Casa antica

 

Ecco, rimasta su per giù com'era

la nostra casa antica...

soltanto un po' più grigia la facciata.

Le persiane or hanno un'altra tinta

color marrone

e s'affaccia a un balcone

un alberello, che non c'era allora...

A quel balcone si affacciò mia madre...

(oh no, non mi par vero!):

ora è chiuso e vorrei

penetrarne il mistero.

 

Oh pomeriggi domenicali

d'estate, che or mi sembrano già tanto

lontani!

Sedeva il babbo nostro a quel balcone

(come vivo il ricordo!)

e mamma sopra il piano.

La bianca esile mano

scorrer facea, traendo dolci suoni

belliniani.

 

Anima mia, resisti,

rivivi quelle ore,

anche se or sono tristi,

anche se trema il cuore.

E' dolore l'amore

e ricordare è amare,

amar ciò che disparve

con raddoppiato ardore,

ridar vita alle larve

col sangue del tuo cuore.

 

 

 

Tantalino

 

Povero Tantalino!

Potrà avere dieci anni o poco più

e nel crudele inverno ogni mattino

va su e giù, giù e su,

dal dolciere al laboratorio

e dal laboratorio al dolciere,

con su la testa un paniere

di ciambelle calde e zuccherate...

così, meschinello, senza un cappottino,

come se fosse estate,

con solo, davanti, un grembiulino,

trema dal freddo e corre...

Come gli farebbe bene

una di quelle ciambelle,

che porta su la testa!

Quando posa la cesta,

a guardarle un po' resta

con l'acquolina in bocca,

 

ma ne nessuna ne tocca,

povero Tantalino!

Tutto quel ben di Dio

(chiamiamolo così)

è pei ricchi bebè,

per lui, oh per lui, non ce n'è.

 

 

Testimonianze sul prof. Giuseppe Galati Mosella