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Il significato |
Vi è un'analogia fra l'icona della
Dormizione di Maria e 1'Anastasis, la Risurrezione di Cristo. Le immagini
occidentali distinguono nella vita di Cristo due momenti. Prima la morte, la
discesa agli inferi e poi la risurrezione. In Oriente, al contrario, la
stessa discesa agli inferi è già la risurrezione, perché la morte è superata
per mezzo della morte. Lo stesso concetto viene espresso anche nelle icone
mariane: qui la "dormizione" è già il risveglio nel regno di Dio. Vi si osserva, in primo luogo, la realtà della morte: l'anima esce dal corpo. Ma non scende nello sheol, negli inferi, come corrisponderebbe alla concezione ebraica. E neppure sale da sé al cielo, come vorrebbe la concezione greca platonizzante. Essa è presa dalle mani di Cristo: « le anime dei giusti sono nelle mani di Dio» (Sap3,1). Cristo tiene in mano l'anima di sua Madre con la stessa tenerezza con la quale lei teneva in braccio Dio incarnato in forma di bambino. Nei quadri delle chiese barocche, la Madonna è rappresentata con solennità, mentre ascende al cielo, al di sopra di una tomba vuota intorno alla quale germogliano i fiori. Gli apostoli, stupefatti, guardano verso l'alto. Se questo motivo appare sulle icone, esso vi è collocato in un circolo, come un particolare, al di sopra della scena centrale che è appunto quella della morte. Sono, al contrario, gli apostoli che volano su nuvolette nell'aria, perché essi, secondo le narrazioni apocrife, furono miracolosamente trasportati ad assistere a quest'avvenimento straordinario. Vi si vede una morte, ma i presenti non eseguono il rito doveroso della lamentazione. Guardano invece attoniti. Può sembrare bizzarra la scena rappresentata talvolta in alcune icone davanti alla bara. Un ebreo vuole toccare il corpo della Madonna con le mani, ma 1'angelo gliele taglia prontamente con la spada. In modo ingenuo la leggenda esprime un monito severo: il divieto di avvicinarsi ai misteri della vita dell'aldilà con la stessa curiosità e con gli stessi metodi di conoscenza che sono riservati al mondo fenomenico. Ma il motivo iconografico più sorprendente e dogmaticamente più profondo è la circostanza che nella scena centrale non vi è la Madre di Dio che sale al cielo. Vi è, al contrario, Cristo che scende sulla terra in mezzo ai cherubini, con la gloria che gli compete alla fine dei secoli. Il passaggio da questa vita all'altra si effettua quindi per mezzo di Cristo, della sua presenza. Per sua Madre, l'ultima venuta di Cristo è pre partecipata, dato che lei è l' "éschaton", l'ultima perfezione del creato. Il cosiddetto "escatologismo" delle Chiese orientali trova qui la sua migliore espressione: la seconda venuta di Cristo sulla terra è la realtà del futuro che ci aspetta. Ma, per i santi, essa è sempre in qualche modo già presente. Perciò si venerano in Oriente con tanta devozione i corpi dei santi che si sono conservati incorrotti dopo la morte, le reliquie che operano meraviglie. Sono un piccolo presagio della Gerusalemme celeste in mezzo a questo mondo. La Dormizione della Madre di Dio è espressione ferma di questa speranza e pegno di sicurezza. Il significato di tale icona potrebbe essere espresso da questo pensiero di Cristo: «Se la Madre mi ha dato un corpo fisico, adesso io le do la vita eterna». Infatti, se la figura centrale nell'icona della Natività era la Vergine, qui è Cristo, che tiene in braccio la Madre come una bambina. È cioè la nuova nascita della Vergine. Tutto ciò che viene avvolto nell'amore passa nell'eternità, perché sta scritto che l'amore dura in eterno. Come allora risorgeranno i nostri corpi? Si passa nell'eternità con ogni gesto di amore compiuto. Ogni gesto d'amore passa infatti nell'anamnesi eterna, nel ricordo eterno di