LA VERA ORIGINE DEL MOVIMENTO PARTIGIANO IN
LUNIGIANA E GARFAGNANA
Come è noto e
documentato dopo l'8 settembre 1943 e, in particolare, dopo la costituzione della
Repubblica Sociale Italiana e l'emanazione dei bandi di arruolamento,
cominciarono a formarsi gruppi di persone che ritenevano di doversi opporre a
tutto questo, soprattutto perchè, essendo stato
firmato un armistizio, non si voleva più combattere. Questi primi gruppi, però,
si limitarono a discutere e a fare qualche progetto che, fino alla primavera
del 1944, non portò a quasi nulla di concreto se non a un progressivo
occultamento dei giovani obbligati alle armi, che si ritiravano in luoghi ove
proteggere la loro renitenza.
In Lunigiana, però, era accaduto qualcosa di
molto concreto fin dall'ottobre 1943, cosicché si può forse collocare in questo
fatto la vera origine del movimento partigiano nelle due regioni confinanti di
Lunigiana e Garfagnana.
Erano le due di notte del 23 ottobre 1943.
Quella notte un aereo britannico, un quadrimotore Halifax, sorvolò i prati
montani di Tea e lasciò cadere due paracadute: al primo era appeso un uomo,
tale Domenico Azzari, all'altro un apparato radio
rice-trasmittente. Era il terzo tentativo, dopo altri due, falliti per le
avverse condizioni atmosferiche. Questa volta l'operazione, denominata missione
Rutland, era riuscita, anche se l'Azzari
era atterrato, invece che nei prati di Tea, nella zona di Capoli
e dovette attendere il mattino per recuperare la radio.
Queste notizie e quelle che seguono sono state
attinte dall'interessante e molto particolareggiato libro di Giuseppe Alessandri La Val d'Aulella nella linea Gotica Firenze 2014, Edizioni della
Meridiana.
Chi era Domenico Azzari
?. Riporta l'Alessandri : "" Classe 1920,
proveniente da Castiglioncello (minuscola frazioncina
di Casola Lunigiana) da una famiglia di mezzadri
dalle non eccelse condizioni economiche ( e per migliorare le quali il padre
era stato costretto a emigrare in Australia), ultimata la quarta elementare
Domenico aveva potuto proseguire gli studi presso il seminario di Genova,
grazie all'opera di proselitismo che i padri cappuccini del capoluogo ligure
andavano svolgendo in questa parte di Lunigiana più sperduta, nell'intento di
convincere le famiglie ad affidare loro i figlioli affinché potessero
continuare a studiare ricevendo al contempo una formazione religiosa. Fatto
ritorno a casa a quindici anni senza alcuna prospettiva di lavoro, a diciotto
l'Azzari sarebbe riuscito a entrare nella Regia Marina sfruttando,
anche in questo caso, l'intercessione di un religioso, il parroco di Regnano
Don Euclide Rapalli. Frequentato il corso a La
Spezia, ne uscì col grado di sergente radiotelegrafista. L'8 settembre 1943 lo
colse a Napoli, dove il rimorchiatore sul quale era imbarcato era fermo per
delle riparazioni. Qui assisté all'occupazione del porto da parte dei tedeschi
ed egli, non volendo passare dalla loro parte (l'Azzari
era già o diventerà comunista), riuscì a raggiungere Salerno dopo lo sbarco
alleato del 9 settembre e finì in una caserma insieme ad altri militari
sbandati. Ma ecco che il colonnello britannico comandante della Special Force, venuto
a conoscenza della qualifica di marconista dell'Azzari,
gli propose di essere paracadutato nel territorio della R.S.I. per favorire il
passaggio del fronte dei prigionieri alleati fuggiti dai campi di
concentramento e per favorire la nascita di un movimento partigiano. L'Azzari, considerato anche che questo gli avrebbe permesso
di ricongiungersi alla sua famiglia, accettò. Nasceva, così, la missione "Rutland" che sarà uno dei primi punti di contatto
costituito dagli alleati in territorio nemico e che favorirà la nascita di un
consistente movimento partigiano con abbondanti lanci di armi, di esplosivi, di
generi alimentari e anche di denaro.
