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Dopo la marcia della pace il Sindaco convocherà per metà febbraio un Consiglio comunale aperto

La guerra non è la soluzione contro il terrorismo


ALBA - La marcia della pace, che ha visto sabato pomeriggio circa duemila persone sfilare per le vie della città, e conclusasi davanti al municipio con la consegna al sindaco di una lettera "contro la guerra", porterà entro metà febbraio alla convocazione di un Consiglio comunale su questo tema. La lettera, firmata da 65 gruppi e da 1500 persone, era indirizzata agli amministratori comunali e ai parlamentari della zona con la richiesta di attivarsi in tutte le sedi istituzionali che possono raggiungere, affinché l'Italia non partecipi alle guerre, con particolare riferimento a quella ventilata contro l'Iraq. Il sindaco Giuseppe Rossetto, che ha atteso il lungo corteo sulla piazza del municipio, ha detto: "Ricevo volentieri questa lettera. Ne parlerò con i capigruppo e nella commissione consiliare con lo scopo di preparare un ordine del giorno che sarà discusso in Consiglio, sperando che venga approvato all'unanimità. La riunione sarà aperta anche a interventi di alcune associazioni". Nella lettera si legge: "Siamo ben consapevoli della necessità di combattere il terrorismo, ma siamo anche convinti che la guerra non sia la soluzione di questo problema. Inoltre le guerre colpiscono in massima parte le popolazioni civili, provocando vittime, distruzioni, odio e enormi ondate di profughi". Alla marcia, promossa dal coordinamento dei gruppi, hanno partecipato intere famiglie con bambini, molti giovani, studenti, insegnanti, sacerdoti, suore, alcuni consiglieri e assessori comunali e provinciali: prendendosi per mano hanno formato una lunga catena che da piazza Savona ha raggiunto piazza Duomo sfilando in via Maestra, con cartelli e bandiere della pace. Tra le presenze più significative, quelle del vicario generale della diocesi, mons. Giovan Battista Gianolio, e di alcuni parroci. Il vescovo, mons. Sebastiano Dho, ha inviato un messaggio che è stato letto in piazza: "Non potendo partecipare di persona, perché in visita pastorale fuori Alba - ha scritto il vescovo - desidero esprimere la mia adesione alla manifestazione per la pace". Ha ricordato la condanna del Papa di ogni guerra, compresa quella cosiddetta preventiva.

(di g.f. da LA STAMPA del 27 gennaio 2003)



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