Dio. I gesti che la Madre faceva al Figlio, il Figlio ora li ricorda e li strappa alla morte: noi abbiamo visto la Madre tenere tra le braccia il Figlio, adesso la situazione è rovesciata ed è il Figlio che porta in braccio Maria. Se io ti amo e compio verso di te un gesto d'amore, questo è il gesto più bello che tu possa vedere e sicuramente lo ricorderai per sempre. L'amore rende eterne le cose. Per questo Cristo risorto porta sul suo corpo i fori dei chiodi. Sono il segno che è veramente Lui. Nel momento della crocifissione infatti il suo corpo è stato completamente assunto nell'amore, perciò non poteva rimanere in balia della morte e per lo stesso motivo porterà i segni di quella morte anche dopo. Poiché il corpo della Vergine, nella maternità, è stato tutto in funzione dell'amore, non può essere sottomesso alla putrefazione. La Dormizione è un mistero grande, pieno di speranza per i nostri piccoli gesti d'amore. (T. Spidlík e M.I. Rupnik-Narrativa dell'Immagine, Lipa ed.) |
Bisognava che la Vergine fosse compagna del
Figlio in tutto quello che riguardava la nostra salvezza. E come avendogli
dato il sangue e la carne, in cambio fu resa partecipe dei suoi benefici,
allo stesso modo condivise anche la sua angoscia e tutti i suoi dolori. Egli
fu confitto alla croce ed ebbe il cuore trafitto dalla lancia; a lei, come
predisse il profeta Simeone, una spada trapassò il cuore. Così, per prima divenne conforme, in una morte simile a quella del Salvatore; perciò prima di tutti fu partecipe anche della risurrezione. Infatti, dopo aver goduto della visione e del saluto del Figlio risorto che aveva annientato la tirannide dell'infer no, lo accompagnò quanto le fu possibile finché salì al cielo. E dopo l'ascensione del Salvatore fu deputata a tenere il posto di lui in mezzo agli apostoli e agli altri discepoli, aggiungendo così ai tanti benefici concessi agli uomini, quello di contemplare quel che mancava del Cristo, molto meglio di chiunque altro. A chi infatti conveniva tutto questo più che alla Madre? Ma bisognava che quell'anima santissima si staccasse da quel corpo altrettanto sacro. Lo lascia infatti, e si unisce all'anima del Figlio, luce creata alla Luce increata. Il corpo poi, rimasto per poco sulla terra, salì anch'esso al cielo. Bisognava infatti che esso percorresse tutte le vie per le quali era passato il Salvatore, che risplendesse ai vivi e ai morti, che in tutto santificasse la natura per poi ricevere il posto di cui era degno. Perciò fu sì ricevuto dal sepolcro, ma poi fu il cielo ad accogliere quella nuova terra, quel corpo spirituale, quel tesoro della nostra vita, più glorioso degli angeli, più santo degli arcangeli. E al Re fu restituito il suo trono, all'albero della vita il paradiso, alla luce il mondo, al frutto l'albero, al Figlio la Madre. Infatti per averlo generato le si addiceva tutto questo. Qual discorso, o Beata, potrà mai celebrare la tua santità e annunciare i benefici che hai ricevuto dal Salvatore e quelli che tu stessa hai dato a tutto il genere umano? Neppure se uno « parlasse le lingue degli uomini e degli angeli » (1 Cor 13, 1) come dice Paolo. Mi sembra che anche questo faccia parte della felicità eterna riservata ai giusti: conoscere e saper narrare bene e degnamente i tuoi privilegi, « cose che occhio non vide né orecchio udì » (1 Cor 2, 9); cose che, secondo il grande Giovanni, il mondo non può neppure comprendere. Le tue meraviglie risplendono solo in quel teatro che è il nuovo cielo e la nuova terra, dove sfolgora il Sole di giustizia, il quale né precede né segue le tenebre. Di queste sue meraviglie è araldo il Salvatore, mentre gli angeli applaudono. ( N.Cabasilas, Omelia sulla dormizione della Madre di Dio). |
Nei cieli è stata assunta la Madre di Dio, la Vergine Maria, alleluia! (1502).
