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Appunti sulla sanità albese
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GIOVA ALLA NOSTRA ASL ADERIRE AD AMOS ?

 

Come gruppo di persone che si occupano di Sanità e che ormai da più di 10 anni seguono con convinzione il progetto del Nuovo Ospedale Alba-Bra, ci permettiamo di sottoporLe alcune riflessioni in vista dell’Assemblea dei Sindaci dell’ASL 18 Alba-Bra che dovrà pronunciarsi sull’opportunità di adesione della nostra ASL alla società AMOS.

Prima di esprimere una valutazione su tale opportunità ci sembra doveroso cercare di capire: che cosa è AMOS?.

AMOS (Azienda Multiservizi Ospedalieri e Sanitari), è una Società pubblico-privata (Spa) che in partenza avrà una partecipazione privata del 34% espandibile fino al 49% nel tempo. Tale Spa avrà il compito di gestire per tutta la provincia di Cuneo, a partire dal gennaio 2004, alcuni settori sanitari (laboratorio analisi, radiologia, neuroradiologia, dialisi, anestesiologia, riabilitazione ed attività libero-professionale) e tutti i servizi non sanitari. Lo scopo ipotizzato è quello di poter gestire tali servizi con maggiore efficienza ed efficacia di quanto non si stia facendo attualmente, attraverso migliori economie di scala ma soprattutto attraverso una maggiore flessibilità nella gestione del personale.

L’Azienda Santa Croce di Cuneo che con molta convinzione promuove la costituzione di AMOS, con il 41% della partecipazione azionaria costituisce l’azionista di maggioranza e detiene saldamente il controllo della società, mentre alle altre quattro ASL del quadrante è lasciata la possibilità di spartirsi il rimanente 25% della quota pubblica, oltre ovviamente quella di conferire alla società la gestione di tutti i servizi sopraelencati.

Da queste brevi considerazioni appare evidente che la prima e sicura conseguenza di AMOS è quella di una enorme concentrazione di potere decisionale e drenaggio di risorse economiche nell’ospedale del capoluogo di provincia con impoverimento delle strutture sanitarie periferiche che dovrebbero comunque continuare a gestire le parti sanitarie economicamente meno remunerative con maggiori difficoltà finanziarie e rischio di chiusura per il futuro. Per una strana ironia della sorte, infatti, le criticità per cui è invocata una maggiore efficienza gestionale e managerialità, riguardano tutti i settori economicamente più remunerativi che già vedono una forte concorrenza dei privati e non certo la gestione di settori in perdita quali l’emergenza o l’attività ambulatoriale e di prevenzione.

Chiarite queste premesse occorre rispondere alla domanda: è conveniente per la nostra ASL aderire ad AMOS?

A questo proposito una prima riflessione è legata al progetto del Nuovo Ospedale Alba-Bra. Imboccando questa strada, già da molti anni questo territorio ha maturato un modello di razionalizzazione e di rilancio del sistema sanitario condiviso non solo a livello locale ma anche regionale e nazionale. Attraverso la unificazione di due ospedali in una sola struttura, infatti, è possibile non solo ottenere un miglioramento di servizi erogati ma anche realizzare risparmi di gestione che sono stati stimati in circa 9,5% sulla spesa globale e 16,5% sulle spese per il personale pari a circa 8-9 milioni di Euro all’anno. Inoltre nell’ambito di tale progetto è stata già prevista la partecipazione dei privati nella gestione dei servizi non sanitari per una somma pari a 15 milioni di Euro. In base a queste considerazioni c’è da chiedersi che senso ha, proprio nel momento in cui si sta per giungere all’appalto del Nuovo Ospedale, avventurarsi in altre ipotesi di riorganizzazione e gestione come quella di AMOS la cui efficacia e compatibilità col suddetto progetto sono tutte da dimostrare. Non converrebbe piuttosto impegnarsi ad imprimere una accelerazione ad un progetto come quello del Nuovo Ospedale scelto e maturato in più di 10 anni di valutazioni ed analisi?

Una ulteriore riflessione sulla opportunità di aderire ad AMOS è stimolata dal pensiero di chi sostiene che l’adesione a detta società ci darebbe la garanzia nel futuro di poter ricorrere ai suoi servizi, qualora ne avessimo bisogno. A questo proposito si fa spesso riferimento alla situazione di crisi venutasi a creare recentemente nei nostri ospedale per la carenza di radiologi. Occorre ricordare che in questa circostanza la nostra Direzione ha saputo brillantemente risolvere il problema senza l’appalto all’esterno delle attività che avrebbe impoverito sia come risorse economiche che umane i servizi radiologici ospedalieri. Se in tale situazione AMOS fosse già esistita e noi ne fossimo stati soci, non ci risulta che tale qualifica ci avrebbe garantito condizioni di favore nell’utilizzo dei servizi necessari; per contro il non essere socio non avrebbe pregiudicato la possibilità di ricorrere a detti servizi se la Direzione ne avesse ravvisato la necessità. Già oggi infatti molti utenti ricorrono a case di cura convenzionate senza, peraltro, che la nostra ASL abbia rapporti societari con le stesse. A fronte invece di un peso societario nullo nell’ambito di AMOS, l’adesione alla società comporterebbe per la nostra ASL almeno l’obbligo morale di contribuire al successo dell’impresa di cui è parte conferendo ad essa i servizi di cui dovesse avere necessità, ponendo dei limiti alla ricerca sul mercato di condizioni di fornitura che potrebbero risultare più vantaggiose.

Per quanto attiene ai risvolti più specificamente sanitari ed assistenziali che scelte di tipo privatistico-aziendalista come AMOS comportano in campo sanitario, rimandiamo a quanto gli operatori sanitari e i rappresentanti degli utenti, con maggiore competenza di quanto potrebbe fare questo comitato, hanno scritto nei documenti divulgati in questi giorni.Ci preme solo ricordare che la salute è un bene prioritario la cui tutela, pur non potendo sottrarsi del tutto alle logiche economico-efficientistiche, rimane sempre un obiettivo prioritario di cui la comunità si deve fare carico in un ottica di servizio.

Nella speranza di avere contribuito ad una serena riflessione su questo argomento Le porgiamo i nostri saluti.

 

Alba 11/12/2003

COMITATO PROMOTORE PER L’OSPEDALE ALBA-BRA




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