RALLEGRATEVI:
FORSE SIAMO DI FRONTE AL MIGLIOR GIOCO PER GAME CUBE MAI
PRODOTTO!
Ecco
come, un semplice cappello introduttivo, possa rovinare da
subito l’intero articolo. Probabilmente avrete infatti già
intuito cosa ne pensiamo di quest’ultima fatica Capcom e
sarete già “scesi” a leggere la Pagella, evitando invece di
continuare con la recensione…
Fate
come volete, ma mai come questa volta, una review potrà dirsi
estremamente interessante.
SURVIVAL
HORROR
Per
i più, la serie di Resident Evil ha creato un genere del
tutto nuovo: quello dei survival horror, appunto. In realtà, lo
scettro spetterebbe ad Alone in the Dark, i cui sequel,
però, non hanno saputo coltivare una schiera altrettanto
nutrita di appassionati. Da molto tempo s’era sparsa la voce
che Shinji Mikami (il papà di Leon, dell’Umbrella e via
dicendo) volesse rivoluzionare quanto fatto fin ora, concludendo
la serie in un modo del tutto spettacolare. A Resident Evil 4
l’arduo compito, al Game Cube l’onore di trasmettere ai
milioni e milioni di seguaci il capitolo conclusivo (?) di
questo riuscitissimo romanzo.
Chi
ha giocato a Resident Evil 3 –Nemesis-, saprà che
ormai Raccon City non esiste più; saprà che l’esercito
americano l’ha spazzata via bombardandola con l’atomica;
saprà che per Capcom ogni finale lascia il posto ad un seguito
inatteso…
Da
allora sono passati molti anni e questa nostra storia ha come
protagonista Leon, il giovane poliziotto scampato agli orrori di
Resident Evil 2. Adesso Leon non è più un ragazzo senza
esperienza, ma il migliore di una squadra di agenti scelti.
Abile tiratore, ottimo ginnasta ed eccellente nella lotta corpo
a corpo, il nostro è stato scelto per portare a termine un
compito molto delicato: salvare la figlia del Presidente degli
Stati Uniti, le cui ultime tracce portano ad un piccolo
villaggio sito nella penisola iberica. Il perché sia stato
scelto proprio lui appare evidente fin dall’inizio: non solo,
infatti, rappresenta il miglior agente su cui gli USA possano
contare, ma è anche uno dei pochi ad aver “dimestichezza”
con le strane creature che incontrerà una volta arrivato a
destinazione.
Sono
spariti gli zombie e con loro anche la fatiscente Umbrella, è
vero, ma un’altra organizzazione, forse più temibile, sembra
nuovamente intenzionata a far strani esperimenti sugli esseri
umani. Cos’hanno a che fare quindi gli abitanti di un piccolo
e sperduto paesino spagnolo con dei monaci piuttosto inquietanti
appartenenti ad una setta nata di recente (i “Los Illuminados”)
e perché Ashley, la figlia del Presidente, è stata rapita?
E’ inutile dire che lo scoprirete solo giocando. La trama verrà
alla luce poco per volta, gratificando via via le vostre azioni
ed i vostri progressi. La sola curiosità sarà tale da
spingervi a continuare a giocare ad oltranza, immergendovi
sempre più nello splendido gioco che Resident Evil 4
dimostra di essere!
TURISTA
PER CASO!
