IL
GORILLA SPUNTA DALLA FORESTA A COLPI DI BONGO… ED è SUBITO
BALDORIA!!
Non
contenta di aver sviluppato uno dei più divertenti giochi
musicali della storia, Nintendo ha deciso di investire i nuovi
Bongo DK per un titolo completamente nuovo. Scordatevi dunque
note, spartiti e sessioni musicali perché Donkey Kong Jungle
Beat è qualcosa di mai visto!
L’utenza
Nintendo, specie quella di vecchia data, è in attesa oramai da
parecchio tempo di un fantomatico sequel della serie DK
Country che imperversò (e tanto appassionò) tanti anni fa
su Super Nintendo. Purtroppo, con l’addio dei Rare, le
speranze di un platform vecchio stampo con protagonista il
gorillone incravattato sembrano essersi affievolite parecchio ma
ecco che, dal nulla, è saltato fuori un titolo curioso che
si ripromette d’essere altrettanto valido.
SOLUZIONE
ALTERNATIVA?
Niente
Kremlings (i sempiterni nemici di DK), niente Diddy, niente
Cranky, niente amici animali… Questa volta Donkey dovrà cavarsela da solo ed attraversare indenne una caterva di livelli
a scorrimento vecchio stampo. La novità, come i più informati
tra voi già sapranno, risiede nel bizzarro sistema di controllo
dato che bisognerà comandare il protagonista tramite il Bongo
DK, la periferica trovata in regalo con Donkey Konga (o
acquistabile comunque separatamente per poche decine di euro).
Il duttile strumento a percussione questa volta è stato così
adattato per controllare il collerico Donkey. Con una pestata
sul Bongo destro, il primate si muoverà nel senso
corrispondente, con una rullata, inizierà a correre, mentre,
pestando contemporaneamente le mani su entrambi i bonghi, DK si
lancerà in un salto atletico.
Infine, battendo le mani, anche il nostro amico peloso
inizierà ad applaudire come un forsennato, provocando effetti
diversi a seconda dei casi (in genere questa mossa è utile per
acchiappare i caschi di banane).
INIZIA
LA GYM SESSION!
Dopo
un breve tutorial in cui il gioco vi suggerirà, tramite
comprensibili icone, come comportarvi col Bongo DK a seconda
della conformazione dei livelli, avrà inizio l’avventura vera
e propria. I quadri, mai eccessivamente lunghi, si alterneranno
velocemente, in un ritmo sincopato che aumenterà di pari passo
col vostro divertimento. Le azioni che il gioco vi chiederà di
fare sono le più semplici: corri verso un lato dello schermo,
schiva o combatti il nemico e salta il burrone, ma tutto si deve
però tradurre in una decina di pestate e di applausi forsennati sul
bongo che vi ridurranno, in men che non si dica, in una larva
umana sudatissima ma appagata. Ogni mondo è formato da tre
ambientazioni a tema nelle quali troverete sempre qualcosa di
nuovo che vi aspetta e che vi chiederà di accanirvi in modo
diverso sul Bongo DK. La maggior parte dei quadri è strutturata
in maniera tale che i giocatori più navigati possano inanellare
combo su combo destreggiandosi con le prove presenti. Afferrare
una liana e dar via ad un’estenuante corsa di albero in
albero, lanciarsi contro un muro per poi rimbalzare velocemente
contro quello opposto senza perdere la presa, attivare uno
switch e raccogliere i fiori che saranno comparsi, difatti, sono
tutte azioni che vi frutteranno un crescendo continuo di punti
(banane)bonus che si interromperanno solo quando tornerete con i
piedi per terra, fermando la vostra corsa. E’ dunque utile
ripetere molte volte tutte le ambientazioni perché, in puro
stile DKC, talvolta è possibile scoprire divertenti
strade alternative che premieranno adeguatamente la vostra
bravura con i borghi. Superati i primi due livelli,
caratterizzati da un concept tipicamente mariesco, avrà luogo
lo scontro col boss di turno che, a seconda dei casi, vi getterà
in un minigioco totalmente nuovo. Il più delle volte dovrete
affrontare un divertentissimo incontro di pugilato in cui i
pestoni che darete sul Bongo DK non serviranno più a far
muovere Donkey ma a fargli sganciare mirabolanti pugni! Queste,
senza ombra di dubbio, oltre a essere le sessioni più concitate
sono anche quelle più divertenti e innovative. Ogni scontro con
un Kong cattivo, poi, avrà luogo in una diversa ambientazione
che, in qualche modo, influirà sulle sorti del combattimento,
ma di più non voglio dire per lasciare spazio alla vostra
curiosità personale. Ogni volta che supererete i tre livelli,
nella migliore tradizione dei giochi arcade, i vostri sforzi
verranno giudicati e premiati con delle medaglie (oro, argento e
bronzo) che saranno più preziose più alto sarà il numero di
banane in saccoccia. Le medaglie non saranno un mero motivo di
soddisfazione personale, da sfoggiare ogni due per tre quando si
farà vedere il gioco agli amici, ma avranno il ruolo ben più
importante di farvi proseguire col gioco. Ecco perché è
importante, dunque, ripetere più e più volte lo stesso
livello, specie dopo che vi sarete impratichiti col bizzarro, ma
divertente, sistema di controllo.
