Madonnine di mezz'agosto

 

O Madonnine di mezz'agosto,

piccole, fini, addormentate

sur un ceruleo letto composto

di gigli e rose,

che dolci cose

mi ricordate,

o Madonnine di mezz'agosto

mentre passate!

 

Che giorni puri, che giorni belli

era quelli!

Taceva tutta, nel vespertino

fascino assorta, via Sammartino:

 

- Oh come bello questo " stellario "

che al Vostro capo s'irraggia intorno!

Quando verrà il Vostro giorno,

oh che gran festa allor sarà! (2)

 

Venne quel giorno, poi tanti ancora,

vennero cento feste e poi cento,

ma il nostro cuore non fu contento

più, come allora.

 


 

 

(1) A Palermo nella prima quindicina

di agosto era ed è ancora costume por-

tarsi a spalla, sull'imbrunire, per le vie

dai fanciulli, delle piccole Madonne di

cera, morte, su piccole bare (variceddi)

sormontate da una raggiera (stillariu).

 

(2) E' il canto dei fanciulli che portano

la bara.

 

 

 

Sera di maggio

 

Dolce sera di maggio, in te risento

l'alito di lontane primavere:

non palpita ne l'aria ala di vento,

ogni campo e un verziere,

 

un bel verzier, che nel suo grembo ascose

di antichi germi nuove fioriture,

ed ora è tutto un pullular di rose

nascenti o moriture.

 

Luna pensosa, tu mi guardi e dici :

-- Ancora qui son io, nel tuo bel cielo,

ma dove son quegli occhi tuoi felici,

che splendean senza velo?

 

Ancora qui son io, ancor ti vesto

questi bei colli del mio roseo lume,

ma tu come mutasti così presto

di volto e di costume? --

 

Sere di maggio, il vostro alito blando

troppo dai sensi miei ora è discorde;

meglio l'inverso oblivioso, quando

acuto il gelo morde;

 

meglio le sere di gennaio e gli occhi

chiudere al sonno, che nel mal ci culla,

come una mamma il bimbo sui ginocchi,

e non pensare a nulla.

 

 

 

Testimonianze sul prof. Giuseppe Galati Mosella