L’arrivo
al paesino non è certo uno di quei momenti che si possono
scordare: il comitato di benvenuto organizzato dalla pro-loco
locale, infatti, è deciso fin da subito a far la festa al
nostro Leon che, in poco tempo, si ritrova da solo e accerchiato
da decine di infidi essere pronti a passargli le armi. Inutile
tornare indietro dai tizi che ci hanno accompagnato e che in
fretta e furia sono poi scappati: la loro auto, ora, riposa in
un dirupo e difficilmente saranno sopravvissuti al volo… Da
subito si capisce che le pallottole a disposizione non
basteranno per far fuori l’intera popolazione, dunque, dopo
qualche sparo, è meglio optare per una saggia ritirata. I posti
in cui nascondersi non sono molti, anche perché per ora non si
conosce bene il luogo dimenticato da Dio in cui siamo finiti. Continuando a correre nel tentativo di seminare gli inseguitori,
si arriva ad un bivio. Un viottolo porta in un bosco tetro e
fitto –lungi da noi l’idea di entrarvi armati solo di una
pistola ormai quasi scarica e di un misero coltello da sub-, l’altra
strada conduce alla prima capanna che abbiamo visitato dopo esser scesi
dalla macchina. Il suo minaccioso inquilino, ormai, dovrebbe
riposare in pace dopo la nostra ultima visita, quindi, spinti
dal vociare
sempre più vicino degli inseguitori,
optiamo di
rifugiarci nella baracca. Con i pochi mobili si creano delle
barricate alle porte ed alle finestre, dopodiché rimaniamo in
mezzo alla stanza a guardare il corpo del proprietario steso a
terra vicino al camino. La luce delle fiamme illumina fiocamente
l’interno della bettola in cui abbiamo trovato riparo. Fuori
il silenzio. Dopo qualche minuto decidiamo di spingere Leon
fuori di casa, quand’ecco che gli abitanti iniziano, armati di
forconi, asce e pugnali, ad abbattere la porta e le finestre. Le
nostre barricate cadono sotto i colpi della popolazione ed
intanto alcuni sono già in cortile. Una molotov rompe la
finestra e ci sfiora. I tappeti ed i mobili hanno ormai preso
fuoco: in pochi secondi tentiamo di capire se ad ucciderci
saranno le fiamme o i villici quando riusciranno ad entrare.
Proviamo allora ad avvicinarci alla finestra in frantumi ed ecco
che, sullo schermo, appare attivata una nuova funzione del tasto
A: possiamo scavalcare l’ostacolo, trovata inedita per un Resident
Evil. In quattro e quattr’otto Leon salta agilmente nel
pertugio et voilà... siamo fuori, dietro ad un cespuglio.
Rimaniamo ad
osservare la folla mentre continua a distruggere quel che è
rimasto della casa, fino a quando, dal paesino arriva il
rintocco delle campane e tutto si acquieta: i villici, come
imbambolati, terminano ogni loro azione e sfilano in processione
verso il paese. Non sappiamo cosa sia accaduto a questa gente,
non sappiamo perché vogliano farci la pelle né se
l’improvvisa calma sia da imputarsi al rintocco misterioso
delle campane. Sappiamo solo che questa volta c’è andata bene
e che il ponte –unica via di fuga!- è crollato, dunque non ci
rimane altro, per salvarci, che continuare da soli la nostra
avventura.
DA
SOLI, NEL BUIO.
Stupiti,
eh? E questo era solo il resoconto (un po’ romanzato, lo
ammetto) della nostra prima partita a Resident Evil 4.
Potete ben capire quindi come il gioco riesca a trasmettere
quella sensazione di solitudine e di impotenza che si proverebbe
nella realtà, se fossimo costretti a girovagare per un paesino
sperduto i cui abitanti sono impazziti!
Ma
RE4 non si ferma certo qui, altrimenti sarebbe un mero
clone di Doom o di qualunque altro gioco vi abbia costretto ad
affrontare soli soletti orde di mostri colti da raptus omicidi.
RE4 è infatti anche esplorazione: abbiamo Ashley da trovare e
salvare, tanti interrogativi in testa da ordinare; trama
concitata: chi è Louis, l’uomo che abbiamo trovato legato
come un salame e perché è così misterioso? ed innovazione: un
piccolo lupo, se salvato dalla tagliola, potrà aiutarci nel
proseguo del gioco? Una volta liberata Ashley, si sbloccheranno
tutta una serie di azioni da svolgere in coppia? Chi è quello
strano figuro assetato di tesori e perché vuole tanto dei
pendenti di colore blu? Unite tutte questi interrogativi ed
avrete già un’idea –seppur parziale- dei tanti avvenimenti
che non aspettano altro che voi per saltare alla luce del giorno
e che andranno a comporre il concept di quel bellissimo giocone
che è Resident Evil 4!
