Al Pompiere dell'Arsenale

 

O bel pompiere dal berretto rosso,

o bel pompiere amico della fiamma,

a te si volge, tenero e commosso,

lo sguardo ed il pensiero d'ogni mamma

che sogna aver un genero capace

di dominare il fuoco più vorace.

 

Il tuo gran parco in mezzo all'Arsenale

è un tempio di coraggio e di nitore ;

e lì dove le macchina e le scale

ti abbagliano col loro luccicore ;

è lì dove le pompe e le pompette

si sposano alle lunghe manichette. 

 

E' lì dove t'eserciti al mattino

in cento perigliose acrobazie,

prontissimo "al fiammifero" o "al cerino"

a correre - fasciando per le vie - 

laddove c'è un incendio da domare

sopra la terra ferma o sopra il mare.

 

Più d'una volta t'ho sorpreso al'opra !

Un giorno, or mi ricordo, in Via Prione,

da una finestra ti chiamaron sopra

in un immenso lucido salone

dove trovasti una ragazza bella

col fuoco appiccicato alla gonnella.

 

Un'altro giorno in tram, in via d'Aquino,

una signora alquanto concitata

ti volle, nel tragitto, a lei vicino

perché temeva d'essere bruciata

da un giovanotto magro e con le lenti

che le lanciava sguardi incandescenti.

 

 

Al Postino

 

Quando ritorni a bordo e tutti quanti 

 fann'ala al tuo passaggio, come a un re,

 elevo una preghiera a tutti i santi

 perché il tuo sguardo si rivolga a me !

 A me che aspetto sempre - e tu lo sai - 

 la lettera che preme, e non vien mai.

 

 Ma tu mi fissi con il viso afflitto,

 e passi innanzi lesto e indifferente

 pensando : << ma chi vuoi che t'abbia scritto

 mio caro ed ineffabile tenente ?>>.

 E passi innanzi, con la borsa piena

 d'ogni speranza bella e d'ogni pena.

 

 Ma ancor non mi dò vinto ; e non ti credo ;

 per cui ti seguo fin sotto il castello ;

 e quivi, quando alfin stanco ti vedo

 deporre e rovesciare il tuo fardello,

 mi faccio sotto e : dimmi, mio postino,

 possibile ? - nemmeno un bigliettino ?

 

 Possibile ? - Sicuro ! - Intanto l'ora

 s'accosta in cui s'appaga ogni desìo :

 tutti i ragazzi van sotto la prora :

 tra quei ragazzi mi ci metto anch'io ,

 e ascolto la tua ferma e chiara voce

 che dona a chi una gioia, a chi una croce.

 

Volan per l'aria come farfallette

 - e come tali, a volo, ecco, afferrate -

 le buste variopinte e piccolette,

 le lettere d'amore profumate.

 Le lettere del sarto del paese

 che aspetta i soldi per la fin del mese.

Le poesie di Michele Paturzo pubblicate nel volume"GLI ELOGI" 

- Edizione a cura dell'Istituto Andrea Doria

 Casa Editrice G.D'Onofrio - Napoli-Sorrento - 20 Gennaio 1960

Poesie dedicate ai Marinai della Marina Militare