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Da la Repubblica del 5 maggio 2003 La vicenda Sme dall'Iri a Berlusconi IL CASO Sme (l'azienda che riuniva le attività agro-alimentari
controllate dall' Iri) comincia il 29 aprile del 1985, quando l'allora
presidente dell'Iri, Romano Prodi, e Carlo De Benedetti, all'epoca presidente
della Buitoni, raggiungono un'intesa in base alla quale l'Iri avrebbe ceduto
l'intera sua partecipazione nella società alimentare, pari al 64,36% del
capitale. Buitoni ne avrebbe rilevato il 51%, mentre il rimanente 13,36% sarebbe
stato rilevato da Mediobanca e Imi, che avevano assistito le parti. L'incasso
previsto per l'Iri era di 497 miliardi di lire. Contro questa decisione De Benedetti citò l'Iri davanti al tribunale di Roma. Sia in primo sia in secondo grado, però, i giudici non accolsero le tesi della Buitoni. Nel 1995 e fino al 1996, la compagna di Vittorio Dotti, Stefania Ariosto, il teste Omega del pool di "mani pulite", raccontò ai magistrati alcuni fatti di corruzione di cui era a conoscenza. E questi portarono alla incriminazione degli imputati: nel maggio del 1998 i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti, Renato Squillante e Attilio Pacifico furono iscritti nel registro degli indagati. Secondo l'accusa, avrebbero concorso per aggiustare la sentenza del tribunale civile di Roma che annullò l'accordo tra Iri e De Benedetti. Il processo è cominciato a marzo del 2000. |