Tutto
questo giro di parole solo per farvi capire che nell’ultima avventura Capcom non
dovrete semplicemente sparare a tutto ciò che si muove, anzi,
sovente opterete per silenziose sgattaiolate alle spalle dei
villici, non tanto per il fatto che vi ritroverete spesso a
corto di munizioni (che in realtà abbondano), quanto perché
girare senza far rumore col timore che ad ogni vostro passo
possiate essere scoperti è indubbiamente più divertente!
Capcom
ha inoltre inserito diversi elementi che aiuteranno ad
immergerci ancor più nel concept del gioco. Leon, infatti, per
sopravvivere durante tutto il tempo che dovrà rimanere nel paesino,
dovrà anche mangiare: ecco quindi che i programmatori
hanno saggiamente introdotto qualche new entry presa in prestito
dall’ultima avventura di Solid Snake. Rompendo alcune casse,
infatti, sgusceranno fuori piccoli serpentelli che, se uccisi,
lasceranno in terra le loro commestibili uova (del resto, se in
India le mangiano, saranno pure buone, no?). Se però nutrire
Leon con uova di serpente vi sembra sottoporlo inutilmente ad
un’altra crudeltà, potrete recuperare le uova anche dalle
poche galline che scorazzano per il paese o recarvi nello stagno
e tentare di prendere qualche pesce bello grassottello.
Imparerete a sopravvivere, insomma, in un luogo ostile senza
l’aiuto di nessuno: mangiando e dormendo(?) nascosti dalla folla
impazzita e stando sempre attenti a non rivelare la vostra
presenza facendo troppo rumore. Questo, per noi, è il punto
migliore del prodotto. Tutti gli altri, seppur ottimi,
finiscono per assumere un aspetto secondario rispetto a questa
sensazione perfettamente ricreata di dover sopravvivere in un
inferno il più tempo possibile.
LA TANA DEL TROLL.
Senza
romanzare troppo il gioco, possiamo continuare parlando della
rivoluzionaria tecnica di sparo. Con R si passerà direttamente
ad usare l’arma scelta, purtroppo il gioco non permettere di
muoversi mentre si mira, quindi bisognerà sparare sempre da
postazioni sicure e abbastanza lontane dalla folla. Un raggio
laser indicherà chiaramente dove andremo a colpire. Sparando
alla testa dei nemici, questi cadranno subito esanimi, ma i più
sadici tra voi potranno però divertirsi nello sperimentare le
conseguenze dell’estrema particellarizzazione introdotta dai
programmatori. Colpendo un braccio, infatti, questo lascerà
cadere l’arma che il villico impugnava mentre, infierendo sulle
gambe, i contadini inizieranno a rantolare al suolo. Ancora più
divertente si dimostra l’utilizzo di armi dal grosso calibro,
come il devastante fucile a pompa: un colpo ben mirato farà
schizzar via l’arto colpito o la testa del tapino. Che dire
invece delle bombe incendiarie o del lanciagranate: utilissimi
quando si vuole far fuori un’intera folla in un colpo solo?
Il
sistema di controllo non si rivela certo ottimale:
probabilmente, l’unico vero "difetto" di Resident Evil 4
(assieme alla longevità, di cui parleremo più avanti),
consiste proprio nell’aver adottato una maneggevolezza del
personaggio molto simile a quella degli scorsi capitoli.
Intendiamoci, di passi avanti ne sono stati fatti parecchi, ma
è rimasto comunque lo spettro del “piede perno”: vale a
dire che risulta sempre difficoltoso e lento far ruotare Leon a
360° quando questi è fermo, ma basterà un po' di abitudine per
diventare più veloci. In un gioco in cui bisogna
scappare in continuazione e, perché no, svicolare anche tra i
villici, avremmo preferito un sistema di controllo più
congegnale e meno impacciato, ma tant’è…
LA
GONNELLA DI ETA BETA.
