CELEBRATING cities

Il progetto interessa il quartiere San Lorenzo e affronta il problema della presenza di numerosi murales, graffiti, tags sia sulle mura dei palazzi umbertini sia sulle mura aureliane. L'obiettivo è quello di riuscire a preservare il manufatto storico, ma allo stesso tempo educare alla comprensione di scritte e graffiti come forme di comunicazione, come tracce lasciate sui muri a testimonianza di pensieri e sentimenti contemporanei dai membri di una comunità. Il numero delle diverse realtà aggregative è talmente ampio da renderne quasi impossibile la codificazione, l'unico denominatore comune è il medium utilizzato per la divulgazione rispettivi messaggi: il muro

La scelta delle Mura Aureliane come ambito di progetto nasce, oltretutto, dalla necessità di eliminare la barriera fisica e materica che contribuisce alla definizione di San Lorenzo come una realtà a sè stante all'interno della città, alla considerazione di San Lorenzo come "paese nella città".

Non ci sono più gli stessi abitanti a San Lorenzo, perchè non far sì che non ci siano più le stesse mura?

 

 

...da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di livello superiore...

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Riflettendo sui concetti di tempo e spazio nella loro "potenziale" accezione contemporanea, reinterpreto la mia proposta progettuale sotto un'altra luce: la contrapposizione tra tempo reale e virtuale rispetto alla permanenza della traccia comunicativa. Il messaggio murale nasce storicamente come esigenza di esprimere un' opinione, una traccia di esistenza che contiene in sè una chiave interpretativa della realtà diversa, fuori dal coro. L'opportunità di permanenza nel tempo dell'atto comunicativo offerto dall'Information Technology (intesa come strumento di estensione dei limiti oggettivi dell'uomo e della sua percezione esclusivamente tridimensionale) incontra il desiderio profondo del writer: lasciare una traccia permanente nel tempo e visibile in ogni istante, riconoscibile, comunicativa intrinsecamente di un bisogno di espressione, dell'urlo. Probabilmente la comunicazione murale è nata poichè non esistono/evano spazi comunicativi diretti tra singolo e collettività: le soluzioni regolate come la connessione ad una rete, a un sistema televisivo o editoriale non consentono/ivano la semplicità mediatica di un muro.Nella natura stessa del progetto la contrapposizione è forte e visibile: solo il writing virtuale offre la possibilità della permanenza nonchè del "salto" in diverse e infinite, poichè soggettive, realtà creative. Credo che, in qualche modo, il progetto abbracci l'idea dell' architettura come creatrice di metafore aperte, riprogrammabili e riconfigurabili in quanto l'utilizzo dello stesso spazio nello stesso tempo come luogo simultaneo spazio-temporale di divulgazione dell'urlo o della forma comunicativa crea configurazioni costantemente soggettive, intime e conseguentemente sempre diverse.

"...neanche il tempo, neanche lo spazio sono più oggettivi, ma sono soggettivi. La nostra dimensione, la nostra volontà, il nostro tempo, la nostra comprensione creativa della tecnologia li plasmano. Il nostro tempo è la prima dimensione del nostro spazio."