Santa Madre di Dio, dal cui seno è venuta la redenzione del mondo, intercedi per noi, alleluia (4697).
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Sacramentario Mozarabico |
Officium O Vergine di Dio, bellissima tra le donne, esci e segui le orme del tuo gregge (cf. Ct 1,8)! lo ti assomiglio, amica mia: le tue ginocchia sono belle come quelle di una tortorella (1, 9). Come sei bella amica mia, come sei bella. Colombe sono i tuoi occhi (l, 5). Alzati affrettati, amica mia, e vieni. Perché, ecco, l'inverno è passato, si è ritirato e i fiori sono spuntati nei campi (2, 10-12). Alzati, mostrami il tuo viso e fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro (2, 14). Chi è costei che sale dal deserto co me una colonna di fumo, esalando profumo di mirra, d'incenso e d'ogni polvere aromatica? (3, 6). Come sei bella, amica mia, come sei bella. Colombe sono i tuoi occhi, dietro il tuo velo (4, 1). Come la torre di Davide è il tuo collo (4, 4): tutta bella sei amica mia, in te noi c'è nessuna macchia (4, 7). Vieni con me dal Libano, sposa mia, vieni con me dal Libano e sarai cinta di corone (4, 8). Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata. I tuoi germogli sono un giardino di melagrane, con i frutti più squisiti (4, 12-13) Unica è la mia colomba, la mia perfetta, ella è l'unica di sua madre la preferita della sua genitrice. L'hanno vista le figlie di Gerusalemme e l'hanno detta beata, le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi. Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna fulgida come il sole, terribile come schiere e vessilli spiegati? (6, 9-10) Chi è costei che sale dal deserto, appoggiata al suo diletto? (8, 5) Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio (8 6), e vero resterà l'amore del Signore. Amen. Post pridie [899] O Vergine Madre di Dio Maria, noi che oggi celebriamo la tua vera Assunzione nella dimora celeste, benché indegni e peccatori, rivolgendo a te la nostra preghiera ti chiediamo di meritare anche noi di essere elevati gioiosi là dove tu oggi sei stata assunta con gloria mediante uno straordinario prodigio. Ti preghiamo, Signora: il degno splendore della tua purezza che, dopo il sonno del tuo riposo e dopo aver consumato il corso della tua vita temporale, ti ha permesso di essere assunta dalla terra ai cieli, interceda questo per noi nella santa dimora. Ti preghiamo: benché indegni, ci soccorra in cielo la tua preghiera sempre suffragatrice, affinché, purificati per mezzo di essa da ogni contagio di colpa qui sulla terra, possiamo meritare di partecipare della stessa sorte degli angeli nei regni celesti. Amen. (Testi Mariani Liturgie occidentali, vol. 3, Città Nuova Editrice) |
Canone orientale |
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Ode I Cantiamo il Signore che trasferì nella terra dei vivi la santissima e illibata sua Madre secondo la carne. O Vergine, trasferendoti, tu sei corsa verso il Figlio tuo per contemplarne la bellezza e goderne lo splendore. Come mai ti sei sottomessa alla morte, o tu che generasti l'uccisore dell'Ade e il largitore, per tuo mezzo, della vita agli uomini trascinati nella morte? O Vergine, tu ti sei dimostrata la più pura di tutti, avendo partorito colui che purifica dal peccato. Per questo noi con fede ti glorifichiamo. Ode III O Madre di Dio, la terra e i celesti si rallegrano per il tuo trasferimento, avendo ottenuto per tuo mezzo di essere paradossalmente uniti. O Madre di Dio degna di ogni lode, gli angeli del cielo si sono rallegrati mentre accoglievano te, portata dalla terra. O Immacolata, paradossale davvero fu il tuo concepimento, paradossale anche la tua santa e venerata traslazione. Sei stata sollevata verso le celesti dimore, o Tuttasanta, essendo stata, o Vergine illibata, abitacolo purissimo di Dio. Ode IV Meraviglie