E’
fortunatamente sparito, invece, quell’ improbabile
inventario in cui in lanciagranate occupava il posto di un
ciuffetto d’erba medica. Ora, lo zainetto di Leon è difatti
suddiviso in riquadri che verranno occupati a seconda della
grandezza dell’oggetto che deciderete di portare con voi. Una
pistola, ad esempio, occupa 6 quadretti, il coltello 3, una
granata 2 mentre il fucile da cecchino ben 9. Lo spazio non è
infinito perciò, molto spesso, dovrete abbandonare qua e là
qualcosa per introdurre nuovi items. Fortunatamente, però, non
solo è possibile aumentare lo spazio a disposizione
acquistandolo dal venditore di cui sopra, ma gli oggetti
cruciali per il proseguo e le armi avranno due scomparti
separati, dunque non sarete più costretti a dover sacrificare
un medikit per farci stare la “Tessera d’accesso al
Laboratorio B”.
L’AGILISSIMO
LEON
A
dispetto dei sequel, in questo Resident Evil ci saranno
pochissime barriere architettoniche pronte a fermarvi. Il più
delle volte, infatti, per aprire una porta assicurata con un
lucchetto non dovrete mettervi alla ricerca dell’agognata
chiave perché basterà un colpo di pistola per farlo saltare. O
ancora: potrete –se l’ampiezza del passaggio ve lo permette-
introdurvi nelle case sfondando le finestre o saltare gli
steccati o i piccoli muretti come se nulla fosse. Senza
contare, inoltre, che il nostro è anche un abile nuotatore
(anche perché altrimenti che senso avrebbe avuto quella muta
che indossa sotto la giacca di pelle?)…
Leon disporrà di una
miriade di azioni mai viste prima in un RE, tutte attivabili, a
seconda della situazione, mediante la semplice pressione del
tasto A. Scordatevi dunque sequenze di tasti da dover imparare a
memoria perché, quando sarete vicini ad un oggetto sensibile,
sarà il gioco stesso a consigliarvi di eseguire l’azione,
mettendo in sovra impressione un’apposita scritta dorata. Tra
le azioni più infide preferite qua in redazione, annoveriamo
ovviamente la possibilità di salire su di un tetto mediante una
scala appoggiata ad un muro inseguiti dai villici, aspettare che
anche loro inizino la scalata per spingere poi via la scala e
farli così precipitare. Osservarli mentre si contorcono
disorientati o mentre sono intenti a tenersi l’arto fratturato
è uno spettacolo impagabile…
FINE
DELL’ORRORE…
E’
facile perdere la concezione del tempo quando si parla di un
bel gioco, ancor di più quando questo si rivela essere un
titolo ottimo sotto quasi ogni aspetto. Ho iniziato a scrivere a
metà mattina e, in poche ore, mi ritrovo già a mezzogiorno
passato con oltre quattro pagine redatte. Difficilmente mi
faccio prendere così dal mio lavoro ma sono contento che ci
siano giochi in grado ancora di entusiasmarmi. Il mercato potrà
essere ad un passo dalla paralisi, è vero, ma alcune software
house fortunatamente riescono sempre a produrre quel qualcosa in
più in grado di riportarci indietro nel tempo, quando i
videogiochi erano sempre e comunque innovativi, quando non
eravamo ancora assuefatti ad ogni genere.
Tralasciando
ogni altro commento entusiastico, iniziamo allora a descrivere
nel dettaglio la motivazione dei voti che troverete poi in
pagella.
