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Il consigliere regionale della Margherita è decisamente critico sulla scelta della Giunta di Enzo Ghigo. "La delibera della Giunta regionale è basata su un piano ancora da approvare".Saitta: "Porta aperta al privato"Se Fulvio Moirano pensa di trasformare la sanità piemontese con la costituzione di una società pubblico-privata e la Regione dà il via libera alla sperimentazione del nuovo modello gestionale, c’è chi ha molto da ridire. La Margherita denuncia la carenza di dibattito e l’illegittimità della decisione della Giunta di Enzo Ghigo, basata su un Piano sanitario ancora da approvare. In effetti l’idea è passata in sordina a Torino come ad Alba. Il sindaco Giuseppe Rossetto – che alle riunioni di quadrante ha sostenuto la scelta – ha nulla da dire, così come il direttore generale dell’Asl 18 Francesco Morabito, il quale ha inviato alle riunioni il suo braccio destro Giuseppe Corrarello... Non si saranno parlati? Rimanda alla competenza della Provincia il consigliere regionale diessino Lido Riba e solo il suo collega di partito e assessore provinciale Mario Riu difende, con qualche distinguo, la scelta, sulla base del percorso messo in atto in altri settori, a cominciare da quello... idrico. Per la verità pure il consigliere regionale della Margherita Antonio Saitta è stato sorpreso dalle domande di Gazzetta. "La delibera", ci ha spiegato dopo alcuni approfondimenti, "è passata al vaglio della Giunta il 1° agosto. E pochi si sono resi conto della sua portata. Si apre una porta al privato all’interno della sanità fin qui pubblica". Saitta ha inviato venerdì al presidente del Consiglio regionale Roberto Cota un’interpellanza urgente con la quale mette in evidenza altre gravi perplessità: "La Regione ha autorizzato la sperimentazione, facendo riferimento non al Piano sanitario vigente, ma alla proposta di Piano formulata dall’Esecutivo. Inoltre la delibera non contiene alcun giudizio sul progetto economico, come prevede l’articolo 9 del decreto legislativo 502 del 1992". C’è di più. "Autorizzare una sperimentazione non può essere un semplice atto amministrativo della Giunta. Al contrario dovrebbero essere definiti con legge di approvazione del Piano sanitario i servizi per i quali la Regione può autorizzare, i criteri per la valutazione della convenienza economica e gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la partecipazione dei privati. Si tratta di sperimentazioni nella gestione dei servizi sanitari di eccellenza, di supporto o tecnici?". Il consigliere di opposizione coglie nella decisione un’autocritica. "La Giunta", dice, "definisce la costituzione della società mista "un’iniziativa coerente a superare le criticità aziendali, quali l’elevato numero di strutture organizzative in ambito amministrativo, nella conduzione dei servizi sanitari e nel raggiungimento del pareggio economico"". Chiede Saitta: "Chi ha determinato le criticità aziendali? Non sarebbe opportuno intraprendere iniziative di contenimento della spesa e di riorganizzazione?". La deliberazione del team di Enzo Ghigo, inoltre, "appare illegittima, perché basata su presupposti inesistenti (il Piano non è approvato), mentre sarebbe urgente informare il Consiglio regionale delle motivazioni della scelta e avviare un confronto per sperimentare nella sanità pubblica la cooperazione con i privati". (di Maria Grazia Olivero da Gazzetta d'Alba del 21 ottobre 2003)
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