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Sommario |
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L'icona. Il corpo nudo, umiliato nella morte, si leva dal sarcofago, sostenuto dalla Madre. Una parte del corpo di Gesù è nascosta nella tomba. Sanguinano le piaghe delle mani e la ferita del costato squarciato. Il capo reclinato sulla spalla della Madre in tenero abbandono. Dietro si alza la croce con l'iscrizione:"il Re della gloria". A volte Maria è rappresentata con i capelli scoperti e cadenti sulle spalle. In queste icone si nota una certa influenza delle "Pietà" dell'arte occidentale.
Il significato. Il Cristo porta il titolo di «Re della gloria». È chiamato anche «lo Sposo». A volte l'icona dello Sposo è tenuta fra le mani da santa Parasceve, la martire che simboleggia il Venerdì santo. Più spesso lo Sposo è associato alla Madre. In questo caso diviene l'icona della Madre di Dio dal titolo: "Non piangere per me, o Madre". Da un'ode del sabato santo che così continua:"... vedendo nella tomba il Figlio che tu hai concepito miracolosamente. Perché io risorgerò e sarò glorificato, e innalzerò a una gloria senza confini coloro che ti esaltano con fede e con amore». I volti di Gesù e Maria accostati, meglio incastrati, l'uno nell'altro in un ultimo terreno abbraccio tenero e doloroso richiamano la Vergine della Tenerezza, dove il Bambino abbraccia la Madre rivelandole la sua passione e morte. (Vedi anche l'Odigitria del monte Athos dove il Bambino disteso richiama il Figlio morto accolto sulle ginocchia della Madre). Ora la Vergine della Passione
sorregge fra le braccia il Figlio morto, e lo mostra a noi quale Sposo
paziente e misericordioso che col suo sacrificio e la vittoria sulla morte, viene a purificare la Sposa nel
suo sangue. È il tema delle nozze di Dio con
l'umanità: l'icona dello Sposo viene portata in processione e tutto il
popolo accorre a baciarla, al canto solenne del tropario: «Ecco lo Sposo
viene nel mezzo della notte, beato quel servo che troverà vigilante,
indegno quel servo che troverà negligente».
Inno tutto il Creato vide, e tremò. dal timore della tua potenza. precipitò nella rovina il popolo iniquo. Il velo del Tempio si divise in due. Aperte le tombe, i morti risuscitarono. Il Centurione vide il prodigio e tremò. Ma la Madre tua, stando presso la Croce, singhiozzava e gemeva maternamente: «Come potrei non piangere e straziarmi nel vederti nudo, fisso ad un legno da criminale? Signore crocifisso e risorto, gloria a te!». vedendoti issato sulla Croce, o Verbo, soffriva
nelle sue viscere di Madre, si lacerava le guance, si
strappava i capelli, Percuotendosi il seno esclamava appena: «Ahimé, Figlio divino, ahimé luce del mondo! Perché, o Agnello di Dio, tramonti ai miei occhi?». E le Schiere degli Angeli incorporei, Signore e Dio, gloria a te!». Colei che senza seme ti aveva generato, diceva desolata: «Figlio mio, Affrettati dunque, risorgi, perché anche io veda la Risurrezione tua dai morti».
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