Riguardo alla grafica, c’è ben poco da dire: è spettacolare,
sotto ogni aspetto. Non solo gli sviluppatori di Capcom hanno sfornato il
miglior prodotto grafico per Game Cube, ma anche per qualsiasi
altra console esistente, inclusa la potente X-Box. Dall’inizio alla
fine, Resident Evil 4 fa cascare la mandibola a terra,
inebria il giocatore con effetti speciali di prim’ordine, lo
immerge in un’atmosfera densa e profonda che pochi altri
titoli sono mai riusciti a ricreare. La sensazione di
solitudine, di smarrimento che si ha nel girare per un paese
ostile, è sempre e comunque forte, impareggiabile. Volendo
essere pignoli, potremmo lamentarci dell’IA dei nemici, che
tendono al suicidio collettivo, a correrci in contro senza
schivare i nostri colpi, ad agire poco furbescamente in più di
un’occasione, ma tutto ciò viene poi meno mentre si testa con
mano la loro perseveranza nell’inseguirci. Non esistono case
in cui ripararsi,
non esistono porte dietro cui nascondersi: i villici, finché
non ci perdono di vista, continueranno a cercarci, distruggendo
porte, finestre e barricate e, se è il caso, introducendosi dai
piani alti per poi farci una piacevole sorpresa! E’ vero: non
saranno intelligentissimi, ma del resto non sono altro che
persone svuotate della loro anima e sfigurate da una misteriosa
malattia, sicari fantoccio guidati dall’abile mano di qualcuno
che non smetterà mai d’osservarci, dall’alto della sua
postazione.
Il
sonoro, così come l’aspetto grafico, è ottimo: avvicinatevi
di soppiatto ai villici per sentirne il vociare, passate vicino
ad un caminetto per udire il crepitare delle fiamme o lo
scorrere dell’acqua nei pressi del fiume.
Se
la giocabilità, come già spiegato ampiamente qualche paragrafo
fa, non soddisfa pienamente per via del controllo impacciato di
Leon; discorso più approfondito deve essere fatto per quanto
concerne la longevità.
L’intero
gioco, infatti, vi durerà sulle 20 ore circa, una media
piuttosto alta se pensiamo che gli altri capitoli potevano
essere conclusi, dai più esperti, anche in meno di 7-8 ore.
Purtroppo, però, ci aspettavamo un prodotto più lungo, è
innegabile. Quel che è certo è che finché dura, Resident
Evil 4 non solo non delude mai, ma continua a stupire,
buttando di volta in volta il giocatore in nuove situazioni, il
più delle volte inedite. Qua e là fanno capolino i soliti
enigmi a base di pietre preziose e chiavi, è vero, ma ora non
spezzano più l’avventura come in passato e si amalgamo
perfettamente con il resto del gioco. Un prodotto discretamente
lungo che invoglierà continuamente il giocatore ad addentrarsi
nel mistero, stregandolo e suggestionandolo con i filmati
ottimamente realizzati (tutti in tempo reale) e con i continui
colpi di scena che non mancheranno di ispessire la trama. Vi
accorgerete che, giocando, i pochi frammenti di canovaccio di
cui disponete all’inizio, si intrecceranno fra loro
sapientemente, andando a tessere una consecutio di eventi
al cardiopalma. Come se non bastasse, inoltre, nel piccolo
paesino il dì e la notte si alterneranno (non in maniera naturale,
ma attraverso scene prefissate)
così come le condizioni meteorologiche (spesso potrà succedere
che violenti temporali spazzino la zona), costringendo il
giocatore ad approcciarsi al gioco in maniera sempre differente.
Per esempio, se girovagare per il paese evitando i villici è
relativamente un’impresa facile durante il giorno, la stessa
cosa non può dirsi nottetempo, in cui le possibilità di essere
scoperti –e di non scorgere i nemici!- aumentano
drasticamente. Insomma: Resident Evil 4 dà il
meglio di sé sotto tutti i punti di vista durante ogni singolo
istante d’avventura e difficilmente potremmo scorgere
sbavature o punti in cui il gioco non ci soddisfa come avremmo
voluto.
FINISCE
QUI?
Non
sappiamo se Resident Evil 4 sia effettivamente il capitolo
conclusivo della saga come Shinji Mikami aveva originariamente
annunciato, sta di fatto, comunque, che la serie di survival
horror più seguita al mondo aveva bisogno di una boccata d’aria
fresca e questo episodio va ben oltre alle più rosee aspettative
che potevamo immaginare. Una conclusione con i botti, un
capolavoro neanche troppo annunciato che sorprende con tutte le
sue mille e più sfaccettature. Gli unici difetti rintracciabili
risiedono forse in un IA nemica non brillante, un sistema di
controllo impacciato e non sempre all’altezza della situazione
ed in una longevità buona ma meno rispetto a quanto avremmo
voluto (anche se capiterà spesso di imbattersi nella schermata
"Sei morto").
