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L'Annunciazione a Maria |
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Sei mesi dopo la concezione di Elisabetta, l'arcangelo
Gabriele fu inviato da Dio, nella città di Nazaret alla casa di Giuseppe, e
annunziò alla Vergine Maria questo annuncio glorioso e stupendo,
inesprimibile e impensabile, vertice e fondamento di tutti i beni. In quale
ora, con quale ordine, in quale posto ebbe luogo l'Annunciazione? La Vergine
viveva già nel digiuno e in piedi in preghiera presso la fontana, perché ha
concepito la fonte della vita. Era il primo mese, il mese in cui Dio creò il
mondo intero, per insegnarci che ora di nuovo egli rinnova il mondo
invecchiato. Era il primo giorno della settimana, cioè la domenica, nel
quale ha annientato le prime tenebre e ha creato la luce primogenita, nel
quale ebbe luogo la gloriosa risurrezione dalla tomba del Re suo figlio, e
insieme la risurrezione della nostra natura; e non era solo il primo giorno,
ma anche la prima ora, secondo la parola del profeta: «Dio la soccorrerà
alle prime ore del mattino» (Sal 45, 6). |
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La visita a Santa Elisabetta |
Quando giunse alla casa di Elisabetta, e costei ebbe udito
il suo saluto, subito Giovanni, voce del Verbo, lampada della Luce, profeta
della Grazia, vide più profondamente dal seno di sua madre e intese la voce
del saluto, e col suo balzare nel seno materno annunciò come si dovesse
salutare e adorare il Re che stava per nascere e che da lui voleva essere
battezzato, per diventare suo profeta, precursore e futuro battezzatore. Per
questo sua madre acclamò la Madre del Signore «e gridò a gran voce e disse:
Benedetta tu fra le donne e benedetto íl frutto del tuo grembo... Ora le
parole di Elisabetta rivolte alla Vergine le parvero veramente ispirate
dallo Spirito Santo, come dice il santo Vangelo: «Elisabetta fu piena di
Spirito Santo, ed esclamò a gran voce e disse: Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno». Lo Spirito Santo infatti le aveva
rivelato che era incinta e che aveva concepito senza unione di uomo. Per
questo lo chiamò «il frutto del tuo seno», perché l'essenza del corpo santo
era solamente dal suo seno, e non da un seme estraneo. «Benedetto il frutto
del tuo seno», perché egli è il frutto vero, il nutrimento del mondo... Più
tardi egli stesso ci darà il cibo spirituale, il suo corpo venerando e
santissimo e il suo sangue. Veramente benedetto è il frutto del tuo seno, o
Vergine immacolata, il quale ha tolto la maledizione che ci è venuta dal
frutto della disubbidienza. Quel frutto ci ha esiliato dal paradiso; ma
questo frutto benedetto, sbocciato dal tuo seno, ci ha aperto la porta del
paradiso, anzi ci ha condotti fino al cielo, e ci assegna il paradiso come
eredità. |
La Nascita di Gesù |
«Giuseppe sali dalla Galilea, dalla città di Nazaret, verso
la Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché egli era della
casa e della tribù di Davide, per farsi registrare insieme con Maria, che
gli era promessa sposa. Essa era incinta» (Lc 2, 4-5) per opera dello
Spirito Santo, ed era vicino il tempo del parto... E quando raggiunsero
Gerusalemme e Betlemme, si compi il tempo della natività straordinaria, più
profonda di ogni conoscenza. Però, dato che una folla numerosa si era
riunita per il censimento e i posti erano stati già occupati, e così pure le
case di Betlemme, alloggiarono in una grotta di Betlemme. O ristrettezza ed
esilio per nostro amore del padrone di tutte le creature! Non gli si trovò
né alloggio né albergo. E così l'Inaccessibile, l'Incircoscritto, fu
contenuto in una piccola grotta, in un indebito presepio; e il Verbo di Dio
senza principio e incontenibile, il creatore di tutto il mondo, guidò la
Madre in una grotta di Betlemme, come dice il santo Vangelo: «E avvenne:
quando furono là, si compirono i giorni del parto, e diede alla luce il
figlio suo primogenito, e lo avvolse in fasce, e lo depose nella mangiatoia,
perché non c'era posto per loro nell'albergo» (Lc 2, 6-7). Allora il Signore
dei cieli e della terra fu avvolto in fasce. O grande meraviglia. Colui che
tutti nutre era nutrito col latte; colui che tutti recensisce, veniva
recensito. Allora si compi la profezia di Davide a riguardo di Betlemme e
della nascita del Signore. Egli dice: «Non concederò riposo ai miei occhi né
respiro alle mie palpebre né sonno al mio corpo, finché non trovi la sede
per il mio Signore e la dimora per il Dio di Giacobbe. Noi abbiamo udito di
lui questo ad Efrata: Lo troveremo nel campi dei legni» (Sal 131, 4-6).
