ALBA - «Questa Soprintendenza ha seguito e segue con attenzione le notizie e le prese di posizione apparse sulla stampa relativamente alla possibile dispersione in asta di buona parte della collezione del pittore Pinot Gallizio». Con una lettera inviata giorni fa a sindaco di Alba, Provincia, Regione e Fondazione Ferrero, la Sovrintendenza per il patrimonio storico e artistico del Piemonte ha preso posizione sul futuro dell'eredità Gallizio. «Mentre appare difficile - si legge ancora nella lettera - un eventuale intervento di tutela sulla base delle vigenti norme, sembra assolutamente auspicabile che si possa intervenire per evitare la perdita di una significativa testimonianza di arte contemporanea, importante non solo per il contesto albese». Dagli uffici torinesi della Sovrintendenza, Bruno Ciliento spiega: «La nostra posizione in questo momento non può che essere defilata, perché le norme attuali non consentono di chiedere la tutela per opere di arte contemporanea». Tuttavia, ci sono altre strade che possono essere percorse. «Crediamo sia utile - dice Ciliento - sollecitare un'attenzione da parte delle autorità e delle Fondazioni locali perché sia acquisito un nucleo significativo delle opere di Gallizio. Se c'è una città in Piemonte che ha le risorse pubbliche e private per portare avanti un progetto culturale di alto livello, questa è Alba. Sarebbe un peccato se non cogliesse l'occasione». Il rischio, in questi casi, è la dispersione del patrimonio. «Se non si raggiunge un accordo con gli eredi, le opere possono prendere la via delle aste. Allora sì che sarà difficile recuperarle. E' già successo con molte collezioni antiche e moderne, ma ho l'impressione che gli interlocutori di questa vicenda siano tutti disponibili a trovare una soluzione senza troppo clamore». E dal Comune cosa dicono? Il dirigente dei servizi culturali, Gianfranco Maggi: «Abbiamo già risposto alle sollecitazioni della Sovrintendenza. Stiamo seguendo l'evolvere della questione per cercare, nelle forme più opportune, una soluzione positiva alle preoccupazioni che hanno espresso». Sulla possibilità di porre sotto tutela casa Gallizio, Maggi dice: «Il vincolo non ci sembra la strada giusta, è forse più opportuno cercare un coinvolgimento positivo da parte di tutte le persone interessate. Ci sono stati molti colloqui e abbiamo acquisito delle disponibilità interessanti e promettenti, ma dobbiamo anche tener conto del fatto che il testamento è ancora in via di definizione». E conclude: «Utilizzare la casa-laboratorio come spazio espositivo è certo un'ipotesi suggestiva, ma non è detto che sia la soluzione migliore per opere di grande dimensione come quelle di Gallizio. Il Comune potrebbe rendere disponibili alcune sale nel complesso della Maddalena, per dare vita a un primo nucleo di quello che si prefigura come il futuro Museo Gallizio».
(da LA STAMPA del 3 marzo 2004)