografie ottocentesche (riportate sopra) si deduce come il giardino continuasse oltre i limiti attuali sino ad una esedra leggibile nelle mappe catastali austriache e corrispondente all’area attualmente occupata dal municipio. Poiché il giardino doveva trovarsi su due livelli, come testimoniato dalla linea di separazione leggibile nelle mappe, risulta ipotizzabile la presenza di una scala di collegamento tra i due livelli.
Poiché dall’analisi degli spazi attuali e nella prospettiva futura di acquisizione pubblica di Palazzo Simoni Fe risulta importante stabilire un collegamento diretto, in termini visivi e di accessibilità, tra la porzione iniziale di via Contrizio (fiancheggiante il Municipio) e l’area del giardino, si ipotizza di collocare proprio nella fascia interstiziale una scala di collegamento tra i due livelli.
Questo nuovo accesso permetterebbe percepire la facciata del palazzo dalla via di ingresso principale al centro storico (togliendo dalla loro posizione gli attuali oggetti folcloristici che ne ostruiscono la visione) come nel dipinto ottocentesco sopra riportato. In questa visione infatti (pure parzialmente idealizzata nei toni campestri secondo il gusto dell’epoca) si coglie l’importanza volumetrica e visiva del palazzo, rappresentato proprio nei suoi aspetti di modernità e monumentalità.
Con questa soluzione si possono coniugare i valori di riferimento storici e le nuove funzionalità: la scala infatti può avere una rampa doppia con accesso anche dal parcheggio e costruirsi quindi su un disegno classicista in coerenza con l’impianto del palazzo e del giardino.
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