Disse ciò di Betlemme ove avvenne la nascita del Signore. Per questo
soggiunse: «Entriamo nella sua casa, adoriamo nel luogo dove si sono
stabiliti i suoi piedi» (Sal 131, 7). |
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La Presentazione di Gesù al tempio |
Ma, o ammirabile Maria, quali erano quelle cose
che tu serbavi meditandole nel tuo cuore? (cf. Lc 2, 19). Erano forse le
parole che ti aveva detto l'angelo e tutte le altre cose udite dai pastori?
Tu le serbavi nel tuo cuore e, nell'atto di meditarle attentamente, ti
rendevi conto che tutte armonicamente s'accordavano nel riconoscere l'unica
realtà: colui che era nato da te era veramente Dio e ti aveva mostrato quale
miracolo, che non poteva essere contenuto né dal cielo né dalla terra. Egli
era colui che aveva accettato di essere circonciso, per confermare la sua
appartenenza al popolo giudaico e per non dare ad esso l'occasione di
negarlo. Fu circonciso nell'ottavo giorno, nel giorno del Signore [ossia di
Domenica], che fu anche quello della sua risurrezione, «e gli fu messo il
nome di Gesù», che significa salvezza del popolo «come era stato chiamato
dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre» (Lc 2, 21),
quando appunto disse alla Vergine: «e lo chiamerai Gesù» (Lc 1, 31), e
quando successivamente rivolgendosi a Giuseppe soggiunse: «egli salverà il
suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21). |
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Il ritrovamento di Gesù nel tempio |
E in quella stessa festa nella quale dopo molto tempo, per
invidia, i Giudei l'avrebbero tolto di mezzo e consegnato alla sua passione,
in questa festa «nel dodicesimo anno della sua età» umana, «quando i suoi
parenti salirono a Gerusalemme secondo l'usanza e i giorni della festa si
furono compiuti, al momento di ritornare il fanciullo Gesù rimase a
Gerusalemme e i suoi genitori non lo seppero» (Lc 2, 42-43)...Egli rimase a
Gerusalemme a loro insaputa, per non essere da loro impedito di restarvi e
per non essere a loro disubbidiente. Mentre dunque rimase a Gerusalemme, se
ne andò al tempio e si assise tra i dottori: guidava e ammaestrava i dottori
e i sacerdoti, non con potenza né con presunzione, lui che è la sorgente
unica di ogni sapienza e scienza, lui che a tutti dona la parola e la
sapienza. Faceva questo secondo la misura dell'età e del suo onore,
lasciando a ciascuno il proprio compito. Per questo lasciò il posto ai
sacerdoti e ai dottori per guidare ed insegnare; egli li interrogava con
intelligenza, li ascoltava con sapienza e rispondeva con discernimento. Ed è
per questo che tutti ammiravano la sua riflessione e la sua sapienza, perché
egli era realmente ammirabile. Tuttavia la santissima Madre con Giuseppe
«avendolo cercato fra i conoscenti e i familiari e non avendolo trovato,
tornarono a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel
tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava; e
tutti coloro che udivano le sue domande e le sue risposte erano
meravigliati. |
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Misteri dolorosi |
Allora gli sputarono in faccia | «Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri
lo bastonavano, gridandogli: Indovina, o Cristo! Chi è che ti ha percosso?» Ora, poiché lei sentiva impellente il bisogno di seguire il Figlio che veniva portato da Pilato e da Erode, come sopportava di veder condotto via menato intorno come un malfattore? Con quale animo riusciva a restare forte ora che pubblicamente lo vedeva condannai e flagellato? ora che lo vedeva schernito e soffrire mille assurdi oltraggi? come quel volto, datore di vita, poteva ricevere gli empi sputi di quegli uomini sacrileghi? dove attingeva la forza di vede contratti quegli occhi che invece erano in grado di scrutare ogni cosa. A questo si riferisce il versetto evangelico, quando dice: «Allora € sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, gridandogli: Indovina, o Cristo! Chi è che ti ha percosso?» (Mt 26, 67-68; A 14, 65). Come riusciva a tener fermo lo sguardo su quel capo cinto una corona di spine e percosso con una canna, quel capo che lei venerava, quello cioè del suo Signore e Figlio, che lei baciando teneramente adorava? Come poteva guardare quelle santissime membra a lei così care vergognosamente denudate e rivestite di falsa porpora. Queste cose le procuravano innumerevoli sofferenze mortali. Ciascuna di esse, infatti, le infliggeva un colpo mortale, prima della stessa morte del Signore. Questo era il suo reale stato d'animo, ma in questo dolore essa traeva sollievo dalla forza che le infondeva colui che soffriva. |
Gesù sale il Calvario | Maria con immutabile forza interiore guardava il Figlio, che
spontaneamente si recava a morire? Non so come, ma ad essere condotto come
agnello innocente, era l'Agnello di Dío! ad essere portato via come reo, era
colui che toglieva il peccato del mondo! colui che con mansuetudine
tollerava l'audacia di uomini omicidi! Al contrario, con quale benevolo
atteggiamento egli si mostrava verso di loro! quale dolcissimo sguardo
aveva! con quali miti parole egli parlava! con quanta serenità egli
accettava di prendere la propria croce imposta sulle sue spalle! La Sacra Scrittura, infatti, dice che i suoi persecutori gliela imposero subito, prima di imbattersi in Símone di Cirene. Allo stesso modo le lacrime delle donne che, seguendo il Figlio si battevano il petto, procurarono alla Madre un piú cocente dolore. E in verità [la causa di tanto dolore per lei] non furono le lacrime, ma le dolcissime parole di coraggio che il Signore rivolse alle donne: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me!» (Lc 23, 28). A queste parole, quanto si lacerò il cuore di Maria! quanto restò interamente scosso! Vedi a quel punto di tollerabilità giunse l'ardente fiamma del suo amore materno! Infatti, chi ascoltando queste parole, non si sarebbe piegato? chi non sarebbe divenuto piú molle della cera? chi non si sarebbe mosso a compassione, benché inflessibile e tutto di pietra? |
L'immenso dolore della madre ai piedi della croce | La croce viene issata e una spada piú
penetrante si conficca nel cuore della Madre Ma quando i deicidi giunsero al luogo del Cranio e sollecitamente si adoperarono [per predisporre il necessario] per una morte che avrebbe dato la salvezza [a tutti gli uomini]; quando piantarono la croce e con i chiodi si toccò un'inaudita ferocia, fissando saldamente e con intenzione omicida la base di sostegno per issare la croce, ecco che allora una piú penetrante spada si conficcò nel cuore della Vergine e i colpi del suo dolore materno andavano dritti al segno. Ma [di fronte a tanta sofferenza] come l'anima non abbandonò il corpo? Come poté non staccarsi dall'unione con esso? Come gli occhi poterono continuare a fissare lo sguardo, mentre sulla croce si issava la loro luce, Cristo? Come le pupille non evitarono di guardare, vedendo spontaneamente porgere a quelle mani omicide le sue purissime palme? E quando le sue membra furono confitte sulla croce, perché le articolazioni del suo corpo non si disgiunsero? Oh, mentre nella mano si piantava il chiodo, nel cuore invece si conficcava una ferita mortale! Ogni arto perforato feriva piú acutamente l'anima della Madre! Le gocce di sangue che stillavano dalle ferite facevano scorrere dagli occhi materni piú dolorosi rivoli di lacrime! Con quali occhi lei poteva guardare, sospeso sulla croce, il corpo che si era avvolto di luce come di un manto? (cf. Sal 103, 3). ,e poteva guardare quelle mani empie e sacrileghe dividere e tirare a sorte quelle vesti (cf. Lc 23, 34) che lei aveva fatto con le sue stesse mani!; che lei, intemerate, venerava perché avvolgevano il corpo del Signore? Come poté