Come
vi avevo già anticipato qualche riga fa, ogni quadro ospita poi
una miriade di “piccole” innovazioni che vi chiederanno di
volta in volta diversi metodi di approccio al Bongo DK. Per
esempio, talvolta vi capiterà di dover planare attaccati ad uno
scoiattolo volante, che andrà manovrato delicatamente o vi
porterà ovunque fuorché nel posto desiderato; lo stesso dicasi
per i viaggi all’interno delle bolle di rugiada, in cui il
minimo battito di mani fuori luogo può far esplodere il vostro
mezzo costringendovi a dover iniziare daccapo la sessione. Anche
i nemici, veramente tanti e ottimamente caratterizzati, così
come i livelli, richiederanno di volta in volta una strategia
differente per essere sconfitti. Tutto questo, alla fine della
fiera, non si traduce quindi in un bongheggio continuo,
disperato ed esasperato, ma in una sequenza di pestate ed
applausi ben ragionata che, al pari delle jam session di Donkey
Konga, più precisa sarà maggiori saranno i frutti delle
vostre fatiche che potrete raccogliere!
Qualunque
sia l’approccio al gioco, resta il fatto che vi divertirete
come matti anche se non mancano le precauzioni da prendere…
POMATE
E DOLORI!
Iniziamo,
dunque, con le avvertenze. Donkey Kong Jungle Beat vi
chiederà uno sforzo persino superiore rispetto a quelli
elargiti con Donkey Konga, giacché il ritmo ancora più frenetico e
le sessioni più lunghe e prive di ritmo richiederanno un
continuo pestare ed applaudire. Tutto questo, come potete ben
convenire, alla lunga stanca i palmi delle vostre mani e i
muscoli degli avambracci. Pertanto, come caldamente consigliato
dal gioco, vi suggeriamo di fare lunghe pause tra un livello e
l’altro o l’indomani vi sveglierete completamente
anchilosati. Questo può sembrare un accadimento di poco
spessore ma invece è, se vogliamo, una delle più grosse
limitazioni di Donkey Kong Jungle Beat! Se vorrete
giocare “come si deve”, dovrete infatti fare casino e dunque
pestare rumorosamente ed agitarvi come pazzi. Non è un caso,
quindi, se alla fine di ogni sessione vi ritroverete
completamente bagnati fracidi e con i palmi roventi! Nonostante
il divertimento alle stelle, è un titolo da prendere in piccole
dosi se non si vuole finire doloranti ed eccessivamente
maleodoranti…
UN
MONDO-PALCOSCENICO.
Bene,
attraversato il passo delle contro-indicazioni, iniziamo ora con
l’analisi del titolo dal pdv meramente tecnico.
Graficamente,
l’intero gioco è uno spettacolo da godere felicemente. I
giocatori più bravi, difatti, inanellando combo su combo,
daranno vita a tutta una serie di esplosioni ed effetti speciali
che delizieranno, per via della loro magistrale fattura, gli
occhi di chi osserva. Anche i livelli, scorrendo fluidi e
veloci, rimarranno impressi sulla retina come un insieme vivace
e pulito di colori freschi e scintillanti. L’intero mondo di
Donkey sembra vivo, ricco di farfalle, pipistrelli e volatili
che attraversano di corsa e senza alcun senso il televisore, col
solo scopo di movimentare ancora di più l’azione. Questo,
almeno, finché non ci si ferma. Se infatti si decide di
affrontare i livelli con più calma (e sacrificando
conseguentemente le banane bonus), ci si accorge allora di come
lo sfondo sia in realtà limitato ed abbozzato. Non si è dunque
di fronte ad una delle migliori espressioni grafiche apparse su
GC ma l’importante è che faccia più che bene il suo lavoro,
specie quando si va troppo di corsa per potersi fermare ad
apprezzare il panorama.
