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47 Comuni dell'albese-braidese spendono cinque milioni e mezzo per anziani, disabili, giovani e famiglie

In consorzio si migliora la vita

La Regione penalizza l'area con uno stanziamento pro capite tra i più bassi. I sindaci protestano. Ci sarà una consulta operativa per monitorare le necessità e proporre politiche innovative. Tino Cornaglia, presidente del team socio-assistenziale: "Nuovi progetti per il tema dell'handicap".


Attenzione alla terza età? Sarà indispensabile, vista la situazione demografica (ci sono quattro over 65 ogni tre under 18) dell’albese-braidese. E si lavorerà pure, più di quanto non si sia già fatto, in collegamento con le residenze sanitarie, per aiutare gli anziani a restare a casa tramite un’adeguata assistenza domiciliare. Qui si colloca pure l’idea dell’assegno di cura per le famiglie che decidono di non ricoverare nelle case di riposo il congiunto: un primo esperimento, riuscito, sarà esteso. Ma per questo servono soldi. E i 47 Comuni che fanno capo al consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero hanno messo mano al portafogli e si sono impegnati per dare fiato concreto anche alle politiche per minori, famiglie e disabili.

I Comuni con meno di 500 abitanti sostengono, da quest’anno, il Consorzio con 14,88 euro a persona, quelli fino a 1.880 abitanti con 16,43, mentre gli altri e le sedi di Distretto pagano 17,98. Alba spende 26,82 euro a cittadino, mentre finanzia a parte (52 mila euro circa) l’Estate ragazzi. Dalla Regione – che penalizza l’area, in virtù della sua tradizionale... parsimonia, con uno stanziamento pro capite tra i più bassi – arrivano un milione e 200 mila euro. Troppo poco dicono i sindaci, i quali denunciano la situazione, tanto che la levata di scudi ha già prodotto promesse da parte dell’assessore all’assistenza Mariangela Cotto.

Forse ci saranno quattro euro in più a persona. Si vedrà.

Il documento di programmazione che i sindaci hanno approvato all’unanimità la scorsa settimana rende, comunque, conto dello sforzo comune: un impegno da 5.500.000 euro.

Ma che cosa si farà? Attenzione fin dalla nascita – tramite il collegamento con i servizi sanitari, gli asili nido (che devono essere ampliati da Alba al territorio) e le scuole materne e dell’obbligo – ai più giovani; politiche di prevenzione per ragazzi, assistenza scolastica tramite i Centri per attività per minori, gestiti in collaborazione con le parrocchie, i gruppi giovanili, la scuola; aiuti per gli adulti in povertà – a causa di mancanza di lavoro, malattia, tossicodipendenza, disabilità – e assistenza alla terza età.

Come si farà? Anche attraverso momenti di condivisione delle problematiche del Consorzio, in particolare tramite l’organizzazione di una Consulta per i servizi sociali in grado di monitorare le necessità del territorio. Inoltre, in tre centri diurni per disabili, passati alla competenza della struttura (Alba e Canale), sarà risolta entro l’anno la questione delle... barriere architettoniche. Ma c’è altro. "Sono allo studio nuove ipotesi per il problema dell’handicap", dice il presidente, Tino Cornaglia. "Alcuni referenti del privato sociale sono impegnati a offrire, in chiave imprenditoriale, soluzioni alle necessità dei centri diurni. Il Consorzio segue da vicino tali ipotesi e sostiene le progettazioni, coerenti con le finalità e gli obiettivi del servizio pubblico".

È soddisfatto il presidente della Conferenza dei sindaci, Dino Destefanis, il quale evidenzia a nome dei Comuni l’adesione alle scelte operate dal Consorzio e la necessità, compresa a più livelli, di attivare politiche di prevenzione e aiuto ai deboli. La qualità della vita (di tutti) passa di qui.

(di Maria Grazia Olivero da Gazzetta d'Alba del 8 aprile 2003)



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