Appena fattosi giorno, dunque, l'Azzari (nome in codice : Candiani),
recuperata la radio-trasmittente, rientrò nella sua casa di Castiglioncello
e mise in funzione l'apparecchio. E, intorno al 10 novembre, riuscì a stabilire
il primo contatto con la Special Force britannica. I contatti avrebbero poi preso una
cadenza trisettimanale (due diurni e uno notturno).
Ed ecco che l'Azzari
inizia la sua attività organizzativa per dare vita a un movimento partigiano.
Di grande aiuto gli fu il cognato Sante "Angiolino" Marini.
Chi era costui ? Laciamo
la parola ad Alessandri: ""Classe 1915,
figlio del mugnaio di Padula, il Marini era stato il
segretario comunale della Gioventù Littoria. Incarico che aveva svolto con lo
zelo e l'autoritarismo tipici del vuoto formalismo caratterizzante il regine;
al punto di arrivare a comminare multe di 10 lire a chi, in occasione del
rituale "sabato fasciasta", si fosse
trovato casualmente a passare per la piazza di Casola
durante un suo comizio senza la camicia nera d'ordinanza: magari semplicemente
per recarsi alla bottega. Tutta questa devozione al Fascio aveva indotto il
Podestà ad assumerlo quale messo e guardia municipale. Coerentemente con la sua
fede mussoliniana, al momento della costituzione della R.S.I. il Marini si era
arruolato bell'esercito repubblichino; per poi però disertare e darsi alla
macchia."" Il Marini, poi,
iscrittosi al Partrito Comunista, farà carriera nel
movimento partigiano, diventando capo della banda costituitasi a Regnano e,
poi, dopo la costituzione della "Lunense"
comandante della Brigata La Spezia operante nella Lunigiana orientale.
Dopo che il capo partigiano Renzo Ferrari, detto "Diavolo Nero"
operante nella zona di Sassalbo, fu ucciso dai suoi
stessi uomini, lo pseudonimo "Diavolo Nero" fu assunto dal Marini, il
quale portava perennemente a tracolla una borsa di pelle, assunta quale simbolo
del suo potere. Ma lasciamo ancora parlare l'Alessandri:
""Ma evidentemente quello pseudonimo non portava bene: il destino si
sarebbe difatti rivelato beffardo anche con il Marini. Nominato dal CLN sindaco
di Casola dopo la liberazione, il secondo
"Diavolo Nero" sarebbe di lì a poco perito, assieme ad un altro ex
componente la banda, in un incidente stradale avvenuto nei pressi di Codiponte, allorchè con il camion
stava ritornando da Carrara dopo aver effettuato un carico di farina per gli
abitanti del comune. Tragica ironia della sorte davvero, per il figlio del
mugnaio con la politica nel cuore, quella di morire schiacciato sotto a dei
sacchi di farina. Era il 30 maggio 1945.""
Dicevamo che il Marini fornì un aiuto prezioso
al cognato Azzari. Dalla sua posizione di impiegato
comunale, infatti, gli fornì i nomi di certi sfollati che erano in contatto con
ambienti antifascisti, nonchè i nomi di due ufficiali
inglesi fuggiti dai campi di concentramento e nascosti in località Castelletto,
nel comune di Giuncugnano, dove si stava formando una
piccola banda partigiana. In questo modo, con l'aiuto dei lanci di armi e di
altro materiale concordati con gli alleati grazie ai contatti con la
rice-trasmittente, l'Azzari riuscì a creare prima la
banda partigiana di Regnano e, poi, nell'agosto 1944, collaborando col maggiore
inglese Oldham, la "Divisione Lunense" che unificò e diresse il movimento partigiano
il Lunigiana e in Garfagnana.