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 Maria nel Cenacolo

Pentecoste XIX sec. Russia, coll. privata Italia

 

 

 

significato

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 l'icona

 preghiere-inni

 

 

MARIA VERGINE DEL CENACOLO
La beata Vergine Maria del Cenacolo è venerata con memoria liturgica in parecchie diocesi e famiglie religiose, in particolare dall'istituto delle Suore di Nostra Signora del Cenacolo, fondato da santa Teresa Couderc. Nella Vergine, presente al primo raduno dei discepoli di Cristo (Antifona d'ingresso, cfr At 1,14), la Chiesa, nel volgere del tempo, ha visto la Madre, che protegge con la sua carità gli inizi della prima comunità, e un luminoso esempio di preghiera concorde. In questo formulario, nel quale la Chiesa glorifica il Padre per il dono dello Spirito Santo, la Madre di Gesù viene presentata: - Vergine piena di Spirito Santo. Dio colmò la Vergine dei « doni dello Spirito » (Colletta); e « lei, che nella incarnazione del Verbo fu adombrata dalla potenza (del Padre), fu di nuovo colmata dal (suo) Dono al sorgere del nuovo Israele (Prefazio); - Modello della Chiesa orante. Dio « ci ha dato nella Chiesa nascente un esempio mirabile di concordia e di orazione: la Madre di Gesù unita agli Apostoli in preghiera unanime » (Prefazio; cfr Antifona d'ingresso, At 1, 14, Colletta); e lei che attese «pregando la venuta di Cristo, invoca con intense suppliche lo Spirito promesso » (Prefazio); Maria è anche modello di concordia, di comunione e di pace (cfr Prefazio, Orazione dopo la Comunione), di docilità alla voce dello Spirito Santo (Orazione sulle offerte), di vigilanza nell' attesa della seconda venuta di Cristo (cfr Prefazio), di fedele custodia (cfr Alleluia, Lc 2,19) e di premurosa diffusione della parola di Dio.
 

 

  La storia
Il Signore promise agli Apostoli la venuta dello Spirito Santo li benedisse. Ma la Madre santa e immacolata era stata benedetta fin dal principio, da quando aveva udito: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra le donne» (Lc 1, 42); e questa benedizione vera l'aveva ricevuta nel suo seno, donando al mondo colui che annulla ogni maledizione. Perciò, fin dal principio, era anche piena di Spirito Santo e rivestita di potenza dall'alto: da quel giorno infatti lo Spirito Santo era venuto sopra di lei e l'aveva adombrata la benevolenza dell'Altissimo, secondo le parole dell'arcangelo Gabriele: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà» (Lc 1, 35). In lei dunque ogni promessa si era già compiuta; aveva cinto ormai la corona del regno dei cieli e della terra, a immagine del suo Figlio che, risuscitato dai morti, non solo come Dio ma anche come uomo aveva ricevuto ogni potere in cielo e sulla terra. Dopo che il Signore ascese al cielo - e lo videro salire ai cieli gli Apostoli con la Vergine santa - subito mandò loro degli angeli per consolarli e annunciare la sua seconda futura venuta: dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia, e si fortificavano coraggiosamente nella preghiera, «insieme con Maria, la Madre di Gesù, e i suoi fratelli» (At 1, 14): perché la santa Madre di Dio fu sempre partecipe e apportatrice di ogni bene, anche dopo l'ascensione di Cristo. Già quando viveva nel suo paese (di Nazaret) portava a compimento ogni bene, era anzi il tesoro di tutti i beni, e, pur vivendo in quel luogo, era modello e guida a tutte le cose più sante; così ora, dopo 1'ascensione, la santa Madre di Cristo era modello per gli uomini e per le donne, e guida ad ogni buona azione, con la grazia e l'aiuto di suo Figlio, il Re della gloria. Per questo allora ingiunse digiuno e preghiera ai santi Apostoli, ed essi perseverarono nel digiuno, nella preghiera e nella supplica finché si compì il cinquantesimo giorno e furono riempiti dalla grazia dello Spirito Santo, consolatore dell'anima. Da quel momento questi degni Apostoli uscirono a predicare il Vangelo, seminarono la parola di vita a Gerusalemme e in tutta la Giudea e poco dopo fino agli estremi confini della terra, là dove indicava loro lo Spirito Santo; e si fecero dei discepoli fra tutti i Gentili e li battezzavano nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, secondo il comando del Signore. (da "La Vita di Maria", S. Massimo il Confessore, Testi Mariani, vol. 2, pag. 257-58, Città Nuova ed.))

