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Ecoregina d'Italia per Legambiente, la città ha un inceneritore d'immondizia che produce energia pulita. Il termovalorizzatore dell'Aem brucia i rifiuti e produce energia elettrica e teleriscaldamento. Alba e Bra non osano porre con chiarezza il dibattito sulla combustione dei rifiuti. Eppure funziona...

Dobbiamo copiare da Cremona?


Mentre Alba e Bra si perdono in discussioni "politiche", l’ambiente reclama il suo spazio. Soffochiamo da mesi l’emergenza – che riguarda tutto il cuneese e anche oltre –, portando altrove i rifiuti. Ma i politici, troppo timorosi di perdere consenso, non hanno il coraggio di parlare con chiarezza di incenerimento. C’è altro. Appena smetterà di piovere, si riproporranno i temi di sempre – legati all’inquinamento veicolare – senza che si sia mosso un dito per cercare di fare qualcosa.

Intanto – e da anni – altrove qualche soluzione la si è trovata. Cremona è l’"ecoregina" d’Italia, secondo Legambiente. Un suo rapporto annuale passa al setaccio parametri quali lo smog, l’acqua, le aziende a rischio, la motorizzazione, il trasporto pubblico, l’aria, il rumore, la raccolta differenziata, l’energia, ecc... E ha assegnato la palma 2002 a Cremona. Come si è mossa quella città? Ha lavorato alla riduzione delle emissioni nell’ambiente. Inoltre ha costruito – sebbene possa apparire un paradosso – un inceneritore per rifiuti che produce energia e calore, proprio il temuto termovalorizzatore.

Gazzetta ha cercato di capirne le scelte. Qui, sulle politiche ambientali, la gestione della cosa pubblica ha giocato il proprio ruolo senza infingimenti. E dall’attenzione al tema dei rifiuti si è passati a generali strategie, che i cittadini hanno dapprima contestato e poi – a maggioranza, perlomeno – apprezzato.

La città è dotata di un termovalorizzatore, dicevamo: dai rifiuti si produce energia elettrica e teleriscaldamento.

Due piccioni con una fava... Si risolve il problema dello smaltimento e si riducono le emissioni delle caldaie domestiche. Ma se funziona, perché non esportare il modello?

Va detto che Cremona ha avuto i suoi guai. Qui, nel ’96, sulla questione – si era in emergenza – le opinioni sono state assai discordi. Racconta Giuseppe Tiranti, presidente dell’Azienda energetica municipale (Aem): "Contavamo gli articoli contrari. In 600 giorni, 660. Nei primi anni Novanta non avevamo impianti di smaltimento e sopportavamo costi elevati per trasportare altrove i rifiuti. La Giunta (una coalizione "anomala" Dc-Pci, con esclusione dei socialisti, ndr) sostenne il dibattito e, dopo le elezioni, nel ’97, l’attuale sindaco dell’Ulivo, Paolo Bodini, realizzò l’impianto".

L’allora Azienda elettrica (oggi l’Aem è una multiservizi: acqua, depurazione, vettori energetici, parcheggi, telecomunicazioni, rifiuti e teleriscaldamento) permise l’investimento. Da quel momento, sotto il controllo municipale, si lavorò a fondo. Per restare ai rifiuti, la raccolta differenziata è al 36 per cento, con ventidue tipi di materiali recuperati, mentre il resto finisce all’inceneritore per diventare elettricità e teleriscaldamento (ma si potrebbe guardare anche alle politiche della mobilità, del recupero energetico, dell’illuminazione, della depurazione, dell’acqua, del gas...).

Problemi? Stando a Legambiente pochi, tanto che Cremona viene portata a modello.

Eppure, "quando l’impianto è stato proposto non è stata una passeggiata...". Lo dice il sindaco Bodini, 48 anni, tre figli, appassionato di pallacanestro, medico specializzato in endocrinologia e gastroenterologia con esperienze e studi americani alle spalle, tra i fondatori a Cremona dell’area di centro con riferimento a Romano Prodi.

"Abbiamo guardato avanti. I rifiuti vengono differenziati, pretrattati e bruciati per diventare energia. Siamo molto attenti al controllo dei fumi, ma la riduzione dell’inquinamento è evidente. E non ci fermiamo. Ho visitato, a Parigi, un inceneritore che brucia il "tal quale" (i materiali non differenziati, ndr). Vedremo...".

"Le nostre punte di diamante", aggiunge l’assessore all’ambiente, Carlo Loffi, "oggi sono le acque e il depuratore, seguiti dai pochi rifiuti smaltiti in discarica, grazie al raddoppio dell’inceneritore, così spesso e così scioccamente contestato".

Ci sono anche nodi da risolvere. Lo ammette il Sindaco: "Quanto all’aria dobbiamo migliorare, ma è giusto precisare che lo scorso anno non siamo stati la città più inquinata, ma quella più severa in fatto di misure e di chiusure antinquinamento".

Anche qui lo smog, dunque. Solo che si cercano soluzioni. A Cremona – 70 mila abitanti, poco più di Alba e Bra insieme – l’isola pedonale è una realtà, si lavora per migliorare i mezzi pubblici ecologici e sono previste rigide misure in caso di superamento dei limiti per le pm10, le famigerate polveri fini. Se provassimo a copiare?

(di Maria Grazia Olivero da Gazzetta d'Alba del 18 dicembre 2002)



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