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La vicenda della pensionata di Monforte deceduta poche ore dopo che era stata dimessa dall'ospedale. Indagine interna disposta dall'Asl. Procura albese apre fascicolo su caso di malasanità

Inchiesta per la morte dell'anziana


ALBA - La procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta sul caso di presunta malasanità segnalato da Maria Teresa Magliano di Monforte riguardante la suocera Paolina Chiarena, 85 anni, morta il 15 novembre poche ore dopo essere stata dimessa dall'ospedale San Lazzaro. Le indagini sono coordinate dal procuratore Luigi Riccomagno. Un'altra indagine interna è stata disposta dal direttore dell'Asl 18, Francesco Morabito, dopo avere ricevuto la lettera in cui i famigliari esprimono aspre critiche al trattamento riservato all'anziana di Monforte: la donna era stata trasportata in ambulanza all'ospedale di Alba poco dopo mezzogiorno. Dopo essere stata curata al Pronto soccorso è stata dimessa e ha fatto ritorno a casa, ma in serata è deceduta. Commenta Maria Teresa Magliano: "Abbiamo ricevuto diverse telefonate da parte di persone che hanno condiviso la decisione di rendere pubblico il nostro caso, sperando che non debba ripetersi la triste esperienza da noi vissuta. Io e mio marito abbiamo voluto segnalare quello che secondo noi è stato un grave disservizio. Crediamo che gli anziani delle Langhe, che tanto hanno lavorato, meritino maggiore attenzione quando si ammalano. Ci ha fatto male non solo il trattamento avuto, ma anche il palleggiamento di responsabilità". Franca Carbone, presidente del Tribunale dei diritti del malato: "Ho letto la lettera della signora di Monforte e sono rimasta esterefatta e sconvolta. Come Tribunale dei diritti del malato non lasceremo passare in silenzio questa vicenda, anche noi approfondiremo quanto accaduto. Ci lascia anche perplessi il fatto che il ''118'', per la seconda volta nella stessa giornata, abbia inviato un'ambulanza a casa della paziente senza il medico". Sulla vicenda molto da ridire hanno Maria Teresa Magliano e il marito Angelo Secco (figlio unico della scomparsa) che hanno posto una serie di domande sull'assistenza, sul fatto che la loro congiunta, anziana e sofferente di aritmia, sia stata mandata a casa dopo le cure (circa sei ore) al Pronto soccorso, perché dopo aver chiamato il "118" sia stata inviata a casa loro per la seconda volta nella stessa giornata un'ambulanza senza medico, sulla collaborazione tra medici e famigliari degli ammalati. Intanto, il consigliere regionale Giancarlo Tapparo dell'Unione civica Riformatori, in un'interrogazione presentata in Regione ha chiesto che l'osservazione dei dati sulle presenze dei medici sui mezzi di soccorso avanzato (MSA) sia allargata a tutte le province piemontesi. Ha chiesto di sapere se vi siano assenze di personale medico a bordo, quale sia il numero di medici "118" operanti per provincia, e soprattutto i meccanismi di controllo attivati dalla Regione per monitorare nel corso del tempo la funzionalità del servizio. Secondo dati forniti dal "118" nella provincia di Cuneo il servizio dispone di 16 ambulanze, di cui 14 con medico e 2 con infermieri professionali, oltre a 42 ambulanze con volontari che dipendono da varie associazioni che sono convenzionate con il "118".

(da LA STAMPA del 11 dicembre 2003)



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