Recentemente hanno chiuso i battenti due locali. Costi in crescita, proposte offerte flessibili.
Il presidente dei commercianti: "Serve una riflessione"
Perde colpi la ristorazione nell´Albese
ALBA - "Non si può ancora parlare di crisi della ristorazione
nell'Albese, ma qualche riflessione occorre farla". Così interviene il
presidente dei commercianti albesi, Gian Giacomo Toppino, nella discussione che
si è aperta in città dopo la recente chiusura di due noti ristoranti: "Il
Vicoletto" (stella Michelin) e "Da Beppe", entrambi nel centro cittadino. Il
primo si trasforma in una gastronomia, il secondo ha chiuso definitivamente.
Commenta Toppino: "Ci dispiace per la chiusura di due ristoranti
rappresentativi. Al di là dei due casi specifici, alcuni problemi nella
ristorazione ci sono. Ad esempio i costi sono molto cresciuti: ad Alba sono cari
gli affitti, i servizi di ogni tipo, il personale. Il cibo genuino che si cerca
nel nostro territorio esige risposte adeguate. Inoltre, la fama del tartufo
sovente richiesto ad Alba, che ne è la capitale, aggiunge un extra che porta
molto alto il prezzo finale. Tutti elementi di cui i ristoratori devono tener
conto". Continua Toppino: "Forse si devono anche cercare alternative, una
politica di offerta flessibile adatta alla stagionalità, con opportunità
particolari, adottando tecniche analoghe e quelle della vendita dei prodotti.
Nulla vieta ad un ristoratore di praticare prezzi diversi tra i menu di routine
e quelli della festa, per accontentare sia coloro che vanno al ristorante per
una veloce pausa di lavoro, sia quelli che al ristorante cercano un momento di
rapporto sociale". Secondo il presidente dei commercianti, uno dei problemi più
sentiti è la difficoltà a trovare personale giovane, preparato e disponibile a
lavorare nei giorni festivi, di sera. Aldo Sartore, vicepresidente del Consorzio
turistico Langhe Monferrato Roero, consigliere dell'Atl, contitolare
dell´albergo-ristorante "Al castello" di Santa Vittoria: "Al momento non si può
ancora parlare di crisi nella nostra zona, anche se sono già diminuiti i turisti
tedeschi. Sono convinto che la crisi si farà sentire per l'aumento del numero di
posti letto e a tavola, favorito dalle ultime leggi. Stanno creando uno
scompenso in una zona che può contare sul turismo non più di sei mesi all'anno".
Inoltre, secondo Sartore l'offerta non è abbastanza diversificata: troppi
esercizi puntano sulla cucina tradizionale, mentre scarseggiano nuove proposte e
trattorie, si assiste ad un livellamento verso l'alto dei prezzi e non sempre
della qualità. Fra le nuove offerte, alla scuola alberghiera di San Cassiano è
in funzione al martedì e giovedì (ore 20) il ristorante gestito dagli studenti,
sempre accompagnati da insegnanti e da uno chef del territorio (prezzo
venticinque euro a persona).
(di Giuseppina Fiori da LA STAMPA del 21 gennaio 2003)
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