 

 

  l'icona

L'icona è dedicata a una delle grandi feste liturgiche: la "Pentecoste". Celebrata cinquanta giorni dopo Pasqua, ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli (At. 2,1-3). Lingue di fuoco si posarono su di loro e furono ripieni di Spirito Santo. Ebbero il dono delle lingue per predicare il Vangelo tra i diversi popoli del mondo. Raffigurazioni di questo soggetto come immagine dell'affermazione della Chiesa apostolica sono note fin dall'epoca bizantina più antica. Verso il IX secolo si forma una tipologia iconografica, con gli apostoli seduti a semicerchio su triclini con libri o rotoli fra le mani. Nella pittura russa a partire dal XVI-XVII secolo si comincia a raffigurare tra gli apostoli, secondo il modello occidentale, anche la Vergine.  Una grande aula absidata (il cenacolo) si apre al nostro sguardo e ci invita a rimanere con Maria e gli Apostoli. Al centro della sala, in alto sui gradini, seduta su un trono, sta la Madre di Dio. È in atteggiamento orante. piega leggermente il capo e volge lo sguardo materno verso gli apostoli quasi a  sostenerne la preghiera e la fede.  Gli apostoli, essi pure in preghiera, la attorniano formando un cerchio, indice dell'unità e della comunione dei credenti in Cristo. Sopra le loro teste si aprono i cieli ed in mezzo ad un vortice di luce e fiamme dardeggianti appare lo Spirito Santo sotto forma di bianca colomba. Emerge dal cerchio blu del mistero di Dio e discende sugli Apostoli in tante fiamma come lingue di fuoco. La luce d'oro di Dio bagna abbondantemente le vesti di Maria e degli Apostoli a significare la loro trasfigurazione, ancor più l'abitazione, il riposare  dello Spirito in ciascuno di loro. Predomina oltre l'oro, simbolo della luce di Dio, il colore rosso simbolo dell'amore, del fuoco divino dello Spirito Santo. L'icona rappresenta la Chiesa nascente, l'umanità nuova, iniziata da Cristo, di cui la Madre di Dio è la Madre e la personificazione.
 

 

 
Grandezza di Maria e della Chiesa


 È cosa degna e giusta che noi, clementissimo Padre, rendiamo alla tua onnipotenza e pietà quelle lodi che tu ci hai concesso di elevare, perché dopo molto tempo in questo giorno, or non è molto, ci è nato Cristo Gesù, il tuo Unigenito, che da sempre era con te e con sé.

Egli si è fatto Figlio della sua ancella,

Signore della sua madre: figlio di Maria,

frutto della Chiesa.
Colui che da Maria è nato, è accolto dalla Chiesa.
Colui che per mezzo di Maria si presenta bambino,

per mezzo della Chiesa si distende in modo meraviglioso.
Maria ha generato la Salvezza dei popoli,

la Chiesa ha generato i popoli.
Maria ha portato la vita nel seno,

la Chiesa l'ha portata nel lavacro battesimale.
Cristo è entrato nel seno di Maria,

nelle acque della Chiesa si riveste invece di nuove membra.
Per mezzo di Maria nasce colui che già esisteva,

per mezzo della Chiesa si rinviene colui che era morto.
In Maria prende vita il Redentore delle genti,

nella Chiesa prendono vita le genti.
Per mezzo di Maria Cristo è venuto per togliere i peccati,

per mezzo della Chiesa ha espiato i peccati per cui è venuto.
Per mezzo di Maria egli ha avuto pietà di noi,

per mezzo della Chiesa ci ha guariti.
In Maria fanciullo, nella Chiesa gigante.

In Maria piange,

nella Chiesa trionfa.
Per mezzo di Maria si è procurato trastulli,

per mezzo della Chiesa ha assoggettato i regni.
Ha accarezzato Maria con l'affettuosità di un bambino,

ha preso in moglie la Chiesa con la fedeltà di uno sposo.
Appaiono alla fine le purissime relazioni di un prezioso amore.

Lo Sposo ha dato alla Sposa, cioè Cristo alla Chiesa,

doni di qua viva  con cui una volta per sempre fosse purificata e gli riuscisse gradita.
Le ha dato l'olio della letizia  come unguento profumato perché se ne ungesse.
L'ha invitata alla sua mensa;

l'ha saziata con nutriente frumento;

l'ha colmata del vino di dolcezza.
Le ha dato un ornamento di giustizia,

le ha dato una veste indorata di varie virtù.
Ha offerto la sua per lei e, destinato a regnare vittorioso,

le ha lasciato in dote i frutti di una morte accettata e sconfitta.
Ha concesso se stesso a lei in cibo, bevanda e vestimento.

Ha promesso di darle un regno eterno.
Ha promesso di collocarla alla sua destra come regina.
Ha concesso a lei ciò che era stato concesso alla Madre:

di essere resa madre senza essere violata,

di generare senza essere contaminata:

alla Madre una solo volta,

alla Chiesa sempre.

Di sedere come una sposa in un talamo di bellezza

e di moltiplicare i suoi figli in un grembo di pietà;

di essere feconda di prole e di avere una volontà pura da ogni macchia.
Così anch'essa, divenuta ricca in lui e per lui, offre umili doni al suo Sposo e Signore: di suo gli offre il fatto che ha creduto e, secondo il suo esempio, il contraccambio d'amore. Per dono di lui, gli offre di aver potuto ciò che egli ha voluto e di aver voluto ciò che egli ha potuto Gli ha dato martiri simili a rose, vergini simili a gigli, persone caste simili a viole; e gli ha mandato questi doni, preparati per mezzo degli Apostoli, ministri della sua volontà, come tributo a lui dovuto. Perciò, stando alla sua destra in una felice e gloriosa eternità lo glorifica insieme a te, Padre onnipotente, che regni con lo Spirito Santo, e insieme a tutti gli angeli gli dice: Santo...
(Sacramentario Mozarabico, in Testi Mariani del Primo Millennio, pag. 948-49, Città Nuova ed.)
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