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Eccoci al terzo numero! |
L’incapacità di vivere pienamente emozioni e sentimenti, di riconoscerli dentro di sé e divenirne padroni, chiude le persone in una grande solitudine. Se a un uomo in tale solitudine offriamo una sostanza chimica capace di cancellare, anche per un breve periodo, la sensazione di profondo dolore che accompagna la solitudine interiore, lo avremo fatto schiavo di tale sostanza. G.D. |
Nel precedente numero di M@rtini News c’era un questionario che poneva al centro dell’attenzione il “problema” del razzismo che a detta di molti dilaga tra i giovani di oggi. Con questo strumento si voleva misurare il livello di razzismo degli studenti con un punteggio che variava da 1 a20 a seconda delle risposte date ai quesiti proposti. Un certo numero di insegnanti e di alunni sono rimasti sbigottiti dagli alti punteggi totalizzati scoprendosi inaspettatamente razzisti. Una domanda sorge spontanea: come mai tanto stupore per un risultato che semplicemente documenta un proprio pensiero, un proprio convincimento? Nella redazione del giornalino è nato un dibattito animato da varie opinioni che mi hanno spinta a mettere per iscritto alcune riflessioni sul tema diventato ormai “scottante”. In particolare voglio rendere note le ragioni che mi hanno portata ad avere un risultato dal quale, secondo il questionario e il sistema di valutazione adottato, si evince un livello di razzismo piuttosto elevato.
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Il concetto di integrazione deve necessariamente partire da chi la chiede, non può essere calata dall’alto verso chi non vuole farsi integrare e non rispetta i fondamentali diritti europei e nazionali, quali il diritto alla parità tra i sessi, alla libertà
religiosa e al rispetto dello stato laico. Il mancato rispetto della legge italiana e quindi l’assenza della dovuta considerazione dei sacrosanti “doveri dei cittadini” è dimostrato dal fatto che ogni anno vi è un aumento esponenziale dei detenuti extracomunitari nelle carceri, nonché delle espulsioni dallo Stato italiano in sostituzione della detenzione. Dissegna Monica 4C |
Sessantatre anni fa è iniziata l’occupazione del Trentino e dell’Alto Adige da parte dei nazisti che avviarono il processo di distruzione decretando che gli ebrei non “avevano il diritto di vivere”. Taddei Veronica
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Due semplici parole per indicare tanta solidarietà: colletta alimentare, una raccolta di viveri per le famiglie disagiate di tutta Italia. Una volta all’anno viene indetta la una giornata nazionale, nella quale tanti volontari, di tutte le età, danno il loro aiuto a raccogliere questi beni di prima necessità. E’ strano pensare che nel XXI secolo ci siano persone che non si possono permettere un omogeneizzato e dei biscotti per il proprio bambino, mentre altre non riescono a capirne l‘importanza e li sprecano senza misura. L’ultima giornata è stata il 26 novembre scorso, data in cui abbiamo dato il nostro piccolocontributo a questa associazione.
Siamo state contraccambiate da tanti sorrisi simpatici e molte persone generose non hanno esitato a donare parte della loro spesa. |
Alessandra Minopoli e Arianna Melchiori |
IL FLAUTO DI PAN di Filippi Giorgia |
IL FLAUTO A TACCA L'INVENZIONE DEL FLAUTO . |
COSTRUIRE UN FLAUTO DI CANNA DI BAMBU' |
Puoi costruire un flauto di canna di bambù seguendo le istruzioni dettagliate presenti nel sito web: http://digilander.libero.it/ilflautodolce/index.htm Non è un compito facile. La prima difficoltà sta nel trovare la canna di bambù che abbia il diametro della larghezza necessaria alla diversa tonalità del flauto. Nel caso volessi costruire un flauto in Do tenore - come quello della foto - il diametro del bambù dovrà essere di circa 35-40 mm. in modo che il diametro interno sia compreso tra i 30 e 33 mm. La seconda difficoltà risiede nella realizzazione del becco del flauto (l’imboccatura dove si soffia) che richiede una certa abilità. Puoi evitare questa seconda difficoltà costruendo una Quena al posto del flauto a becco. In questo caso le istruzioni sono a pagina 56 del testo di Giovanni Antoniol La bottega degli strumenti etnici, Editrice Città Ideale,euro 9,50. |
Football: is it all my life? By Massimo De Luca |
Prima delle vacanze di Natale, noi del liceo delle scienze sociali, avevamo programmato uno spettacolo sul tema dell’Africa. Tutto si è svolto nella palestra della sede, dove avevamo sistemato gli strumenti, prodotti direttamente da noi nelle ore di musica, che ci sarebbero serviti per il recital. Valentina Plotegher e Teresa Morandini I LSS |
La consistente offerta in denaro che il corso delle “scienze sociali” dell’Istituto Martini ha raccolto per il progetto “OCCHI PER L’AFRICA”, è arrivata a destinazione, e infatti i responsabili ci ringraziano a nome di tutti i poveri che vivono a Dubbo in Etiopia! Vi sarete chiesti a chi sarebbero arrivati i soldi… Ebbene questi ultimi sono arrivati nelle mani sicure di Mario e Miriam Battocletti, una famiglia di Mezzolombardo, che con i loro figli, sono andati nella povera Africa a sperimentare un diverso tipo di vita e soprattutto ad aiutare le persone del posto lavorando in un ospedale! Scrivendoci via e-mail, mi hanno raccontato della situazione pietosa e delle condizioni di vita che rendono l’esistenza delle persone veramente difficile. Non potendo fare altro, loro ci hanno ringraziato con una lettera, scritta con semplicità e amore da parte di una famiglia che sta vivendo in prima persona la difficoltà della vita in situazioni di povertà e miseria come quella dell’Africa. Mic
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Areka, Dubbo Hospital 29 dicembre 2005 Carissimo Michele Con infinita gratitudine a nome soprattutto della gente del Wolayta abbiamo ricevuto l’offerta tua e dei tuoi amici dell’Istituto Martini, che adesso intendiamo utilizzare come deposito per il fondo poveri dell’ospedale, quindi per garantire le cure gratuite a bambini e gravide che non hanno proprio niente. Ti ringrazio per la tua attenzione al nostro lavoro, la coerenza che ti contraddistingue in questo gesto, nel pensare, nella difficoltà che la vita spesso riserva anche in Italia, ai più poveri e bisognosi di questa terra. Abbiamo passato un Natale diverso, anomalo ma in mezzo ai poveri forse più vero che mai, senza tanti fronzoli o sprechi anche se il supporto fortissimo di tante persone ci ha reso la festa felice. In attesa di vederci ti ringraziamo ancora di cuore augurandoti un felicissimo anno nuovo. Con affetto e riconoscenza Mario Battocletti e famiglia
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