sopportare la vista di quel corpo disteso sulla croce? lo sguardo che dolcissimo si volgeva verso di lei e verso tutti? la mansuetudine e quell'animo disposto al perdono verso coloro lo beffeggiavano e verso lo stesso ladrone che, sospeso con lui . croce, lo scherniva? E tutto questo le rendeva dolorosa la ferita, piú profonda di quella inflitta dai chiodi! E mi riferisco particolarmente alle parole di motteggio dei passanti, agli scherni dei presenti, voci di quelli che lo insultavano e si prendevano giuoco di lui, beffe, agli ironici cenni del capo, agli altri innumerevoli oltraggi [negli omicidi. Tutti, infatti, allo stesso modo si rallegravano per la sua morte e si abbandonavano allo scherno. Ma il profeta per divina ispirazione aveva predetto anche questo, quando disse: « Ho atteso compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati» (Sal 68, 21)... |
Donna ecco tuo figlio ...ecco tua Madre | Il Signore, vedendo sua Madre ferita... disse: «Donna, ecco
il tuo figlio!» (Gv 19, 26). Osserva ancora una volta come il fuoco del suo naturale amore materno divampò in lei piú fortemente e come le si riaccese nel cuore quella sua infrenabile fiamma! Infatti, quando Cristo pronunciò la parola «figlio» la Vergine si ricordò del suo straordinario e ineffabile parto; richiamò alla mente il suo fascino eccezionale, la sua amabile conversazione, ma anche l'incomprensibile dolore [che Simeone le aveva profetizzato]. La parola «figlío» manifestò il modo affabile con cui Cristo si rivolgeva alla Madre; la sua profonda e mirabile sottomissione; il vanto della Madre verso di lui; i tanto desiderati e one: abbracci; infine, pensò che da quel momento in poi il loro parla sarebbe stato proporzionatamente ' diverso e che lui non si sarebbe piú trattenuto con lei come prima, cioè rivestito di carne: egli ormai si affrettava a ricevere la gloria che gli spettava. Cristo promette di essere perennemente accanto alla Madre con la sua divina presenza e assistenza... «Ecco la tua madre»: Maria è costituita da Cristo come Madre e guida di tutti Dopo aver cosí amorevolmente parlato alla Madre, Cristo si rivolge al discepolo e gli dice: «Ecco la tua madre!» (Gv 19, 27). 0 eccelso onore per un discepolo! O eredità piú ricca di qualsiasi bene esistente! Di quale dono di grazia l'amato discepolo divenne messaggero! Ottenne infatti di essere chiamato fratello del Creatore dell'universo e di ricevere in sorte e di accogliere con sé sua Madre, Signora di ogni creatura! «Ecco la tua madre!». «Ecco - dice Cristo - l'affido a te al posto mio. Poiché ora vado a ricevere la mia parte di gloria, io la lascio a te al posto della mia visibile presenza! Supplisci a quell'affetto filiale che io avrei dovuto nei suoi riguardi e venerala come si addice alla Madre del tuo Signore e Maestro! Poiché essa già gode della mia continua presenza divina, abbia anche il tuo premuroso aiuto, senza che venga mai a mancare. Entrambi, quindi, tu con la parola ed io con i fatti, cerchiamo di eliminare l'insopportabile suo dolore. Tu confortala adeguatamente, mentre io le infonderò tutta la forza d'anímo necessaria. Ora io la costituisco Madre non soltanto tua, ma anche di tutti gli altri; la pongo a guida dei discepoli e assolutamente voglio che sia onorata per il suo privilegio di essere Madre. Inoltre, benché io vi abbia ordinato di non chiamare nessuno "padre" sulla terra (cf. Mt 23, 9), tuttavia voglio che la onoriate e chiamiate Madre, perché è stata per me un tempio piú alto del cielo ed ha mostrato una volontà diversa dalla naturale consuetudine». |
Gesù deposto dalla croce | Con quale contenuto atteggiamento di dolore e con quanta
nobiltà d'animo parlava al Figlio sofferente, provvedendo con le proprie
mani al da farsi! Raccoglieva, infatti, sul suo grembo i chiodi estratti;
stringeva tra le braccia e teneramente baciava le smorte membra e con le
