La minoranza aggiorna la stima dell'inasprimento fiscale albese
e a metà mandato demolisce i bilanci dell'Amministrazione
£ 275.000 di tasse in più nel 2002
ALBA - Venerdì 21 dicembre il Consiglio Comunale varerà il
Bilancio Previsionale per il 2002, unitamente al documento triennale che mette
in agenda interventi ed opere pubbliche fino al 2004. Il centro-sinistra,
critico fin dall'inizio rispetto agli intendimenti manifestati dal governo
polista di Rossetto per l'anno venturo, ha tenuto la scorsa settimana una
conferenza stampa nella Sala Resistenza del Municipio per anticipare le
motivazioni che stanno alla base delle pesanti critiche manifestate non solo
sulle previsioni della gestione amministrativa futura, ma anche su un primo
consuntivo di metà mandato dell'attuale esecutivo.
A relazionare sulle "magagne" dell'Amministrazione civica sono
stati l'ex sindaco Enzo Demaria, Massimo Marengo, Maurizio Marello, Mariangela
Domini (capogruppo della "Margherita") e per i DS il consigliere Giovanni
Arbocco.
La rappresentanza dell'Ulivo si è dichiarata unita più che mai
e si è scagliata contro la Giunta rossettiana attaccando la manovra fiscale da
circa 1 miliardo e 200 milioni, per realizzare la quale è stato avviato
l'inasprimento fiscale del quale abbiamo riferito nelle scorse settimane.
"In campagna elettorale" - ha detto Domini -
"questa Amministrazione aveva dichiarato di voler gestire il Comune come
un'azienda, senza chiedere soldi ai cittadini, facendo invece leva su fondi
statali ed intervento dei privati. Evidentemente tale scelta è stata
fallimentare". Demaria ha reiterato l'utilità della campagna di equità
fiscale, varata sul finire del suo ultimo mandato, che tramite le
autocertificazioni sulle superfici tassabili per i rifiuti ha permesso alle
casse municipali - ormai gestite dal Polo - di incamerare circa 2 miliardi.
"E non si trattava di nuove tasse - ha precisato l'ex sindaco -
bensì del recupero di somme evase. Quei soldi sono serviti eccome,
nonostante le critiche a noi rivolte all'epoca, a finanziare la spesa corrente.
Ciononostante, oggi si aumentano tasse e imposte".
La Domini ha poi nuovamente stimato il carico fiscale che nel
2002 toccherà gli albesi, alla luce della recente decisione anche della Regione
Piemonte di aumentare l'addizionale IRPEF dello 0,50%. "Considerando il
reddito medio dei cittadini - £ 32.800.000 - l'aumento allo 0,30%
dell'addizionale IRPEF comunale cumulato con l'aumento regionale e con la TaRSU
lievitata mediamente di circa il 40%, ogni albese pagherà 275.000 lire
in più all'anno. Si fa presto a calcolare l'incidenza sulle
famiglie".
Marello ha posto l'accento sul fatto che tale manovra penalizza
maggiormente le fasce meno abbienti: "La Giunta ha fatto promesse da
mercante, ha eliminato l'assessorato ai Servizi sociali, ha voluto vivere al di
sopra delle sue possibilità. E' come una famiglia che non solo sperpera, ma
litiga in continuazione".
Nessuna stoccata è stata risparmiata: dalla rivendicazione dei
cantieri ultimati ("con ritardo" dice Demaria) da Rossetto ma avviati dalla
precedente Amministrazione, alla politica urbanistica considerata "miope,
con oltre 40 variantine in 2 anni e mezzo di mandato, a dimostrazione della
mancanza di organicità e della volontà di soddisfare esigenze puntuali"
(ancora Demaria), alla Casa di riposo "Ottolenghi" per la quale "io, con il
Presidente della Fondazione Crc, Oddero, avevo fissato 8 miliardi per realizzare
l'ampliamento - ha spiegato l'ex sindaco - e che il Polo ha utilizzato
per opere di immagine". Perché è aumentata la spesa corrente? Per la
minoranza i motivi sono molteplici: dal costo del personale ("dapprima hanno
promosso tutti, adesso arriva anche il contratto nuovo" ha dichiarato
Demaria), alla copertura delle spese di gestione del Teatro Sociale (solo il
52%) e del Museo ("possibile che non l'avessero previsto?" si chiedono
gli oppositori). Critiche anche al settore turismo: "Lasciate gli assessori
a casa" - sostiene Demaria - "e vedrete che la promozione all'estero
costerà meno". Massimo Marengo ha nuovamente puntato il dito contro
l'ipotesi di trasformazione del Mermet, sottolineando che, qualora venissero
realizzati gli edifici previsti, verrebbero meno le dimensioni regolamentari per
consentire il gioco della pallapugno. Insomma, secondo l'Ulivo "con queste
premesse la situazione non può che peggiorare".
(di Katia Robaldo "Il Corriere di Alba, Langhe e Roero" del 18 dicembre 2001 - pag.12)
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