Annysea - la Sirenetta di Taranto                          


 

Mare di parole perdute

Quel giorno,
oppressa da indicibile tedio,
chiamerò a raccolta le mie muse,
le pregherò di porgermi un aiuto.

Quel giorno innalzerò
covoni di parole, saranno immensi
e altissimi,
li immolerò all'amore,
dal rogo, si leveranno scintille
di policromi desideri abortiti,
di ali e vele strappate.
Di parole tagliate con lame di fuoco,
sul nascere,
Prima ancora di riuscire,
per un istante, a vivere.


Pensieri e aneliti perduti, smarrimenti onirici,
Labirinti esistenziali, esiti imprevedibili.
Il sogno, divenuto "aguzzino" del vivere,
dipendente, aggrappato, totalmente "inerme e indifeso",
come cucciolo di acquatiche vite,
che suscita tenerezza infinita,
in coloro che abitano il mare.

Il mare,
il mare,
il mare dentro il mare,
sotto il mare,
penetrati dal mare,
posseduti dal mare,
allarmati dal mare,
prigionieri del mare,
sudditi del mare,
inquilini abusivi del mare,
sfrattati dalle onde anomale,
deprivati dalla sua musica sinfonica
dai suoi inusitati boleri,
dalle sue struggenti "toccate e fughe",

Il mare,
quel mare, che forse, non vedrò mai.
Anzi ne sono certa.
Morirò, in un rogo di parole.
Senza Aver Visto il Mare.
senza essermi smarrita,
nello sguardo del mare.
senza aver baciato il mare,
senza aver visto nascere l'alba sul mare ,

senza aver salutato il sole che s'inabissa nel mare ,
senza aver sentito sulle labbra
il sapore dolceamaro del mare ,
senza averne aspirato i profumi notturni,
gli umori liquidi più segreti,
senza aver colto la rosa azzurra
sbocciata sul prato del mare.
senza aver toccato la pelle del mare,
l'impossibile Mare.
l'inarrivabile mare,
il cosmico mare,
il mare sotto- e sopra- di Me.

 

 

 

Piccola farfalla che vieni dal mare

 

Piccola farfalla
tu sbocci dall'alveo della notte.
tu germogli inattesa
come fleur du mal,
fleur de solitude ancienne,
fleur de mélancolie.

Tu spargi polvere d'oro
su maschere d'amaritudine,
tu canti seducenti melodie
in abissi di silenzio,
tu voli sul cuore
che ti attende da sempre.

Petit papillon,
étoile avec ailes de pourpre e d'or,
borotalco d'argentati profumi
evanescenze policrome.

Tremori d'ansiosi sortilegi.
Diademi d' arcobaleno
su dita solitarie e nude
luce che inazzurra il giorno
di palpitante stupore.

Muto messaggio d'inudite parole ,
corpo e sostanza che rivesti il sogno,
lampo che attraversa le spente pupille.

Nasci dalla spuma marina
leggera più dell'anima,
tu piccola farfalla
da sparse lontananze riannodi
tenerezze.

Petit papillon,
impalpabile visione,
riconduci a me il suono del mare
catturato tra cordame di licheni,
tra le sabbie dorate dei miei desideri.

Mi riconduci
l'eco di una voce:
dalle dimore segrete dei gabbiani
mi restituisci visioni.

Je t'attende,
je t'adore,
 je t'aime,
petit papillon,

tu risorgi da baratri d'oblio,
ascendi fino agli azzurri palazzi delle nuvole,
percorri corsie traslucide di pianto,
riaccendi abat-jour dimenticati
fai risuonare carillons di giostre antiche
nell' apatia di giorni sempre uguali.


Carezzevoli aliti diffondi a rinverdire l'attesa.
Bisbigli mielate parole di poesia,
risvegli il frumento del cuore
oppresso da coltri d'abbandono.

Petit papillon,
messaggera d'Aprile,
tu smemori letarghi di abbrividite stagioni,
rendi turgidi i capolini delle tuberose,
i virgulti dei vigneti inebri di promesse.

Dal tuo lieve frullare
effondi musica ancestrale,
ti libri sullo stelo della rosa recisa
e le ridoni ancora un'illusione di vita.
Le ciglia asciughi del silenzioso pianto
e le tramuti in germe di nuovo sortilegio.

Petit papillon venuta dal mare
mon amour,
mon fleur de la vie,
fleur de solitude ancienne,
je t'adore.