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Timori di soppressione nelle scuole dell'obbligo dell'albese e del braidese

Fa discutere
il tempo pieno nelle scuole


ALBA - Preoccupazioni e timori nell'Albese e Braidese sulla possibilità di continuare ad assicurare il servizio di tempo pieno nelle scuole dell'obbligo di cui usufruiscono ampiamente le famiglie, in conseguenza della recente riforma. Facendosi interpreti delle preoccupazioni e per avere chiarimenti in merito, i sindaci Giuseppe Rossetto di Alba e Franco Guida di Bra, martedì 2 dicembre andranno a Roma al ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca: affronteranno l'argomento con il sottosegretario e il dirigente Pasquale Capo dei Dipartimenti per lo sviluppo dell'Istruzione e per i Servizi nel territorio del ministero. Saranno accompagnati dai rispettivi assessori all'Istruzione, Ivana Brignolo Miroglio di Alba e Gianni Comoglio di Bra. Gli amministratori dicono che lo scopo della trasferta è quello di verificare nel concreto la situazione e le soluzioni possibili. Ad Alba, dove sono 1.200 gli alunni delle elementari che frequentano il tempo pieno (70-80% circa), dell'argomento si è già parlato in giunta con il proposito di intervenire, se necessario, per garantire il servizio. Il consigliere comunale Mariangela Roggero ha presentato una interpellanza che sarà discussa nel Consiglio comunale di domani sera. Secondo il dirigente scolastico Luciano Giri (primo circolo elementare) sarebbe opportuno che vi fosse anche qualche rappresentante della scuola nella delegazione che andrà a Roma. Dice Giri: "Dalle proposte di riforma della scuola viene fuori un modello completamente diverso da quello attuale perché si passa dalle 40 ore del tempo pieno e 30 dei moduli (scuola normale) a 27 ore obbligatorie più tre facoltative per tutti con un insegnante tutor per ogni classe invece degli attuali 2 del tempo pieno e 3 dei moduli. Con questo sistema salterebbe l'attuale organizzazione del tempo pieno che vede insegnanti della classe coprire tutte le 40 ore di attività, mensa inclusa. Un eventuale ritorno al vecchio doposcuola (con assistenza in mensa gestita da altre persone) sarebbe un passo indietro e ridurrebbe la qualità".

(da LA STAMPA del 27 novembre 2003)



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