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La società mista per la gestione della sanità

Mondovì boccia progetto Amos


MONDOVI' - Primari, responsabili ospedalieri, dirigenti sanitari, associazioni contestano l'iniziativa dell'azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo che intende creare, su indicazione di una delibera regionale, una "sperimentazione gestionale" a servizio delle Asl cuneesi: l'Amos (Azienda Multiservizi Ospedalieri e Sanitari) che da gennaio dovrebbe gestire alcuni servizi ospedalieri per tutta la provincia. La società mista pubblico - privata si occuperebbe di servizi sanitari tecnici (mensa, pulizia, lavanderia), ma anche di settori importanti, come laboratori di analisi, radiologia, riabilitazione. Dopo il no di sindaci e operatori dell'Asl 18 Alba e Bra, ora scendono in campo i medici del nosocomio cuneese con l'assemblea dell'Anaao-Assomed (rappresenta circa 70 medici su 350) riunitasi con coordinamenti provinciali, segreteria regionale e rappresentanze di altri sindacati di medici e dirigenti sanitari. Spiega il ginecologo Pietro Leli, responsabile aziendale per l'associazione a Cuneo: "Non siamo pregiudizialmente contro la sperimentazione gestionale prevista per legge. Vogliamo vedere nero su bianco, e per ora non lo è a sufficienza, circa il rispetto dello stato giuridico della dirigenza medica e alle certezze sulla carriera. E' una posizione sindacale, non politica. Quali garanzie ci saranno per i medici che decidessero di rientrare nel pubblico? La nostra posizione sarà equilibrata, ma attenta". Anche Luigi Cavagliani, manager dell'Asl 16 Mondovì - Ceva, ha ricevuto un documento dai medici in assemblea, che si oppongono al progetto e scrivono: "La sperimentazione, nata per semplificare la complessità gestionale dell'Aso Santa Croce, cala forzatamente nelle Asl locali. Si delega al privato la componente più redditizia dei servizi sanitari, sottraendo al pubblico i proventi che compensino l'onere di servizi improduttivi, quanto indispensabili". I medici si dicono "preoccupati per qualità ed efficacia dei livelli assistenziali e per il mantenimento degli attuali livelli di occupazione gravemente a rischio". Chiedono a Cavagliani di "non confermare l'adesione di massima al progetto già espressa in sede di quadrante". Pierantonio Capitini, segretario Aned, chiede la revoca del provvedimento al presidente Ghigo: "Il progetto Amos non è conforme alla politica regionale nel settore nefrologico degli ultimi 28 anni". "Se la qualità gestionale aumenterà - dice Giampiero Boccardo, del Co.di.ce. - caleranno i servizi". L'Anaao regionale annuncia ricorsi al Tar; mercoledì Moirano riferirà in Regione.

(da LA STAMPA del 23 novembre 2003)



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