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I primi cittadini hanno ribadito: "Non sussistono al momento ragioni di carattere economico e gestionale per partecipare". Il Tribunale del Malato ha raccolto 3000 firme per il "no"Amos, sindaci contrari "Non ci serve aderire"ALBA - L'assemblea dei sindaci dell'Asl 18 Alba-Bra ha detto "no" all'adesione alla società Amos, mentre il direttore generale dell'azienda sanitaria Francesco Morabito ha annunciato che aderirà nei prossimi giorni. E' il risultato della lunga riunione svoltasi ieri in municipio: l'assemblea dei sindaci non ha votato, ma al termine del dibattito, su proposta dei primi cittadini di Alba e Bra, Giuseppe Rossetto e Franco Guida, ha confermato il "no" già espresso dalla Rappresentanza dei sindaci nella riunione del 13 novembre. I primi cittadini hanno ribadito le dichiarazioni di allora e cioé "che non sussistono per il momento ragioni né di tipo economico, né di carattere gestionale che motivino l'adesione formale dell'Asl 18 alla costituenda società, né che rendano ipotizzabile l'affidamento all'Amos spa di servizi sanitari ora gestiti in proprio dall'Asl 18". All'assemblea hanno partecipato 36 sindaci sui 76 invitati. In apertura la presidente del tribunale dei diritti del malato, Franca Carbone, ha consegnato 3.000 firme "contro" l'adesione, raccolte tra sabato e martedì, e ha annunciato che la raccolta continuerà. Ha preso per primo la parola il direttore Morabito, che ha comunicato la sua prossima adesione, benché con quota minima, escludendo però l'affidamento di servizi sanitari: "La sperimentazione potrebbe essere un'opportunità utile all'Asl: sarebbe una scelta miope rifiutare a priori". L'assemblea, su proposta del sindaco di Bra, ha comunque raccomandato a Morabito, di cui è stato riconosciuto l'impegno, di non conferire servizi, di chiedere modifiche allo stato sociale dell'Amos (che andrebbe limitato nelle funzioni) e di sottolineare che la ricerca sia indirizzata a soci privati istituzionali. Il sindaco Rossetto ha commentato: "Con il doppio ''no'' all'adesione ad Amos e al conferimento dei servizi e dopo aver ribadito che non ci devono essere interferenze sul nuovo ospedale, diciamo anche che non vogliamo essere ''Cuneo dipendenti''. Mettiamo le mani avanti per un polo sanitario albese di livello regionale. Saremmo preoccupati se Amos fosse il primo segnale che si va verso un'Asl unica in provincia". "Sì" ad Amos è venuto da Gianni Corrado di Serravalle Langhe: "Entrare potrebbe essere di aiuto". Contrario Luis Cabases di Serralunga, che ha parlato di ricorsi pendenti contro Amos, di un altro in arrivo e di come la sperimentazione venga avviata in assenza di un piano sanitario regionale. Secondo Cabases "Amos potrebbe essere un colpo di coda per chi non vuole il nuovo ospedale e rappresenta il rischio di andare verso un'unica Asl". "Se Amos dà servizi ai non soci, perché aderire e non aspettare per verificare se conviene?" ha chiesto Cabases. "No" secco da Dino Destefanis di Sinio: "Non vorrei che il progetto Amos fosse un carrozzone che porta benefici solo ai promotori e che la popolazione venisse penalizzata. Il nostro obiettivo dev'essere l'ospedale nuovo". Per il "no" anche Renata Salvano di Verduno, mentre più possibilista è stato Marco Monchiero di Canale, che ha detto di comprendere le ragioni tecniche espresse da Morabito e ha aggiunto che le richieste per la Sanità andrebbero rivolte in Regione. Anna Becchis di Castagnito, che è anche presidente della Comunità collinare del Roero, ha sottolineato come, nella discussione, siano emerse molte perplessità. (da LA STAMPA del 15 gennaio 2004)
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