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La giunta Ghigo punta a incassare 80 milioni di euro
ma la decisione spacca la maggioranza

Ritornano i ticket sui medicinali


Sanità in crisi: sono tornati i ticket sui farmaci e, dal 1° maggio, si pagherà il pronto soccorso "improprio". Intanto i dipendenti dell’Asl 18 proclamano lo stato d’agitazione e minacciano lo sciopero per l’organico incompleto e i turni massacranti.

La Giunta regionale del Piemonte ha deciso l’introduzione, dal 4 aprile, del ticket sui medicinali. Inoltre dal 1° maggio entrerà in vigore un ticket sulle "visite improprie" al pronto soccorso. Le attuali disposizioni sui livelli essenziali di assistenza rimarranno immutate fino al 30 giugno. L’obiettivo della manovra sui farmaci punta su un introito di 80 milioni di euro, che si andrà a sommare a un risparmio di ulteriori 30 o 40 milioni, dovuto alla diminuzione delle prescrizioni.

"Tali risorse saranno utilizzate per mantenere i livelli attuali di assistenza, ridurre le liste d’attesa negli ospedali e negli ambulatori, effettuare gli investimenti per rispondere alla crescente domanda di sanità e offrire ai piemontesi servizi migliori ed efficienti", ha spiegato il presidente Enzo Ghigo.

L’assessore alla sanità, Antonio D’Ambrosio, ha aggiunto: "Ritengo di particolare importanza il confronto avviato con le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil su una serie di argomenti, tra i quali i livelli essenziali di assistenza, il fenomeno delle liste d’attesa, i fondi integrativi sanitari, l’istituto dell’accreditamento istituzionale e il Piano socio-sanitario. Si è deciso di attivare un tavolo di confronto. Di particolare rilievo sarà la definizione della convenzione con i medici di famiglia, che permetterà il rilancio della sanità territoriale, con il decollo dei distretti".

L’introduzione del ticket sui farmaci non è stata indolore per la maggioranza che governa il Piemonte: la componente cattolica del centro-destra in Consiglio regionale si è dissociata; la Lega ha minacciato l’ostruzionismo e le altre forze politiche della Casa delle libertà hanno espresso preoccupazione per la situazione.

Da una accesa riunione dei capigruppo, il Ccd Antonello Angeleri è uscito definendo Ghigo "un dirigente d’azienda qualunque, che non declina politica, non esprime collegialità, anzi insulta quasi gli amici". Meno dura, ma analoga nella sostanza la posizione del Cdu, con Rosa Anna Costa che ha ribadito la necessità di "un incontro di maggioranza per conoscere le cifre vere della sanità. E se i conti non ci convinceranno ci riserveremo di chiedere il ritiro della delibera".

Il capogruppo di Forza Italia, Valerio Cattaneo, ha commentato: "Il dissenso del Ccd-Cdu ci preoccupa, visto che questi partiti in Giunta hanno due assessori che hanno votato il provvedimento. Noi appoggiamo la manovra, anche se avremmo preferito essere più coinvolti". E ancora, entrando nel merito della manovra, "introdurre il ticket è stata una scelta sofferta".

Per il capogruppo di An, Ennio Galasso, "non sono tollerabili le posizioni "anfibie" di Ccd e Cdu, i cui gruppi assumono posizioni dissonanti con quelle dei loro assessori". Per Galasso, "la compartecipazione alla spesa è un’amara necessità, la cui adozione permetterà alla Regione di sanare il disavanzo sanitario, a accezione dei Lea". La Lega ha chiesto il ritiro della delibera. "Il ticket", spiega il vicecapogruppo Oreste Rossi, "avrebbe dovuto essere legato a una strategia complessiva, da concordare innanzitutto in maggioranza. Ghigo ha sbagliato e, se la Giunta non ritirerà la delibera, la Lega utilizzerà ogni mezzo, compreso l’ostruzionismo, affinché il Piano sanitario venga ridiscusso".

Dalle opposizioni il coro di accuse è unanime.

(di G.S. da Gazzetta d'Alba del 10 aprile 2002)



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