Per
il resto Resident Evil 4 rappresenta fino ad ora
il titolo più interessante dell’anno in tutto il panorama
videoludico. Trasmette sensazioni angoscianti come pochi altri
giochi hanno saputo fare, immergendo il giocatore in
un’atmosfera unica, perfettamente costruita. Un gioco i cui
confini spesso si mescolano con il taglio cinematografico:
potremmo dire dunque di assistere ad un film horror in cui però,
i protagonisti, questa volta siamo noi!
Si ringrazia per il gioco:
Nintendo Italia
RESIDENT EVIL:
9 ANNI DI ORRORI! |
RESIDENT EVIL 0
Solo per GC, '01
L'orrore ha inizio da qui. La
STARS, la squadra di agenti scelti di Raccoon City è
chiamata ad intervenire su ciò che sta accadendo in città:
tutti i valichi, infatti, sono stati improvvisamente chiusi
ed il posto ora, è completamente separato dal resto degli
USA. Tra gli agenti del Bravo Team vi è Rebecca Chambers
che, in un convoglio detenuti trova Billy Coen, unico
sopravvissuto all'attacco degli zombie...
|
RESIDENT EVIL
Playstation, '96 ora anche su
GC
Non avendo più notizie del
Bravo Team, alla STARS decidono di inviare sul posto gli
agenti della Squadra Alpha. Nel bosco di Raccoon viene
rinvenuto l'elicottero del Team Bravo, ma gli agenti scelti
dell'Alpha sono costretti a rifugiarsi in una villa perché
inseguiti da un branco di cani-zombie. I più muoiono nella
fuga. Rimangono Chris Redfield (che incontrerà anche
Rebecca) e Jill Valentine. Scopriranno che, in
realtà, la villa appartiene alla Umbrella Corp., un'azienda
farmaceutica i cui esperimenti sono andati ben oltre al
limite del lecito...
|
RESIDENT EVIL 2
Playstation, '98 ora anche
suGC
Il giovane Leon Kennedy
è al suo primo giorno di lavoro nella polizia metropolitana
di Raccon City. Ignaro dell'inferno in cui è precipitata la
città, arriva sul posto ma l'intero dipartimento di polizia
è stato distrutto. I poliziotti presenti, o sono morti o
moribondi, quindi spetta a lui indagare sul T-Virus diffuso
da Umbrella. Arriva anche Claire Redfield, in
cerca del fratello Chris, vivo ma disperso. I due
scopriranno che esiste anche il G-Virus, ben più potente
di...
|
RESIDENT EVIL NEMESIS
Playstation '00 ora anche su
GC
Da molti ritenuto il più bel
capitolo della saga (fino all'avvento di RE4,
naturalmente!), da altri visto come il più strambo, RE3 ci
mette nei panni di Jill Valentine, già impersonata in
RE1 e di Carlos Oliveira, mercenario dell'Umbrella da
cui è bene guardarsi le spalle. Umbrella ha sguinzagliato
Nemesis: un'orrenda creatura nata per eliminare ogni membro
della STARS. Ai due l'arduo compito di eliminarlo, ma Jill
viene infettata dal mostrone e Carlos deve trovare
l'antidoto... Intanto alla Casa Bianca il Presidente decide
di bombardare Raccoon City con l'atomica per evitare il
diffondersi del virus. La città è rasa al suolo, l'Umbrella
costretta a chiudere.
|
RESIDENT EVIL X: CODE
VERONICA
Dreamcast, '00 ora anche su GC
L'episodio è -finalmente-
costituito da soli scenari tridimensionali, ma le
inquadrature, ahinoi, restano fisse. Claire Redfield
tenta ancora di scovare il fratello indagando sull'Umbrella.
