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La Coldiretti chiede di aumentare il numero dei permessi. Saranno autorizzati in 1250 contro i 1600 dello scorso anno e soltanto 317 "subordinati"Lavori stagionali, servono più immigratiCUNEO - C'è chi, fuori dallo sportello di via Bongiovanni, ha passato la notte. Per essere il primo, lunedì mattina, a presentare la domanda d'ingresso. Da questa settimana, quando il governo ha dato il via libera con decreto legge ai flussi migratori, marocchini, tunisini, albanesi, slavi fanno la fila per entrare nella "Granda", e lavorare. Sono 317 i posti assegnati al Cuneese per lavoratori subordinati a tempo determinato e indeterminato, 1250 gli stagionali. All'entrata dell'Ufficio provinciale del lavoro, c'è ressa. "Riusciamo a malapena a ricevere tutte le domande - spiega il direttore Fabio Ferraresi -. Gli impiegati sono un terzo del necessario, le richieste almeno il doppio del previsto. Forse, le quote sono già esaurite, ma ci vorrà del tempo per sbrigare tutte le pratiche". Dei 317 posti per i subordinati, 177 sono destinati ad Albania, Marocco, Egitto, Nigeria (30 per ogni Paese); Tunisia (42); Moldavia, Bangladesh, Pakistan (10); Sri Lanka (5.) I rimanenti 140 riservati a cittadini di altre nazionalità. "Saremo costretti - prosegue Ferraresi - a chiedere di ridistribuire numeri e nazionalità, perché la ripartizione su scala nazionale non tiene conto delle realtà locali. I cittadini dello Sri Lanka lavorano a Milano e Roma come domestici; a Cuneo no, ma i posti disponibili sono cinque". Dopo la pubblicazione dei flussi, in Italia sono 79 mila gli stranieri che potranno varcare i confini con regolare permesso, 29 mila come lavoratori subordinati e 50 mila stagionali. Di questi il 2,5% nel Cuneese. "Non bastano - dice Lauro Pelazza della Coldiretti -, così come l'anno scorso, quando furono circa 1600, il governo si è impegnato a rivedere le cifre a giugno. In agricoltura gli extracomunitari sono il 40% dei lavoratori. Le nostre imprese hanno bisogno di loro. E' necessario superare i flussi, evitare il ''contingentamento'' e poterli chiamare quando c'è la domanda". Nel settore, i lavoratori non europei sono circa 3500. Tante le richieste, pochi i posti. Raggiunto il limite fissato dal governo, l'Ufficio del lavoro non accetterà più domande (per compilarle, fornisce gratuitamente assistenza il Servizio immigrazione Anolf della Cisl, tel 0171321023). Fra i 35 mila regolari che vivono in provincia le speranze sono le stesse, una casa e un lavoro. Le vicende differenti. Il regista fossanese Carlo Turco, Remo Schellino ed Erika Peirano della "Polistudio" di Dogliani le hanno raccolte in "Cuneo/Italia futuro prossimo", documentario prodotto da Provincia e Comuni di Bra e Fossano. Presentato a gennaio, mercoledì sarà proiettato ad Alba (Sala Beppe Fenoglio, ore 21) in un dibattito su "Presente e futuro dell'immigrazione". "Abbiamo dato la parola a chi non ha voce - spiega Carlo Turco -, chiedendo agli immigrati come vedono se stessi e gli italiani. Tutti hanno una gran voglia di integrazione. Il problema numero uno è l'affitto, troppo caro anche per chi lavora. Le storie sono tante: c'è il nordafricano che nell'Albese ha aperto una bottega per i connazionali e ora vende anche agli italiani. E quello che gestisce un phone-center e un negozio di scarpe a Fossano, e gli italiani addirittura li ha assunti, per ''dare un tocco di colore'' all'attività". (da LA STAMPA del 1° febbraio 2004)
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