CORSO DI STORIA

SCULTURA DELL’ELLENISMO


Fra i più importanti allievi diretti di Lisippo è citato Eutychides di Sicione, bronzista, scultore e pittore ( altrettanto versatile era Euphranor), che lega il suo nome al capolavoro della personificazione di Antiochia, città fluviale fondata dai seleucidi sull'Oronte verso il 300 ( è un ulteriore esempio dello stretto legame che ora unisce gli artisti ai dinasti). La figura è turrita, simbolo delle fortificazioni della città, regge una spiga nella mano destra, emblema della fertilità del luogo e della ricchezza della città, e poggia il piede sulla spalla di un fanciullo che rappresenta l'Oronte, segno della potenza marinaresca della città che controllava le comunica­zioni e i commerci per via d'acqua.

Ad un artista diretto da Lisippo, Chares di Lindo, deve essere attribuito il colosso di Rodi, eretto verso il 290 e abbattuto da un terremoto verso il 220.

Sempre ad un artista dell'ambiente rodio, particolarmente fervido di attività in questo periodo, è assegnata la creazione della Nike di Samo­tracia, che per le dimensioni e la collocazione rappresenta bene la volontà scenografica della scultura ellenistica: si trovava in un ninfeo, al centro di uno specchio d'acqua e rifletteva la sua immagine in un altro specchio d'acqua posto davanti ad essa.

Il virtuosismo ellenistico si evidenzia in opere quali il fanciullo che strozza l'oca di Boethos, nella sua struttura piramidale a ritmi tortuosi, e il fanciullo al galoppo lanciato, ripescato nelle acque di Capo Artemi­sio, oltre al celebre gruppo del Laooconte di cui si sottolinea la ricerca veristica e si assegna la paternità alla scuola rodia.

Di sapore "baroccheggiante" sono le sculture del fregio dell'altare pergameno dedicato da Attalo secondo nel II secolo e raffigurante la gigantomachia, trasposizione mitica della reale guerra con i Celti, la vittoria sui quali permise agli Attalidi di ingrandire il proprio pote­re. Al centro dell'altare, innalzato sulla terrazza più alta di Pergamo, si collocavano il gruppo del Galata che si uccide con la moglie e il Galata morente, denotati con curiosità etnica nell'attento studio delle ciocche dei capelli e immersi in un'atmosfera di angoscia a cui si ispireranno i ritrattisti imperiali romani del III secolo d.C. nella corrente artistica permeata da quello che Bianchi Bandinelli definì "dolore di vivere".




ARCHITETTURA ELLENISTICA


Nell'architettura di ambito religioso gli architetti coniugano insieme rispetto per la grande tradizione classica e innovazioni nei canoni funzionali ed estetici.

Uno degli esempi più grandiosi è costituito dal rinnovamento del santuario di Apollo a Didima, ad opera degli architetti Daphnis di Mileto e Paionios di Efeso. Essi conservano l'involucro esteriore già fissato dal tempio della fine del VI secolo, un possente colonnato ionico progettato secondo l'impianto diptero con doppia fila di colonne, e mantengono lo spazio interno in cui si trovano la sorgente, l'albero sacro e la statua di culto, anche se con qualche modifica: i pilastri che suddividono in pannelli le alte facciate dei muri nell'interno della corte non poggiano più sul terreno come nel tempio arcaico, ma sono sorretti da un alto zoccolo, il cui piano superiore corrisponde al livello del peristilio del pavimento esterno, che a sua volta insiste su un alto basamento di sette gradini. La ricerca del monumentale si dispiega nella sistemazione degli accessi all'adyton: il pronao assume l'aspetto di una sala lussuosa, il cui soffitto è sostenuto da tre file di quattro colonne. Questa sala aveva la duplice funzione di vestibolo anteposto ai due corridoi coperti a volta che conducevano in discesa alla corte interna e di sala di attesa per chi veniva a consultare l'oracolo, i cui responsi venivano dati dall'alto dell'immenso vano della porta (m. 5,63x14), la cui soglia si trovava a m. 1,45 al di sopra del pavimento del pronao. Si trattava, quindi, non di una vera e propria porta, ma di una scena teatrale, di una tribuna da cui venivano comunicate le sentenze dell'oracolo. I due corridoi coperti da volta a botta, a cui avevano accesso solo i sacerdoti del tempio, conducevano, scendendo lievemente, alla corte interna: in fondo ad essa si ergeva la cappella ionica in cui c'era la statua di culto e, sul lato opposto, una rampa monumentale che dava accesso alla sala della tribuna.

Questo tempio era quindi organizzato con magnificenza in funzione della consultazione oracolare.


Molto importanti sono gli apporti delle divinità straniere che, sempre più numerose, si impiantano a fianco degli dei tradizionali. Basti qui ricordare come esempio i vari templi dedicati a Serapide, innalzati a Delo, a Pergamo, ad Alessandria.


Esempi di edifici funerari sono il monumento delle Nereidi a Xanthos in Licia e il Mausoleo di Alicarnasso, che prende appunto il nome dal committente, il tiranno della città Mausolo. Quest'ultimo, senz'altro il più illustre, era costituito da uno zoccolo pieno, o dado, che si innalzava su un basamento di pochi gradini, e conteneva la camera funeraria. Al di sopra del dado si innalzava un'edicola molto sviluppata.


Caratteristica dell'architettura civile è l'attenzione particolare che, nella fase di decadenza del mondo della polis, si rivolge agli edifici legati alla vita politica e religiosa della comunità cittadina, le sale di riunione delle assemblee plenarie e rappresentative, la boulè e il demos, e il teatro. Si ricordino gli esempi di Priene e Mileto in particolare, dove tali edifici si inseriscono perfettamente nella scansione modulare della pianta. A Mileto in particolare il bouleuterion si stacca dall'agorà e si configura come edificio autonomo.

A proposito della configurazione dell'agorà, si assiste allo sviluppo dei colonnati come elemento delimitante lo spazio regolarizzato destinato alla funzione di centro commerciale e amministrativo: gli esempi più illuminanti di stoai sono, ancora una volta, quelli di Mileto, dove si osserva bene la tendenza di chiudere con colonnati lo spazio ortogonale della piazza, configurandolo come luogo autonomo. Ma l'uso della stoà è riscontrabile pressoché dappertutto nel mondo greco ellenistico, da Assos con i suoi colonnati convergenti, ad Atene, dove la stoà di Attalo chiude il lato est dell'agorà, a Lindo, nell'isola di Rodi, dove viene utilizzato in uno spazio religioso, nel complesso templare di Atena.

Da considerare, infine, lo sviluppo degli edifici destinati alle attività sportive, come ginnasi e palestre, di cui Priene e Pergamo soprattutto offrono i migliori esempi.

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