Viene però rapita e portata in Sud America dove scopre che
il T-Virus è stato nuovamente diffuso. Il suo viaggio,
iniziato a Parigi, le riserverà parecchie sorprese e dovrà
andare persino in una base tra i ghiacchi dell'Antartide per
sgominare l'orrore. Grazie a Leon, inoltre, riuscirà ad
incontrare finalmente suo fratello Chris, quando...
|
RESIDENT EVIL 4
Solo per GC,'05
Ben sei anni dopo gli orrori
di RE2, Leon è diventato la punta di diamante di una
particolare organizzazione statunitense ed è stato
incaricato di proteggere la famiglia del Presidente. Un
incarico di tutto riposo? Ovviamente no, ma lo scoprirà a
sue spese quando Ashley, la figlia del Presidente,
viene rapita e portata a Pueblo, un piccolo paesino disperso
tra le montagne della Spagna. A Leon il compito di
ritrovarla, scoprire chi l'ha rapita e sgominare la setta
degli Illuminados. Chiuso in un armadio, trova Louis,
un ex poliziotto di Madrid piuttosto sospetto...
|
GLI EPISODI
APOCRIFI
La serie di
RE conta anche alcuni capitoli un po' diversi dal
solito... |
RESIDENT EVIL
DIRECTOR CUT
Solo per PS, '97
Più che un capitolo a sé
stante, una mossa pubblicitaria bella e buona. Director Cut,
infatti, preparò il terreno a RE2 (uscito solo qualche mese
più tardi), includendone una demo giocabile. Il gioco non
era altro che un'edizione "riveduta e corretta" del primo.
|
RESIDENT EVIL GAIDEN
Solo per GBA,'01
Anche il GBA, dopo Alone in
The Dark 4, vuole RE: il gioco è tutto ambientato su una
nave, la grafica è pessima e la trama pressoché ridicola. Un
capitolo scollegato dagli altri e da dimenticare... per
sempre!
|
RESIDENT EVIL OUTBREAK
Solo per PS
Qui includiamo per comodità
tutti gli episodi in prima persona o quasi della serie.
Alcuni di questi dovevano essere giocati con la Light Gun
che, oltre a sparare, serviva anche per muovere il
personaggio. Davvero scomodo! Outbreak è invece il nome
della versione PAL di quel RE che si sarebbe dovuto giocare
in 2 on line...
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PAGELLA
Sistema:
Game Cube
Target:
18+
Genere:
Avventura
Giocatori:
1
Produttore:
Capcom
Distributore:
Nintendo
Versione:
Pal
Requisiti:
9 Blocchi
Uscita:
18 Marzo
Video:
Non disponibile
Copertina:
FOTO:
Il bel Leon è
realizzato ottimamente, tanto nelle animazioni del fisico quanto
in quelle facciali!
Il piccolo lupo
bianco che incontrerete all'inizio
è caduto
in una tagliola:
aiutatelo e...
La vita, a Pueblo,
continua come se nulla fosse mai accaduto: le donne vanno a
prendere l'acqua alla fonte mentre gli uomini lavorano nei
campi...
Ashley renderà
sicuramente il gioco più difficile dato che i contadini tenteranno
di rapirla in continuazione!
Ada Wong: vi dice
nulla? Nel primo vostro incontro vi salverà dal misterioso
pelatone, ma poi...
Che siano uomini,
donne, contadini o minatori, vale solo una regola: ammazzateli
tutti!
Il castello è
sicuramente una delle locazioni più affascinanti anche se in
realtà sono tutte così ben fatte che...
I villici gettano
nel lago il corpo di uno dei due poliziotti che vi avevano
accompagnato a Pueblo. Il perché è presto detto, basta guardare la
foto successiva!
Occhio a non finire
anche voi tra i denti di questo gigantesco "alligatore"!
Alcuni enigmi
possono essere attivati solo se in due... Ashleeeeey!
Il pad a forma di
motosega insanguinata sarà disponibile anche sul nostro mercato.
Noi però lo troviamo di pessimo gusto!
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