braccia protese da sola amorevolmente si prodigava [per rendere meno
traumatica] la discesa del Figlio dalla croce. Quando finalmente il
santissimo corpo, deposto, fu adagiato a terra, la Vergine lo abbracciò e lo
inondò di caldissime lacrime. Poi, con un esile tono di voce e con parole
piene di pietoso affetto, cosí parlò: «Ecco, Signore, si è adempiuto
pienamente il prestabilito mistero! Ecco: finalmente ha avuto termine quel
tuo benevolo piano di salvezza! Ecco: la tua inenarrabile pazienza è ormai
posta sotto gli occhi di tutti! Infatti ora giaci corpo senz'anima, tu che a
tutti somministri lo spirito vitale! Ora tengo e abbraccio il corpo
inanimato di colui che è l'autore della vita di tutto il creato, di colui
che preserva la mia stessa vitale esistenza. Ora tengo privo di vita, colui
che solo ieri, amore mio carissimo, stringevo tra le braccia! del quale
udivo le dolcissime parole! del quale andavo fiera per le sue vivificanti
parole! Ora invece bacio le membra immobili e coperte di piaghe di colui che sana le inguaribili ferite della natura; di colui che per la guarigione di tutti è stato coperto di lividure! Ora stringo la muta bocca e le silenziose labbra di colui che ha dotato di ragione l'intera natura! di colui che ha posto l'uomo sulla terra come essere vivente munito di parola! Ora bacio gli occhi chiusi di colui che diede il potere di vedere; di colui che con un suo ordine ridonò ai ciechi la luce degli occhi! Oh, se ora potessi ascoltare la tua dolcissima voce! Oh, se potessi vederti dire qualcosa! Se di nuovo potessi ascoltare le tue amabili parole! Ma, anche se ora questo non è possibile, tuttavia molto presto mi sarà concesso di vederlo nella risurrezione, quando tu, dando il gioioso annunzio della rinascita spirituale del genere umano, parlerai affabilmente con colei che ti ha generato». ( Da "Maria ai piedi della Croce" di Giorgio di Nicomedia in Testi Mariani Primo Millennio, pag. 744ss, Città Nuova). |
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Misteri gloriosi |
Maria vide per prima la risurrezione di Gesù | La Madre immacolata stava accanto al sepolcro, incapace di
separarsene: vide e senti tutto ciò che accadeva e si diceva. Vide il grande
terremoto che risvegliò coloro che da gran tempo erano rnorti e fece
addormentare le guardie e rovesciò la pietra; poi il risveglio delle guardie
e la loro fuga verso la città... di tutto questo fu testimone oculare la
beata :Madre del Signore, che prigioniera d'amore, stava inseparabilmente
accanto al sepolcro: ella vide la sua gloriosa risurrezione. Le altre donne
videro la pietra rovesciata e l'angelo che vi sedeva sopra; ma quando e come
ciò fosse accaduto, esse non lo seppero assolutamente. Conobbe tutto
soltanto l'immacolata Madre del Signore, che stava là. Per questo prima di
tutti accolse l'annuncio della risurrezione e fu stimata degna di vedere,
prima di tutti, il suo Figlio e Signore - visione divinamente bella, vertice
di ogni bene desiderabile -, e udí la sua dolce voce e credette a tutti i
misteri della sua divina economia: come aveva creduto a quelli
dell'Incarnazione, ora credeva a quelli della risurrezione. E questo non
soltanto perché era la Madre immacolata e santa, ma anche perché premurosa
era rimasta con lui nell'ora della passione, con lui aveva amorosamente
sofferto, da lui aveva ricevuto la forza d'animo per non morire con lui.
Perciò ora vive con lui e con lui è glorificata. Così dunque la santa Madre
del Signore vide prima di tutti la risurrezione del Figlio. Ne diede la
notizia ai discepoli, o piuttosto l'annunciò alla donne che portavano gli
aromi... |
L'Ascensione di Gesù | Così dunque la santa Theotokos vide con i suoi occhi la
risurrezione del suo Figlio Re, e colma di gioia se andò di là alla casa del
discepolo prediletto, per attendere il momento dell'ascensione di Cristo.
