In Via Volturno

 

 

Ieri per questa via passò mio Padre,

forse una sera, sotto il plenilunio;

sonava al piano, giovane, mia Madre

le note del Barbiere o del Mosè.

 

Oggi per questa via son io che passo,

io... sì, fugace passeggero anch'io,

che va, che va, il volto triste e basso,

che passa... Oh nostra breve umanità!

 

Tristissima via

 

Splende nel cielo il sol, ma su la via

una tristezza incombe

e inconsolabilmente si diffonde

dentro l'anima mia,

un che di nero e lugubre

fa velo agli occhi lungo questa via.

E' vero, sì, che muoion ne le case

gli uomini e son le case su le strade,

ma qui morì mio Padre

dopo gli estremi affanni

e v'era morta prima

una bimba, a due anni,

oh figlia mia!

 

 

 

Tristezza

 

Su la valletta, un dì odorata e piena

di un tripudio di fiori, ora discese

la nebbia. Addio, mia gioventù serena,

età lontana, da le ardenti attese,

 

addio. Oh gioie delibate appena,

sogni di amore, visioni accese

di conquistati lauri, a una terrena

fugace ebbrezza con desio protese!

 

Tutto svanì, tutto coprì la triste

caligine. E di tutto ora non resta

che in fondo al cuore un'eco sconsolata:

 

e pare che a finir vada anche questa

tra le pallide cose non più viste,

in una landa mura, interminta.

Alla Musica

 

Forse perché se voce universale

d'una superna sinfonia d'amore,

mentre ti ascolto, arte divina, sale

un augurio dal presago cuore:

 

che, come in me ogni sdegno a placar vale,

ogni corruccio spegne, ogni rancore,

corda o flauto, che spanda nel serale

incanto un dolce suon consolatore,

 

così su questa umanità disfatta,

per gli aspri colpi di una sorte ria,

da sanguinante ferità omicida,

 

non più de gli odi la tempesta batta

a schianto e morte, ahi no, ma l'armonia

di una pace universa alfin sorrida.

 

Testimonianze sul prof. Giuseppe Galati Mosella