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Da LA REPUBBLICA del 22 novembre 2003

Le pene variano da 4 a 8 anni. Gli imputati, tranne l'ex capo dei Gip, ritenuti dai giudici colpevoli di corruzione semplice. Assolti gli ex magistrati Filippo Verde e Francesco Misiani La difesa dell'ex ministro: "Sconfessato il teorema accusatorio"

Processo Sme, condannati Previti, Squillante e Pacifico

ROMA - Cinque anni a Cesare Previti, quattro all'avvocato Attilio Pacifico, otto all'ex capo dei gip di Roma, Renato Squillante riconosciuti colpevoli i primi due di corruzione semplice e il terzo di corruzione in atti giudiziari. Assoluzione per l'ex giudice Filippo Verde e per l'ex pm Francesco Misiani che era accusato di favoreggiamento. Alle 11 il presidente della prima sezione penale del tribunale di Milano, Luisa Ponti pronuncia nel nome del popolo italiano questa sentenza che chiude l'infinito processo Sme derubricando a "corruzione semplice" la più grave accusa di corruzione in atti giudiziari per i quali gli imputati erano stati portati in processo. "Il teorema dell'accusa è stato sconfessato", commenta la difesa dell'ex ministro.

La storia dalla quale parte il processo risale al 1985 con la mancata vendita della Sme, il colosso agroalimentare dell'Iri a Carlo De Benedetti. Secondo l'accusa Previti corruppe i giudici ai quali De Benedetti si rivolse per ottenere giustizia. Il tribunale non ha riconosciuto questo impianto accusatorio ritenendo che la sentenza che annullò l'accordo tra l'Iri di Romano Prodi e la Buitoni di Carlo De Benedetti per la vendita della Sme non fu comprata. Dalla lettura del verdetto comunicato nell'aula della prima sezione penale, infatti, emerge che le tre condanne inflitte a Cesare Previti, Renato Squillante e Attilio Pacifico si riferiscono esclusivamente ad un altro episodio: quello legato ad un versamento che, nel 1991, partì dal conto estero attribuito alla Fininvest 'Ferrido', transitò sul conto 'Mercier' di Cesare Previti per arrivare al conto corrente aperto da Renato Squillante, il 'Rowena'. Dunque -Squillante a parte che avrebbe preso i soldi essendo un pubblico ufficiale- non corruzione in atti giudiziari ma corruzione semplice il reato commesso dagli imputati.

Per questo le pene sono più lievi di quelle richieste dalla pubblica accusa. Il pubblico ministero aveva infatti chiesto per Previti e Pacifico 11 anni, 11 anni e 4 mesi per Squillante. Assolto "perché il fatto non sussite" Filippo Verde che esulta: "Finalmente si capirà chi sono". Per l'ex giudice il pm aveva proposto una condanna di 4 anni e otto mesi.

Per gli imputati di favoreggiamento, ovvero i due figli di Squillante Mariano e e Fabio il tribunale ha dichiarato il "non doversi procedere" per prescrizione; l'ex giudice Misiani è stato assolto nonostante i sei mesi richiesti dall'accusa. Assolta anche Olga Saavtchenko, moglie di Fabio Squillante.

Alla sentenza, contro la quale l'avvocato Pisapia per nome della Cir ha già annunciato ricorso ("Siamo soddisfatti a metà - dice l'avvocato - c'è comunque una condanna di corruzione anche con soldi provenienti da Fininvest") si arriva dopo tre anni ed otto mesi dibattimento contrassegnati da polemiche e battaglie a livello politico-giudiziario.

E nemmeno oggi i difensori dell'ex ministro si risparmiano stilettate polemiche. "L'assoluzione dell'onorevole Cesare Previti per la vicenda Sme - è scritto in una nota diffusa dagli avvocati Alessandro Sammarco e Giorgio Perroni - certifica la sconfessione dell'asse mediatico-giudiziario portato avanti dalla pubblica accusa che ha sostenuto e cercato di tenere in piedi un teorema incredibile anche per gli osservatori meno imparziali, e alimentato dal gruppo Espresso-La Repubblica, di fatto parte civile nel processo, con la sistematica e devastante demonizzazione del nostro cliente".

"Detto ciò - proseguono i due legali - la condanna di un innocente è sempre una ingiustizia anche se accompagnata da assoluzioni parziali. L'onorevole Previti è stato condannato per un fatto che l'accusa non ha dimostrato, né al di là di ogni ragionevole dubbio, né al di sopra di un livello minimo di credibilità o di verosimiglianza. Sono stati inflitti cinque anni di reclusione ad un affermato professionista di condotta specchiata ed irreprensibile, nonché esponente politico di spicco, perché avrebbe 'comprato' i favori di un magistrato, senza che si sia mai neppure compreso quali atti o 'servizi' abbia 'acquistato', in quale momento e per quali finalità. Dunque, un deserto probatorio che in un meccanismo perverso di ribaltamento della realtà ha prodotto addirittura la condanna dell'imputato".

"E' sconcertante, inoltre - dicono gli avvocati Sammarco e Perroni - che le attenuanti generiche, che lo stesso collegio di Milano ha applicato in casi ben più gravi, siano state negate all'imputato Previti, forse perché il loro riconoscimento avrebbe comportato il proscioglimento pieno. Leggeremo le motivazioni della sentenza e adotteremo tutte le iniziative previste dalla legge".




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