Questa casa era in Sion... l'evangelista Giovanni, dopo la morte di Zebedeo
suo padre, aveva venduto l'eredità paterna e i beni che possedeva in
Galilea, e aveva comprato a Gerusalemme la casa in Sion, dove accolse la
santa Theotokos secondo il comando del suo Signore e Maestro: ivi la
serviva... Là gli Apostoli, dopo l'ascensione del Signore, celebrarono i
primi misteri della santa messa. La santa Madre di Dio ebbe dunque questa
casa come sua dimora dopo l'ascensione di Cristo... Nel tempo che decorse
dalla risurrezione all'ascensione, molte volte il Signore apparve alla sua
santissima Madre, quand'egli lo credeva opportuno: e più d'una volta la
consolava, come a lui piaceva. Ai discepoli invece egli non appariva
continuamente, ma solo quand'era necessario; e prese anche cibo davanti a
loro, perché credessero che non si trattava di una falsa apparizione, ma che
veramente egli era il Signore Gesù Cristo, loro Re e loro Maestro. E fece
loro comprendere molti misteri e promise loro la discesa dello Spirito Santo
e ordinò loro di restare a Gerusalemme fino a che non fossero stati
rivestiti di forza dall'alto. «Poi li condusse fuori dalla città verso
Betania, e li benedisse» (Lc 24, 49-50). Si trovava con loro anche la santa
Theotokos: era infatti conveniente che fosse là, perché come nell'ora della
passione il suo cuore, più di ogni altro, era stato infranto, e lei era
rimasta ritta inseparabile da lui, così ora contemplasse la sua gloriosa
ascensione e fosse riempita di gioia. |
La discesa dello Spirito Santo | Il Signore promise agli Apostoli. la venuta dello Spirito
Santo e li benedisse. Ma la Madre santa e immacolata era stata benedetta fin
dal principio, da quando aveva udito: «Rallegrati, o piena di grazia, il
Signore é con te, tu sei benedetta tra le donne» (Lc 1, 42); e questa
benedizione vera l'aveva ricevuta nel suo seno, donando al mondo colui che
annulla ogni maledizione. Perciò, fin dal principio, era anche piena di
Spirito Santo e rivestita di potenza dall'alto: da quel giorno intatti lo
Spirito Santo era venuto sopra di lei e l'aveva adombrata la potenza
dell'Altissimo, secondo le parole dell'arcangelo Gabriele... Dopo che il
Signore ascese al cielo - e lo videro salire ai cieli gli Apostoli con la
Vergine santa - subito mandò loro degli angeli per consolarli e annunciare
la sua seconda futura venuta: dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme
con grande gioia, e si fortificavano coraggiosamente nella preghiera,
«insieme con Maria, la Madre di Gesù, e i suoi fratelli» (At 1, 14): perché
la santa Madre di Dio fu sempre partecipe e apportatrice di ogni bene, anche
dopo l'ascensione di Cristo. Già quando viveva nel suo paese (di Nazaret)
portava a compimento ogni bene, era anzi il tesoro di tutti i beni, e, pur
vivendo in quel luogo, era modello e guida a tutte le cose più sante; così
ora, dopo l'ascensione, la santa Madre di Cristo era modello per gli uomini
e per le donne, e guida ad ogni buona azione, con la grazia e l'aiuto di suo
Figlio, il Re della gloria. Per questo allora ingiunse digiuno e preghiera
ai santi Apostoli, ed essi perseverarono nel digiuno, nella preghiera e
nella supplica finché si compi il cinquantesimo giorno e furono riempiti
dalla grazia dello Spirito Santo, consolatore dell'anima. Da quel momento
questi degni Apostoli uscirono a predicare il Vangelo, seminarono la parola
di vita a Gerusalemme e in tutta la Giudea e poco dopo fino agli estremi
confini della terra, là dove indicava loro lo Spirito Santo; e si fecero dei
discepoli fra tutti i Gentili e li battezzavano nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo, secondo il comando del Signore. |
L'Assunzione di Maria al cielo | Con la sua grazia parleremo ora del suo transito, del suo