Ottimi, invece, i modelli poligonali di
tutti i personaggi, siano questi nemici o semplici personaggi
non giocanti (es. le scimmiette grigie che tifano per voi lungo
tutti i livelli). I programmatori hanno fatto un lungo e
sapiente uso del fur shading (tecnica, già apparsa in Star
Fox Adventures, che permette di far apparire folto e setoso
il pelo degli animali), che ha permesso di caratterizzare al
meglio tutti gli animali presenti, da Donkey ai giganteschi e
sofficiosi maialoni rossi che scorazzano selvaggiamente per i
livelli. E’ invece piuttosto inutile nonché, a volte fastidioso, il
modello zoomato di Donkey che compare nel bordo
inferiore-sinistro del teleschermo. Riproducendo le azioni che
sta effettuando il vero DK nel livello, vi sarà d’aiuto per
orientarvi solo all’inizio mentre perderà d’efficacia via
via che vi impratichirete col sistema di controllo. Anche le
musiche, in pieno stile DK, sono sì molto buone ma, di contro,
non raggiungono mai i livelli delle sinfonie elaborate dai Rare
ed ascoltabili nella serie Country. Più che buoni,
invece, gli effetti sonori.
Il
discorso si complica, invece, per quanto riguarda le voci della
Giocabilità e della Longevità, mai, come in questo caso,
indissolubilmente legate a doppio filo. La giocabilità è,
ovviamente, il piatto forte con il quale DK Jungle Beat si
presenta al mondo ma, ciononostante, non è esente dai difetti.
In primis, come abbiamo già detto, il divertimento alle stelle
è, dopo qualche oretta di gioco, inevitabilmente accompagnato
da un insistente bruciore ai palmi delle mani e da un dolore
agli avambracci per via della posizione tesa; in secundis, i
Bongo DK, nonostante riescano perfettamente all’interno del
gioco, non sono forse il pad più adatto per un piattaforma e
tutto questo contribuisce, ovviamente, ad abbassare anche la
longevità.
Ciò
nonostante, qui in redazione, provando la vers. JAP, ci siamo
divertiti come poche altre volte era successo (forse non si
avvertivano gli schiamazzi ed un puzzo di sudore così intenso
dai tempi di Super Smash Bros. Melee o dal multiplayer ad
8 di Mario Kart Double Dash!!) ed in fin dei conti è
questo che importa ad un ipotetico acquirente anche se, quanto detto prima, ha comunque
ridimensionato il voto globale.
LA
FESTA è FINITA…
Il
vero difetto di Donkey Kong Jungle Beat è comunque
rappresentato dalla mancanza di una modalità multiplayer che
avrebbe, lo dico con assoluta sicumera, rappresentato il vero
cuore del titolo. Ciò nonostante, il nuovo e bongoso titolo di
Donkey non poteva aprire in modo migliore la nuova stagione 2005
Nintendo. Lo ripeto: non è un capolavoro, non è il degno
successore della serie DKC per SNES, ma diverte e spompa
tantissimo, persino più di Donkey Konga e, alla fine dei
giochi, è ciò che conta, no?
Si
ringrazia per il gioco: Nintendo Italia
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PAGELLA
Sistema:
Game Cube
Target:
3+
Genere:
Piattaforma
Giocatori:
1
Produttore:
Nintendo
Distributore:
Nintendo
Versione:
Pal
Requisiti:
3 Blocchi
Uscita:
4 Febbraio
Video:
Disponibile
Copertina:
FOTO:
Saltare di albero in
albero con Donkey è ormai un classico. Non lo è farlo con i
Bongo DK!
Questo povero ma
servizievole scoiattolo volante vi aiuterà...
... A raccogliere le
banane fluttuanti. Controllarlo, tuttavia, non è facile.
Attenti a non
rompere le bolle di rugiada con movimenti bruschi!
Correre battendo le
mani come forsennati su di un veloce muflone è divertentissimo...
... Ma la
conformazione dei livelli metterà a dura prova i vostri riflessi!
E' inutile negarlo:
le sezioni più divertenti sono proprio gli incontri di pugilato
con i boss!!
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