e prodigi colpirono gli intimi del Verbo, o Immacolata, quando videro morta, e senza voce, te divenuta madre della vita. O lutto, o grazia, o lode che supera ogni parola! Questi erano, o Tuttapura, i sentimenti degli ispirati che ti stavano attorno. O Madre di Dio, sei diventata luogo vastissimo del Verbo; p questo egli ti trasferì per un destino grandioso, santo ed eterno. Angeli ed uomini proclamano beata la tua santa Dormizione; sei infatti la Regina di tutti, avendo partorito di tutti il Re. Ode V Il tuo sepolcro, o tutta Immacolata, testimonia del tuo seppellimento e poi del tuo trasferimento corporale nei cieli. Inneggiate, vergini, giovani e anziani; assieme agli arconti rendete gloria alla Dormizione della Madre di Dio. O Tuttalodata, essendo morta tu ti sei trasferita verso le immortali dimore dopo aver messo a morte il nemico per mezzo del tuo partire. Le schiere degli uomini cari a Dio ti stavano attorno, o Regina, inneggiando a te con parole di commiato. Ode VI La casa, che contenne colui che tutto contiene, sale, colomba purissima, per abitare nel cielo dopo essersi dimostrata cielo, trono di Cristo e grande palazzo. Inneggiamo alla sua Dormizione! O Vergine, le aquile ad alto volo del Verbo, rapite sulle ali delle nubi e convenute al Getsemani, acclamarono te che stavi per spiccar( il volo verso il cielo; tu le hai allora benedette, o degna di ogni lode come figli del Figlio tuo. Chi è costei che si solleva dalle vallate del mondo? Cos'è queste processione e questo strano corteo? Cos'è questo grande mistero che si contempla? È la Regina, la Patrona, la gloria e la letizia di tutti! Il coro degli Apostoli urlò e fu sommerso dalle lacrime alla viste della tua anima che abbandonava l'abitacolo che aveva contenuto Dio e inneggiò, in modo gradito a Dio, alla tua Dormizione, o Immacolata Ode VII O sola Casta, dopo aver ignorato nel tuo parto le leggi della natura, tu muori oggi secondo l'umana legge, ma dopo aver dato la vita con il tuo parto a quanti erano stati sottomessi alla morte, o Illibata Il sepolcro santo rimase vuoto senza il tuo corpo, ma colmo della tua grazia: esso fa scorrere per noi fiumi di guarigioni e trattiene i torrenti, o Madre di Dio santissima. Il corpo fu portato via dal sepolcro, ma la tua benedizione rimane in mezzo a noi, o Vergine casta che dai luce ai ciechi e dispensi in abbondanza la tua compassione. O tomo nuovo nel quale il Verbo fu scritto in uno stranissima modo, supplica che siano iscritti nel libro della vita tutti coloro che inneggiano alla tua straordinaria Dormizione. Ode VIII Le colonne risplendenti di luce accorsero dai confini della terra e si radunarono a Sion per seppellire te che avevi raggiunto il termine della vita, o Illibata. Nessuna lingua eloquente, nemmeno quella dei cori angelici, può celebrarti come si deve: tu superi tutti e senza comune misura, o Signora. Si rallegri il creato, le nubi stillino la giustizia per rendere gli onori in questo giorno alla divina dipartita della Vergine. Ecco il trono eccelso più dei cherubini e dei troni: esso viene innalzato dalla terra al cielo per essere deposto nei regni di Dio: è la sola tutta immacolata. Ode IX Tu che superi tutti gli esseri celesti in splendore, fa' risplendere, illumina col raggio della tua grazia coloro che inneggiano alla tua divina Dormizione. O cuori di tutti i devoti, che trovate la salvezza nella sua incessante intercessione, balzate nel giorno della Dormizione dell'unica divina Fanciulla. O Fanciulla, sia in festa la terra, esultino gli angeli, gioiscano tutti i giusti, inneggiando a te in occasione della tua Dormizione. O Vergine amica e buona, fa' piovere su tutti le eccellenti tue misericordie e salvaci, o tu che generasti il buonissimo Verbo. (Testi Mariani del Primo Millennio, vol. 2, Città Nuova Ed.) torna inizio |