passaggio da questo mondo al regno eterno... Quando dunque il Cristo nostro
Dio volle far uscire da questo mondo la Madre sua santa ed immacolata per
condurla al regno dei cieli a ricevere la corona eterna delle sue virtù e
delle sue fatiche spirituali superiori a quanto può la natura, e porla alla
sua destra col manto d'oro splendidamente tessuto di vari colori, e
proclamarla Regina di tutto il creato e introdurla all'interno del velo, per
farla abitare nel Santo dei Santi, allora le mandò di nuovo l'arcangelo
Gabriele per annunciarle la sua gloriosa traslazione, come un giorno le
aveva annunciato l'ineffabile concepimento. Venne dunque l'arcangelo e le
porse un ramo di palma, segno di vittoria: come un giorno con rami di palma
erano andati incontro al suo Figlio, vincitore della morte e distruttore
dell'inferno, così l'arcangelo porse alla Vergine santa questo ramo, segno
della sua vittoria sulle sofferenze e sullo spogliamento della morte, e
disse: «Il tuo Figlio e Signore ti invita, dicendo: E giunta l'ora che venga
accanto a me mia Madre! Per questo mi ha mandato a recarti ancora una volta
l'annuncio, o benedetta tra le donne! Come dunque finora hai colmato di
gioia gli abitanti della terra, o Benedetta, così con la tua ascensione
riempirai di gioia le schiere celesti e farai ancor più rífulgere le anime
dei santi. Rallegrati, dunque! Te l'ho proclamato una volta; ma ora tu
prendi il nome di "piena di grazia" come onore perpetuo. "Rallegrati, o
piena di grazia; i1 Signore è con te!" (Lc 1, 28). Le tue preghiere e le tue
suppliche sono salite al cielo presso il tuo Figlio; e secondo la tua
richiesta egli ti comanda di lasciare questo mondo e di salire alle dimore
celesti, per stare con lui nella vita vera che non ha fine». Quando la santa
Madre di Dio Maria intese quest'annuncio, piena di gioia rispose all'angelo
con la sua risposta di un tempo: «Ecco la serva del Signore: che mi avvenga
anche ora secondo la tua parola. E l'angelo partì da lei» (Lc 1, 38).
(Da "La vita di Maria" di Massimo il Confessore (+662 ), op. cit.) |
Maria modello della Chiesa orante nell'attesa di Gesù | La presenza di Maria era di consolazione e di incitamento
alla pratica delle virtù Inviò gli altri discepoli, perché annunciassero il Vangelo ai lontani e ai vicini; lei però rimase nella città regale, a Sion, sostenendo da sola nuove molestie e aggressioni a motivo di suo Figlio. Per causa sua stava invitta e lottava contro gli avversari, i cattivi Giudei; ma fungeva anche presso di lui come interceditrice e avvocata, non solo per i credenti, ma pure per i nemici, per impetrare loro misericordia. Costoro erano condotti alla conoscenza e al pentimento, perché lei aveva imparato ad agire così anche dal Figlio, quando, appeso alla croce, pregava: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34). Lei stessa del resto era per sua natura benevola e misericordiosa e desiderava per tutti gli uomini la salvezza, e che giungessero alla conoscenza della verità. Non contenta di questo, moltiplicava gli esercizi del digiuno e della preghiera. Non si allontanava mai dal sepolcro del Signore: sua dimora era dove egli aveva posato il capo, suo cuscino la pietra, suoi corsi di meditazione le preghiere e le meditazioni sugli avvenimenti di suo Figlio, sua mensa i panegirici, suo nutrimento i racconti, le lezioni e gli insegnamenti della passione del Signore, sua bevanda e suo bagno le lacrime, suo riposo e sue delizie le prostrazioni: è stato infatti affermato da maestri veritieri, ed è giunto fino a noi, che a motivo delle sue frequenti prostrazioni le sue mani sante erano diventate oltremodo callose, quelle mani con le quali un tempo stringeva tra le braccia il Signore nato verginalmente da lei. Con quelle mani ora supplicava e implorava. inizio |